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Preghiera e pensiero di oggi

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2014 09:02
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08/06/2013 10:22
 
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Rendiamo grazie al Signore per il suo amore

8.06.2013
Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

Lv 16,2-22.29-30; Sal 95; Gal 2,15-21; Gv 10,14-18

"Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me". (Gal 2)

Gesù traccia il suo identikit: è colui che conosce ogni essere e per amore dona la sua vita, non perchè qualcuno possa pretenderla o addirittura prendergliela, ma perchè lui la dona e non ne resta privo perchè lui stesso è la vita. Gesù è il vero pastore che si cura delle pecore non per interesse proprio ma per amore.
Gesù non è un estraneo, tale che le pecore non lo conoscono, ma è in stretto rapporto di familiarità con esse. Ed egli offre la sua vita perchè si crei un solo gregge di tutti coloro che ascoltano la sua voce; le pecore non sono elementi neutri, insignificanti, ma semplicementi miti, che necessitano di un riferimento preciso che le guida al pascolo: e del pastore si fidano.
Il rapporto dei fedeli con Gesù, il pastore che dona la vita, non è di solo obbedienza, o di conferma di meriti, ma di riconoscimento della grazia che Gesù ci ha donato per sempre. Non è la sola fedeltà alla legge che ci salva, ma la fede che Gesù ci libera dal peso dei peccati: è la giustificazione mediante la fede in Cristo che ci fa figli di Dio, salvati dalla crocifissione di Cristo che si è fatto carico dei nostri peccati.

Preghiamo col Salmo

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signrore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
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09/06/2013 13:20
 
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Il Signore è bontà e misericordia

9.06.2013
Gen 2, 4b-17; Sal 103; Rom 5,12-17; Gv 3,16-21

Ogni peccato imita e prolunga quello dell'origine, ma ora c'è la vita nuova scaturita da Gesù Cristo: in lui tutto è stato rifatto e ricostruito. (Rm 5)

Per un solo uomo il peccato, per un solo Uomo la grazia, ci dice l'apostolo Paolo. Adamo, creato da Dio e collocato nel giardino dell'Eden, senza colpa e senza consapevolezza di limite, conosce il peccato e la morte.
Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, conosce la morte e si assume il peccato degli uomini per vincere ogni peccato e superare la morte. Ma il dono della grazia è sovrabbondante e per merito del solo Gesù Cristo che con la sua morte ha giustificato, ha reso giusti, come il primo Adamo nel giardino dell'Eden, tutti gli esseri umani. "Infatti, se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza dellla grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo".

Preghiamo col Salmo

Benedetto il Signore che dona la vita.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature
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10/06/2013 09:50
 
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Il Signore è bontà e misericordia

10.06.2013
Lv 9,1-8a.22-24; Sal 95; Lc 6,1-5


"Il Figlio dell'uomo è signore del sabato". (Lc 6)

Ai farisei che contestavano ai discepoli di Gesù la non osservanza delle norme di comportamento del sabato, il Maestro pone subito un'altra domanda sul significato vero da loro attribuito all'osservanza del sabato.
L'osservanza di una tradizione, anche di una norma, non è in sè un valore se ci si limita ad un'obbedienza esteriore e solo formale. La salvezza non sta e non viene dalla pura osservanza delle norme e delle tradizioni, è Cristo l'artefice della salvezza: bisogna agire dunque in verità e carità. In lui troviamo il riferimento di ciò che conta davvero e la misura di autenticità dei nostri atti. E il comando nuovo è di amare il prossimo come se stessi.

Preghiamo col Salmo

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli
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11/06/2013 10:56
 
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Il Signore è bontà e misericordia

11.06.2013
S. Barnaba, apostolo

At 11,21b-26;13,1-3; Sal 97; Col 1,23-29; Mt 10,7-15

In quei giorni, un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme che mandò Barnaba ad Antiochia. (At 11)

Barnaba è un uomo virtuoso, colmo di fede e di Spirito Santo, dedito a esortare i cristiani alla perseveranza. Lo Spirito indica lui per la missione, dove si distinguerà per lucidità evangelica serena e costante. E l'apostolo Paolo ci avvete sul significato della missione apostolica e della vocazione cristiana: proclamare Gesù Cristo e crescere in lui nella fede e nella grazia. "Per questo mi affatico e lotto - dice Paolo - con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza".
E i discepoli in missione sono poveri e liberi: essi proclamano il regno dei cieli in piena semplicità. L'annunzio però è anche un giudizio per quanti non vogliono ascoltarlo.

Preghiamo col Salmo
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
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12/06/2013 13:09
 
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Il Signore è bontà e misericordia

12.06.2013

Nm 10,33-11,3; Sal 77; Lc 6,17-23

Tutta la folla cercava di toccarlo, perchè da lui usciva una forza che guariva tutti. (Lc 6)

Gesù accoglie tutti coloro che versano nel bisogno e quanti gli sono vicino sentono la sua forza e ne sono guariti: questo è il desiderio d'amore di Gesù, ma non è una sorta di azione magica, piuttosto una promessa di salvezza nel regno di Dio. Di qui il senso delle beatitudini, apparentemente paradossali, perchè non sono tolte le ragioni di sofferenza e di dolore, ma è certa la promessa che tutto ciò avrà fine e si risolverà in gioia e sazietà.
Anche gli israeliti pensavano che una volta lasciato l'Egitto verso la Terra promessa, grazie all'intervento di Dio, il viaggio sarebbe stato facile e la vittoria sui nemici definitiva, ma così non fu e non sarà, perchè Dio non agisce contro i popoli, non è nemico di nessuno: a tutti chiede di fidarsi di lui, anche nei momenti di difficoltà.
Ma questo non è cosa facile, lo sanno i profeti che nel corso della storia umana sono sempre stati perseguitati ed hanno avuto sorti tragiche perchè le loro parole di ravvedimento e di giudizio contro il peccato non sono state accolte e si è preferito continuare lungo la strada sbagliata.

Preghiamo col Salmo

Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo.
Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.
Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato.
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13/06/2013 12:13
 
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Il Signore è bontà e misericordia

13.06.2013

Nm 20,22-29; Sal 104; Lc 6,20a-26

Vivere secondo il vangelo comporta fare delle scelte spesso impopolari. (Lc 6)

Il brano dell'evangelista Luca è molto drastico e condanna tanti atteggiamenti e situazioni che potrebbero apparire 'normali': avere denaro e cibo a sazietà, essere lieti, godere di buona fama. Forse Gesù preferisce chi sta male, è afflitto ed emarginato? Sì e no, si potrebbe dire.
Certamente l'amore di Dio non si esprime nè si manifesta nel dolore dell'uomo, quanto nella solidarietà, nell'aiuto, nella carità e nella giustizia, nè impone sofferenza e miseria: è l'amore al prossimo in ogni sua condizione di bisogno perchè possa stare bene il comandamento fondamentale.
La condanna è verso la prepotenza, la sete di potere, l'esercizio ingiusto ed egoista della propria ricchezza. Il Salmo ci fa dire: "Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo". Non può sperare la beatitudine chi brama e si affida ai beni terreni, e trova in essi la propria consolazione.

Preghiamo col Salmo

Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perchè ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.
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14/06/2013 10:51
 
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Il Signore è bontà e misericordia

14.06.2013
Nm 28,1-8; Sal 140; Lc 6,20a.36-38

"Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso". (Lc 6)

L'amore dei nemici e la misericordia che sa perdonare generosamente sono i caratteri che contrassegnano chi segue l'esempio e l'insegnamento del Signore e si misura sulla legge nuova dell'amore portata da Gesù. La misericordia è lo stile di Dio.
Saremo davvero figli di Dio se ci impegneremo a imitarne lo stile: chi è indulgente, rende presente e diffonde la stessa bontà divina, la conferma e la evidenzia. E se l'assicura per sè, per il proprio bisogno di misericordia e di perdono. "Date e vi sarà dato", dice il Signore, incoraggiando ciascuno di noi a farsi testimone e strumento del suo inesauribile desiderio di vederci tutti felici e in armonia.

Preghiamo col Salmo

A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso.
I malvagi cadano insieme nelle loro reti,
mentre io incolume, passerò oltre.
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15/06/2013 19:53
 
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Il Signore è bontà e misericordia

15.06.2013
Lv 19,1-6.9-18; Sal 96; 1Ts 4,1-8; Lc 6,20a.27-35

"Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio". (Lv 19)

Questa è la volontà di Dio: la nostra santificazione. Con ritmo serrato le letture della liturgia di questi giorni indicano le giuste modalità di comportamento e di vita per essere felici, per essere santi. Nella lettura dell'Antico Testamento, il Signore dà a Mosè le norme per essere santi: "Siate santi, perchè io, il Signore Dio vostro, sono santo". Da qui derivano poi le richieste di purificazione, di corretta celebrazione liturgica, di rispetto della verità davanti a Dio.
Il Signore sa che la debolezza e il peccato portano gli uomini a rivolgersi a mete di minor valore, a costruirsi percorsi non veritieri, a darsi idoli che sono inerti. Ce lo dice anche l'apostolo Paolo: "Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore". E supplica tutti noi a seguirle perchè non sono delle formalità, ma l'unica via per la santificazione; e chi le disprezza non fa del male solo a sè a ai fratelli, ma disprezza Dio stesso. La vera meta cui tendere è quella dataci da Gesù: essere figli dell'Altissimo.

Preghiamo col Salmo

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono
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16/06/2013 20:37
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

16.06.2013
Gen 4,1-16; Sal 49; Eb 11,1-6; Mt 5,21-24

“…Lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”. (Mt 5, 24)

La Genesi ci racconta il parto del primo uomo “nato da donna” e anche del secondo che sarà vittima del primo. Comincia così, subito, la tragedia umana e il sangue della vittima ha il potere di gridare al creatore il suo dolore.
L’autore della lettera agli ebrei ci racconta che il sangue di Gesù è “ancora più eloquente di quello di Abele” e il suo grido è dalla croce: “ Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno” ( Lc 23,34). Quel sangue versato nel calice dell’alleanza nuova, ci rivela Gesù come nostro fratello, come colui che “non ha vergogna di chiamarci fratelli” il suo sangue grida a Dio per ottenere giustizia. E la ottiene nella resurrezione.
Anche noi come Caino troveremo un segno sulla nostra fronte, ma questa volta sarà il segno dei perdonati (Ap 7,3; 22,4!) e contemplando il volto del Dio di Gesù di Nazareth scopriamo di essere fratelli di quest’Uomo che, diversamente da Caino, ha accettato di essere il “custode dei suoi fratelli”. A questo Gesù ci educa: crescere fino a vivere la figliolanza con Dio o regredire fino a Caino.

Preghiamo col Salmo

Offri a Dio un sacrificio di lode
e sciogli i tuoi voti all’Altissimo;
invocami nel giorno della sventura:
ti salverò e tu mi darai gloria.
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17/06/2013 14:36
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

17.06.2013
Dt 4,32-40; Sal 76(77); Lc 6,39-45

“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in un fosso?” (Lc 6,39)

Nonostante quello che Dio aveva fatto per il suo popolo lungo il viaggio nel deserto, la fiducia degli israeliti aveva ceduto alla depressione e allo scoraggiamento e si erano rivolti ad un dio fatto con le loro mani. A causa di ciò Mosè non potrà guidare il popolo fino alla Terra Promessa, perchè non aveva saputo mantenerlo sicuro e fiducioso nei comandi di Dio. Di qui il duro rimprovero di Mosè al popolo che dovrà soffrire per la sua idolatria. M rimarrà sempre la misericordia di Dio che mai distoglie lo sguardo dai suoi figli.
E’ come se Dio ci dicesse: "Guarda quello che io faccio per te...! E gioiscine!”. Il nostro occhio e il nostro cuore sono malati. Proprio perchè cristiani praticanti e magari impegnati, rischiamo di non vedere tutto quello che Lui fa per noi. Se lo vedessimo e lo comprendessimo il nostro cuore avrebbe trovato il suo “buon tesoro” da cui trarre fuori il bene. Forse potremmo addirittura essere utili ai nostri fratelli.

Preghiamo col Salmo

Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perchè ho detto: "E' un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà".
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18/06/2013 18:33
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

18.06.2013
Dt 12,2-12; Sal 62; Lc 7,1-10

"Cercherete il Signore vostro Dio nella sua dimora, nel luogo che il Signore avrà scelto tra tutte le vostre tribù per stabilirvi il suo nome". (Dt 12)

La relazione con Dio esige che da parte degli uomini ci sia l'impegno continuo di cercarlo, sapendo che il Signore non è un Dio 'esclusivo', perche la sua grazia è rivolta a tutti, persone e nazioni, nessuno escluso.
Dio si fa conoscere, non si nasconde dietro a formule o a cerimonie, da parte sua tutto è dono, però bisogna fidarsi della sua guida che ci conduce attraverso il deserto, oltre il Giordano, perchè solo quando saremo giunti nella terra che il Signore ci dà in eredità, la nostra terra promessa, dove saremo al sicuro e tranquilli, non ci saranno nemici e potremo godere della presenza del Signore.
La salvezza è determinata dalla fiducia posta in Dio e in Gesù Cristo e ad esse tutti sono chiamati.

Preghiamo col Salmo

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall'aurora ti cerco, ha sete di te l'anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz'acqua.
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19/06/2013 11:36
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

19.06.2013
Ss. Protaso e Gervaso

Sap 3,1-8; Sal 125; Ef 2,1-10.29; Lc 12,1b-8

Dio sostiene nella prova i suoi fedeli e tiene in serbo per loro una vita che non tramonta. Il loro sacrificio è simile a quello offerto da Gesù sulla croce, da cui venne la resurrezione. (Sap 3)

Gesù condanna nei farisei l'ipocrisia, la volontà cioè di apparire perfetti senza esserlo. Gesù aggiunge che il vangelo deve essere un annunzio aperto e universale. Certo questo annunzio non sarà senza persecuzioni, che però non devono spaventare perchè Dio è sempre vicino in ogni circostanza e fornisce le risorse per attraversare le difficoltà. Bisogna fidarsi di Dio ai cui occhi noi siamo cari e preziosi. Fede e martirio hanno unito i due martiri Protaso e Gervaso, di cui oggi si fa memoria, che sant'Ambrogio scoprì e volle come difensori, considerandoli 'pegni di spirituale vittoria e di gloria eterna'. Hanno combattuto l'unica battaglia che conti, quella della fede.

Preghiamo col Salmo

Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo.
Nell'andare se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.
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20/06/2013 17:50
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

20.06.2013
Dt 18,9-22b; Sal 32; Lc 7,18-23


"Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto". (Dt 18)

La lettura in parallelo del testo antico del Deuteronomio e del vangelo di Luca ci porta a riconoscere come le domande profonde di tutti i credenti di ogni tempo sono le stesse: come riconoscere il vero profeta? come riconoscere Gesù come l'inviato da Dio atteso da tutti i tempi? Mosè conferma il popolo dicendo che è la piena attuazione di quanto detto dal profeta che segnala la parola vera proveniente da Dio.
Così Gesù, ai discepoli del Battista che gli chiedevano se era proprio lui il Messia o se dovevano aspettarne un altro, risponde che la risposta inequivocabile sono i suoi gesti concreti: i malati sono sanati, gli spiriti cattivi scacciati, e i morti resuscitati. La conferma dunque viene dai segni che Gesù compie, ma li compie nella vita quotidiana, senza clamori, e quindi bisogna riconoscerli e credere a Gesù che ne è l'autore.

Preghiamo col Salmo

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
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21/06/2013 21:05
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

21.06.2013
Dt 24,10-22; Sal 18; Lc 7,24b-35

“…Ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui”. (Lc 7,28)

C’è un profeta nel deserto che battezza (cioè fa immergere) nell’acqua. Che dite, andiamo a vederlo? Gesù rimprovera le folle per questo atteggiamento. Giovanni non stava nel deserto perchè qualcuno andasse a vederlo, bensì per farci compiere qualcosa: cioè passare attraverso l’acqua. Come prima della creazione, come nel diluvio, come al Mar Rosso, come all’entrata nella terra promessa .
Essere battezzati (immersi in acqua) è morte in vista di una vita, per una nuova vita. Al rompersi delle acque il feto cessa di essere tale e viene al mondo un uomo. Dal corpo squarciato di Cristo esce sangue ed acqua, proprio come in un parto, e difatti Cristo “partorisce” la Chiesa.
Prima della venuta del Cristo,Giovanni ci fa passare attraverso il riassunto di tutta la storia della salvezza. C’è una morte e una rinascita, entrambe necessarie. La Chiesa riconoscerà come azione efficace di Dio(sacramento) ciò che in Giovanni era solo simbolo. Da quel Battesimo noi diventiamo “capaci” di piangere e danzare al suono della musica del Dio crocefisso.

Preghiamo col Salmo

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
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22/06/2013 21:03
 
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La tua grazia, Signore, rimane per sempre

22.06.2013
Lv 21,1.5-8.10-15; Sal 97; 1Ts 2,10-13; Lc 4,31-37

In giorno di sabato Gesù insegnava alla gente. Erano tutti stupiti del suo insegnamento perchè la sua parola aveva autorità. (Lc 4)

Dio stesso garantisce la verità della sua parola e promette di guidare e santificare coloro che sono prescelti a servirlo e ad insegnare il popolo dei fedeli. Paolo si dedica con fatica e affrontando anche contrasti e dure opposizioni, alla proclamazione del vangelo: l'unico suo fine è quello di guidare al bene quanti lo accolgono e lo ascoltano, come fa un padre verso i propri figli.
La parola e l'opera di Gesù costituiscono la definitiva vittoria sul demonio: vertice di tale vittoria è raggiunto sulla croce e nella resurrezione. E' Gesù che solo può debellare il male immondo che infierisce sugli uomini e scacciarne i demoni.

Preghiamo col Salmo

Cantate al Signore un canto nuovo,
perchè ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
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23/06/2013 23:18
 
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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

23.06.2013
Gen 18,1-2a.16-33; Sal 27(28); Rm 4,16-25; Lc 13,23-39

Un tale gli chiese:”Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Disse loro:”Sforzatevi di entrare per la porta stretta…” (Lc 13,23-24)

“Voi non so di dove siete!”. Parole terribili per le nostre orecchie.
Abbiamo sempre avuto una certa compassione per “quelli di fuori” che, poverini, non erano in una situazione proprio regolare davanti a Dio. Al punto che ci chiedavamo:”Chissà se anche qualcuno di loro si salverà?!”. Ci viene incontro la testimonianza di Abramo che apre una lunga trattativa con Dio per salvare la città di Gomorra che avrebbe dovuto essere punita. Ma può bastare un solo giusto per indurre Dio a salvare tutti.
Già, noi sapppiamo tutto di Dio. Ma a Gesù sembra non interessare quello che noi supponiamo conoscere di lui. Gesù sembra chiederci:” Ma a te, interessa essere conosciuto da me?”. San Paolo ci dice che si diventa eredi in virtù della fede e Abramo è padre di tutti, e Gesù è quel giusto che garantisce la salvezza di tutta l'umanità.
C’è una porta stretta dalla quale passare per tutti noi,ma c’è la ferita del costato di Cristo che ci apre le porte del Regno.

Preghiamo col Salmo

Forza è il Signore per il suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre.
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24/06/2013 15:18
 
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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

Natività di san Giovanni Battista

24.06.2013
Ger 1.4-19; Sal 70; Gal 1,11-19; Lc 1,57-68

La mano del Signore sta con Giovanni. Egli sarà il precursore del Messia, e assolverà la funzione profetica di Elia di convertire i cuori e di prepararli al giorno del Signore. (Lc 1,57-68)

Ecco Giovanni Battista,”voce di uno che grida nel deserto”. Profeta, figlio di sacerdote muto, o meglio, ammutolito. Il profeta riceve da Dio stesso la forza per trasmettere con coraggio la Parola, e per questo non ha timore di proclamarla, pur consapevole che per tale missione deve investire e spendere la propria vita. E' Dio che conferisce tale autorità e sostiene colui che ha scelto.
Così anche l'apostolo Paolo testimonia il percorso di vita che il Signore lo ha condotto a compiere. Scelto fin dal seno della madre, ignaro di quanto avrebbe dovuto poi compiere, fedele alla propria tradizione fino al radicalismo, Paolo ha perseguitato la nuova setta di seguaci di Gesù fino a cadere ai suoi piedi e diventarne uno zelante apostolo.
La parola che Paolo ci insegna non viene da sapienza umana, ma è insegnamento divino ricevuto direttamente da Cristo in persona. Paolo si riconosce come un chiaro esempio di azione della grazia divina che tutto può trasformare: da piccolo in eterno, da opaco in luminoso.

Preghiamo col Salmo

Fin dalla giovinezza, o Dio,
mi hai istruito e oggi ancora
proclamo le tue meraviglie.
Io ti renderò grazie al suono dell'arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio.
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25/06/2013 14:44
 
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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

25.06.2013
Dt 26,16-19; Sal 110; Lc 8,16-18

«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». (Lc 8,16-18)

Ci manca il silenzio, ci manca il tempo. E ci manca l’umile disponibilità a far posto in noi a qualcosa che ci possa mettere in discussione e a lasciare che l’altro ci interpelli e ci scomodi nelle nostre magari false, ma confortevoli certezze. “Se ascoltaste oggi la mia voce!”.
La Parola di Dio ci è data per ogni nostro oggi, è viva e penetrante per chi le riserva silenzio, tempo, docilità. Come luce che naturalmente si irradia, pervade la vita: e il silenzio non è più vuoto insopportabile, ma si colma di Presenza che nel profondo infonde gioia e serenità; e il tempo frammentato in tante occupazioni si unifica perché queste pian piano non sono più orientate dalla nostra volontà instabile e capricciosa, ma da quella di Dio.

Preghiamo col Salmo

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore.
Il suo agire è splendido e maestoso.
26/06/2013 11:49
 
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Re:
ulisseitaca, 13/06/2013 12:13:

Il Signore è bontà e misericordia

13.06.2013

Nm 20,22-29; Sal 104; Lc 6,20a-26


Preghiamo col Salmo

Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perchè ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.




Qual'è il nome santo del nostro Signore Dio ?

E' Gesù ?

[SM=g7423]


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26/06/2013 15:46
 
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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

26.06.2013
Dt 27,9-26; Sal 1; Lc 8,19-21

“Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti”. ( Lc 8,20)

Essere fuori e desiderare vedere Gesù. Sentire la mancanza di Gesù, sentirne l’assenza. Maria, più di chiunque altro, ha ascoltato e “fatto” (come sarebbe meglio tradurre ”mettere in pratica”) la Parola di Dio. In lei, e solo in lei, il Verbo si è fatto carne.
Tra i sinottici, Luca è il più delicato nel riportare questo brano. Sembra dirci, come riprenderà il Concilio Vaticano II, che anche Maria di Nazareth ha dovuto camminare in rapporto alla Parola che da lei aveva voluto essere partorita.
Gesù richiama lei, i suoi fratelli, e con loro tutte le generazioni di credenti, che solo nell’ascolto fidente, e perciò obbediente, della sua Parola si ritrova la propria verità.

Preghiamo col Salmo

La legge del Signore è tutta la mia gioia.
E' come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che dà frutto a suo tempo;
le sue foglie appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene
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27/06/2013 15:48
 
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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

27.06.2013
Dt 31,14-23; Sal 19; Lc 8,22-25

«Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a Gesù e lo svegliarono dicendo: “Maestro, maestro, siamo perduti!”. Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: “Dov’è la vostra fede?”. Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque Costui, che comanda anche ai venti e all’acqua e gli obbediscono?”». (Lc 8,23-25)

Stupisce vedere Gesù addormentato mentre infuria la tempesta sulle acque, simbolo del male che minaccia l’uomo. Stupisce quando è proprio Lui ad ammonirci più volte sull’urgenza di vigilare, vegliare, stare ben svegli.
Ma in realtà è una constatazione ricorrente: davvero di fronte al mistero travolgente del male, che l’umanità ha conosciuto e conosce nella sua storia, Dio sembra dormire; forse nella sua indifferenza, o impotenza, o inesistenza. Eppure la risposta di Dio al dramma del male è la sua sicura vittoria finale ottenuta a prezzo della Croce di Cristo, vittoria della potenza dell’Amore impotente.

Preghiamo col Salmo

Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde sal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.
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29/06/2013 13:52
 
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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

Ss. Pietro e Paolo apostoli

29.06.2013
At 12,1-11; Sal 33; 2 Cor 11,16-12,9; Gv 21,15b-19

Pietro rimase addolorato che per tre volte il Signore gli chiedesse "Mi ami?", e gli rispose : "Signore, tu sai tutto, sai che ti amo". (Gv 21)

Oggi la Chiesa celebra solennemente la testimonianza di fede di Pietro e Paolo che, a Roma, nel centro dell’Impero del mondo antico, furono guidati dallo Spirito Santo e ricevettero la forza di accettare la morte per Cristo.
Due grandi apostoli, due testimoni della fede, due grandi inviati, missionari di Cristo. La festa odierna ci induce a ripensare alla dimensione missionaria della nostra vita cristiana. «Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra» (At 1,8). I confini della terra non dicono semplicemente uno spazio territoriale, ma indicano un contesto umano, fatto di persone.
Senza temere delle nostre povere forse e capacità: Paolo si vanta delle sue debolezze, della condizione di sofferenza che deve sopportare per compiere la sua missione, perchè attraverso questa debolezza si manifesta la forza che invece viene da Cristo.

Preghiamo col Salmo

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
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30/06/2013 11:48
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

30.06.2013
Es 24,3-18; Sal 49; Eb 8,6-13a; Gv 19,30-35


Uno dei soldati, con una lancia gli trafisse il fianco e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza perché anche voi crediate. (Gv 19, 34-35)

Ma cosa ha visto questo testimone che si preoccupa della nostra fede, guardando Gesù che muore in croce? Per avvicinarci alla sua esperienza prendiamo come lampada alcune parole della Scrittura e lasciamo che facciano luce per noi sul Crocifisso.
Il mio servo sarà innalzato. Come agnello condotto al macello ha consegnato se stesso alla morte ed è stato trafitto per i nostri delitti . Vi sarà per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’iniquità e guarderanno a colui che hanno trafitto dice il profeta Zaccaria (Zc 13,1.12,10).
Ora, in questa luce, che vediamo? L’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo come dice l'evangelista Giovanni, il Figlio di Dio che è venuto con l’acqua e con il sangue e che consegnandoci i sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia ci comunica la sua stessa vita. Sia dato anche a noi di vedere e di credere.

Preghiamo col Salmo

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall'alto
e la terra per giudicare il suo popolo
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01/07/2013 15:14
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

1.07.2013
Gs 1,1-5; Sal 27; Lc 8,34-39

L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: "Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te". (Lc 8, 38-39a)

Gesù non respinge chi vuole seguirlo, piuttosto affida all’uomo salvato una missione speciale: quella di far risuonare in terra pagana, fra la sua gente prigioniera della paura e confusa dall’asservimento agli idoli, l’annuncio dell’opera di Dio in lui. Ma quando quest’uomo ha incontrato Dio? In Gesù Dio si è fatto incontro a lui e a tutta l’umanità bisognosa di guarigione, di liberazione. Gesù viene allontanato da quella regione, accetta di essere respinto ma non di lasciare quella gente nell’ignoranza del vero volto di Dio: così lascia un testimone vivente della volontà divina che ogni uomo abbia vita in pienezza, un evangelizzatore gettato in quella terra come seme del regno di Dio.

Preghiamo col Salmo

Il Signore è mia forza e mio scudo,
in lui ha confidato il mio cuore.
Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
con il mio canto voglio rendergli grazie
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02/07/2013 15:39
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

2.07.2013
Gs 3,7-17; Sal 113a; Lc 8,40-42a.49-56

Stava ancora parlando quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse: “Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”. Ma Gesù avendo udito rispose: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata”. (Lc 8, 49-50)

Da una parte i Geraseni che allontanano Gesù, dall’altra la folla che lo attende; in mezzo il mare, simbolo delle potenze ostili alla vita sulle quali Gesù si è manifestato vincitore. Sembra di sentire l’eco della domanda di Gesù “Non avete ancora fede?” e di quella dei discepoli “Chi è dunque costui?” risuonare insistente al ritmo delle onde.
A riva l’attesa della folla si precisa nell’attesa di Giairo, che riconosce a Gesù il potere di guarire la sua unica figlia in pericolo di vita. Preghiera comprensibile di fronte alla malattia. Ma sopraggiunta la morte si può chiedere al Maestro, come per Giairo, di non temere e di avere fede: lui, capo della sinagoga, forte della testimonianza delle Scritture, è chiamato a riconoscere che Gesù non è solo un guaritore o un uomo di Dio, ma che è il Messia, colui che compie l’attesa escatologica. A questa fede risponde la parola di Gesù che fa tornare la vita in quella casa.
La fede è per tutti la condizione perché si manifesti la potenza di Dio in Cristo, ma è anche cammino aperto dall’incontro con Cristo: cammino di salvezza non solo per la fanciulla, ma anche per suo padre e per ciascuno di noi.

Preghiamo col Salmo

Trema, o terra, davanti al Signore,
davanti al Dio di Giacobbe,
che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d’acqua.
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03/07/2013 08:44
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

S.Tommaso apostolo

3.07.2013
At 20,18b-31; Sal 95; 1Cor 4,9-15; Gv 20,24-29

“Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani....non essere incredulo ma credente!”. (GV 20,27)

Sono ormai venti secoli, che Tommaso, pur celebrato sugli altari, viene additato come esempio quasi negativo di colui che dubita. Eppure Tommaso non ha tradito, non ha messo in questione l'identità di Gesù tanto che è sua la più grande professione di fede: ”Mio Signore e mio Dio!”.
In un quadro del Caravaggio si vede Gesù che afferra la mano del discepolo Tommaso per fargli toccare la ferita del suo costato: lo introduce nel mistero, non gli si nega, lo guida, lo accetta. Tommaso tocca l’infinito e lo chiama col suo nome. E’ interamente autentico davanti al suo Signore, che gli si mostra completamente, senza filtri, senza mediazioni.
Così Paolo critica e colpisce l'orgoglio dei cristiani di Corinto che assumono un atteggiamento di ripulsa nei suoi confronti, però non li rifiuto e di fronte alla loro reazione si ripropone come padre nella fede e amorevole compagno di vita.

Preghiamo col Salmo

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
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04/07/2013 19:05
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

4.07.2013
Gs 5,13-6,5; Sal 17; Lc 9,18-22

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui. Allora domandò loro: “Ma voi chi dite che io sia?”. Pietro rispose: “Il Cristo di Dio”. (Lc 9,18a.20)

La domanda circa l’identità di Gesù sulla bocca dei discepoli, delle folle, di Erode, percorre le pagine dell’evangelo. Oggi Gesù si ritira in preghiera con i suoi perché è solo nel dialogo col Padre che tale identità può essere conosciuta.
Stare in preghiera significa ascoltare la voce di Dio nelle Scritture e lasciarsi rivelare quali vie Egli abbia scelto per venire incontro alle sue creature bisognose di salvezza. E’ nella preghiera che anche Gesù conosce se stesso e assume i tratti della missione che il Padre gli affida: può aprirci all’intelligenza delle Scritture e spiegarci quanto è scritto di lui nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi (Lc 24,44-45) perché lui stesso si è lasciato istruire dallo Spirito che parla in esse. Così appare che tutte le risposte umane, anche quella di Pietro, possono essere teologicamente esatte, ma rischiano di rimanere vuote di significato finché non si lasciano purificare dalla parola del Figlio dell’Uomo che rivela come il compimento del disegno di salvezza passi necessariamente attraverso la croce.

Preghiamo col Salmo

Ti amo, Signore, mia forza,
perché tu salvi il popolo dei poveri.
Con te mi getterò nella mischia,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
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05/07/2013 14:57
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

5.07.2013
Gs 6,19-20.24-27; Sal 46; Lc 9,23-27

Gesù diceva a tutti: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua». (Lc 9,23)

Gesù si prepara al lungo viaggio verso Gerusalemme, luogo della sua passione, morte e risurrezione, e perchè nessuno pensi che le “istruzioni per il viaggio” riguardino solo i Dodici, si rivolge esplicitamente a tutti. Anzitutto si tratta di fare strada dietro di lui, non accanto, non davanti: dietro, per vedere bene e andare dove egli va, nel modo in cui ci va.
Già questo comporta il rinnegamento di sè; ma chi è quel “se stesso” a cui bisogna dire no? E’ l’uomo dentro di noi che non vuole credere, è il cristiano in noi che non vuole diventare credente, che non assume quel senso della vita che è dato dalla fede: prima ancora del dolore, il diventare credenti è la nostra prima croce.
Questo chiede Gesù: rinunciare a salvarsi da sè, dire di no alle seduzioni del potere, dell’avere, dell’apparire, come lui ha fatto nel deserto all’inizio della sua missione pubblica e sulla croce al suo compimento, consegnare ogni giorno la vita nelle mani del Padre e da lui attenderla in dono.

Preghiamo col Salmo

Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
I capi dei popoli si sono raccolti
come popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:
egli è eccelso.
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06/07/2013 12:55
 
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Ascoltate oggi la voce del Signore

6.07.2013
Nm 1,48-54; Sal 94; Eb 7,11-19; Gv 14,15-23

"Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi". (Gv 14)

Gesù prometto il dono di un Consolatore, dello Spirito, che guiderà e sosterrà nel cammino della vita e nella ricerca della verità. Il mondo, costituito da quanti sono rinchiusi in se stesi e ignorano il senso del proprio essere nella storia, non può ricevere l'impulso dello Spirito Santo, non perchè sia loro negato, ma perchè non ne vogliorno riconoscere la necessità.
Il non vedere materialmente rende la fede e la fiducia in Cristo un moto dell'anima e indirizza la vita verso mete di profondità interiore. Il mistero della salvezza è mistero di comunione: la nostra unione col Cristo e quella di Cristo col Padre. Ed è l'amore che compone tale relazione. Giovanni fa coincidere la comunione con l'amore.
Cristo si manifesta e si fa vicino a quanti lo amano, e quindi vivono la carità verso tutti: l'amore è la ragione e la genesi dell'epifania e della conoscenza del Signore.

Preghiamo col Salmo

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia
07/07/2013 10:46
 
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Il Signore è la forza del suo popolo

7.07.2013
Gs 24,1-2a.15b-27: Sal 104; 1Ts 1,2-10; Gv 6,59-69

“Questa parola è dura, chi può ascoltarla?”. “Signore, da chi andremo, tu hai parole di vita eterna”. (Gv 6, 60.69)

La proclamazione della Parola che oggi ci convoca alla mensa del Signore ci istruisce sulla serietà del tempo, che anche quando è un oggi di vacanza non è mai vuoto di senso. “Sceglietevi oggi chi volete servire” dice Giosuè alle dodici tribù di Israele radunate a Sichem.
“Volete andarvene anche voi?” dice Gesù ai Dodici: parole che pongono di fronte a una decisione nella quale ne va della vita. “Noi serviremo il Signore nostro Dio e ascolteremo la sua voce” e “Tu hai parole di vita eterna” sono le rispettive risposte: ma per dire così hanno anche percepito la durezza di quella parola.
O forse hanno ascoltato in essa qualcosa di “tenero” che li ha attratti? “Ascolteremo la sua voce” dicono a Sichem: la voce di quel Dio che ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto e ha difeso e custodito la vita durante tutto il cammino percorso, pur pronunciando talvolta parole severe. “Impara a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio” suggerisce san Gregorio Magno: cercando di ascoltare nelle parole la voce ci si avvicina al cuore di Dio e di Cristo e si riceve la vita eterna.

Preghiamo col Salmo

È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
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QUELLO CHE AVETE UDITO, VOI ANNUNCIATELO DAI TETTI (Mt 10,27)
 
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