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13/06/2016 09:30 | |
lunedi 13 giugno
«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due».
Non si tratta di mostrarsi stupidi e arrendevoli nei confronti di chi ci fa del male, ma di spiazzarlo, reagendo dignitosamente e senza violenza. Per percuotere la guancia destra, bisogna colpire il volto di chi ci sta di fronte con un “manrovescio”, cioè con il dorso della propria mano destra; questo era il modo con cui il padrone colpiva lo schiavo, gesto vietato tra persone “libere”. È come se Gesù dicesse: a chi ti tratta da schiavo tu, con dignità e a testa alta rispondi e dimostra di non essere schiavo ma libero; se proprio vuoi colpirmi, fallo da “libero” a “libero”. E lo stesso spiazzamento dell’avversario è nel secondo esempio. Gli ebrei erano nudi sotto la tunica, ed era vergognoso non tanto mostrare la propria nudità, quanto guardare quella degli altri, il pudore ti imponeva di voltarti o di coprirti gli occhi di fronte ad una persona nuda; Gesù dice: a chi ti vuol sottrarre il mantello tu dagli anche la tunica, costringendolo a guardare la tua nudità e a vergognarsi. Il terzo esempio è forse quello che più chiaramente esprime l’intenzione di Gesù: la chiave di lettura è tutta in quel “con lui”: se uno ti costringe a fare qualcosa di incomprensibile, tu fallo ad una condizione, che lui lo faccia con te. È un concentrato di saggezza e di dignità nonviolenta. Magari diventasse un modo di comportarsi e di rispondere alle offese! |