Preghiera e pensiero di oggi

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ulisseitaca
00venerdì 14 marzo 2014 15:37

Lavorare insieme nel mondo

14.03.2014

Giorno aneucaristico



"Gesù dona la vita in nome e in forza di uno speciale rapporto "contemplativo" con il Padre. Questo rapporto di abbandono fiducioso, di ascolto, di obbedienza può essere descritto, nella sua estensione, a ogni credente in Cristo, come rapporto di fede e di speranza. La fede esprime la sicurezza dell'Alleanza, l'affidamento del credente alla fedeltà amorosa del Padre che ha risuscitato dai morti Gesù Cristo. La speranza si estende oltre le insicurezze, i rischi, le contraddizioni di una libertà umana che è sempre tentata di infedeltà. Facendo continua memoria delle promesse di Dio e riconducendo i propri progetti al progetto del Padre, il cristiano si apre al futuro del Regno di Dio, può progettare, può sperare e attendere il compimento definitivo dei suoi desideri.

(Carlo Maria Martini – La dimensione contemplativa della vita)

ulisseitaca
00sabato 15 marzo 2014 08:10

Lavorare insieme nel mondo

15.03.2014

Os 6,4-6; Sal 111 (112); Rm 13,9b-14; Mt 12,1-8


"È ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce". (Rm 13,11b-12)


Non possiamo, proprio non possiamo più, portare con noi il nome di Cristo e muoverci nel mondo come solo volendo evitare il male e temendo ad ogni passo. La luce di Cristo, che vogliamo nuovamente celebrare in questa prossima Pasqua, è coraggio e decisione per il nostro cammino. Abbiamo già conosciuto la salvezza, vogliamo disporci a rinnovarne l’accoglienza con più gioia e libertà, e dobbiamo scuoterci dal nostro assonnato tepore. C’è qualcosa che va scosso in noi, perché emerga anche visivamente ciò che stiamo portando coi noi, quali certezze ci abitano, quali speranze ci fanno stare in piedi nell’attesa paziente e serena, in cosa risiede la pace che tutti cerchiamo. Non possiamo più vivere come se non avessimo conosciuto Lui, la luce che celebriamo.





Preghiamo



È bello rendere grazie al Signore

E cantare al tuo nome, o Altissimo,

annunciare al mattino il tuo amore,

la tua fedeltà lungo la notte,

sulla dieci corde e sull’arpa,

con arie sulla cetra.

Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie,

esulto per l’opera delle tue mani.

(dal Salmo 92)
ulisseitaca
00domenica 16 marzo 2014 07:22

Cambiare per amore

16.03.2014

DOMENICA II DI QUARESIMA

Es 20,2-24; Sal 18 (19); Ef 1,15-23; Gv 4,5-42


"Fratelli, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui". (Ef 1,15-17)


Guardiamoci attorno, per poter riconoscere i segni di fede che ci accompagnano, gli esempi di vita cristianamente vissuta che ci sostengono; e camminiamo nell’amore reciproco tra “santi”, cioè tra quanti conoscono la Via e hanno appreso la grazia della salvezza che ci è donata. Lavoriamo insieme perché si possa parlare anche di noi come comunità che manifesta i segni del Maestro; e ringraziamo senza sosta perché qualcuno, molti, ci hanno guidato in questo cammino e ancora sostengono i nostri passi e incoraggiano la nostra fede. Spesso cerchiamo forse di fare notizia per altro, di emergere per considerazioni diverse dalla fede in Cristo Gesù: ora la Quaresima ci riconduca al sano orgoglio di appartenere ad un cammino meraviglioso e appassionante, quello del Maestro di Nazareth, Gesù.





Preghiamo



Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,

non resta nella via dei peccatori

e non siede in compagnia degli arroganti,

ma nella legge del Signore trova la sua gioia,

la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,

che dà frutto a suo tempo:

le sue foglie non appassiscono

e tutto quello che fa riesce bene.

(dal Salmo 1)



Impegno settimanale


Mi impegno a iniziare o a riprendere un rapporto fraterno.
ulisseitaca
00lunedì 17 marzo 2014 09:07

Cambiare per amore

17.03.2014

Gen 17,1b-8; Sal 118 (119), 25-32; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30



“Perché mai ho odiato l’istruzione e il mio cuore ha disprezzato la correzione? Non ho ascoltato la voce dei miei maestri, non ho prestato orecchio a chi m’istruiva” (Pr 5,12-13)


La pagina odierna del libro dei Proverbi mette in guardia dalle scelte di cui poi ci si ritroverà certamente pentiti. È facile seguire le vie immediatamente più comode, mentre possiamo sempre ascoltare parole che istruiscono, offrono indicazioni, aiutano a camminare, correggono gli errori, anche rimproverandoci o persino facendoci pagare il prezzo dell’errore. Ci è offerta da tempo una Parola cui prestare orecchio, Parola che ha solo desiderio di istruirci e sostenerci, orientarci in tempi sempre difficili e confusi, tenerci lontani dalla dispersione e dal rimpianto. Perché siamo ancora così sciocchi e presuntuosi? Perché non ci ha ancora definitivamente convinto la voce del Maestro che ha parole di vita eterna?





Preghiamo



Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto

E i nostri padri ci hanno raccontato

Non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura

le azioni gloriose e potenti del Signore

e le meraviglie che egli ha compiuto.

(dal Salmo 78)
ulisseitaca
00lunedì 17 marzo 2014 09:08

Cambiare per amore

17.03.2014

Gen 17,1b-8; Sal 118 (119), 25-32; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30



“Perché mai ho odiato l’istruzione e il mio cuore ha disprezzato la correzione? Non ho ascoltato la voce dei miei maestri, non ho prestato orecchio a chi m’istruiva” (Pr 5,12-13)


La pagina odierna del libro dei Proverbi mette in guardia dalle scelte di cui poi ci si ritroverà certamente pentiti. È facile seguire le vie immediatamente più comode, mentre possiamo sempre ascoltare parole che istruiscono, offrono indicazioni, aiutano a camminare, correggono gli errori, anche rimproverandoci o persino facendoci pagare il prezzo dell’errore. Ci è offerta da tempo una Parola cui prestare orecchio, Parola che ha solo desiderio di istruirci e sostenerci, orientarci in tempi sempre difficili e confusi, tenerci lontani dalla dispersione e dal rimpianto. Perché siamo ancora così sciocchi e presuntuosi? Perché non ci ha ancora definitivamente convinto la voce del Maestro che ha parole di vita eterna?





Preghiamo



Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto

E i nostri padri ci hanno raccontato

Non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura

le azioni gloriose e potenti del Signore

e le meraviglie che egli ha compiuto.

(dal Salmo 78)
ulisseitaca
00lunedì 17 marzo 2014 09:09

Cambiare per amore

17.03.2014

Gen 17,1b-8; Sal 118 (119), 25-32; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30



“Perché mai ho odiato l’istruzione e il mio cuore ha disprezzato la correzione? Non ho ascoltato la voce dei miei maestri, non ho prestato orecchio a chi m’istruiva” (Pr 5,12-13)


La pagina odierna del libro dei Proverbi mette in guardia dalle scelte di cui poi ci si ritroverà certamente pentiti. È facile seguire le vie immediatamente più comode, mentre possiamo sempre ascoltare parole che istruiscono, offrono indicazioni, aiutano a camminare, correggono gli errori, anche rimproverandoci o persino facendoci pagare il prezzo dell’errore. Ci è offerta da tempo una Parola cui prestare orecchio, Parola che ha solo desiderio di istruirci e sostenerci, orientarci in tempi sempre difficili e confusi, tenerci lontani dalla dispersione e dal rimpianto. Perché siamo ancora così sciocchi e presuntuosi? Perché non ci ha ancora definitivamente convinto la voce del Maestro che ha parole di vita eterna?





Preghiamo



Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto

E i nostri padri ci hanno raccontato

Non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura

le azioni gloriose e potenti del Signore

e le meraviglie che egli ha compiuto.

(dal Salmo 78)
ulisseitaca
00martedì 18 marzo 2014 13:02

Cambiare per amore

18.03.2014

Gen 13,1b-11; Sal 118 (119), 33-40; Pr 5,15-23; Mt 5,31-37



Poiché sono davanti agli occhi del Signore le vie dell’uomo, egli bada a tutti i suoi sentieri. L’empio è preda delle sue iniquità, è tenuto stretto dalle funi del suo peccato. Egli morirà per mancanza d’istruzione, si perderà per la sua grande stoltezza. (Pr 5,21-23)


I nostri giorni sono nelle mani di Dio. Anche quando proprio non sembra. Attendere non è vano, fidarsi non è esporsi alla delusione. Anche quando sembra di perderci in sentieri senza sbocco e senza gioia. Il saggio del libro dei Proverbi invita a custodire questa percezione fiduciosa: l’alternativa è la prigionia, la schiavitù indotta dalla nostra debolezza, la vacuità della nostra miopia e della nostra incapacità di comprendere. Rimanere in Dio (o a lui tornare) è ciò che ci può garantire di non rimanere sconfitti dalla lotta – spesso dura e aspra – che la vita a volte o sempre rappresenta. Non ci accada di snobbare i segni – pur piccoli e nascosti – con cui Dio mostra la sua cura per noi. Con discrezione, certo, senza proclami altisonanti, ma ci accompagna.





Preghiamo



Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:

medito e il mio spirito si va interrogando.

Forse il Signore ci respingerà per sempre,

non sarà mai più benevolo con noi?

È forse cessato per sempre il suo amore,

è finita la sua promessa per sempre?

può Dio aver dimenticato la pietà,

aver chiuso nell’ira la sua misericordia?

(dal Salmo 77)
ulisseitaca
00mercoledì 19 marzo 2014 08:27

Cambiare per amore

19.03.2014

S. GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA



Sir 44,23g-45,2a.3d-5d; Sal 15 (16); Eb 11,1-2.7-9.13a-c.39-12,2b; Mt 2,19-23 oppure Lc 2,41-49



Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. (Eb 12,1-2b)


La giornata di oggi nel ricordo di san Giuseppe è festa per le meravigliosa possibilità che la fede dischiude, possibilità che possiamo riconoscere in chi in questa fede è vissuto, chi ha percorso i giorni della propria vita con lo sguardo reso luminoso e brillante dalla bellezza di un incontro che sa cambiare e liberare. Deponiamo ciò che ci appesantisce, ciò che ci stringe e non ci lascia movimento e agilità, perché la vita sia una corsa festosa e liberante. Se Gesù ha detto qualcosa al nostro orecchio, se in lui riconosciamo qualcosa che ci riguarda in ciò che più profondamente noi siamo, allora non ci sia indugio a percorrere questa via, non ci sia ritardo nel decidere, non incertezza nell’orientarci, non timore nel cercare la gioia preparata per ognuno di noi.



Preghiamo



Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,

sorveglia la porta delle mie labbra.

Non piegare il mio cuore al male,

a compiere azioni criminose con i malfattori;

che io non gusti i loro cibi deliziosi.

Mi percuota il giusto e il fedele mi corregga,

l’olio del malvagio non profumi la mia testa,

tra le loro malvagità continui la mia preghiera.

(dal Salmo 141)
ulisseitaca
00giovedì 20 marzo 2014 12:55

Cambiare per amore

20.03.2014

Gen 16,1-15; Sal 118 (119),49-56; Pr 6, 20-29; Mt 6,1-6



Figlio mio, osserva il comando di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre. Fissali sempre nel tuo cuore, appendili al collo. Quando cammini ti guideranno, quando riposi veglieranno su di te, quando ti desti ti parleranno, perché il comando è una lampada e l’insegnamento una luce. (Pr 6,20-23a)


C’è una Parola che abbiamo ricevuto, una Parola da custodire come tesoro prezioso, un dono da portare sempre con noi, una grazia che non avrebbe senso abbandonare o trascurare. È un dono che può diventare presenza che agisce, alla quale possiamo affidarci; persino nel riposo, dice il testo di Proverbi. Abbiamo ricevuto parole che sanno farsi vita, parole che illuminano e guidano, parole che sanno dire quando tutto sembra tacere senso e direzione. Sono parole a volte dure, come un comando forte e carico di pressanti aspettative; parole che non vogliono ci perdiamo là dove non si incontra gioia e rimangono solo nebbia e buio. Parole da inchiodare al cuore e far tintinnare al nostro collo ad ogni movimento, ad ogni passo nella vita.





Preghiamo



La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi.

(dal Salmo 19)
ulisseitaca
00venerdì 21 marzo 2014 10:39

Cambiare per amore

21.03.2014

Giorno aneucaristico



La solitudine nella quale finiamo per trovarci può essere vinta se noi veniamo a sapere che qualcuno sta alla porta del nostro tempo con intenzione amica; se impariamo ad ascoltare, la sua voce vince la paura e rompe l'isolamento. Allora io non sono più prigioniero del tempo, ostaggio di un destino anonimo che avvolge le cose in effimero transito attraverso la caducità. Qualcuno bussa alla mia porta per dividere il suo tempo con me e dare al mio tempo una dignità e una prospettiva che mai avrei osato sperare. Se imparo a coltivare l'attesa, a vivere il tempo sostando nella affettuosa contemplazione del Signore, come fa la Sposa, e nell'operoso ascolto dello Spirito, che risveglia le membra intorpidite dall'ombra della morte, posso fare ben più che sopravvivere alla paura e fronteggiare l'angoscia. Posso vegliare su ciò che ho di più prezioso, custodendo i valori che ho già imparato ad apprezzare, arricchendo i talenti che mi sono stati affidati.





Preghiamo



Tu sai Signore e Padre mio, che voglio abbandonare a te la mia vita e la mia morte, come Gesù.

Ma tu sei la purezza assoluta, la luce che illumina ogni angolo oscuro del mio cuore, ogni angolo che non si apre a te nella vigilanza, che resta prigioniero del tempo e della frustrazione.

Così dopo la morte, mi darai ancora qualche altro misterioso tempo diverso da quello terreno per realizzare in me, pienamente, il nome nuovo che da sempre mi hai dato, la condizione di figlio che sola mi permetterà di chiamarti - guardandoti negli occhi - "Padre".



(Carlo Maria Martini – Sto alla porta)
ulisseitaca
00sabato 22 marzo 2014 09:19

Cambiare per amore

22.03.2014

Is 6,8-13; Sal 25 (26); Eb 4,4-12; Mc 6,1b-5



Infatti la Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)



Lasciare spazio a Dio può essere doloroso, va detto. Lasciarlo entrare può significare andare a toccare i punti più nascosti e acuti di noi stessi. Permettergli di raggiungerci nel punto in cui anima e spirito si toccano, può fare anche male. Ma – dice la lettera agli Ebrei – questo permette di fare chiarezza, questo può davvero rendere veri, e consentirci di andare in contro al mondo e agli altri e a noi stessi con verità e trasparenza. Dio opera un discernimento in noi, fa emergere chi siamo e perché siamo. Non c’è in noi questo originario desiderio di verità e fedeltà a noi stessi? Non c’è questo amore per quella trasparenza che fa di ognuno di noi delle creature uniche e meravigliose, capaci di interpretare il proprio posto nella storia e nel mondo?





Preghiamo



Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,

intendi da lontano i miei pensieri,

osservi il mio cammino e il mio riposo,

ti sono note tutte le mie vie.

La mia parola non è ancora sulla lingua

ed ecco, Signore, già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi

e poni su di me al tua mano.

(dal Salmo 139)
ulisseitaca
00domenica 23 marzo 2014 11:29

Dio ama stare con gli uomini

23.03.2014

DOMENICA III DI QUARESIMA



Es 34,1-10; Sal 105 (106); Gal 3,6-14; Gv 8,31-59



Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: “Maledetto chi è appeso al legno”, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito. (Gal 3,13-14)

Se il cammino della vita cristiana è faticoso, è nello stesso tempo anche libero e liberante. Non siamo schiavi di norme da seguire o di leggi da rispettare: siamo piuttosto messi di fronte alla consapevole e meravigliosa possibilità di scegliere una Via, la Via che salva, Via che è una persona, Via che racconta di una decisione di amore sino alla fine, capace di consegnare tutto, e tutto di sé. Ciò che ci toglie dalla schiavitù della Legge non è la tenacia delle nostre decisioni, né la radicalità della nostra fedeltà; è piuttosto l’adesione ad un amore, la cura per il legame con una persona, la fede appoggiata a quel suo progetto, l’accoglienza di una benedizione che ci precede, la disponibilità stupita e festosa al dono dello Spirito che invade la storia. Etica e morale allora saranno festa, e mai oscuro e vuoto dovere.



Preghiamo



Dico a chi si vanta: “Non vantatevi!”,

e ai malvagi: “Non alzate la fronte!”.

Non alzate la fronte contro il cielo,

non parlate con aria insolente.

Né dall’oriente né dall’occidente

né dal deserto viene l’esaltazione,

perché Dio è giudice:

è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro.

(dal Salmo 75)



Impegno settimanale


Nell’incontro quotidiano con i fratelli, cerco di avere per loro una parola o un gesto di autentica speranza.
ulisseitaca
00lunedì 24 marzo 2014 10:09

Dio ama stare con gli uomini

24.03.2014

Gen 17,9-16; Sal 118 (119),57-64; Pr 8,12-21; Mt 6,7-15



Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. (Pr 8,12-13)



Forse siamo troppo tiepidi di fronte al male. Forse rischiamo ogni giorno di lasciare spazio ad assuefazione o a timida accettazione di ciò che fa male all’umanità e al mondo. Forse potremmo alzare la voce qualche volta in più, ribellarci all’ingiustizia con più coraggio, e manifestare con più chiarezza la nostra indignazione. Il male deve conoscere la nostra opposizione, le strutture di peccato non devono avere la nostra copertura, né contare sulla nostra colpevole indifferenza. A volte prevalgono paura, insicurezza, o anche interesse personale: e il mondo può così continuare più speditamente la sua corsa lontano dal luminoso disegno di Dio. Anche con il nostro contributo d’omissione…





Preghiamo



Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,

detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.

Lontano da me il cuore perverso,

il malvagio non lo voglio conoscere.

Chi calunnia in segreto il suo prossimo

io lo ridurrò al silenzio;

chi ha occhio altero e cuore superbo

non lo potrò sopportare.

(dal Salmo 101)
ulisseitaca
00martedì 25 marzo 2014 16:50

Dio ama stare con gli uomini

25.03.2014

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE



Is 7,10-14; Sal 39 (40); Eb 10,4-10; Lc 1,26b-38



Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”. (Eb 10, 5-7)



Come accade per Gesù, il Figlio fattosi uomo; come accade per Maria, che mette la sua vita nelle mani di Dio e della sua volontà; così anche per noi accada di riconoscere le vie attraverso le quali offrire la vita per il meraviglioso disegno di Dio. È la nostra vita, il nostro corpo, sono i nostri giorni e le nostre energie ciò con cui possiamo rispondere e corrispondere alle attese di Dio. Forse – e soprattutto in Quaresima – ci può accadere di pensare che qualche piccolo gesto o “sacrificio” possa risolvere la questione della nostra dedizione a Dio… Semmai le nostre rinunce possono essere un segno visibile e concreto di un desiderio più ampio e totalizzante di mettere la vita nelle mani di Dio e compiere la sua volontà.



Preghiamo



Allora ho detto: “Ecco io vengo.

Nel rotolo del libro su di me è scritto

di fare la tua volontà:

mio Dio, questo io desidero;

la tua legge è nel mio intimo”.

Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;

vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

(dal Salmo 40)
ulisseitaca
00mercoledì 26 marzo 2014 08:31

Dio ama stare con gli uomini

26.03.2014

Gen 21,7-21; Sal 118 (119),73-80; Pr 10,28-32; Mt 6,19-24



La bocca del giusto espande sapienza, la lingua perversa sarà tagliata. Le labbra del giusto conoscono benevolenza, la bocca degli empi cose perverse. (Pr 10,31-32)


Attraverso il nostro linguaggio, i nostri discorsi, gli aspetti che sottolineiamo e facciamo risaltare con le nostre parole, noi possiamo allargare lo spazio di luce di questo mondo o incupirlo tristemente. Possiamo esprimere benevolenza e illuminare le cose buone di questo mondo, oppure possiamo gettare fango e ombra ed esprimere malevolenza, lamentela, accusa. Ciò che diciamo non è mai innocuo; i giudizi che esprimiamo non sono mai senza conseguenze; gli argomenti su cui torniamo spesso e costringiamo altri ad ascoltare non sono mai neutri: possono appesantire o possono alleggerire e liberare l’animo di chi ci ascolta. Essere attenti alle parole che da noi escono non sarà uno scrupolo eccessivo.





Preghiamo



Sta’ lontano dal male e fa’ il bene

e avrai sempre una casa.

Perché il Signore ama il diritto

e non abbandona i suoi fedeli.

La bocca del giusto medita la sapienza

e la sua lingua esprime il diritto;

la legge del suo Dio è nel suo cuore:

i suoi passi non vacilleranno.

(dal Salmo 37)
ulisseitaca
00giovedì 27 marzo 2014 09:27

Dio ama stare con gli uomini

27.03.2014

Gen 25,5-6.8-11; Sal 118 (119),81-88; Pr 12,17-22; Mt 6,25-34


C’è chi chiacchierando è come una spada tagliente, ma la lingua dei saggi risana. Il labbro veritiero resta saldo per sempre, quello bugiardo per un istante solo. L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace. (Pr 12,18-20)



Anche il nostro tempo ha un gran bisogno di pacificazione, di ministri di riconciliazione, di uomini e donne capaci di medicare le ferita della storia e quelle che ci infliggiamo a vicenda con la nostra cattiveria. C’è un gran bisogno di gente che sappia seminare pace e diffondere l’amore per il vero; gente che non tema di mostrarsi per ciò che è e che si adoperi perché le tensioni vengano meno, perché si trovino vie di comunione laddove cresce l’odio; gente che creda ai segni – oggi! – del regno di Dio che viene; gente che mostri visibilmente che è possibile amare con i tratti impossibili di Dio. Non verrà altrimenti la gioia che cerchiamo.





Preghiamo



Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui;

non irritarti per chi ha successo,

per l’uomo che trama insidie.

Desisti dall’ira e deponi lo sdegno,

non irritarti: non ne verrebbe che male;

perché i malvagi saranno eliminati,

ma chi spera nel Signore avrà in eredità la terra.

I poveri avranno in eredità la terra

e godranno di una grande pace.

(dal Salmo 38)
ulisseitaca
00venerdì 28 marzo 2014 11:05

Dio ama stare con gli uomini

28.03.2014

Giorno aneucaristico



Egli non se ne sta come uno spettatore disinteressato o un giudice freddo e lontano, ma “soffre” per noi e con noi, per le nostre solitudini incapaci di amare, perché Lui ci ama. La “sofferenza” divina non è incompatibile con le perfezioni divine: è la sofferenza dell’amore che si fa carico, la “com-passione” attiva e libera, frutto di gratuità senza limiti. Sempre più, nel cammino della vita, sotto i colpi di luce del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo mi è apparso come il Dio capace di tenerezza e di pietà fino al punto da “soffrire” per i peccati del mondo. Un Dio tenero come un Padre e una Madre, che non rinnega mai i suoi figli. Un Dio umile, che manifesta la Sua onnipotenza e la Sua libertà proprio nella sua apparente debolezza di fronte al male. Un Dio che per amore accetta di subire il peso del nostro peccato e del dolore che esso introduce nel mondo. Proprio così, però, nella morte di Gesù sulla croce, Dio ci insegna a trarre il bene dal male, la vita dalla morte. Appare allora contraddittorio il nostro continuo voler essere gratificati da tutti e da tutto, a cominciare da Dio, mentre lo contempliamo crocifisso. Come vorrei che tutti a questo punto capissero che il mistero di un Dio morto e risorto è la chiave dell’esistenza umana e il succo del Vangelo e della nostra fede!



Preghiamo

Signore Gesù, Tu sai come io avverto la fatica della condizione umana, il peso dell’ingiustizia e della fragilità, dell’inadeguatezza e della paura di amare: grazie per essermi venuto incontro nella Tua Parola e nei Sacramenti; grazie per avermi accolto con Te nel cuore del Padre, attirandomi nello Spirito a vivere il deserto fecondo della preghiera dove parli al cuore del mio cuore.

Nell’ora del dolore e della prova donami la certezza di non essere solo, ma di saperTi e volerTi vicino, per vivere con Te la mia offerta nella sequela umile e fiduciosa di Te.

(Carlo Maria Martini – Parlo al tuo cuore)
ulisseitaca
00sabato 29 marzo 2014 09:45

Dio ama stare con gli uomini

29.03.2014

Ez 36,16-17a.22-28; Sal 105 (106); 2Cor 6,14b-7,1; Mc 6,6b-13



Quale rapporto può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar? (2 Cor 6,14b-15a)



Ormai al cuore di questo tempo di Quaresima, ci viene chiesto – ancora una volta! – di decidere con chi vogliamo stare, in quale direzione vogliamo sospingere i nostri passi. Dobbiamo disporci, di nuovo, a prendere posizione, abbandonando l’accomodante perenne tentennamento e quel facile ondeggiare da una parte e dall’altra per non scontentare nessuno e garantirci una collocazione tiepida e inevitabilmente priva di responsabilità. Essere “una canna sbattuta dal vento” non corrisponde all’Evangelo di Gesù. Ma quale strano rapporto pensiamo mai di poter stabilire, noi, tra Dio e l’ingiustizia, tra il suo amore e l’agire incattivito e ostile, tra la sua bellezza e l’immoralità di tante nostre scelte?





Preghiamo



Non resterà lo scettro dei malvagi

sull’eredità dei giusti,

perché i giusti non tendano le mani

a compiere il male.

Sii buono, Signore, con i buoni

e con i retti di cuore.

Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi

il Signore li associ ai malfattori.

Pace su Israele!

(dal Salmo 125)
ulisseitaca
00domenica 30 marzo 2014 08:10

Desiderio di cambiamento

30.03.2014

DOMENICA IV DI QUARESIMA



Es 34,27-35,1; Sal 35 (36); 2Cor 3,7-18; Gv 9,1-38b



Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. (2 Cor 3,17-18)

Se davvero conoscessimo con chiarezza il volto disegnato in noi dallo Spirito di Dio…! Se potessimo vederci per la bellezza che in noi semina la presenza del Signore…! Siamo belli e siamo liberi! Possiamo muoverci nel mondo consapevoli del dono posto nelle nostre mani, del tesoro che rappresentiamo per Dio, dell’investimento coraggioso e festoso che Dio ha fatto su noi. Lasciamo il viso scoperto, non permettiamo che venga coperta l’immagine di letizia che rappresentiamo per Dio. Non permettiamo che si offuschi la luce che portiamo dentro. E proviamo anche a guardare ogni altro figlio di Dio per la bellezza che ha in sé e per i segni che lo Spirito vi lascia impressi. E muoviamoci nel mondo senza paura e a testa alta, con la gioia della libertà donataci da colui che ci è Padre.



Preghiamo



Liete parole mi sgorgano dal cuore:

io proclamo al re il mio poema,

la mia lingua è come stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,

sulle tue labbra è diffusa la grazia,

perciò Dio ti ha benedetto per sempre.

O prode, cingiti al fianco la spada,

tua gloria e tuo vanto,

e avanza trionfante.

(dal Salmo 45)
ulisseitaca
00martedì 1 aprile 2014 09:30

Desiderio di cambiamento

1.04.2014

Gen 25,27-34; Sal 118 (119),97-104; Pr 23,29-32; Mt 7,6-12



Non guardare il vino come rosseggia, come scintilla nella coppa e come scorre morbidamente; finirà per morderti come un serpente e pungerti come una vipera. (Pr 23,31-32)



Tante cose scintillano davanti ai nostri occhi, rapiscono il nostro sguardo, muovono il nostro desiderio. E rischiamo così spesso di considerare indispensabili per la nostra gioia cose o situazioni appariscenti e che magari ci vengono presentate come via per una vita riuscita, o simbolo di un successo evidente. Non abbandoniamo la lungimiranza, la saggezza di chi ha visto e udito e toccato con mano cosa dà senso alla vita e cosa no. Riorientiamo il nostro cammino, riconsideriamo le priorità, le cose preziose dei nostri giorni, e non lasciamoci irretire da chiunque metta in campo qualche scintillio morbido e rosso come il vino di cui parla l’autore del libro dei Proverbi. Cauteliamoci dalla delusione e dal non-senso: chiediamo e cerchiamo le cose buone, quelle che il Padre è disposto a donarci.





Preghiamo



Signore, non si esalta il mio cuore

né i miei occhi guardano in alto;

non vado cercando cose grandi

né meraviglie più alte di me.

Io invece resto quieto e sereno:

come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,

come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.

Israele attenda il Signore,

da ora e per sempre.

(dal Salmo 131)
ulisseitaca
00giovedì 3 aprile 2014 09:42

Desiderio di cambiamento

3.04.2014

Gen 35,9-20.22b-26; Sal 118 (119),113-120; Pr 25,1; 27,9-11a; Mt 7,21-29



Profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell’amico addolcisce l’animo. Non abbandonare il tuo amico né quello di tuo padre, non entrare nella casa di tuo fratello nel giorno della tua disgrazia. Meglio un amico vicino che un fratello lontano. (Pr 27,9-10)



Di fronte a Dio che si fa così vicino, che ci chiama amici, che pianta la sua tenda fra noi e viene a condividere ogni cosa della nostra storia, perché mai noi facciamo tanta fatica a camminare insieme? Perché mai noi, spesso, preferiamo chiuderci nelle nostre fragili certezze piuttosto che intraprendere la via in compagnia di qualcuno? La vita delle nostre comunità forse non manca di collaborazione; più spesso manca di comunione, di amicizia, di fede condivisa e di quel vivo desiderio di costruire percorsi che ci aiutino a crescere insieme nel Signore, e a realizzare con Lui qualcosa del suo regno.





Preghiamo



Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera,

non nasconderti di fronte alla mia supplica…

Se mi avesse insultato un nemico,

l’avrei sopportato;

se fosse insorto contro di me un avversario,

da lui mi sarei nascosto.

Ma tu, mio compagno,

mio intimo amico,

legato a me da dolce confidenza!

Camminavamo concordi verso la casa di Dio…

Ma io, Signore, in te confido.

(dal Salmo 55)
ulisseitaca
00venerdì 4 aprile 2014 09:06

Desiderio di cambiamento

4.04.2014

Giorno aneucaristico



Nella sua dolorosissima agonia Gesù ci insegna a essere figli: lo fa anzitutto assumendo su di sé l’angoscia che il cuore umano prova davanti alla morte. Gesù non ritorce questa angoscia contro il Padre, quasi facendogli colpa di avergli dato quella vita che ora precipita verso il baratro. Il Padre non è la controparte verso cui lanciare il rancore del rifiuto ; è, invece, il confidente a cui rivolgere l’invocazione estrema, fidandosi senza riserve del suo disegno, per quanto oscuro e misterioso. La parola della confidenza e della tenerezza, l'appellativo “Abbà” che l’ebreo usava nella quotidianità di un rapporto di affidamento al proprio padre terreno, diventa l’espressione dell’esperienza filiale che Gesù vive e di cui ci rende partecipi al di là di ogni nostra possibilità.



(Carlo Maria Martini – Ritorno al Padre di tutti)





Preghiamo



Giubilate, o cieli, rallégrati, o terra,

gridate di gioia, o monti,

perché il Signoreconsola il suo popolo

e ha misericordia dei suoi poveri.

Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato,

il Signore mi ha dimenticato".

Si dimentica forse una donna del suo bambino,

così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

Anche se costoro si dimenticassero,

io invece non ti dimenticherò mai.

Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato,

le tue mura sono sempre davanti a me.



(Is 49, 13-16)
ulisseitaca
00sabato 5 aprile 2014 10:38

Desiderio di cambiamento

5.04.2014

Gl 3,1-5; Sal 88 (89); Rm 8,12-17b; Mt 19,13-15



Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo “Abbà! Padre!”. (Rm 8,14-15)


Ancora una volta la Parola di Dio ci ricorda il dono seminato in noi, la bellezza che ci abita dentro, e le meravigliose possibilità che stanno nella nostra condizione di eletti, di scelti, di accolti nella famiglia dei figli di Dio. Abbandoniamo ogni paura nei confronti di Dio, ed ogni paura di sbagliare, di essere continuamente pesati e analizzati dalla severità di Dio; e lasciamoci invece pervadere dalla gioia di poter agire e scegliere in suo nome, di poterlo chiamare Padre nella comunità dei fratelli, di poterci muovere nel mondo amati e liberi, responsabili di noi stessi e illuminati nella nostra coscienza dalla partecipazione alla vita di Dio. E volgiamo gioiosamente lo sguardo attorno, leggendo nel volto di ogni uomo e donna i tratti a noi familiari della paternità di Dio.





Preghiamo



Il Signore è il tuo custode,

il Signore è la tua ombra

e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole,

né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male:

egli custodirà la tua vita.

Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,

da ora e per sempre.

(dal Salmo 121)
ulisseitaca
00domenica 6 aprile 2014 10:11

Camminare nella santità

6.04.2014

DOMENICA V DI QUARESIMA



Es 14,15-31; Sal 105 (106); Ef 2,4-10; Gv 11,1-53



Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. (Ef 2,4-5)

Celebriamo la gioia del cambiamento che Dio sa operare in noi. Da quando abbiamo conosciuto consapevolmente la grazia di Dio per noi, il suo amore largamente e definitivamente donato nella vita di Gesù, non possiamo più essere gli stessi. La fede apre alla gioia di sperimentare la conversione; e tale novità muove la gratitudine. Perché riconoscersi salvati non deriva da un merito, non è acquisizione personale, non è conquista personale: è grazia che ci ha toccati, è la mano di Dio che ci ha raggiunti. Lontani da ogni superbia, lasciamo che il cuore si allarghi in un canto riconoscente e commosso: ci è stata data vita, siamo nuovi, ed è dono!





Preghiamo



Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto

La vittoria del nostro Dio.



(dal Salmo 98)
ulisseitaca
00lunedì 7 aprile 2014 10:26

Camminare nella santità

7.04.2014



Gen 37,2a-b; 39,1-6b; Sal 118 (119),121-128; Pr 27,23-27b; Mc 8,27-33



Figlio mio, preoccupati dello stato del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie, perché le ricchezze non sono eterne e una corona non dura per sempre. Tolto il fieno, ricresce l’erba nuova e si raccolgono i foraggi sui monti. (Pr 27,23-25)



Il libro dei Proverbi, sempre così carico di indicazioni e suggerimenti, si spinge anche ad invitare a prendersi cura di ciò che è proprio, perché possa essere valorizzato in tutte le sue possibilità. Nessuna superficialità, nessuna avventatezza, nessuna presunzione: l’attenzione per le cose e per i doni posti nelle nostre mani è responsabilità da non evadere, perché ne va del futuro di sé, di altri, e del senso del proprio impegno. Non trascurare questa cura per i doni di Dio ci colloca in armonia con il creato, e con Dio stesso, e consente il continuo “ricrescere” dei segni di bellezza di questo mondo. La gratitudine chiede impegno e responsabilità, ogni giorno.



Preghiamo



Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,

perché il suo amore è per sempre.

Ci ha liberati dai nostri avversari,

perché il suo amore è per sempre.

Egli dà il cibo ad ogni vivente,

perché il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Dio del cielo,

perché il suo amore è per sempre.

(dal Salmo 136)
ulisseitaca
00martedì 8 aprile 2014 10:35

Camminare nella santità

8.04.2014


Gen 45,2-20; Sal 118 (119),129-136; Pr 28,2-6; Gv 6,63b-71



Quelli che trasgrediscono la legge lodano il malvagio, quelli che la osservano gli si mettono contro. I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto. (Pr 28,4-5)



Il nostro tempo conosce troppa omertà; di fronte al male rimane un silenzio intimidito, o forse indifferente, magari persino compiaciuto. Ci sono mali che trovano spazio e risonanza senza che cresca quella sana ed evangelica indignazione che anche Gesù ci ha mostrato. Gli apostoli e tanti tra i primi cristiani erano noti per la loro “parresia”, il loro coraggio di chiamare male il male e promuovere il bene come tale, senza timidezza e senza connivenze accomodanti. Il regno di Dio chiede anche di sapersi metter contro, per non diventare né complici né silenti sostenitori di ciò che al regno di Dio non appartiene, anzi lo ritarda e lo frena. Perché così spesso preferiamo non sia disturbata la nostra quiete e la nostra favorevole immagine presso gli altri, anche a costo di tacere di fronte al male?




Preghiamo



Se tu, Dio, uccidessi i malvagi!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari!
Essi parlano contro di te con inganno,
contro di te si alzano invano.
Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano!
Quanto detesto quelli che si oppongono a te!
Li odio con odio implacabile,
li considero miei nemici.
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri.
(dal Salmo 139)
ulisseitaca
00mercoledì 9 aprile 2014 10:20

Camminare nella santità

9.04.2014



Gen 49,1-28; Sal 118 (119),137-144; Pr 30,1a.2-9; Lc 18,31-34





Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo. (Pr 30,5-6)



La Parola di Dio merita cura e attenzione, una custodia devota e appassionata: guida a trovare e ritrovare la via; si fa rifugio nei momenti di fatica o stanchezza; orienta nella confusione. La sua Parola è calibrata per me, è calibrata per noi; parla a ciascuno per ciò di cui ha bisogno. La sua Parola è udibile dalle nostre orecchie e dal nostro cuore, ma non è disponibile alle nostre manipolazioni, alle nostre aggiunte, glosse e variazioni. La Parola ha la sua purezza. Cerchiamo sempre, con passione e festa, le sue parole per noi, prendiamocene cura, diamone risalto come quanto abbiamo di più prezioso. E ci sia ogni giorno spazio per interrogarci a questa luce preziosa.




Preghiamo



“Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,
ecco, mi alzerò – dice il Signore - ;
metterò in salvo chi è disprezzato”.
Le parole del Signore sono parole pure,
argento separato dalle scorie nel crogiuolo,
raffinato sette volte.
Tu, Signore, le manterrai,
ci proteggerai da questa gente, per sempre.
(dal Salmo 12)
ulisseitaca
00giovedì 10 aprile 2014 13:49

Camminare nella santità

10.04.2014


Gen 50,16-26; Sal 118 (119),145-152; Pr 31,1.10-15.26-31; Gv 7,43-53



Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città. (Pr 31,30-31)



Pur dentro una storia segnata da tanta esclusione del genio e della grazia femminile, il saggio del libro dei Proverbi conclude la sua lunga raccolta di indicazioni ed istruzione con l’elogio della donna che sa vivere in comunione con Dio e che si adopera per il bene di altri con generosità e competenza. Anche dentro la nostra storia di Chiesa dobbiamo continuare ad interrogarci sullo spazio dato alle donne, e domandare che lo Spirito ci guidi a riconoscere a quali passi ci invita ancora. Ognuno di noi – uomo o donna che sia – ha donne per le quali dirsi riconoscente: per quanto hanno accompagnato a conoscere il Signore e per quanto hanno donato di loro stesse.




Preghiamo



Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Gli abitanti di Tiro portano doni,
i più ricchi del popolo cercano il tuo favore.
(dal Salmo 45)
ulisseitaca
00venerdì 11 aprile 2014 09:57

Camminare nella santità

11.04.2014

Giorno aneucaristico




Ripartire da Dio vuol dire sapere che noi non lo vediamo, ma lo crediamo e lo cerchiamo così come la notte cerca l’aurora. Vuol dunque dire vivere per sé e contagiare altri dell’inquietudine santa di una ricerca senza sosta del volto nascosto del Padre. Come Paolo fece coi Galati e coi Romani, così anche noi dobbiamo denunciare ai nostri contemporanei la miopia del contentarsi di tutto ciò che è meno di Dio, di tutto quanto può divenire idolo. Dio è più grande del nostro cuore, Dio sta oltre la notte.
Egli è nel silenzio che ci turba davanti alla morte e alla fine di ogni grandezza umana; Egli è nel bisogno di giustizia e di amore che ci portiamo dentro; Egli è il Mistero santo che viene incontro alla nostalgia del Totalmente Altro, nostalgia di perfetta e consumata giustizia, di riconciliazione, di pace.



Preghiamo



Signore, nella tua debolezza e solitudine Tu sei la nostra forza. Tu sei il risorto, Tu cammini in mezzo a noi dando vita e speranza. Tu non deludi coloro che si appoggiano a Te e credono al primato del tuo amore. Tu ci inviti a ripartire da Te, a ripartire dalla proclamazione del primato del Padre tuo, a rifarci a quelle cose essenziali da cui deriva ogni nostra forza e gioia. Nutrici, o Signore, col tuo pane. Nutrici con quelle cose che danno senso alla nostra vita, fa' che nella contemplazione di Te nel tuo vangelo noi attingiamo coraggio per riprendere il nostro cammino verso la fine del secondo millennio, incontro al mistero di Dio.


(Carlo Maria Martini – Ripartiamo da Dio)
ulisseitaca
00sabato 12 aprile 2014 09:27

Camminare nella santità

12.04.2014

SABATO “IN TRADITIONE SYMBOLI”



Dt 6,4-9; Sal 77 (78); Ef 6,10-19; Mt 11,25-30



In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo. (Ef 6,18-19)



Cresca tra noi la comunione della preghiera e dell’invocazione dello Spirito, perché ci sia consentito di avere una parola capace di corrispondere alle attese di Dio e far risuonare il suo nome. Siamo noi i “santi”, quelli che conoscono la via della salvezza che ci è stata rivelata in Gesù; e ci è necessario continuare – insieme! - a cercare il manifestarsi di Dio nei nostri giorni, perché possiamo trasmettere non qualcosa di nostro, ma la Buona Notizia che è lui, e la gioia del suo regno che viene ed è già presente in mezzo a noi. In questo sabato della “tradizione della fede”, diciamoci grati per l’immeritato dono della fede, e disponibili all’annuncio di tale grazia, Evangelo per ognuno.




Preghiamo



Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse la labbra, Signore, tu lo sai.
Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho celato il tuo amore
e la tua fedeltà alla grande assemblea.
(dal Salmo 40)
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