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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2024 08:16
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14/06/2020 09:30
 
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«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno»

Mons. Agustí CORTÉS i Soriano Vescovo di Sant Feliu de Llobregat
(Barcelona, Spagna)

Oggi, l’intero messaggio da ascoltare e vivere è contenuto “nel pane”. Il sesto capitolo del Vangelo secondo San Giovanni riferisce il miracolo della moltiplicazione dei pani, seguito da un gran discorso di Gesù, del quale uno dei frammenti ascoltiamo oggi. Siamo ansiosi di intenderlo, non solo per sperimentare la festa del “Corpus” ed il sacramento dell’Eucaristia, ma anche per comprendere uno dei messaggi centrali del suo Vangelo.

Vi sono folle affamate che necessitano di pane. Vi è una intera umanità condannata alla morte e al vuoto, priva di speranza, che necessita di Gesù Cristo. Vi è un Popolo di Dio credente e camminatore che necessita incontrarlo visibilmente per continuare vivendo di Lui e guadagnare la vita. Tre classi di fame e tre esperienze di sazietà, che corrispondono a tre forme di pane: il pane materiale, il pane che è la Persona di Gesù Cristo ed il pane eucaristico.

Sappiamo che il pane più importante è Gesù Cristo. Senza di Lui non possiamo vivere in modo alcuno: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Pero Lui stesso volle dare da mangiare all’affamato e, inoltre, ne fece un imperativo evangelico fondamentale. Sicuramente pensava che era un buon modo di rivelare e verificare l’amore salvifico di Dio. Però volle anche rendersi accessibile a tutti noi sotto la forma del pane, in modo che, coloro i quali ancora camminiamo nella storia, rimaniamo in questo amore e raggiungiamo così la vita.

Voleva innanzitutto insegnarci a cercarlo e a vivere di Lui; volle dimostrare il Suo amore dando da mangiare all’affamato, offrendosi assiduamente nell’Eucaristia: «Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,58). Sant’Agostino commenta questo Vangelo con dichiarazioni audaci e plastiche: «Quando si mangia a Cristo, si mangia la vita (...) Se, però, vi separate a tal punto da non prendere né il Corpo né il Sangue del Signore, è da temere che moriate».
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