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Preghiera e pensiero di oggi

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2014 09:02
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11/02/2014 12:42
 
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Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto

11.02.2014

Sir 28,13,22; Sal 30; Mc 7,31-37



Maledici il calunnaitore e l'uomo bugiardo, perchè hanno rovinato molti che stavano in pace. (Sir 28)



In ogni tempo ci sono persone che per varie ragioni, di egoismo, di potere, di gelosia, o altro, hanno infamato altri; il Siracide ci dice che da tali persone bisogna prendere le distanze e, soprattutto, non lasciarci indurre a questi modi di comportamento. "Spaventosa è la morte che la lingua procura, al confronto è meglio il regno dei morti". al giorno d'oggi si parla del 'fango' che viene disperso per demolire le persone,: occorre sapere che non è cosa senza peso. E da questa bisogna essere forti per non cadere, e ben ancorati nella verità.



Preghiamo col Salmo



Signore, che io non debba vergognarmi per averti invocato;

si vergognino i malvagi,

siano ridotti al silenzio negli inferi.

Tacciano le labbra bugiarde,

che dicono insolenze contro il giusto

con orgoglio e disprezzo.
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12/02/2014 08:10
 
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Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto

12.02.2014

Sir 38,34c-39,10; Sal 62, Mc 8,1-9



Chi medita la legge dell'Altissimo, manifesterà la dottrina del suo insegnamento. (Sir 38)



Dalla pietà di Gesù viene il miracolo della moltiplicazione dei pani. Un miracolo che soccorre la fame del popolo in luogo deserto: segno della vicinanza e condivisione di Gesù a quanti sono nelle situazioni di difficoltà e bisogno. Il senso profondo non sta nella certezza che tutte le difficoltà siano motivo di miracolo da parte di Dio, ma che nulla passa inosservato e senza la sua presenza; Dio lascia anche all'azione concreta di altri uomini risolvere i bisogni. Dio non si propone come il factotum di grandi prodigi, ma colui che insegna amore e vicinanza a quanti sono nel bisogno. Così sta poi a ciascuno di noi essere, come Gesù, capaci di intervenire per rovare soluzioni.



Preghiamo col Salmo



O Dio, tu sei il mio Dio,

dall'aurora ti cerco,

ha sete di te l'anima mia,

desidera te la mia carne

in terra arida, assetata, senz'acqua.
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13/02/2014 13:52
 
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Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto

13.02.2014

Sir 31,1-11; Sal 51; Mc 8,10-21





Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. (Mc 8)





La richiesta di un segno appariscente per Gesù è indice di incredulità, di una non volontà di accogliere la fede in lui. Perciò questo segno viene rifiutato, e Gesù ne approfitta per insegnare quali sono i veri segni dal cielo e quali sono le condizioni per poterli ottenere. Prima di tutto la sincerità e la fiducia in ogni risposta che il Signore darà.

Se i farisei ottengono il diniego di Gesù che se ne va al di là del lago, proprio là trova una folla di persone desiderose di ascoltarlo, e i discepoli che non sanno come aiutare tante persone che non hanno di che mangiare. Gesù riprende con fermezza i suoi discepoli preoccupati sul da farsi, ricordando loro quanto già lui ha fatto moltiplicando i pani per tante persone. Il rimprovero è proprio per aver dimenticato quanto Gesù aveva loro insegnato e mostrato nel suo agire. Loro non hanno capito e non pensano che lui intenda stare ancora dalla parte delle persone che in lui ripongono fiducia.





Preghiamo col Salmo





Voglio renderti grazie in eterno

per quanto hai operato;

spero nel tuo nome, perchè è buono,

davanti ai tuoi feedeli.
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14/02/2014 12:41
 
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Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto

Ss. Cirillo e Metodio, patroni d'Europa - festa

14.02.2014

Is 52,7-10; Sal 95; 1Cor 1,16-23; Mc 16,15-20



Il lieto annunzio, il vangelo, è che Dio è in mezzo agli uomini, che ne è il redentore, e che le ragioni della tristezza non ci sono più. (Is 52)



Cirillo e Metodio furono veramente pionieri di quella che oggi si chiama "inculturazione", cioè il tradurre la fede nella cultura del paese invece di imporre la propria. Essi tradussero la Bibbia in slavo celebrarono la liturgia in lingua slava, una audacia per la quale furono denunciati a Roma da missionari latini. Venuti dal papa per discolparsi, furono capiti, approvati da lui che, dopo la morte di Cirillo avvenuta appunto a Roma, un 14 Febbraio, consacrò Vescovo san Metodio e lo rimandò nei paesi slavi a continuare la sua opera di evangelizzazione.

Oggi si è preso più coscienza di questo problema che per secoli ha causato incomprensioni, condanne e ritardi nell'evangelizzazione. Ormai ci si rende conto che la fede è separabile da ogni cultura e deve radicarsi in ognuna di esse, come fermento che le impregna del vangelo. È un problema non solo di popoli diversi, ma di generazioni diverse: in ogni generazione la fede domanda di essere espressa in modo nuovo. È sempre la stessa, ma è un fermento di vita che chiede di crescere e di trovare sempre nuove forme per progredire. Proprio Gesù ha paragonato il vangelo a un seme di senapa che cresce, si trasforma, diventa un albero.



Preghiamo col Salmo



Dite tra i popoli: "Il Signore regna!".

Sorregge il mondo,

perchè non vacilli;

giudica le nazioni con rettitudine.
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15/02/2014 08:12
 
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Sabato, Settimana della V Domenica dopo l'Epifania

Santi Mauro e Placido, monaci

15.02.2014



Nel secondo libro dei Dialoghi, Gregorio Magno, papa, narra la vita di san Benedetto da Norcia, abate, che è la figura di riferimento fondamentale della tradizione del monachesimo d’Occidente. Lungo la narrazione della vita di Benedetto (VI secolo), si racconta di due suoi discepoli, da Benedetto particolarmente amati, Mauro e Placido, condotti in giovane età al monastero di Subiaco. Mauro, figlio del nobile romano Equizio e Placido, figlio del patrizio Tertullo, vengono educati dal patriarca del monachesimo d’Occidente e partecipano alle esperienze luminose della vita di lui. L’episodio che rese particolarmente cari i due discepoli alla storia della spiritualità monastica e cristiana in genere, è (c. VII del II Libro dei Dialoghi) quello dell’obbedienza pronta e umilissima di Mauro che, seguendo l’ordine di Benedetto, cammina sulle acque per accorrere a salvare dai gorghi del lago il piccolo Placido incautamente sportosi e caduto in acqua.



Circolarono nei secoli successivi biografie leggendarie di Mauro (Odone di Glanfeuil nel IX secolo, ripreso poi dallo pseudo Fausto) che lo descrivono trasferito in Francia (dove avrebbe fondato il monastero di Glanfeuil, oggi Saint-Maur-sur-Loire), attraverso peregrinazioni le cui tappe sono tutte costellate da miracoli che illustrano diverse sedi dell’Italia e della Francia. Vari luoghi vantano di custodire le sue reliquie. La venerazione dei due santi, e particolarmente di Mauro, crebbe in epoca moderna; del nome di Mauro si fregiò una famosa congregazione francese (i “Maurini”), nota per gli studi critici ed eruditi di patristica, storia, agiografia.

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16/02/2014 08:28
 
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La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

16.02.2014

1Sam 21,2-6a.7ab; Sal 42; Eb 4,14-16; Mt 12,9b-21



Fratelli, poichè abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo la professione di fede". (Eb 4)



Gesù che guarisce gli infermi compie la figura del servo di Dio, che si distingue per la sua bontà che compatisce e soccorre quanti sono nel bisogno. Gesù è solidale con noi, sta dalla nostra parte, tranne che nel peccato, che però è pronto a perdonare per salvarci.

Questa vicinanza e prossimità di Cristo a noi, il suo farsi fratello e figlio dell'umanità, sono per noi garanzia per ottenere grazia e misericordia.

La speranza della nostra preghiera non è illusoria ed è certo che Gesù ci capisce ed è con ciascuno di noi in ogni circostanza.



Preghiamo col Salmo



Fammi giustizia, o Dio,

difendi la mia causa contro gente spietata;

liberami dall'uomo perfido e perverso.
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17/02/2014 11:41
 
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La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

17.02.2014

Sir 34, 1-8; Sal 72; Mc 8, 31-33



Oracoli, presagi e sogni sono cose fatue.. se non sono una visione inviata dall'Altissimo, non "permettere che se ne occupi la tua mente". (Sir 34)



Insegnamenti forti quelli che oggi riceviamo dal spaiente antico, il Siracide, e da Gesù. Il primo mette in guardia dai sogni fatui che allontanano dalla realtà e fanno puntare su miraggi che non hanno fondamento ma portano alla rovina e alla disperazione. Mentre ciò che può essere vero sostegno e linea guida al vivere di ogni giorno è la parola di Dio.

Gesù addirittura rimprovera i discepoli e duramente Pietro che vorrebbe attenuare quanto il Maestro sta per rivelare. Ma la verità è che lui per primo, Gesù stesso, dovrà essere eliminato e posto su una croce per anninentare il suo insegnamento che va contro il pensiero del potere. Gesù non promette di eliminare la malvagità di chi contrasta il bene e la verità, ma garantisce che non potrà trionfare perchè lui dalla morte risorge il terzo giorno e vince l'ultimo baluardo del male che è appunto la morte, e si pone a garanzia della verità del Padre.



Preghiamo col Salmo



Riflettevo per comprendere
ma fu una fatica ai miei occhi,
finché non entrai nel santuario di Dio.
Quando era amareggiato il mio cuore
e i miei reni trafitti dal dolore,
io ero insensato e non capivo.
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18/02/2014 13:39
 
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La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

18.02.2014

Sir 29,8-13; Sal 33; Mc 9,14-29


"O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?". (Mc 9)



Tutto è possibile per chi crede, ribadisce Gesù ai suoi discepoli, spiegando la ragione del loro insuccesso di fronte a certi miracoli che loro non riescono a compiere. La loro fede è ancora debole e Gesù sembra stupirsene, quasi spazientirsi dopo le tante dimostrazioni che lui ha dato ai discepoli.

Eppure ci sono demoni che solo la preghiera, cioè l'intervento divino, può scacciare. In realtà i miracoli solo Dio li può compiere ma su sollecitazione dei fedeli che con la preghiera e la piena fiducia nell'azione divina sanno di poter compiere anche ciò che supera le loro risorse.

D'altra parte è sempre difficile aver fede; per questo essa va iutata dalla grazia di Dio, come chiede il padre del ragazzo indemoniato: "Credo: aiutami nella mia incredulità".



Preghiamo col Salmo



L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
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19/02/2014 08:14
 
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La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

19.02.2014

Sir 27,16-21; Sal 89; Mc 9,33-37



"Ama l'amico e a lui sii fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non corrergli dietro, perchè così hai perduto l'amicizia del tuo prossimo". (Sir 27)



Una filosofia di vita che sembra fatta di cose piccole quella che la Scrittura ci dice e che Gesù stesso spiga ai discepoli, eppure sono i pilastri della serenità e della buona convivenza fraterna, in tutti i tempi.

Così l'aspirazione al primo posto è tramutata da Gesù nello zelo a servire per primi coloro che sono più bisognosi: non è la ricerca del successo e neppure del consenso la misura di vita del cristiano. Accogliere i piccoli, curare gli emarginati, sostenere chi è debole, sono i traguardi vincenti per il cristiano.



Preghiamo col Salmo



Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
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20/02/2014 07:10
 
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La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

20.02.2014

Sir 2,12-18; Sal 117; Mc 9,38-41



"Gettiamoci nelle mani del Signore e non in quelle degli uomini: poichè come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia". (Sir 2)



Il servizio di Dio non introduce in una vita senza prove nè tentazioni, ma la ricompensa non verrà meno per chi rimane fedele: Dio non abbandona mai, e ci sostiene con misericordia.

Il vangelo ci richiama al dovere di fare il nostro meglio senza guardare con gelosia quanto gli altri riescono a fare in meglio. Il bene non è una prerogativa esclusiva di nessuno e di ciascuno Dio può servirsi per compiere il suo disegno di salvezza.

I discepoli devono imparare a guardare con occhio limpido ogni evento della storia perchè solo Dio può guidarne e giudicarne lo svolgimento.



Preghiamo col Salmo



Il Signore è per me, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici.
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21/02/2014 07:09
 
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La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

21.02.2014

Sir 51,13-30; Sal 24; Mc 9,42-50



"Quand’ero ancora giovane, prima di andare errando, / ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera. / Davanti al tempio ho pregato per essa, / e sino alla fine la ricercherò". (Sir 51)



Gli anni della vita umana sono poca cosa a confronto dell'eternità di Dio, ma in questi anni conosciamo difficoltà e debolezze e via via ci indeboliamo fino a non essere più resistenti a tutte le fatiche della vita, ma Dio è pietoso e infonde la sua misericordia. Siamo chiamati ad affidarci alla misericordia del Signore ricordando sempre che a noi è richiesta la fedeltà alla sua parola. E la ricerca della sapienza non conosce fine.

Per entrare nella vita eterna vale la pena di fare dei sacrifici e di condurre una vita regolata sulla legge dell'amore di Dio. Si deve fare attenzione a non frapporre ostacoli agli altri e non essere motivo di scandalo per i piccoli e i discepoli di Gesù. La vita secondo il vangelo porta la gioia ma richiede serietà e responsabilità.



Preghiamo col Salmo



Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
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23/02/2014 21:36
 
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Venite, acclamiamo il Signore

23.02.2014

Bar 1,15a;2,9-15a; Sal 105; Rm 7,1-6a; Gv 8,1-11



"Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". (Gv 8)



Una riflessione importante sulla giustizia e sulla fedeltà alla legge si snoda lungo le tre letture. Il profeta Baruc invoca la misericordia di Dio perchè giudichi il popolo secondo il suo amore. Gesù non rigetta la legge secondo cui la donna adultera va lapidata (dagli uomini giudicanti) ma invita ad una giustizia che sia davvero per tutti, a partire da coloro che pretendono di applicarla: la legge c'è ma non va piegata al proprio interesse.

Cristo con la sua morte ci ha liberati dalla singole prescrizioni della legge imponendoci la sua legge che è quella dell'amore, della verità e della misericordia. "Ora siamo stati libertai dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo", ci dice l'apostolo Paolo, e lo Spirito ci guida alla conversione del cuore per rispondere alla parola dell'evangelo.



Preghiamo col Salmo



Abbiamo peccato con i nostri padri,

delitti e malvagità abbiamo commesso.

I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie.

Ma Dio li salvò per il suo nome,

per far conoscere la sua potenza.
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24/02/2014 06:58
 
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Venite, acclamiamo il Signore

24.02.2014

Sap 15,14-16,3; Sal 67; Mc 10,35-45



"Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono". (Mc 10)



E' istintivo nell'uomo cercare il potere e tendere ad emergere sugli altri, ma questo non è secondo il vangelo, neppure nell'ambito del servizio. Le aspirazioni di Giacomo e Giovanni risultano senza senso, anzi, in contrasto con il disegno di Dio e l'opera di Gesù, di qui la reazione degli altri apostoli. "Chi vuole essere il primo tra voi, sarà il servo di tutti". La domanda che Gesù rivolge ai suoi apostoli "cosa volete che io faccia per voi?", è un test significativo per ognuno di noi: cosa risponderemmo a tale proposta? La vera risposta ci è indicata dalla prima lettura in cui si indica la sapienza, che ci mostra la pochezza di ogni idolo costuito dall'uomo che è sempre tentato di plasmarsi il proprio dio, e non può che rimanerne deluso.



Preghiamo col Salmo



Padre degli orfani e difensore delle vedove

è Dio nella sua santa dimora.

A chi è solo, Dio fa abitare una casa,

fa uscire con gioia i prigionieri.

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25/02/2014 06:54
 
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Venite, acclamiamo il Signore

25.02.2014

Sap 17,1-2.5-7.20-18,1a.3-4; Sal 104; Mc 10, 46b-52



«Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. (Mc 10)



Gesù dona la vista a un povero cieco mendicante. Ed è per la sua fede che ottiene il miracolo; quella fede che gli fa riconoscere Gesù come 'figlio di Davide', come l'erede della promessa fatta da sempre al popolo di un messia inviato da Dio per compiere la salvezza.

I miracoli di Gesù servono a mostrare l'attenzione di Gesù verso ogni sofferenza umana, la sua volontà di portare bene e felicità a tutti; d'altra parte non sono semplici prodigi o guarigioni, perchè il loro significato va ben oltre, richiede e incoraggia alla fede in Dio e nell'opera salvifica di Gesù. Il cieco guarito infatti si pone al seguito di Gesù: metafora di ogni essere umano che, portato a riconoscere e a comprendere chi è Gesù, lo segue.

Una volta che si crede in Gesù non lo si lascia, pur sapendo che la sua strada non è piana, ma irta di ostacoli e anche di cadute.





Preghiamo col Salmo



Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
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26/02/2014 07:15
 
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Venite, acclamiamo il Signore

26.02.2014

Sap 18,5-9; Sal 67; Mc 11,12-14.20-25





Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, / e la notte era a metà del suo rapido corso, / la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, / guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, / portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile. (Sap 18)





Continua il grande tema della fede e della presenza costante di Dio nella storia nel testo di Sapienza che indica anche con parole di grande effetto emotivo la cura divina verso le vicende umane e la forza inesauribile della parola di Dio. E l'evangelista Marco riporta un insegnamento di Gesù proprio a proposito di chi non porta frutto. Un bell'albero di fico, ricco di foglie ma senza frutti - e non era la stagione dei frutti - e Gesù lo maledice e lo fa seccare. La vigilanza è richiesta nella fede e nella sequela a Gesù; non conosciamo il tempo, può esserci la chiamata in un'ora da noi non prevista, e il tempo è in mano a Dio.





Preghiamo col Salmo



Di giorno in giorno benedetto il Signore:

a noi Dio porta la salvezza.

Il nostro Dio è un Dio che salva;

al Signore Dio appartengono le porte della morte.
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27/02/2014 09:23
 
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Venite, acclamiamo il Signore

27.02.2014

Sap 18,20-25a; Sal 104; Mc 11,15-19





L’esperienza della morte colpì anche i giusti / e nel deserto ci fu il massacro di una moltitudine, / ma l’ira non durò a lungo, / perché un uomo irreprensibile si affrettò a difenderli, / avendo portato le armi del suo ministero, / la preghiera e l’incenso espiatorio . (Sap 18)





L'insegnamento di oggi mette in luce il fatto che la morte, la distruzione, la tentazione di trasgredire, colpiscono anche i fedeli di Dio. Il libro della Sapienza ci dice però che la salvezzo è sempre presente e non abbandona chi la invoca; non occorre violenza per opporsi al male perchè Dio sa difendere il suo popolo. Prefigura la venuta del Salvatore che prenerà su di sè tutti i popoli per portarli a salvezza.

Per questo, Gesù, entrato nel tempio, scaccia i venditori di amuleti e di vari oggetti ritenuti portatori di buona sorte. La casa di Dio deve essere casa di preghiera. Dio non chiede altro, tanto meno strani riti di iniziazione o di devozione.





Preghiamo col Salmo





Cercate il Signore e la sua potenza,

ricercate sempre il suo volto

. Ricordate le meraviglie che ha compiuto,

i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,

voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto.
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28/02/2014 12:45
 
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Venite, acclamiamo il Signore

28.02.2014

Sap 19,1-9.22; Sal 77; Mc 11,27-33





Gesù si comporta con autorevolezza ma non svela l'origine della sua autorità. (Mc 11)





Gesù è interpellato dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani, mentre camminava nel tempio, perchè vogliono metterlo in difficoltà. "Con quale autorità fai queste cose?". Domanda ambigua che anche noi ripetiamo, magari senza accorgercene, ogni volta che decidiamo di prendere le distanze dalla parola del Signore e seguire altro e altri che ci vorrebbero insegnare qualcosa di più rispondente ai nostri desideri.

Gesù sceglie di non rivelare ai suoi interlocutori la sua vera identità, tanto loro non vogliono saperla e neppure intendono seguire il messia. Dio non impone la sua presenza nè il suo disegno di salvezza a chi ha il cuore chiuso e non vuole intendere. Però non è neppure il peccato a toglierci dalla presenza di Dio: anche se pecchiamo - ci dice la Sapienza - siamo e restiamo figli di Dio e lui ci fa passare il Mar Rosso rendendocelo una via piana.





Preghiamo col Salmo





Ciò che abbiamo udito e conosciuto

e i nostri padri ci hanno raccontato

non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura

le azioni gloriose e potenti del Signore

e le meraviglie che egli ha compiuto.
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01/03/2014 12:10
 
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Venite, acclamiamo il Signore

1.03.2014

Es 25,1;27,1-8; Sal 95; Eb 13,8-16; Mc 8,34-38



Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi. (Mc 8)



L'apostolo Paolo dice che tutta la vita del cristiano deve essere come un sacrificio a Dio, e che non ci si deve lasciar sviare da strane dottrine o interpretazioni distorte perchè non sono tradizioni o usi particolari a determinare il rapporto con il Signore, ma riconoscere sempre Gesù Cristo per quello che è, e non cambia. Lui è il Salvatore; e il sacrificio che davvero gradisce, il solo, è la beneficienza, la condivisione fraterna dei beni. Anche a Mosè Dio impone un certo codice di comportamento e dà le indicazioni precise per la disposizione dell'altare: Dio ci dice che lui è padrone del rapporto col suo popolo e lui stabilisce ciò che è giusto ed è bene nel culto divino, perchè non siano altri a decidere sacrifici o devozioni. Dio ha promesso di abitare in mezzo al suo popolo e di essere il suo Dio. Gesù completa poi la rivelazione di Dio stesso, che è Padre e vuole che lo si adori in spirito e verità, seguendo l'esempio che lui stesso ci offre: agire nella verità, onorare il Padre, amare il prossimo fino al sacrificio di sè.



Preghiamo col Salmo



Tutti gli dei dei popoli sono un nulla,

il Signore invece ha fatto i cieli.

Maestà e onore sono davanti a lui,

forza e splendore nel suo santuario.
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02/03/2014 07:57
 
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Tu benedici il giusto, Signore

2.03.2014

Os 1,9a;2,7a.b-10; Sal 102; Rm 8,1-4; Lc 15,11-32



L'attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. (Os 2)



La vicenda del figliol prodigo, di cui ci parla la parabola del vangelo, illumina l'atteggiamento di Dio nei riguardi del peccatore e di quanti pensano di poter vivere a modo loro, lontano dalla casa del Padre: è l'attesa paziente e amorosa che porta all'abbraccio accogliente e gioioso quando quel figlio decide di fare ritorno. Questo ritorno è suggerito al suo cuore dallo Spirito che, come ci dice il profeta Osea, attira nel deserto per parlargli e indicargli la giusta via.

Un metodo di relazione quella di Dio che a noi sembre addirittura eccessivo: fare festa perchè il figlio che tutto ha lapidato si è deciso a toranare a casa. In effetti, si è deciso a chiedere il perdono quando non aveva più risorse proprie, non aveva altre vie d'uscita. Questo inquieta anche il figlio maggiore che nel frattempo è rimasto fedele al padre e ha continuato a lavorare per lui; lui pensa di avere più diritti del fratello scapestrato che invece è nel cuore del padre che trepida per lui.

Ma il dono della grazia divina supera ogni calcolo umano. Proprio questo dovrebbe farci rallegrare perchè Dio scruta il cuore di ciascuno e sa cosa in lui c'è di buono e di ciascuno attende un ritorno.



Preghiamo col Salmo



Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue infermità.
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03/03/2014 08:16
 
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Tu benedici il giusto, Signore

3.03.2014

Qo 1,16-2,11; Sal 24; Mc 12,13-17



Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c’è alcun guadagno sotto il sole. (Qo 1)



Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita. Così il profeta passa in rassegna sapienza e stoltezza, fatica e desideri, per scorgere il senso profondo della vita e vi trova un'intima vuotezza, una radicale inconsistenza che tutto pervade.

Non vuole essere questa una visione completa della realtà e della vita, quanto una lettura della finitezza di ogni cosa, seppur grande, che noi possiamo compiere. C'è un bisogno indispensabile del sostegno di Dio perchè nulla può bastare a se stesso.

questo Gesù nel vangelo di Marco rifiuta di essere messo alla prova e rimanda l'intenzione dei farisei al riconoscimento dell'autorità umana distinta da quella divina. A Dio non si può attribuire la responsabilità che deve essere di chi ha il compito di esercitarla nella gestione delle cose umane.



Preghiamo col Salmo



Fammi conoscere, Signore,

le tue vie insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza;

io spero in te tutto il giorno.
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04/03/2014 07:00
 
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Tu benedici il giusto, Signore

4.03.2014

Qo 3,10-17; Sal 5; Mc 12,18-27



Riconosco che qualsiasi cosa Dio fa, dura per sempre; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché lo si tema. (Qo 3)



Continua la lettura sapienziale del Qoelet che ci conduce ad una comprensione dei nostri giorni illuminata dal disegno di Dio, perchè nulla è lasciato al caso, ma tutto ha il suo momento ed il tempo della vita è scandito per tappe ed esperienze distinte. Ci dà l'idea di un ordine, da riconoscere e da rispettare: tutto ha il suo momento, e il suo significato.

Ma non si può pretendere di trasferire l'organizzazione di vita terrena anche nel tempo dopo la morte: Gesù rimprovera i sadducei che cercano di metterlo in difficoltà rimandadoli a una lettura più attenta della parola di Dio. Perchè il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, non è Dio dei morti ma dei viventi: la vita nei cieli eterni è nelle mani solo di Dio e non la si può misurare con le formule umane.

Anche i legami parentali e familiari che hanno segnato la vita terrena non saranno ripetuti in egual misura nell'eternità dei cieli. Ma non sta a noi sapere come saranno.



Preghiamo col Salmo



Al mattino ascolta la mia voce;

al mattino ti espongo la mia richiesta e resto in attesa.

Tu non sei un Dio che gode del male,

non è tuo ospite il malvagio

; gli stolti non resistono al tuo sguardo.
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05/03/2014 07:24
 
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Tu benedici il giusto, Signore

5.03.2014

Qo 8,5b-14; Sal 89; Mc 12,38-44



Per ogni evento vi è un tempo opportuno, ma un male pesa gravemente sugli esseri umani. L’uomo infatti ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della morte. (Qo 8)



Poiché non si pronuncia una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore degli uomini è pieno di voglia di fare il male; infatti il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Questo è, oggi come ieri, il pensiero diffuso e dolente di molti che non vedono i malvagi puniti e pensano sia inutile il loro impegno di fedeltà e giustizia. Ma tutto ha il suo peso e la felicità è per i giusti. Quello che conta al giudizio di Dio non è la quantità di ciò che si offre, ma lo spirito con cui si fa l'offerta, la sincerità, il sacrificio reale che essa rappresenta e comporta.

La povertà per Dio è ricchezza, e il poco che si dà può valere molto: tutto dipende dal cuore che si esprime in ogni gesto. La vedova che lascia in offerta la sua unica moneta, attua un gesto molto più significativo di chi ha lasciato una cospicua sommma, avendo molte altre ricchezze. Il messaggio non è certo da considerare in termini puramente monetari, ma relativamente a tutte le risorse di cui una persona può disporre nella sua vita: ciò che la rende ricca e generosa è l'impegno che essa fa di tutte le sue capacità per costruire il bene.



Preghiamo col Salmo



Saziaci al mattino con il tuo amore:

esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.

Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:

rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,

l’opera delle nostre mani rendi salda.
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06/03/2014 07:27
 
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Tu benedici il giusto, Signore

6.03.2014

Qo 8,16-9,1a; Sal 48; Mc 13,28-31



"L’uomo non può scoprire tutta l’opera di Dio, tutto quello che si fa sotto il sole: per quanto l’uomo si affatichi a cercare, non scoprirà nulla". (Qo 8)



Le previsione non sono buone. Gesù anticipa ai suoi discepoli che avranno vita difficile; non saranno capiti nè accolti dai sacerdoti, ma neppure dai loro fratelli: e tutto questo per causa del vangelo. Il desiderio, e missione, dei discepoli di annunziare il vangelo, di testimoniare quanto Gesù ha vissuto e insegnato, di operare secondo la legge dell'amore e della salvezza promessa da Dio non troverà accoglienza, ma saranno trattati come criminali.

E' necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le nazioni, ci dice Gesù stesso, che ci assicura la vicinanza del Padre e dello Spirito che illuminerà il nostro parlare e il nostro agire, ma non impedirà che le sciagure ci colpiscano e che le cattiverie anche di chi ci è più vicino abbiano persino la meglio sulla verità. Come è successo a Gesù che fu crocifisso benchè innocente. Ma la promessa di salvezza per chi persiste nella via difficile e ardua tracciata da Gesù sarà salvato. Certo non è una sorta di passaggio tragico obbligato, quanto la consapevolezza che anche nelle difficoltà non bisogna perdersi d'animo perchè ciò che accade è sempre orientato ad un significato di bene.



Preghiamo col Salmo



Periranno insieme lo stolto e l’insensato

e lasceranno ad altri le loro ricchezze.

Il sepolcro sarà loro eterna dimora.

Certo, Dio riscatterà la mia vita,

mi strapperà dalla mano degli inferi.
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07/03/2014 08:03
 
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Tu benedici il giusto, Signore

7.03.2014



Qo 12,1-8.13-14; Sal 18; Mc 13,28-31



Conclusione del discorso, dopo aver ascoltato tutto: temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo. / Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, anche tutto ciò che è occulto, bene o male. (Qo 12)



La giovinezza è piacevole ma effimera: vi succedono i giorni tristi della vecchiaia, dove il gusto di vivere quasi scompare. E' anche questo un segno della vanità intima che affligge l'uomo e i suoi anni. E' il messaggio che dobbiamo raccogliere, insieme alla convinzione che sopra tutto sta Dio, non intaccato da questa vanità, e che chiamerà a giudizio secondo le scelte che si sono compiute.

Così insegna anche Gesù che invita i discepoli a riflettere sul passare del tempo per cogliere i segni della venuta del Signore, nella certezza che neppure una sillaba della sua parola andrà dispersa nè tramonterà.



Preghiamo col Salmo



Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore,

mia roccia e mio redentore.
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08/03/2014 06:41
 
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Tu benedici il giusto, Signore

8.03.2014



Es 30,34-38; Sal 96; 2Cor 2,14-16a; Lc 1,5-17



Dio ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! (2Cor 2)



Al fine del tempo liturgico dopo l'Epifania, l'evangelista Luca ci dà l'annuncio della nascita di Giovanni Battista, l'inizio del tempo nuovo segnato dalla venuta del Figlio di Dio sulla terra con il compito di manifestare all'umanità il disegno di salvezza.

Giovanni sarà totalmente consacrato a Dio, come i grandi profeti, ed avrà il compito di messaggero che deve preparare la venuta del Signore. Simile al profeta Elia, Giovanni il Battezzatore segna la svolta decisiva della storia: con lui si chiude la promessa dell'Antico Testamento e si apre la nuova era del Cristo.

Il racconto ha uno stile solenne e coglie il sacerdote Zaccaria in un momento liturgico; l'annuncio di una nascita ad una semplice coppia sacerdotale porta con sè il valore di un tempo storico che sta per iniziare. Zaccaria, chiamato ad accogliere il Battista nella sua età ormai avanzata, è stupito e incredulo, e chiederà un segno: gli sarà dato nel silenzio fino alla nascita del bimbo.



Preghiamo col Salmo



Tu, Signore, sei l’Altissimo su tutta la terra,

eccelso su tutti gli dèi.

Odiate il male, voi che amate il Signore:

egli custodisce la vita dei suoi fedeli,

li libererà dalle mani dei malvagi.
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09/03/2014 07:18
 
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Lavorare insieme nel mondo

9.03.2014

DOMENICA I DI QUARESIMA



Is 58,4b-12b; Sal 102 (103); 2Cor 5,18-6,2; Mt 4,1-11



"Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". (2Cor 5,18-20)



Dio offre il suo dono coinvolgendo. Disporci, nel cammino quaresimale, ad accogliere la misericordia di Dio che chiama a conversione è nello stesso tempo disponibilità ad accogliere un mandato. Se abbiamo compreso il Dio di Gesù Cristo, che tende la mano e pone segni di riconciliazione nei nostri confronti, allora non possiamo non vedere anche la responsabilità che ci affida, quella di essere ambasciatori di questa riconciliazione, perché pervada il mondo e penetri la storia, muti le abitudini, contagi le relazioni tra persone e popoli, individui e nazioni. Accogliere la mano che Dio tende, o – ancor più – invocarla perché ci si faccia più vicina, ci fa ritrovare tra le mani un gesto da moltiplicare, e ci fa ritrovare nella voce una parola di riconciliazione che non è più possibile ricacciare indietro.



Preghiamo



Pietà di me, Signore,

a te grido tutto il giorno.

Rallegra la vita del tuo servo,

perché a te, Signore, rivolgo l'anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,

sei pieno di misericordia con chi t'invoca.

(dal Salmo 86)



Impegno settimanale


Mi impegno a riconoscere le vie che il Signore sta già percorrendo per rinnovare il volto di questa storia.
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10/03/2014 06:50
 
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Lavorare insieme nel mondo

10.03.2014

Gen 2,18-25; Sal 1; Pr 1,1a.20-33; Mt 5,1-12a



"Tornate alle mie esortazioni: ecco, io effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole. Perché vi ho chiamati ma avete rifiutato, ho steso la mano e nessuno se ne è accorto. Avete trascurato ogni mio consiglio e i miei rimproveri non li avete accolti". (Pr 1,23-25)



Il tempo di Quaresima ci chiede di muoverci tra due tensioni ugualmente importanti: da una parte riconoscere che abbiamo lasciato spazio al disinteresse nei confronti della voce e dei gesti di amore di Dio, e che non abbiamo dato retta ai suoi consigli. La Parola di Dio nel libro dei Proverbi ce lo ricorda con un filo solo sottile di tristezza. Sembra un rimprovero bonario, perché preceduto dall’altra considerazione: Dio continua a effondere il suo spirito e a farci dono delle sue parole. Dio non cessa di accompagnarci con il suo consiglio e la sua grazia, rimane bonariamente al nostro fianco, ci chiede una rinnovata passione per i suoi gesti, ci offre un’altra e un’altra possibilità…



Preghiamo



Mostrami, Signore, la tua via,

perché nella tua verità io cammini;

tieni unito il mio cuore,

perché tema il tuo nome.

Ti loderò, Signore mio Dio, con tutto il cuore

e darò gloria al tuo nome sempre,

perché grande con me è la tua misericordia:

hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi.

(dal Salmo 86)
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11/03/2014 05:38
 
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Lavorare insieme nel mondo

11.03.2014

Gen 3,1-8; Sal 118 (119),1-8; Pr 3,1-10; Mt 5,13-16



"Bontà e fedeltà non ti abbandonino, légale attorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore, e otterrai favore e buon successo agli occhi di Dio e degli uomini. Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non affidarti alla tua intelligenza; riconoscilo in tutti i tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri". (Pr 3,3-6)



Una vita buona e di qualità, ci dice il sapiente del libro dei Proverbi, dipende da bontà e fedeltà. Cosa vuol dire camminare nella vita sentendo in ogni momento ondeggiare sul proprio collo l’amorevolezza, le benevolenza per tutti, e la fedeltà a quanto si è riconosciuto prezioso e a cui si vuole rimanere fedeli? Cosa significa poter ascoltare continuamente l’incisione prodotta sulla superficie del nostro cuore dall’amore che da Dio abbiamo conosciuto, e vivere riscaldati dal desiderio di fedeltà a tale amore? Questo tempo ci consenta di muovere ogni passo nel Signore. Le asperità e le dure salite del nostro tempo siano rese dolci e superabili dalla cura di Dio per noi e dalla nostra docilità libera da presunzione e superbia.





Preghiamo



O Dio, gli arroganti contro di me sono insorti

e una banda di prepotenti insidia la mia vita,

non pongono te davanti ai loro occhi.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,

lento all’ira e ricco di amore e fedeltà,

volgiti a me e abbi pietà:

dona al tuo servo la tua forza,

salva il figlio della tua serva.

(dal Salmo 86)
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12/03/2014 06:58
 
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Lavorare insieme nel mondo

12.03.2014

Gen 4,1-16; Sal 118 (119), 9-16; Pr 3,19-26; Mt 5,17-19



"Camminerai sicuro per la tua strada e il tuo piede non inciamperà. Quando ti coricherai, non avrai paura; ti coricherai e il tuo sonno sarà dolce. Non temerai per uno spavento improvviso, né per la rovina degli empi quando essa verrà, perché il Signore sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede dal laccio". (Pr 3,23-26)



Manifestiamo un gran bisogno di sicurezza, e siamo segnati da tante preoccupazioni, che riguardano noi, quanti ci stanno vicini e a cuore, il futuro di ciò che abbiamo costruito, il bene che ancora attendiamo. E spesso ci muoviamo nel mondo guardinghi, sospettosi, impauriti; e tante cose ci tolgono il sonno. Il libro dei Proverbi oggi ci invita a non temere, e a cercare nella via di Dio e nell’ascolto attento delle sue parole le risorse per far fronte alle molte nostre paure. Questo non è un mondo abbandonato e alla deriva: possiamo ancora contare sulla cura di Dio per questa storia e sulla possibilità di non cadere nei lacci della disperazione e della scontentezza croniche: questa terra è nelle sue mani. Può anche non sembrarci vero, certo: ma nulla lascia cadere dalla sue braccia.





Preghiamo



Sui monti santi egli l’ha fondata;

il Signore ama le porte di Sion

più di tutte le dimore di Giacobbe.

Di te si dicono cose gloriose,

città di Dio.

Si dirà di Sion:

“L’uno e l’altro in essa sono nati

e lui, l’Altissimo, la mantiene salda”.

(dal Salmo 87)
13/03/2014 06:43
 
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Giovedi, Settimana della I Domenica di Quaresima

S.ti Rodrigo e Salomone di Cordova, martiri (IX sec.)

13.03.2014



Rodrigo era un prete di Cordova, nell’Andalusia, regione della Spagna sotto il dominio arabo. Uno dei suoi fratelli era rimasto cristiano, l’altro, invece si era fatto musulmano. Tra loro ricorrenti e aspre erano le liti a causa della diversa fede e Rodrigo cercava di fare opera di pace, senza riuscirvi. Un giorno, intervenendo in una rissa, viene colpito e perde i sensi; il fratello musulmano lo porta via su un carretto e spiega, mentendo, alla gente che Rodrigo è gravemente malato e, sentendo vicina la morte, si è fatto musulmano. Ma Rodrigo guarisce e continua il suo ministero sacerdotale. Viene allora trascinato davanti al giudice dal fratello musulmano che lo accusa di tradimento. Il giudice cerca di salvarlo, proponendo un compromesso che Rodrigo non accetta: è cristiano e tale vuole rimanere. Viene, così, condannato a morte da un giudice riluttante, per l’insistenza del fratello. Rodrigo viene ucciso con un altro cristiano di nome Salomone. Per entrambi la santità è proclamata subito attraverso il culto popolare spontaneo.

Rodrigo fu ritratto in un famoso quadro del Murillo con la palma del martirio, anche se si tratta più di fratricidio che di persecuzione.
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QUELLO CHE AVETE UDITO, VOI ANNUNCIATELO DAI TETTI (Mt 10,27)
 
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