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05/02/2017 09:28 | |
Gaetano Salvati
Commento su Matteo 5,13-16
La liturgia della Parola di oggi annuncia che l'evangelicità della nostra vita, l'essere creatura nuova, redenta in Cristo, passa sempre attraverso la nostra attitudine a "dividere il pane" (Is 58, 7), la stessa vita, con tutti i fratelli che incontriamo nel nostro cammino.
Non si tratta solamente di essere capaci di accogliere l'altro, spezzare il pane con il povero, l'affamato; condividere con lui il pranzo. Ma, come dice San Paolo, di riuscire a coltivare atteggiamenti di "timore e trepidazione" (1Cor 2,3). In altre parole, rendersi conto che seguire il Signore implica una responsabilità: "Voi siete il sale della terra.. voi siete la luce del mondo (Mt 5,13.14).
Certo siamo lieti che il Maestro ci riconosce spazio vivente in cui la grazia della misericordia di Dio risplende nel mondo. Ma perché questa la luce possa risplendere nel mondo e il sale rendere saporoso ogni cosa, è indispensabile non cadere nell'autoreferenzialità, che è l'incosapevole bisogno di poter far a meno di Dio.
Il Vangelo, invece, afferma che la nostra vita è capace di annunciare la vita nuova solamente nella misura in cui è rivelazione, manifestazione dello Spirito. Lo Spirito, la presenza di Dio in noi, dona gusto alla nostra vita e una luminosità piena e serena. Amen
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