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Preghiera e pensiero di oggi

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2014 09:02
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11/02/2013 09:57
 
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Pietà e misericordia è il Signore

11.02.2013

Qo 1,1-14; Sal 144; Mc 12,13-17



"Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento". (Qo 1)



Un'intima vuotezza, una radicale inconsistenza pervade tutte le cose: compresi l'affanno e il desiderio dell'uomo. Non è certo questa una visione completa della realtà e della vita, pero è la più salutare percezione della finitudine di tutte le creature che per esistere e per resistere hanno bisogno del sostegno di Dio e non possono mai bastare a se stesse.

Per questo Gesù nel vangelo di Marco rifiuta di essere messo alla prova e rimanda l'intenzione dei farisei al riconoscimento dell'autorità umana distinta da quella divina. A Dio non si può attribuire la responsabilità che deve essere di chi ha il compito di esercitarla nella gestione delle cose umane.



Preghiamo col Salmo



Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere

e ti benedicano i tuoi fedeli.
11/02/2013 16:13
 
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riconoscimento dell'autorità umana distinta da quella divina.
Sono distinte , certo ma quella che vale veramente è quella divina
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12/02/2013 09:51
 
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Pietà e misericordia è il Signore

12.02.2013

Qo 3,1-8; Sal 144; Mc 12,18-27



Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. (Qo 3)



Continua la lettura sapienziale del Qoelet che ci conduce ad una comprensione dei nostri giorni illuminata dal disegno di Dio, perchè nulla è lasciato al caso, ma tutto ha il suo momento ed il tempo della vita è scandito per tappe ed esperienze distinte.

Ci dà l'idea di un ordine, da riconoscere e da rispettare: tutto ha il suo momento, e il suo significato. Ma non si può pretendere di trasferire l'organizzazione di vita terrena anche nel tempo dopo la morte: Gesù rimprovera i sadducei che cercano di metterlo in difficoltà rimandadoli a una lettura più attenta della parola di Dio. Perchè il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, non è Dio dei morti ma dei viventi: la vita nei cieli eterni è nelle mani solo di Dio e non la si può misurare con le formule umane.

Anche i legami parentali e familiari che hanno segnato la vita terrena non saranno ripetuti in egual misura nell'eternità dei cieli. Ma non sta a noi sapere come saranno.



Preghiamo col Salmo



O Dio, ti voglio benedire ogni giorno,

lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Una generazione narra all'altra le tue opere,

annuncia le tue imprese.
12/02/2013 15:28
 
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Tutto è illuminato dal disegno di Dio, credetemi e lui sa ciò che è meglio pe rnoi e per tutto il mondo, quindi dobbiamo avere fiducia dei suoi disegni.
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13/02/2013 09:43
 
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Pietà e misericordia è il Signore

13.02.2013

Qo 4,17-5,6; Sal 65; Mc 12,38-44



Il giudizio di Dio non è alterato dalle apparenze nè disorientato dalla grandezza delle opere, lui conosce il segreto del cuore e misura ogni azione per il valore autentico che essa ha. (Mc 12)



Quello che conta al giudizio di Dio non è la quantità di ciò che si offre, ma lo spirito con cui si fa l'offerta, la sincerità, il sacrificio reale che essa rappresenta e comporta. La povertà per Dio è ricchezza, e il poco che si dà può valere molto: tutto dipende dal cuore che si esprime in ogni gesto. La vedova che lascia in offerta la sua unica moneta, attua un gesto molto più significativo di chi ha lasciato una cospicua sommma, avendo molte altre ricchezze.

Il messaggio non è certo da considerare in termini puramente monetari, ma relativamente a tutte le risorse di cui una persona può disporre nella sua vita: ciò che la rende ricca e generosa è l'impegno che essa fa di tutte le sue capacità per costruire il bene. Ecco che ci incoraggia anche Quolet che ci dice di andare nella casa di Dio per ascoltare piuttosto che per offrire sacrifici, perchè non sono i nostri sacrifici che fanno la salvezza ma la parola e la misericordia di Dio nei nostri confronti.



Preghiamo col Salmo



Dio ha ascoltato la voce della mia preghiera.

Se nel mio cuore avessi cercato il male,

il Signore non mi avrebbe ascoltato.
13/02/2013 14:12
 
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La povertà per Dio è ricchezza, la povertà sopratutto quella spirituale, per Dio è ricchezza e non dobbiamo sottovalutarlo, non dobbiamo fare inno alla ricchezza, ma alla povertà, ricordiamoci il poverello di Assisi o come è nato Gesù , in una grotta, anche la povertà spirituale è una beatitudine
il discorso di Gesù nella montagna
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v`insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell`uomo.Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.
"Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Quindi anche la povertà spirituale diventa ricchezza per Dio
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14/02/2013 09:37
 
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Pietà e misericordia è il Signore

14.02.2013

Ss. Cirillo e Metodio, patroni d'Europa - Festa

Is 52,7-10; Sal 95; 1Cor 1,16-23; Mc 16,15-20



Il lieto annunzio, il vangelo, è che Dio è in mezzo agli uomini, che ne è il redentore, e che le ragioni della tristezza non ci sono più. (Is 52)



Cirillo e Metodio furono veramente pionieri di quella che oggi si chiama "inculturazione", cioè il tradurre la fede nella cultura del paese invece di imporre la propria. Essi tradussero la Bibbia in slavo celebrarono la liturgia in lingua slava, una audacia per la quale furono denunciati a Roma da missionari latini. Venuti dal papa per discolparsi, furono capiti, approvati da lui che, dopo la morte di Cirillo avvenuta appunto a Roma, un 14 Febbraio, consacrò Vescovo san Metodio e lo rimandò nei paesi slavi a continuare la sua opera di evangelizzazione. Oggi si è preso più coscienza di questo problema che per secoli ha causato incomprensioni, condanne e ritardi nell'evangelizzazione.

Ormai ci si rende conto che la fede è separabile da ogni cultura e deve radicarsi in ognuna di esse, come fermento che le impregna del vangelo. È un problema non solo di popoli diversi, ma di generazioni diverse: in ogni generazione la fede domanda di essere espressa in modo nuovo. È sempre la stessa, ma è un fermento di vita che chiede di crescere e di trovare sempre nuove forme per progredire. Proprio Gesù ha paragonato il vangelo a un seme di senapa che cresce, si trasforma, diventa un albero.



Preghiamo col Salmo



Dite tra i popoli: "Il Signore regna!".

Sorregge il mondo, perchè non vacilli;

giudica le nazioni con rettitudine.
14/02/2013 13:31
 
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Ognuno ha la propria fede e si avvicina a Dio, come crede, almeno questo è il mio parere, tutti bene o male anche persone di altre religione , cercano la spiritualità ed un sostegno, la vera domanda è come posso avvicinarmi a Dio con il mio credo?, e ciò come mi può rendere migliore, questo si ci dovrebbe porre, almeno spero di non sbagliare
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15/02/2013 09:28
 
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Pietà e misericordia è il Signore

15.02.2013

Qo 11,7-9;12,13-14; Sal 138; Mc 13,28-31



Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perchè qui sta tutto l'uomo. (Qo 11)



La giovinezza è piacevole ma effimera: vi succedono i giorni tristi della vecchiaia, dove il gusto di vivere quasi scompare. E' anche questo un segno della vanità intima che affligge l'uomo e i suoi anni. E' il messaggio che dobbiamo raccogliere, insieme alla convinzione che sopra tutto sta Dio, non intaccato da questa vanità, e che chiamerà a giudizio secondo le scelte che si sono compiute. così insegna anche Gesù che invita i discepoli a riflettere sul passare del tempo per cogliere i segni della venuta del Signore, nella certezza che neppure una sillaba della sua parola andrà dispersa nè tramonterà.



Preghiamo col Salmo



Il comando del Signore è puro, rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti,

più preziosi dell'oro, di molto oro fino,

più dolci del miele e di un favo stillante.
15/02/2013 12:11
 
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neppure una sillaba della sua parola andrà dispersa nè tramonterà.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Questo diceva Gesù ed è la verità [SM=g7348]
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16/02/2013 12:25
 
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Pietà e misericordia è il Signore

16.02.2013



Es 35,1-3; Sal 96; Eb 4,4-11; Mc 3,1-6



"E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?". (Mc 3)



Domanda inquietante quella di Gesù ai farisei che desideravano prenderlo in errore per accusarlo. Infatti, la legge dell'Esodo dice che nulla va fatto di sabato e chi trasgredisce incorre nella condanna di morte. Ma Gesù guarisce un uomo che aveva la mano ratrappita e si indigna contro i suoi censori, costoro infatti non avevano capito il senso della legge e attribuivano a Dio una sorta di crudeltà.

Il sabato da dedicare interamente a Dio è richiamo al distacco dai propri programmi e mete per riposarsi presso Dio, per ritrovare il proprio legame filiale con Dio, non certo per dimenticarsi del prossimo, nè per infierire sul più debole, nè per rendere opprimenti le prescrizioni e i precetti.



Preghiamo col Salmo



Il Signore regna: esulti la terra,

gioiscano le isole tutte.

Nubi e tenebre lo avvolgono,

giustizia e diritto sostengono il suo trono.
16/02/2013 15:03
 
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In tutti i giorni come dice Gesù è lecito fare del bene, anche se è di sabato
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17/02/2013 12:00
 
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Luce ai miei passi è la tua parola

17.02.2013

Gl 2,12b-18; Sal 50 (51); 1Cor 9,24-27; Mt 4,1-11



Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Allora Gesù gli rispose: "Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto".Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.(Mt 4,1.10-11)



Gesù, all’inizio di questa Quaresima, ci invita a rivedere la nostra vita e ci dice: “fratello, sorella, lascia che la mia Parola penetri nel profondo del tuo cuore”. E ci domanda: “Su quali criteri si regge la tua vita di ogni giorno? Sull’interesse personale o la solidarietà? Sul potere e gli onori o sull’amicizia sincera e fraterna? Sull’arroganza o sulla semplicità accogliente? Sulla violenza o sul dialogo? Dov’è Dio nella tua vita?”. Le tentazioni di Gesù nel deserto simboleggiano il difficile cammino che egli percorse per comprendere la propria missione, ciò che gli chiedeva Dio, suo Padre. “Continuerò il mio lavoro di falegname con mio padre Giuseppe?”. “Diventerò un leader politico trionfalista e potente?”. Tutto ciò è molto provocatorio. Ma alla fine Gesù decide per un altro cammino: “Obbedirò a mio Padre, sarò testimone del suo amore per tutta l’umanità, fino alla morte.” E cosi fu.





Preghiamo



Ti chiesi Dio la forza per raggiungere l’esito

e tu mi hai fatto debole perché imparassi a obbedirti.

Ti chiesi salute per fare grandi cose

e mi hai dato la malattia perché potessi fare cose migliori.

Ti chiesi potere per essere apprezzato dall’altro,

mi hai dato la debolezza perché io provassi la necessità.

Ti chiesi ricchezza per essere felice

mi hai dato la povertà perché imparassi la prudenza.

Ti chiesi cose che potessero rallegrare la vita,

ho ricevuto la vita per godere di tutte le cose.



Impegno settimanale

Cercherò del tempo per leggere in profondità le dinamiche, le scelte e le priorità del mio cuore.

chiesadimilano
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18/02/2013 08:33
 
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Luce ai miei passi è la tua parola

18.02.2013

Gen 2,4b-17; Sal 1; Pr 1,1-9; Mt 5,1-12a



Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i miti,perché avranno in eredità la terra”. (Mt 5,1-2.5)





Gesù,il vero mite che entra nella CittàSanta seduto su un asino, ci invita a imparare dal suo cuore “mite e umile” (Mt. 11,29). La mitezza è un atteggiamento del cuore per cui non si ricorre alla forza impositiva, piuttosto alla forza di persuasione e alla verità.

La non violenza esclude totalmente la prepotenza e da passo a un linguaggio d’amore.

In questi tempi apparentemente dominati dall’inganno e dall’abuso, dalla concorrenza e dall’arrivismo, parlare di mitezza è una chiamata alla autenticità cristiana, alla libertà, al valore e alla forza di non lasciarsi guidare dalla prepotenza e dall’aggressività, per stabilire in questa terra un mondo più umano.





Preghiamo

Confida nel Signore e fa’ il bene:

abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.

Cerca la gioia nel Signore:

esaudirà i desideri del tuo cuore.

Affida al Signore la tua via,

confida in lui ed egli agirà.

Desisti dall‘ira e deponi lo sdegno, non irritarti:

chi spera nel Signore avrà in eredità la terra.

I poveri avranno in eredità la terra

e godranno di una grande pace

(dal Salmo 37)
18/02/2013 12:26
 
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La parola di Dio è sempre luce , che irradia , le nostre vite!
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19/02/2013 10:34
 
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Luce ai miei passi è la tua parola

19.02.2013

Gen 3,9-21; Sal 118 (119); Pr 2,1-10; Mt 5,13-16



Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? Voi siete la luce del mondo. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. (Mt 5,13a.14a.16)



Gesù è la vera luce:luce per chi vive nelle tenebre, luce che sorge come l’aurora; luce perché rivela Dio con la sua parola e i suoi gesti.

Anche noi saremo testimoni nella misura in cui, attraverso la nostra vita e il nostro agire, gli altri “vedano” qualcosa della bontà del Padre.

Felice chi segue il Signore per il cammino del samaritano, chi si arrischia nel seguire i suoi passi.

Felici coloro che sono attenti e preoccupati della vita e per questo sono disposti a cambiare il loro cammino.

Felici coloro che prima di tutto pensano al fratello e trovano la loro gioia e il senso della vita nel lavorare per gli altri

Felici coloro che vivono con solidarietà, lasciando cammini sicuri e puliti per incamminarsi nella polvere, tra i pericoli.

Felici coloro che amano il fratello, la sorella, che mostrano il loro vero amore in opere di vita, di amicizia, di sincera donazione.



Preghiamo



Signore permettici di essere fratello, sorella di chi è “povero” lavorando per il povero, con il povero, con cuoredi povero perché la morte prematura contemplata nei visi di bambini maltrattati, degli ammalati, dei disoccupati, di chi soffre la violenza non ci lasci indifferente.
19/02/2013 15:08
 
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Noi siamo luce, e dobbiamo seguire la sua luce , sempre nella vita
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20/02/2013 08:41
 
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Luce ai miei passi è la tua parola

20.02.2013

Gen 3,22-4,2; Sal 118 (119); Pr 3,11-18; Mt 5,17-19



Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. (Mt. 5,17-19)



Gesù è venuto per liberarci dalla schiavitù della legge, non abrogandola, ma compiendola con quella giustizia “esagerata” del Padre che corre incontro al figlio ribelle, del Figlio che si spoglia per farsi come noi. Il Regno che Gesù annuncia, allora, suppone la pratica della giustizia: la giustizia non legale e formale, ma quella profonda del cuore. È sempre più facile seguire una norma che impegnarsi e condividere l’amore. Non basta osservare la regola per essere giusti. Dobbiamo osservarla coscienti di ciò che stiamo facendo, cercando di realizzare il bene che la Legge propone. In altre parole: si tratta di attuare secondo lo spirito della Legge.





Preghiamo



Beato chi custodisce i suoi insegnamenti

e lo cerca con tutto il cuore.

Non commette certo ingiustizie

e cammina nelle sue vie.

Tu hai promulgato i tuoi precetti

perché siano osservati interamente.

(dal Salmo 119)
20/02/2013 14:21
 
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Gesù è venuto a dare quel compimento alla legge di Mosè , non l ha abolita , diciamo che l ha perfezionata con i suoi santi insegnamenti [SM=g3228773]
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21/02/2013 08:46
 
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uce ai miei passi è la tua parola

21.02.2013

Gen 5,1-4; Sal 118 (119); Pr 3,27-32; Mt 5,20-26





Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna. (Mt. 5,21-22)



Il comandamento dice “Non uccidere”, ma per seguirlo non basta evitare l’omicidio. E' necessario “strappare” dal nostro cuore tutto ciò che ci può condurre a uccidere o eliminare il fratello o la sorella: l’odio, l’insulto, il desiderio di vendetta, lo sfruttamento, l’ingiustizia, la diffamazione, l’intolleranza, il rancore, le invidie, le ideologie anti-vita.

Ricordiamo le parole di Mons. Oscar Romero: «Nelle nostre società c’è molto odio, c’è molta violenza, molto egoismo.Ciascuno crede di avere la verità e accusa l’altro per tutto il male e l’errore che esiste. Non è questo l’ambiente che Dio vuole.

Dio vuole un ambiente che senta la necessità del gran affetto e tenerezza di Dio, della grande riconciliazione. Per questo chiedo al Signore sempre che, mentre cammino raccogliendo il grido del popolo e il dolore di tanti delitti, la vergogna della violenza, che mi dia una parola opportuna per consolare, per denunciare, per chiamare alla conversione e anche se è una “voce che grida nel deserto” so che la Chiesa si sta sforzando per compiere la sua missione».



Preghiamo



Sii benevolo con il tuo servo e avrò la vita,

osserverò la tua parola.

Aprimi gli occhi perché io consideri

le meraviglie della tua legge.

Forestiero sono qui sulla terra:

non nascondermi i tuoi comandi.

Io mi consumo nel desiderio

dei tuoi giudizi in ogni momento.

(dal Salmo 118)
21/02/2013 14:15
 
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Si è giusto ciò che si dice, sono d'accordissimo, dobbiamo evitare anche le liti che possono portare al peggio
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22/02/2013 10:21
 
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Luce ai miei passi è la tua parola

22.02.2013

Giorno aneucaristico





La parola di Gesù dalla croce:“Padre perdonali, perché non sanno ciò che fanno”.

Matilde Raez perse suo marito, Alfredo Ramirez, in un orribile attentato di un gruppo terrorista, nella città di Lima.

Poco tempo dopo diede questa testimonianza: «Credo che ho motivi sufficienti per odiare, credo che nessuno potrebbe negarmi questo “diritto”… Ciononostante non odio, e non perché sia una donna superiore, migliore degli altri.

Non odio, perché so cos’è l’amore: me lo insegnò quest’uomo, Alfredo, lui sì eccezionale.

E quando si conosce l’amore e si è amato, non si può odiare.

Perché l’amore è più forte, ci protegge e ci difende dall’odio. Ciò che mi permette di continuare a vivere, con questo dolore infinito, terribile, senza limiti, è la vita interna dell’amore…

Dobbiamo imparare a odiare, però a odiare l’odio, e a rifiutare, però solo la violenza».





Preghiamo



Beato l’uomo che ha cura del debole:

nel giorno della sventura il Signore lo libera.

Il Signore veglierà su di lui,

lo farà vivere beato sulla terra,

non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore,

tu lo assisti quando giace ammalato.

(dal Salmo 40)
22/02/2013 16:11
 
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preghiamo , perchè il signore ci dia sempre più amore
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23/02/2013 09:00
 
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uce ai miei passi è la tua parola

23.02.2013

Dt 24,17-22; Sal 9; Rm 14,1-9; Mt 12,1-8



In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: “Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato”. Ma egli rispose loro: Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell‘uomo è signore del sabato”. (Mt. 12,1-2.7-8)



Gesù viene a questo mondo, ci ricorda e manifesta pienamente come è il Padre e pone speciale attenzione in gesti e parole che rivelano la sua incommensurabile misericordia.

Il discepolo di Cristo è chiamato a imitare la invincibile tenerezza del Signore; per questo non può stancarsi con nessuno, né può chiudere il suo amore e la sua mano. Gesù ci offre la vita: una qualità di vita che si sforza di superare i limiti delle rivalità e contrasti, per accedere all’amore e alla comprensione, liberi dalla violenza e le invidie, capaci di sanare le ferite e non infliggerle, iniettando nella comunità e nella società una maniera di vivere più umana.

“Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” Lc 6,36.



Preghiamo



Signore, chi abiterà nella tua tenda?

Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia

e dice la verità che ha nel cuore.

dal Salmo 15)
23/02/2013 13:52
 
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tutti i giorni sono del signore , è sempre lecito secondo me fare del bene tutti i giorni, come fece nostro signore Gesù
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24/02/2013 20:47
 
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Da ricco che era si fece povero

24.02.2013

Dt 6a; 11,18-28; Sal 18 (19); Gal 6,1-10; Gv 4,5-42



Gesù, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: “Dammi da bere. Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere!’, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. “Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua”. (Gv 4,6b-7.10.15°)



Non ci sono più pozzi intorno a noi. Usciamo comunque tutti i giorni per qualcosa da bere, da mettere sotto i denti… e nel cuore.

Ed ecco, troviamo il viandante, lo straniero, il diverso, lo stanco. Sta lì. Ha sete e pensa che noi possiamo aiutarlo. Davvero.

Ma pur stanco e bisognoso, è cortese, accogliente, generoso. Da millenni è lì che ci aspetta:

Alla sua presenza si fa trasparente la nostra vita: cosi non abbiamo paura di dire “Ho sete”. Ma questo sconosciuto, povero, straniero… ci potrà dissetare? Solo se conosciamo il dono di Dio!

Andiamo al pozzo, attenti, con fiducia, senza alzare difese; col cuore aperto, la vita in mano: Lui ci aspetta.

Andiamo a questo incontro, a questo vantaggioso scambio: “Dammi di quest’acqua”….





Preghiamo



L’anima mia ha sete di Dio,

del Dio vivente:

quando verrò e vedrò

il volto di Dio?

(dal Salmo 42)



Impegno settimanale

Con l’ascolto della Parola mi preparo al Sacramento della Riconciliazione.
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25/02/2013 08:51
 
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Da ricco che era si fece povero

25.02.2013

Gen 12,1-7; Sal 118 (119); Pr 4,10-18; Mt 5,27-30



Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. (Mt 5,27-28)



Fanno paura queste dure parole. Dipende forse da chi consideriamo essere colui che le pronuncia.

Gesùè costretto a puntare alto perché alta è la posta in gioco: la nostra libertà, la nostra salvezza. Egli ha a cuore ciascuno di noi, la nostra vita.

“Io invece vi dico”:già, non basta il compimento di alcune norme. Gesù sa l’insidia racchiusa in esse, ne ha visto i frutti di morte. Lui vuole condurci fino alla braccia del Padre. Per questo rilancia alto, rilancia da dentro, dal cuore. “Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”.

Ci ama e per questo ci vuole vicini:uomini e donne liberi, compassionevoli, amanti, che camminano oggi con lui. Non servi sottomessi né sudditi ossequienti.

Allora: cosa c’è nel nostro cuore? Vi cresce la fede generatrice di vita?

O è inciampo all’amore di Dio che vuole andare incontro all’altro? Cosa fa il nostro cuore?



Preghiamo



Padre santo e misericordioso

infrangi la durezza

della nostra mente e del cuore

perché sappiamo accogliere i tuoi insegnamenti

e portiamo frutti di vera e continua conversione.

(dalla liturgia)
25/02/2013 15:09
 
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Non bisogna essere ricchi in denaro,ma bisogna essere ricchi di Dio, dei suoi insegnamenti, che ci portano, verso la vita eterna, solo quella è la vera ricchezza, la parola di Dio non di solo pane vive l'uomo
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26/02/2013 10:44
 
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Da ricco che era si fece povero

26.02.2013

Gen 13,12-18; Sal 118 (119); Pr 4,20-27; Mt 5,31-37



Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio. Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno. (Mt 5,34.37)



“Io invece vi dico... né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre”. Gesù ci conduce per mano dopo che abbiamo confessato al pozzo la nostra sete. Sete di capire, sete di senso, di realizzazione, di felicità.
È urgente la liberazione della giustizia legalista e formale per quella del regno dove si incontrano la misericordia, la giustizia e la pace.
Trasparenti, sinceri, dire e fare dall’abbondanza del cuore.
Verità e sincerità non hanno bisogno di giuramenti, hanno posto le loro fondamenta nell’amore e produrranno gesti, promuoveranno relazioni segnate dalla fiducia e la fedeltà.
La nostra vita liberata, sincera, racconta chi è il Signore del nostro cuore e ne gioiranno coloro che ci vivono accanto e ci incontrano.
E la nostra società umana, non ha forse bisogno di vite che dicano ‘sì’ e ‘no’ belli, onesti, amorosi e saldi di cui fidarsi?


Preghiamo


Accogli, o Dio onnipotente, le nostre suppliche e, come segno del tuo amore paziente, donaci quel perdono di cui ci infondi la fiduciosa speranza.
(dalla liturgia)
27/02/2013 10:05
 
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Da ricco che era si fece povero

27.02.2013



Gen 17,18-23.26-27; Sal 118 (119); Pr 6,6-11; Mt 5,38-48



Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt. 5,43-44.48)



Il mero compimento della legge rivela una fede di compravendita: non è una fede che salva. I suoi frutti saranno aspri, meschini e mediocri.
Gesù ci conduce oltre, lontano: “Siate perfetti, perché perfetto è il Padre vostro”. Non ci sta invitando all’eccellenza nel disimpegno professionale. Si tratta di quella perfezione che esprime la misura dell’amore del Padre.
La nostra vita, le relazioni nella nostra società attuale sono tropo spesso segnate della meschinità, frutto del calcolo, dell’interesse egoistico. Da qui – America latina, sud del mondo – si vedono meglio i frutti di morte: tremende ingiustizie, disuguaglianze, esclusioni, estrema e generalizzata violenza. E i semi vengono anche da molto lontano! La fede che ci viene dal pozzo, che ci è data e che ci salva è capace di generare in noi e intorno a noi la perfezione del padre, la perfezione dell’amore: il dare generoso e incondizionato… persino al nemico giunge l’abbraccio che toglie terreno alla vendetta.


Preghiamo


Converti, o Padre, i nostri cuori e donaci di essere interamente votati alla tua lode nella ricerca di te, unico bene, e nell’esercizio operoso della carità.
(dalla liturgia)
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QUELLO CHE AVETE UDITO, VOI ANNUNCIATELO DAI TETTI (Mt 10,27)
 
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