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Ultimo Aggiornamento: 18/05/2019 13:12
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25/01/2016 07:52
 
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Beato Antonio Migliorati da Amandola Religioso

25 gennaio


Amandola, Ascoli Piceno, 17 gennaio 1355 - Amandola, Ascoli Piceno, 25 gennaio 1450

Nacque il 17 gennaio 1355 da Simpliciano Migliorati, contadino. La fama di santità di san Nicola da Tolentino (1254-1305) lo spinse ad entrare tra gli agostiniani del paese nativo, dove fu ordinato sacerdote. Visse circa dodici anni nel convento di Tolentino, quindi fu per qualche tempo a Bari, da dove ai primi del secolo XV fece ritorno ad Amandola (Ascoli Piceno). Qui fu nominato superiore del convento. La morte, sopravvenne il 25 gennaio 1450. Nel 1453 il suo corpo, tolto dal sepolcro comune dei frati, fu sistemato in un'arca di legno sopra un altare che si intitolò al suo nome. Nel 1641 fu posto in un sarcofago di legno, lavorato da Domenico Malpiedi, che nel 1897 fu sostituito da quello di marmo. Nel 1798 il suo corpo subì il vilipendio dei rivoluzionari francesi. Fin dalla morte il popolo di Amandola lo ha venerato e ne ha celebrato il "dies natalis". L'11 luglio 1759 Clemente XIII ascrisse Antonio nel numero dei beati, riconoscendone il culto "ab immemorabili". La sua memoria liturgica ricorre il 29 gennaio. (Avvenire)

Martirologio Romano: Ad Amandola nelle Marche, beato Antonio Migliorati, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino.







Nacque il 17 gennaio 1355 da Simpliciano Migliorati, contadino. La fama di santità di s. Nicola da Tolentino (1254-1305) lo spinse ad entrare tra gli Agostiniani del paese nativo, dove fu ordinato sacerdote.
Visse circa dodici anni nel convento di Tolentino, quindi fu per qualche tempo a Bari, da dove ai primi del sec. XV fece ritorno ad Amandola (Ascoli Piceno). Qui fu nominato superiore del conventino, che fece ampliare e accanto al quale diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa, ma la morte, sopravvenuta il 25 gennaio 1450, gli impedì di completarla.
.La venerazione che aveva suscitato in vita, per umiltà, spirito d’obbedienza e di mortificazione e per singolare zelo apostolico, non si attenuò con la morte.
Nel 1453 il suo corpo, tolto dal sepolcro comune dei frati, fu sistemato in un'arca di legno sopra un altare che si intitolò al suo nome, mentre i prodigi (persino la resurrezione di morti) si moltiplicavano. Nel 1641 fu posto in un sarcofago di legno, lavorato da Domenico Malpiedi, che nel 1897 fu sostituito da quello di marmo, che ora si vede nella cappella di recente costruzione. Nel 1798 la soldataglia rivoluzionaria estrasse dal sarcofago e vilipese il corpo di Antonio, che nel 1899 ebbe cinto il capo da una corona d'oro.
Fin dalla morte il popolo di Amandola lo ha venerato e ne ha celebrato il “dies natalis”. L' 11 luglio 1759 Clemente XIII ascrisse Antonio nel numero dei beati, riconoscendone il culto "ab immemorabili", e il 20 aprile 1890 Leone XIII concesse l’indulgenza plenaria ai visitatori del suo santuario.


Autore: P. Bruno Silvestrini O.S.A.

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POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
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