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CREDENTI DA IMITARE (Eb.13,7)

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03/01/2014 07:34
 
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Santa Genoveffa (Genevieve) Vergine

3 gennaio

m. 500 circa


La vita della vergine parigina Genèvieve (in italiano Genoveffa) è narrata nella «Vita Genovefae», scritta circa venti anni dopo la sua morte. Nasce a Nanterre, nei dintorni di Parigi, intorno al 422. A 15 anni Genoveffa si consacra a Dio, entrando a far parte di un gruppo di vergini votate a Dio che, pur vestendo un abito che le distingue dalle altre donne, non vivono in convento, ma nelle loro case, dedicandosi ad opere di carità e penitenze. Nel 451 Parigi è sotto la minaccia degli Unni di Attila ed i parigini si apprestano alla fuga. Genoveffa li convince a restare in città, confidando nella protezione del cielo. Non tutti però sono d'accordo con Genoveffa, al punto che la vergine rischia di essere linciata. Passata la minaccia degli Unni, Genoveffa si trova ad affrontare la piaga della carestia. Salita su un battello, lungo la Senna si procura le granaglie presso i contadini, distribuendole poi generosamente. Entrata in amicizia con i re Childerico e Clodoveo, sfrutterà la sua posizione per ottenere la grazia per numerosi prigionieri politici. Muore intorno al 502. Sulla sua tomba viene eretto un modesto oratorio di legno, che è stato il primo nucleo di una celebre abbazia, trasformata in basilica da re Luigi XV. È patrona di Parigi. (Avv.)

Patronato: Parigi

Etimologia: Genoveffa = dalle bianche guance, dal celtico

Emblema: Candela, Giglio
Martirologio Romano: A Parigi, in Francia, deposizione di santa Genoveffa, vergine di Nanterre, che a quindici anni, su invito di san Germano vescovo di Auxerre, prese il velo delle vergini, confortò gli abitanti della città atterriti dalle incursioni degli Unni e soccorse i suoi concittadini in tempo di carestia.

Nasce nella Gallia ancora romana, ma che sta per diventare Francia, ossia regno dei Franchi. Il suo nome, Genoveffa («dalle bianche guance», dal celtico) ha origini dalla Germania, da cui arrivano i franchi, e probabilmente anche la sua famiglia, che è autorevole e ricca. E gli effetti del prestigio familiare Genoveffa li «tocca con mano» fin da bambina: la presentano a uno dei personaggi più illustri del tempo, il Vescovo Germano di Auxerre, che è di passaggio nella sua città nativa. E il Prelato si rivela profetico per la piccola Genoveffa: le predice non il matrimonio, ma la consacrazione al Signore. E così accade: nel 434-435, quando ha 15 anni: muoiono i suoi genitori, e lei va a vivere a Parigi dalla sua madrina, osservando privatamente i voti.
«Monaca casalinga», quindi. Ma solo per un po’ di tempo.
Nel 451 gli unni di Attila giungono minacciosi nella Gallia del nord, riempiendo di terrore Parigi. Fuggire con il patrimonio, si pensa nell’alto ceto. Ma nel clima di fuggifuggi generale, emerge la reazione di Genoveffa: si deve rimanere a Parigi, e resistere. Genoveffa «mette in campo» la sua influenza spirituale sulle donne dei grandi casati, e anche l’autorevolezza della sua famiglia, i legami con i potenti. E raggiunge il suo obiettivo: le obbediscono, anche se non tutti (alcuni diffidano da lei e la vorrebbero morta). Risolve poi la situazione la vittoria del generale romano Ezio, che sconfigge Attila presso Chàlon-sur-Marne. Ed ecco che Genoveffa diventa un’«eroina nazionale», la donna più celebre e stimata di Francia; e di lei si parla anche in Medio Oriente.
Mantiene sempre ottimi e frequenti rapporti col re Childerico, e così farà poi anche con suo figlio Clodoveo, che unificherà quasi tutta la Gallia sotto il dominio franco.
Genoveffa è una donna consacrata, ma viaggia lungo il paese per occuparsi anche di necessità pubbliche, come i trasporti e i rifornimenti alimentari in tempo di carestia.
Quando muore, più che 80enne, già da tempo è venerata come santa. Re Clodoveo e sua moglie Clotilde edificheranno una basilica per custodire i suoi resti, che però poi verranno quasi completamente bruciati durante la Rivoluzione francese.

Autore: Domenico Agasso Jr.





La vita della vergine parigina Genèvieve è narrata nella Vita Genovefae, scritta circa venti anni dopo la sua morte. Il documento, seppur non scritto da uno storico e contenente aspetti leggendari, è considerato attendibile. Genèvieve o Genoveffa è naata a Nanterre, nei dintorni di Parigi, intorno al 422. A sei anni fu consacrata a Dio da san Germano di Auxerre, in transito per recarsi in Inghilterra, dove dilagava l'eresia pelagiana. A 15 anni Genoveffa si consacrò definitivamente a Dio, entrando a far parte di un gruppo di vergini votate a Dio che, pur vestendo un abito che le distingueva dalle altre donne, non vivevano in convento, ma nelle loro case, dedicandosi ad opere di carità e penitenze. Genoveffa faceva molto sul serio: prendeva cibo solo il giovedì e la domenica e dalla sera dell'Epifania al giovedì santo non usciva mai dalla sua cameretta. Nel 451 Parigi era sotto la minaccia degli Unni di Attila ed i parigini si apprestavano alla fuga. Genoveffa li convinse a restare in città, confidando nella protezione del cielo. Non tutti erano però daccordo con Genoveffa, al punto che la vergine rischiò di essere linciata, ma la minaccia degli Unni passò, lasciando però un altro problema serio, quello della carestia. Genoveffa, salì allora su un battello, risalì la Senna e procurò le granaglie presso i contadini, distribuendole poi generosamente. Entrata in amicizia con i re Childerico e Clodoveo, sfruttò la sua posizione per ottenere la grazia per numerosi prigionieri politici. Morì intorno al 502. Sulla sua tomba venne eretto un modesto oratorio di legno, che fu il primo nucleo di una celebre abbazia, trasformata in basilica da re Luigi XV. Genoveffa era particolarmente invocata in occasione di gravi calamità, come la peste, per implorare la pioggia e contro le inondazioni della Senna. Durante la rivoluzione francese i giacobini trasformarono la basilica di S. Genoveffa nel mausoleo dei francesi illustri, con il classico nome di Pantheon, distruggendone parzialmente le reliquie. Il culto a santa Genoveffa continuò nella vicina chiesa di Saint-Etienne-du-Mont e rimase molto popolari in tutta la Francia e in particolarmente a Parigi, città di cui la santa è patrona.


Autore: Maurizio Misinato
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POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
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