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Ultimo Aggiornamento: 18/05/2019 13:12
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30/04/2017 08:12
 
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San Gualfardo Religioso camaldolese

30 aprile


Germania XI sec. – Verona, 30 aprile 1127

San Gualfardo, sellaio di origine germanica, si ritirò a vita eremitica presso Verona, ma poi fu accolto quale oblato dai monaci camaldolesi di san Salvatore della medesima città. Giunse ai più alti fastigi della contemplazione e della santità con l’orazione ininterrotta, le veglie, i digiuni, le astinenze, il tutto in una mirabile cornice di equilibrio, di modestia e di prudenza. Operò numerosi prodigi. Morì presso Verona il 30 aprile 1127 ed in tale anniversario è commemorato dal Martyrologium Romanum e dal Menologio Camaldolese.

Martirologio Romano: A Verona, san Gualfardo, che, sellaio originario della Germania, dopo moltissimi anni passati in solitudine fu accolto in questa città dai monaci di San Salvatore.







Di origine germanica e di mestiere sellaio, san Gualfardo, obbedendo al suo desiderio interiore di una vita tutta dedita a Dio, dopo aver trascorso qualche tempo a Verona, si ritirò in solitudine eremitica, come facevano tanti giovani uomini del Medioevo, in un luogo vicino all’Adige.
Sull’esempio di s. Romedio, eremita nella Val di Non nel Trentino, trascorse in questo luogo solitario venti anni di nascondimento, poi alcuni barcaioli che navigavano sul fiume lo scoprirono, costringendolo così a trasferirsi a Verona presso la chiesa di S. Pietro.
Dopo un certo tempo, passò alla chiesa della SS. Trinità fuori le mura della città e finalmente fu accolto caritatevolmente come oblato, dai monaci camaldolesi di San Salvatore di Corteregia in Verona, coi quali rimase dieci anni fino alla morte.
Giunse ai più alti gradi della contemplazione e della santità, con la preghiera incessante, le veglie notturne, i digiuni, le penitenze; il tutto intessuto da equilibrio, serenità, modestia e prudenza, che riflettevano la pace con sé stesso e l’unione intima con Dio.
Un contemporaneo monaco, che fu autore della sua prima ‘Vita’, descrisse il fervore che san Gualfardo metteva nella santa conversazione con i fedeli e con i camaldolesi; inoltre parlò di molti miracoli che operò in vita e dopo morto.
Morì nel convento di Verona il 30 aprile 1127; i veronesi ne celebrano la festa il 1° maggio come protettore dei sellai, mentre l’Ordine Camaldolese e il Martirologio Romano, lo ricordano il 30 aprile, anniversario della sua nascita al cielo.


Autore: Antonio Borrelli

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POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
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