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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2024 08:58
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09/10/2022 07:47
 
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Gesù, maestro, abbi pietà di noi!»

Rev. D. Antoni CAROL i Hostench
(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)
Oggi, siamo in grado di verificare, ancora una volta!, come il nostro atteggiamento di fede è in grado di rimuovere il cuore di Gesù Cristo. Il fatto è che alcuni lebbrosi, superando lo stigma sociale subito da quelli con la lebbra e con una buona dose di coraggio, si avvicinano a Gesù e -potremmo dire tra virgolette- obbligano Lui con la sua fiduciosa richiesta, «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!» (Lc 17,13).

La risposta è immediata e fulminante, «Andate a presentarvi ai sacerdoti». (Lc 17,14). Colui che è il Signore, mostra il tuo potere, «perché mentre essi andavano, furono purificati». (Lc 17,14).

Questo dimostra che la misura dei miracoli di Cristo è proprio la misura della nostra fede e fiducia in Dio. Che possiamo fare noi -povere creature- davanti a Dio, ma avere fiducia in Lui? Ma con una fede operativa, che ci spinge a obbedire le indicazioni di Dio. Basta un grammo di buon senso per capire che «nulla è troppo difficile da credere toccando Colui per il quale nulla è troppo difficile da fare» (Beato J. H. Newman). Se non vediamo più miracoli è perché obblighiamo poco il Signore con la nostra mancanza di fiducia e di obbedienza alla sua volontà. Come diceva San Giovanni Crisostomo, «un po 'di fede può tanto».

E, come l' incoronazione della fiducia in Dio, arriva il trabocco della gioia e della gratitudine, anzi, «Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo» (Lc 17, 15-16).

Ma... che peccato! Dieci destinatari di quel grande miracolo, e ne ritorna solo uno. Come siamo ingrati quando dimentichiamo così facilmente che tutto viene da Dio e che a Lui dobbiamo tutto! Facciamo il proposito di obbligarlo mostrando fiducia in Dio e gratitudine verso di Lui.

Pensieri per il Vangelo di oggi
«Seguiamo Cristo e supplichiamo il Padre con Lui. Non imitiamo la condotta di Giuda, abbandonando Cristo dopo aver partecipato ai suoi favori e aver cenato splendidamente con Lui» (San Tommaso Moro)

«Il nostro Dio è un Dio che si fa vicino. Un Dio che ha cominciato a camminare con il suo popolo e poi è diventato un suo popolo, in Gesù Cristo. Con quella vicinanza che incoraggiava quei dieci lebbrosi a chiedergli di purificarli... Nessuno voleva perdere quella vicinanza» (Francesco)

«Ogni gioia e ogni dolore, ogni avvenimento e ogni necessità possono essere oggetto di rendimento di grazie che, partecipando a quello di Cristo, deve riempire tutta la vita: «Rendete grazie in ogni cosa» (1Ts 5,18)» (Catechismo del la Chiesa Cattolica
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