Preghiera e pensiero di oggi

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ulisseitaca
00lunedì 9 dicembre 2013 07:55

Ecco a te viene il tuo re

Immacolata Concezione di Maria

9.12.2013

Gen 3,9a.11b-15.20; Sal 97 (98); Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-28



«In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità». (Ef 1,4)



Nella festa dell’Immacolata la liturgia ci propone questo passo della lettera agli Efesini che apre a noi orizzonti di santità. A metà cammino di Avvento contempliamo Maria che attua il desiderio grande di Dio: donare al mondo suo figlio Gesù. Ciascuno di noi è stato eletto prima della creazione del mondo, per essere santo e immacolato. Èla comune vocazione alla santità a cui tutti siamo chiamati e invitati a rispondere, come ha fatto Maria, con un sì. Una così piccola risposta che Maria ha saputo dare a Dio è stata capace di beneficare tutta l’umanità. Ciò che si è realizzato in Maria attende oggi il realizzarsi in ciascuno di noi attraverso il dono del battesimo. Dono e chiamata che ci proietta nell’avventura della costruzione di un mondo secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà, cioè nella direzione dell’amore. Maria, tutta santa e Immacolata perché si è donata a Dio, ci aiuti ad aprirci alla gioia di seguire il Signore come ha fatto lei, attraverso l’umile sì detto ogni giorno, senza paure e senza calcoli.





Preghiera



Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

(dal Sal 97)
ulisseitaca
00martedì 10 dicembre 2013 09:42

Ecco a te viene il tuo re

10.12.2013

Ez 16,1.3a-3b.44-47.57b-63; Sal 79 (80); Os 1,6-2,2; Mt 19,23-30





«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà la vita eterna». (Mt 19,29)



Per capire il brano di Vangelo di oggi dobbiamo conoscere il brano precedente (Mt 19,16-22) relativo alla chiamata del tale comunemente riferito a un giovane ricco. Questo giovane aveva chiesto a Gesù cosa doveva fare di buono per avere la vita eterna. Gesù risponde al giovane e a tutti i suoi discepoli cambiando la prospettiva della richiesta: bisogna lasciare quanto si possiede per avere. E questa sembra una condizione impossibile. Una persona ricca di sé, che edifica tutto a sua misura non può passare per la via stretta della verità che Dio gli offre. Invece il ricco di Dio, proprio perché è arricchito da Lui, sa rinunciare alle realtà del mondo per essere in grado di ricevere da Dio tutte le ricchezze che solo Lui gli può dare. Dobbiamo, dunque, impegnarci ad essere ricchi secondo una ricchezza vera e non vana e apparente.

Anche Lutero, in una sua predica, disse: “Senza la rinuncia alle cose, non si ottiene nulla”.

Ognuno chieda a se stesso: come avviene nella mia vita l’abbandono di quanto possiedo? Cosa ho già ricevuto in cambio?



Preghiera



Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,

sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,

facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

(dal Sal 79)
ulisseitaca
00mercoledì 11 dicembre 2013 06:53

Ecco a te viene il tuo re
11.12.2013

Ez 18,1-9; Sal 78 (79); Os 2,16-19; Mt 21,10-17



«Se non opprime alcuno, restituisce il pegno al debitore, non commette rapina, divide il pane con l’affamato e copre di vesti chi è nudo, se non presta denaro a usura e non esige interesse, desiste dall’iniquità e pronuncia retto giudizio fra un uomo e un altro… egli è giusto ed egli vivrà». (Ez 18,7-8.9b)



Dio, autore della vita, non può non volere in noi l’esaltazione della vita. In questo cammino di avvento, la Parola di Dio sia per noi il soffio vitale che ci aiuta a percorrere le strade del mondo.

Attraverso le parole di Ezechiele, Dio ci invita a portare più a fondo il nostro impegno di giustizia, di rispetto per l’altro, di perdono e di benevolenza, in sostanza di intensificare e approfondire la vita nel percorrere strade buone che conducono all’incontro con i fratelli sparsi nel mondo. Ogni gesto di bene che compiamo è occasione di incontro, di amore e di realizzazione delle antiche profezie. Con Gesù tutto si concretizza ma tutto continua attraverso il nostro impegno, come già il salmo di oggi, ci ricorda: di generazione in generazione narreremo la tua lode. Aiutiamo la Chiesa a compiere gesti che rivelano l’amore di Dio per la salvezza del suo popolo e dell’umanità intera, affinché sappia vivere i valori e le scelte di Gesù.



Preghiera



Ci venga incontro, Signore, la tua misericordia.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:

presto ci venga incontro la tua misericordia,

perché siamo così poveri.

(dal Sal 78)
chiesadimilano
ulisseitaca
00giovedì 12 dicembre 2013 12:12

Ecco a te viene il tuo re

12.12.2013

Ez 18,1.23-32; Sal 15 (16); Os 2,20-25; Mt 21,18-22



«Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore». (Os 2,21-22)



Osea vive sulla sua pelle il dramma dell'infedeltà da parte della sua sposa che egli non cessa di amare e di ricercare quando si pente dei suoi tradimenti. è l’immagine dell’amore di Dio nei confronti del suo popolo: uno sposo che resta fedele sempre. Tutta la storia del popolo eletto è la storia di un amore nuziale. E riguarda certamente non solo il popolo, ma ogni uomo: di ogni epoca e nazione. La relazione di Dio nei confronti dell’uomo è una relazione d’amore contraddistinto dal volere il vero bene, dalla comprensione e dalla fedeltà. Anche noi, nella fedeltà dobbiamo lasciarci condurre da Lui nel deserto. è nel deserto, nel silenzio del cuore, nel distacco dalle cose vane pur vivendo nella quotidianità dei nostri impegni che il Signore parla, ama, sposa. Sulle strade del mondo che ogni giorno percorriamo proviamo a sperimentare il “deserto” togliamo da noi il chiasso, gli interessi inutili per vivere con maggiore fiducia l’amore del Signore.



Preghiera



Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto al Signore: “Il mio Signore sei tu,

solo in te è il mio bene”.

(dal Sal 15)


chiesadimilano
ulisseitaca
00venerdì 13 dicembre 2013 08:44

Ecco a te viene il tuo re

13.12.2013

Ez 35,1a;36,1-7; Sal 30 (31); Os 3,4-5; Mt 21,23-27





«“Con quale autorità fai queste cose?E chi ti ha dato questa autorità?”. Gesù rispose loro: “Anch’io vi farò una solo domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo”». (Mt 21,23b-24)



L’autorevolezza di Gesù non è scaturita dall’insegnamento degli scribi o dai grandi rabbini ma scaturisce dalla sua straordinaria capacità di vivere e di amare e dalla sua conoscenza perfetta di Dio, continuamente alimentata dalla preghiera e dalla riflessione in famiglia con Maria e Giuseppe. Anche oggi il nostro mondo, purtroppo, dimentica l’autorevolezza che deriva dall’esperienza e preferisce la “competenza” che non è sufficiente a imparare la difficile arte del vivere. Gesù è credibile perché non recita una lezione su Dio, ma parla della sua esperienza con Dio, è credibile perché non fa della sua cultura un’arma per affermare una diversità o per affermare un potere, ma la usa per condurre il popolo semplice alla presenza di Dio. Dopo duemila anni, nell’epoca in cui tutti sappiamo tutto, la parola di Gesù rimane immutata, comprensibile, perché parla al nostro cuore e ci riempie di vita. Abbiamo bisogno anche oggi della parola autorevole di Gesù, Parola che illumina il tempo così confuso che stiamo vivendo perché solo Lui ci può donare certezza e fiducia per sciogliere le complessità del mondo.



Preghiera



Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza;

io spero in te tutto il giorno.

(dal Sal 24)
ulisseitaca
00sabato 14 dicembre 2013 08:03
Ecco a te viene il tuo re

14.12.2013

Ez 35,1a;36,1a.8-15; Sal 147; Eb 9,11-22; Mt 21,28-32



«In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto». (Mt 21,31b-32a)





Anche noi oggi, come i sacerdoti e gli anziani del popolo di Israele, abbiamo l’abitudine di catalogare gli uomini in buoni o cattivi.

Gesù rivolge queste parole anche a noi che continuiamo a crederci superiori ad altri facendo sfoggio della nostra appartenenza alla Chiesa ma non sappiamo dove sia la vigna del Signore. Eppure quante volte capita di scoprire storie di persone che attraverso la misericordia del Signore si sono lasciate plasmare dalla grazia dopo una vita completamente fuori strada! Sulle strade del mondo, sulle vie che percorriamo ci sono tanti esempi di conversioni, cambiamenti, ricerche, tanti miracoli dell’amore del Signore. Persone con un passato triste e difficile, più volte usate e violentate nella loro dignità e per pochi soldi, ora rinate a una bellezza grande perché creature del Padre e che si affidano a lui, che attende con pazienza e amore. Il Signore che viene ci aiuti a non fermarci alle parole ma con coraggio ci conceda di esprimere il vangelo con la nostra vita.



Preghiera



Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
che ha fatto cielo e terra.
Non lascerà vacillare il tuo piede, …

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

(dal Sal 120)
chiesadimilano
ulisseitaca
00lunedì 16 dicembre 2013 08:29

Dare testimonianza alla luce

16.12.2013

Novena di Natale
Commemorazione dell’annuncio a Giuseppe


2 Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88 (89); Rm 4,13.16-18; Mt 1,18b-24





«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa». (Mt. 1,20)



Anche a Giuseppe viene mandato un angelo, di notte, per avvertirlo di quanto deve avvenire. È un angelo senza nome, quasi fosse un angelo minore.

L’annunciazione è già avvenuta. Ora si tratta di prenderne atto e di comportarsi di conseguenza, secondo la volontà del Signore.

Anche a noi gli angeli parlano di continuo, non in modo straordinario ma ordinario; tanti segni ci indicano ciò che è giusto fare, cioè come cercare di seguire al meglio la volontà del Signore.

Perché se il Signore è venuto una volta storicamente a “visitarci”, egli viene tutti i giorni per accompagnarci nel nostro cammino. E la nostra vita è piena di piccoli annunci di questa sua venuta.

Ecco perché non dobbiamo “temere”: il Signore è vicino e se siamo attenti, come Giuseppe, cogliamo la sua presenza e vediamo più chiaro il nostro cammino.



Preghiamo



O Signore, noi t’invochiamo, per l’interposizione “degli angeli” messaggeri della tua verità, fa' che ascoltiamo di cuore la Tua voce e custodiamo fedelmente la tua parola, per poter vivere più profondamente il tuo mistero di amore paterno. Amen.
ulisseitaca
00martedì 17 dicembre 2013 13:22

Dare testimonianza alla luce

17.12.2013

Novena di Natale - I feria prenatalizia "dell'Accolto"



Rut 1,1-14;Sal 9; Est 1,1a-1r.1-5.10a.11-12; 2,1-2.15-18; Lc 1,1-17

«Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo». (Sal 9)



Questo salmo è nello stesso tempo un salmo di supplica personale e un invito al Signore ad intervenire a favore del suo popolo. Nell’antico testamento, nel popolo ebraico, il legame fra la persona e la comunità era molto stretto: non si poteva concepire una persona al di fuori dei suoi legami con gli altri membri della comunità.

Il salmo merita di essere pregato e ricordato oggi per intero, di fronte alla situazione in cui si trova il mondo: le grandi difficoltà che troviamo a capire che cosa succede, la complessità dei problemi che ci sono da affrontare, tante volte ci lasciano spaventati e ci spingono a chiuderci in noi stessi. Il salmo ci ricorda che il Signore è Dio nostro e Dio di tutti gli uomini: non per niente diciamo “Padre nostro”. I salmi sono pregati da migliaia di anni e per migliaia di anni queste preghiere sono ritornate sempre uguali eppure esse sono sempre attuali, perché colgono la nostra umanità e ne fanno una preghiera.



Preghiamo

Tu, Signore, ci chiami ad essere perseveranti nella prova e nel buio della vita. Ci chiami ad essere costanti nell’amore e fedeli agli impegni assunti nella vita. Ci chiami a non fuggire nelle sconfitte, ma a cercare un senso a tutto ciò che avviene. Donaci la fede che ci rende capaci di far ruotare la nostra vita attorno alla promessa della Tua Fedeltà. Risveglia in noi il coraggio e il desiderio di correre verso la santità della vita. Amen.
ulisseitaca
00mercoledì 18 dicembre 2013 08:02

Dare testimonianza alla luce

18.12.2013

Novena di Natale- II feria prenatalizia “dell’Accolto”





Rut 1,15-2,3; Sal 51 (52); Est 3,8-13; 4,17i-17z; Lc 1,19-25



«Perché ti vanti del male, o prepotente? Dio è fedele ogni giorno». (Sal 51)



Questo salmo ci ricorda che il male porta alla rovina. Ci invita a tenerci lontani dal male, perché Dio farà giustizia di coloro che preferiscono la menzogna e ordiscono insidie nei confronti degli altri.

È un richiamo forte, come sono spesso le parole dei salmi, franche e non paludate, a non cadere anche noi nello stesso errore. Ci facciamo trascinare facilmente dall’ira, dal- l’antipatia, da accorgimenti furbi per primeggiare. Confidiamo nella ricchezza, nelle nostre capacità e ci dimentichiamo del Signore.

Invece la nostra difesa è Dio. La nostra difesa significa la nostra forza, la nostra roccia, il nostro riferimento sicuro. Di lui bisogna avere “timore”, cioè un atteggiamento nello stesso tempo umile e di grande fiducia.

Il Signore è fedele, non viene meno alla sua promessa nei nostri confronti, e anche noi dobbiamo essergli fedeli per avere parte della sua misericordia.



Preghiamo

Risveglia il nostro spirito, Signore, apri il libro della nostra esistenza davanti a te. Facci gustare la tua dolce presenza e facci ascoltare il mormorio dello Spirito che parla e risveglia il nostro cuore. Donaci di vivere nella costante ricerca del senso più profondo della vita e di saper discernere dove lo Spirito orienta il nostro cammino. Amen.


chiesadimilano
ulisseitaca
00giovedì 19 dicembre 2013 12:51

Dare testimonianza alla luce

19.12.2013

Novena di Natale- III feria prenatalizia “dell’Accolto”





Rut 2,4-18; Sal 102 (103); Est 5,1-8; Lc 1,39-46



«Quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quello che lo temono».

(Sal 102)



Questo salmo è un inno alla misericordia del Signore e alla grandezza delle sue opere. Il salmista riconosce nella creazione l’azione del Signore, vi riconosce la sua grandezza e la sua bontà nei confronti degli uomini.

Il Signore provvede di beni gli abitanti della terra, guarisce dalle malattie, libera gli oppressi, agisce con giustizia, si comporta con misericordia nei confronti dei colpevoli, come un padre ha pietà dei suoi figli.

La grazia di Dio sovrasta il mondo e abbraccia coloro che lo temono.

È la grandezza del Signore quella che viene celebrata qui, per invitare tutti ad elevare un inno di lode e di ringraziamento.

A questa grande benedizione collettiva cui sono chiamati gli angeli, le sue schiere e le sue opere partecipa anche l’anima del salmista. Ognuno di noi è invitato a unirsi alla benedizione dell’intero creato.



Preghiamo

Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature (dal Sal 104).



O Signore, fa che mai la nostra anima desista dal cercarti, ma sempre instancabilmente aneli a te e si ponga, silenziosa, sotto le ali della tua misericordia. Amen.
ulisseitaca
00venerdì 20 dicembre 2013 08:27

Dare testimonianza alla luce

20.12.2013

Novena di Natale- IV feria prenatalizia “dell’Accolto”

Rut 2,19-3,4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6; 8,1-2; Lc 1,57-66



«Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te!». (Rut 2,19)



La storia di Rut e di Noemi è ben conosciuta. Rut è un esempio di dedizione nei confronti della suocera che perdendo i figli, ha perso ogni avere e ogni speranza. Rut è la sua consolazione e il suo appoggio, da tutti stimata per il suo raro comportamento.

Le due donne si mantengono poveramente con il lavoro di Rut, anzi con la “spigolatura”. Secondo le regole ebraiche, i mietitori quando svolgevano il loro lavoro dovevano lasciare per terra le spighe che cadevano come avanzi. Era la parte destinata ai poveri.

Èmolto bella questa usanza con cui la comunità aveva pensato ad un modo semplice e concreto di provvedere a coloro che avevano bisogno. Oggi siamo tutti molto più ricchi, ma forse non abbiamo la stessa attenzione.

La Bibbia ci dà dei validi esempi sia di persone (Rut e Booz), sia di regole improntate alla misericordia.



Preghiamo

Ti ringraziamo Signore perché ci hai fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà della vita, ci hai liberato da tante illusioni, quello che siamo e quello che abbiamo non ci appartiene, è un tuo dono. Abbiamo scoperto che cosa vuol dire "dipendere" e aver bisogno degli altri e di Te. Abbiamo provato la solitudine, l'angoscia, la disperazione, ma anche l'affetto, l'amore, l'amicizia. Apri il nostro cuore alle necessità del nostro prossimo e alla tua misericordia. Amen.
ulisseitaca
00sabato 21 dicembre 2013 10:16

Dare testimonianza alla luce

21.12.2013

Novena di Natale - V feria prenatalizia “dell’Accolto”

Rut 3,8-18; Sal 106 (107); Est 8,3-7a. 8-12; Lc 1,67-80



«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo». (Lc 1,68)



Il Benedictus è il canto di Zaccaria, padre di Giovanni. Egli riprende la parola che aveva perduta per la poca fede e benedice il Signore; comprende che qualcosa di grande è accaduto e “profetizza”, dice il vangelo.

Chiaramente non può che essere lo Spirito Santo a ispirargli delle parole che vanno al di là della sua conoscenza e che manifestano la grandezza dell’evento.

È la speranza di un popolo che sta per realizzarsi: Dio ha visitato il suo popolo. Dopo tanto tempo che Dio non parlava più attraverso i profeti, ora si è di nuovo manifestato al suo popolo. È un grande momento: una lunga attesa sta per concludersi, la salvezza sperata è arrivata.

Il bambino che è nato è solo la premessa di quello che sta per accadere. Ora verrà un sole dall’alto per illuminare le nostre tenebre, per rimetterci i peccati e per darci la conoscenza della salvezza.

Questo messaggio è sempre valido; lo Spirito Santo, attraverso Zaccaria, ha parlato anche a noi oggi.



Preghiamo

Fa' o Signore, che in questo tempo di preparazione al Natale siamo capaci di sentirci “visitati” dalla tua presenza silenziosa e discreta. A chi si sente tanto fragile e povero dona la forza e la ricchezza della tua carità. Amen.
ulisseitaca
00domenica 22 dicembre 2013 09:07

Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

22.12.2013

Domenica dell’incarnazione

Novena di Natale

Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a



«Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo,… innalzate un vessillo per i popoli». (Is 62, 10)



Nel capitolo 62 di Isaia, il Signore è tornato a parlare al suo popolo, ad assicurare che la città santa non sarà più abbandonata ma sposata, che si vedrà la sua giustizia fra i popoli, che sarà sicura nelle sue solide mura vigilate da sentinelle, fa questa strana richiesta al suo popolo. La fa perché possa nascere una vera comunità e la fa usando verbi imperativi, che non ammettono titubanze o deroghe. Passate per le porte, cioè uscite da voi stessi, sgombrate la via al popolo, spianate la strada, liberatela dalle pietre cioè rimuovete tutto ciò che vi divide dagli altri che non sono nella città ma stanno arrivando. Rimuovete l’indifferenza, rimuovete i pregiudizi verso di loro. Siate accoglienti cioè siate capaci innanzitutto di ascoltare Dio e ascoltare i fatti della vostra vita, i segni che Dio, in molti modi, vi consegna. Poi siate capaci di riflettere su quel che vi accade, sulle difficoltà degli altri e infine siate fiduciosi in Dio e decisi in ciò che fate. Solo così diventerete “un vessillo per i popoli” un segno dell’amore di Dio che tutti possono vedere e comprendere.



Preghiamo

Signore, volgi il mio cuore verso di Te: fa' che più non ascolti il frastuono delle inutili voci, che io più non mi incurvi sotto il peso di ingombranti pensieri. Fa’ che Ti adori nella profondità del mio essere dove tu sei sempre con me, dove Ti amo e Ti adoro.

(Murray Rogers, Un giorno, una parola)





Impegno Settimanale

Metterò in pratica con un gesto di carità le cose che ho “imparato”.
ulisseitaca
00domenica 22 dicembre 2013 21:46

Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

23.12.2013

Novena di Natale - VI feria prenatalizia “dell’Accolto”





Rut 4,8-22; Sal 77 (78); Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5



«Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fu nutrice. E le vicine gli cercavano un nome e dicevano: È nato un figlio a Noemi!». (Rut 4,16)



La fatica del generare esplode nella gioia di una vita nuova; poi segue la fatica dell’educare o del prendersi cura di chi in famiglia è “piccolo” per età (il bambino) o per bisogno (l’anziano o il famigliare in difficoltà). Questi “piccoli”, il nostro prossimo più prossimo, chiedono ascolto dentro una vita famigliare, condizionata da ritmi che erodono il tempo e il desiderio di aver cura dei propri affetti, come si vorrebbe. Noemi è l’immagine felice di una donna che dopo la sofferenza, ritrova la famiglia nell’immagine di un bimbo, segno di un nuovo inizio. La sua vicenda attesta che, nonostante una condizione esistenziale segnata da limiti e da difficoltà, è possibile perseverare nel bene, coltivare la mitezza che apre ad una reciproca accoglienza delle diversità tra generazioni e condividere gioie e fatiche al di là dei ruoli assunti nella famiglia e, dentro questa esperienza, scoprire la presenza nascosta di Dio.



Preghiamo

La nostra casa affidiamo a Te, o Dio: fa' che possiamo abitarla sempre meno indegnamente e custodirvi il fuoco sacro ed accogliere fino all’estremo il fratello, lo straniero, il pellegrino, lo smarrito, l’amico ed il contrario.

(Sorella Maria di Campello)
ulisseitaca
00giovedì 26 dicembre 2013 08:27

Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

26.12.2013

II giorno dell’ottava di Natale - Santo Stefano, primo martire





At 6,8-7,2a; 7,51-8,4; Sal 30 (31); 2Tm 3,16-4,8; Mt 17,24-27 oppure Gv 15,18-22



«In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui». (At 8,1-2)



In un clima di stridente contrasto con l’atmosfera del Natale, in mezzo al timore delle persecuzioni, nella dispersione e nella fuga generale, ci sono uomini che non esitano a mettere in pericolo la loro vita pur di dare a Stefano una degna sepoltura. È un gesto di delicatezza estrema tributato al corpo di un defunto, quello che per la Chiesa sarebbe diventato una delle opere di misericordia. Eppure, nel Vangelo (Mt 25,31-46) non si cita questa settima opera, è stata aggiunta all’elenco in un momento successivo, quasi a significare che ciascuno di noi è chiamato a leggere i segni dei tempi che attraversiamo, a porsi in atteggiamento di ascolto e ad inventare, con la fantasia della carità, i gesti necessari a rispondere alle richieste dei fratelli che soffrono.



Preghiamo

Padre, poiché ti è gradito il sacrificio di opere giuste e ti inebri al profumo della fraterna misericordia, donaci un cuore generoso.

(D.M. Turoldo- Ravasi, I salmi)

ulisseitaca
00venerdì 27 dicembre 2013 07:07

Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

27.12.2013

III giorno dell’ottava di Natale - S. Giovanni, apostolo ed evangelista





1Gv 1,1-10; Sal 96 (97); Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24



«Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena». (1Gv 1,3-4)



La parola comunione è una delle più usate all’interno delle nostre comunità e, come capita alle parole di uso frequente, spesso si logora e si usura fino a smarrirne il significato più autentico. Occorre ritornare alla sorgente della comunione: essa è innanzitutto una condizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, un attributo della Trinità, un mistero a cui noi possiamo solo cercare di avvicinarci. Ma, come ricorda la lettera di Giovanni, la comunione è anche un dono di cui il Padre e il Figlio ci rendono partecipi: non siamo noi, quindi, i primi artefici di comunione, ma siamo chiamati ad assumerci la responsabilità che tale dono comporta. Lo stile di Gesù, che Giovanni ha veduto e udito, diventa quindi la sorgente a cui attingere, la modalità attraverso la quale possiamo essere in comunione con i fratelli, in una logica di accoglienza, di apertura, di dono gratuito, di corresponsabilità nel custodire Cristo nell’altro, certi che solo così la nostra gioia sarà piena.



Preghiamo

Vivere nell’Amore, con l’Amore, per l’Amore, indissolubilmente uniti alla tua più alta manifestazione, o Signore. Sempre più luce, sempre più bellezza, sempre più vita.

(Vannucci, Alle Stinche)
ulisseitaca
00sabato 28 dicembre 2013 11:08

Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

28.12.2013

IV giorno dell’ottava di Natale - Ss. Innocenti Martiri




Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18



«Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto». (Mt 2,14)



Ancora un angelo che parla e ancora la fedeltà serena ed incondizionata di Giuseppe che, senza un dubbio, senza una parola, sella l’asino, vi carica la famiglia e s’incammina verso una terra straniera. L’impegno di custodire Gesù, di prendersi cura di Lui gli chiede di nuovo un salto nel vuoto, un cambiamento radicale di vita, in un nuovo paese, fra gente sconosciuta, a cui non può e non vuole sottrarsi. Giuseppe, un migrante di duemila anni fa con un asino, una donna e un bambino, che attraversa a piedi un mare di sabbia, ci ricorda i tanti Youssuf che attraversano oggi i nostri mari d’acqua: un angolo di barca per sella, le onde per cavalcatura. Identico il bisogno di salvezza e di cura, spesso diverso l’esito del viaggio. Dopo il deserto di sabbia, per Giuseppe una vita normale in attesa che possa compiersi la profezia. Dopo il deserto d’acqua per Youssuf un’accoglienza di mascherine, guanti di lattice e filo spinato. Un prendersi cura che conosce solo se stesso, che spesso non sa o non vuole riconoscerne altri.



Preghiamo

A tutti i cercatori del tuo volto mostrati, Signore; a tutti i pellegrini dell’assoluto, vieni incontro, Signore; con quanti si mettono in cammino e non sanno dove andare cammina, o Signore. Affiancati e cammina con tutti i disperati sulle strade di Emmaus.

(D. M. Turoldo)
ulisseitaca
00domenica 29 dicembre 2013 09:09

Oggi la luce risplende su di noi

29.12.2013

Pr 8,22-31; Sal 2; Col 1,13b.15-20; Gv 1,1-14



«A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome». (Gv 1,12)



Con la nascita di Gesù, Dio non ha dato soltanto la sua Parola ma ci ha donato la sua vita, cioè ci ha dato il potere di diventare suoi figli. La nascita di Gesù segna anche la nostra rinascita. Anche nel salmo Dio si compiace dell’uomo: tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato!

Questo è un riconoscimento di paternità che ci riempie di gioia. Nessuno è escluso dalla gioia di essere figli. Sentirci figli è insieme grazia e “conquista”, poiché la fede è un dono che si può accogliere e rifiutare. La libertà ci porta a dover fare una scelta: la Chiesa continua nel mondo ad annunciare il Vangelo ma sta a ciascuno di noi scegliere di accettarlo o respingerlo. Sarebbe un grande regalo per tutti noi poter fare esperienza della figliolanza con Dio Padre attraverso l’accoglienza del Verbo, imparando a chiamare Dio come faceva Gesù, Abbà, Padre.




Preghiamo



Padre Nostro che sei nei cieli

sia santificato il tuo nome,

sia fatta la tua volontà

come in cielo e così in terra.



Impegno settimanale

Quali gesti compiamo per esprimere il nostro essere figli di Dio?
ulisseitaca
00lunedì 30 dicembre 2013 10:31

Oggi la luce risplende su di noi

30.12.2013

VI giorno dell’ottava di Natale



Mi 4,6-8; Sal 95 (96); 2Cor 1,1-7; Lc 11,27b-28



«Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione. Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio». (2Cor 1,3-4)



Della consolazione di Dio noi tutti abbiamo grande necessità. La sua consolazione ci è sostegno, ci apre alla speranza, ci aiuta a perseverare nell’amore. Le ultime ricerche confermano le alte percentuali di persone che vivono situazioni di disagio molto profonde e per sanarle non è sufficiente ricevere delle gratificazioni o sicurezze puramente umane, ma una buona dose di consolazione. Non ripieghiamoci sui nostri dolori, ma aiutiamoci ad avere un cuore grande per essere un dono sereno per gli altri. Chiediamo al Signore di rinnovare le nostre energie per essere capaci di distogliere il nostro sguardo da noi stessi per vedere chi soffre. Con la consolazione del Signore possiamo anche noi consolare chi è triste e desolato e, insieme, poter vivere la gioia delle Beatitudini.



Preghiamo



Volgiti a me e abbi pietà,

perché sono povero e solo.

Allarga il mio cuore angosciato,

liberami dagli affanni.

(dal Sal 24)
ulisseitaca
00martedì 31 dicembre 2013 08:04

Oggi la luce risplende su di noi

31.12.2013

VII giorno dell’ottava di Natale




Mi 5,2-4a; Sal 95 (96); Gal 1,1-5; Lc 2,33-35



«Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». (Lc 2,34b-35)



Il brano di vangelo di oggi ci presenta il futuro del bambino Gesù di cui abbiamo festeggiato la nascita pochi giorni fa. Gesù è segno di contraddizione, in mezzo alla sua gente: sarà una pietra di scandalo per alcuni e una pietra di fondamento per risorgere a vita nuova per altri. Il futuro di Maria prevede che sarà “trapassata” da una spada, soffrirà per i contrasti delle vicende che vivrà il figlio. Le sofferenze di Gesù saranno le sofferenze della madre. La missione di Gesù e di Maria, incominciata nella gioia ed esultanza, si va coprendo di preoccupazioni e di tristezza che culmineranno nella Croce. La storia del Messia sofferente sarà lacerante per tutti, anche per la Madre: non si può seguire la nuova luce destinata al mondo intero senza pagare il prezzo, senza essere chiamati a compiere scelte rischiose.



Preghiamo

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: “Su di te sia pace!”
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

(dal Sal 121)
ulisseitaca
00mercoledì 1 gennaio 2014 11:49

Oggi la luce risplende su di noi

1.01.2014

Ottava del Natale nella circoncisione del Signore

Giornata Mondiale della Pace



Nm 6,22-27; Sal 66 (67); Fil 2,5-11; Lc 2,18-21



«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto». (Lc 2,19-20)



Ogni evento di Dio nella nostra storia ha bisogno di essere annunziato, proclamato, gridato nella sua verità. Se noi non diamo voce alla verità, ogni evento di Dio passa come cosa naturale, umana, una cosa come tutte le altre cose. Ma la nascita di Gesù, soprattutto per Maria e Giuseppe, è un evento speciale che ha bisogno di essere ascoltato e custodito nel cuore, meditato con l’aiuto dello Spirito Santo, nello stile proprio di Maria.

I pastori sono per noi esempio di una fede semplice ma nello stesso tempo molto grande perché sanno ascoltare le parole dell’angelo e con fiducia si recano al luogo a loro indicato: costatano la verità delle parole ascoltate e ne diventano testimoni. I pastori ora sanno che il Messia atteso è in mezzo a loro e per questo glorificano e lodano Dio per tutto quello che hanno udito e visto. Questa è la fede perfetta che dobbiamo augurare a tutti noi e che ciascuno di noi deve formarsi nel cuore. Senza questa fede, l’umanità non potrà mai vedere il mistero dell’Incarnazione reso visibile attraverso l’opera della Chiesa.



Preghiamo

O Dio, che hai posto a fondamento dell’opera di salvezza l’incarnazione del tuo Verbo, dona all’umanità le grazie che ti implora e fa’ che tutti gli uomini riconoscano, come unico nome che la nostra speranza può invocare, il nome del tuo Figlio unigenito. Amen.

(orazione, liturgia ambrosiana)
ulisseitaca
00giovedì 2 gennaio 2014 06:41

Oggi la luce risplende su di noi

2.01.2014

Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc2,28b-32



«E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo». (Fil 1,9-10)



Paolo prega per la comunità di Filippi perché cresca sempre più arricchita dalla carità. Sulla strada della carità non possiamo definirci “arrivati” ma siamo sempre in un continuo cammino, c’è sempre un di più a cui dobbiamo tendere, fino al dono totale di noi stessi. La carità deve sgorgare da un cuore attento e vigile, che si impegna a conoscere a fondo le povertà, spesso nascoste e che “abitano” l’uomo di oggi: è l’invito ad uscire da se stessi per assumere le sofferenze dei fratelli. Non dobbiamo accontentarci di fare ogni tanto qualche elargizione per metterci il cuore in pace ma con intelligenza di cuore cerchiamo, attraverso gesti di speranza e di fiducia, di ascoltare le domande, a volte espresse con molta discrezione, di chi ci è vicino. Il vescovo Tonino Bello diceva che “tamponare le falle della miseria con i mantelli della beneficenza, coprire con le toppe della carità gli strappi della giustizia, ci vuole anche questo, intendiamoci, però, chiaramente, amare il fratello non significa assisterlo, significa promuoverlo”.



Preghiamo

Donami, Signore, l'intelligenza del cuore per accorgermi delle necessità di chi mi vive accanto e per rispondervi, magari anche solo con un sorriso, un apprezzamento, un incoraggiamento che infonda fiducia.

ulisseitaca
00venerdì 3 gennaio 2014 10:18

Oggi la luce risplende su di noi

3.01.2014

Dn 2,36-47; Sal 97 (98); Col 1,1-7; Lc 2,36-38



«Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. (Dn 2,44)



La spiegazione del profeta Daniele del sogno fatto dal re Nabucodonosor può aiutare anche noi a cogliere il senso della storia di oggi. Quando studiamo la storia analizziamo un lungo susseguirsi di eventi, governi, guerre, regni, arroganza e prevaricazioni di popoli verso altri popoli; una lunga lista di date di regni e di imperi che iniziano e finiscono. Ma Daniele parla di un misterioso regno che non sarà mai distrutto, durerà per sempre. È il regno di Dio che si è manifestato in Gesù.

Gesù, pietra angolare, che sostiene coloro che a lui si aggrappano confidando in lui, diventa la possibilità di edificare la nostra vita sul suo amore che salva. Impegniamoci a costruire una storia e una civiltà nuova.



Preghiamo

I segni dello Spirito son gioia e pace,

coraggio di sperare, volontà d’amare;

per mano ti conduce lungo il tuo cammino:

un cuore nuovo avrai!
ulisseitaca
00sabato 4 gennaio 2014 08:35

Oggi la luce risplende su di noi

4.01.2014

Dn 7,9-14; Sal 97 (98); 2Ts 1,1-12; Lc 3,23-38



«Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, … figlio di figlio di Adamo, figlio di Dio». (Lc 3,23.38b)



Il Vangelo di oggi può sembrare una noiosa e incomprensibile genealogia di Gesù, che parte da Adamo, primo uomo. Si tratta di un elenco di nomi, alcuni sconosciuti altri un po’ più noti, l’intento di Luca è quello di dimostrare ai lettori che Gesù realizza la condizione principale del Messia secondo le diverse profezie: provenire dalla discendenza di Dio, di Adamo, di Abramo e di Davide. Si sottolinea in questo modo la fedeltà della promessa e nello stesso tempo l’appartenenza di Cristo all’umanità e l’universalità della salvezza da lui portata nel mondo. Questo freddo elenco ci vuole indicare qualcosa di importante e di straordinario: Dio vuole far parte della storia degli uomini non quella degli eroi o degli imperatori, ma quella semplice e a volte fragile di un piccolo sparuto popolo di una terra sconosciuta. Dio riempie di salvezza la nostra piccola storia, quella di tutti i giorni, con la certezza che solo Gesù, con la sua venuta, dà una svolta nuova alla storia umana di tutti i tempi.


Preghiamo

La grandezza di Dio si è rivelata, la sua potenza è apparsa nella Vergine perché l’Eccelso volle nascere umile, mostrando nell’umiliazione la sua maestà.

(antifona, liturgia ambrosiana)
ulisseitaca
00domenica 5 gennaio 2014 08:25

Il Signore regna: esulti la terra.

5.01.2014

DOMENICA 5 GENNAIO

Domenica dopo l’ottava del Natale



Sir 24,1-12; Sal 147; Rm 8,3b-9a; Lc 4,14-22



«E mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». (Lc 4,18b-19)



Gesù, nella sinagoga, si manifesta alla gente di Nazaret, attraverso la lettura del rotolo del profeta Isaia. Anzi Gesù attribuisce a se stesso il brano che descrive l’azione salvifica del Messia. La venuta di Gesù è una buona notizia, il volto di Dio che egli rivela è una novità che riempie il cuore e colma di stupore e di meraviglia chi lo ascolta. Abbiamo anche noi bisogno di buone notizie che contrastino le pagine di cronaca nera dei nostri giorni, abbiamo bisogno di qualcuno che ci parli di Dio nel modo giusto, che ci sveli il suo volto di Padre. Chi ci può dare speranza in questo mondo così complesso e così difficile? Chi, con parole e opere, è capace di essere portatore di buone notizie? Facciamo in modo che, almeno in questi giorni di festa, siamo capaci di dire parole di grazia con l’augurio: Dio è in mezzo a noi, sii lieto!



Preghiamo

Ogni immagine delle profezie antiche oggi si avvera nell’Agnello di Dio, nel Pontefice eterno, nel Cristo che è nato per noi. Ammirati per questo disegno di grazia, con tutti i cori degli angeli, cantiamo esultando di gioia.

(prefazio, liturgia ambrosiana)
ulisseitaca
00lunedì 6 gennaio 2014 08:58

Il Signore regna: esulti la terra.

Epifania del Signore

6.01.2014

LUNEDÌ 6 GENNAIO



Is 60,1-6; Sal 71(72); Tt 2,11-3,2; Mt 2,1-12



«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. (Mt 2,9b)



Possiamo considerare i Magi come nostri modelli da seguire in questo anno pastorale, in cammino sui sentieri che portano all’incontro con l’umano. Nel cammino viene tracciato l’itinerario della nostra fede. Uscire da noi stessi per andare incontro a Gesù, mettersi alla sua ricerca abbandonando le nostre abitudini o almeno farne oggetto di riflessione e di conversione. Il cammino dei Magi talvolta è luminoso e chiaro, a volte invece è oscuro e faticoso: così è anche la nostra ricerca di Cristo. Con la perseveranza di seguire la stella, si arriva però all’incontro personale.

Ciascuno di noi si senta responsabile della fatica dell’altro che gli impedisce di vedere la stella. Sulle strade del mondo aiutiamo ogni uomo a guardare in cielo per vedere la stella capace di illuminare il percorso della propria vita.



Preghiamo

O Dio di misericordia, con la venuta dei Magi, primizia delle genti lontane, i popoli tutti hai chiamato a salvezza e con lo splendore di una stella hai rivelato a noi la tua gloria; fa’ che questa nuova e stupenda luce dal cielo irraggi sempre nei nostri cuori. Amen.

(orazione, liturgia ambrosiana)
ulisseitaca
00martedì 7 gennaio 2014 12:00

Il Signore regna: esulti la terra.

7.01.2014

Ct 4,7-15.16e-f; Sal 44; Ef 5,21-27; Mt 5,31-32



Cristo sposo della Chiesa, ha dato se stesso per lei. (Ef 5)



Continua il tema dell'unione sponsale, dell'amore assoluto di Dio per la Chiesa e per ogni creatura: il suo è un amore che non viene mai meno. Così anche uomini e donne devono cercare di fondare e costruire la loro unione di sposi sul modello di Cristo, perchè l'amore coniugale cristiano imita e testimonia il mistero dell'amore e della comunione che sono in atto nella storia della salvezza dove Gesù è unito come sposo alla chiesa. Prendere a modello l'amore di Cristo vuole dire porsi alla sua sequela, nell'impegno di donarsi all'altro/a fino a dare la vita per il bene e la salvezza altrui.



Preghiamo col Salmo

Tu sei la più bella tra le donne.

Il re è invaghito della tua bellezza.

E' lui il tuo signore: rendigli omaggio.

ulisseitaca
00mercoledì 8 gennaio 2014 09:02

Il Signore regna: esulti la terra

8.01.2014



Ct 2,8-14; Sal 44; Mt 25,1-13



"Una voce! L'amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline". (Ct 2)



L'amore di Dio per l'umanità è rappresentato dalla gioiosa premura dell'amato che corre verso l'amata, superando ogni difficoltà ed abbattendo ogni ostacolo. Cristo riveste della sua radiosa bellezza ogni anima che lui stesso ha redento.

Anche il vangelo riprende il tema dell'ansia dell'incontro della sposa con lo sposo: l'immagine del convito dice comunione e intimità gioiosa con il Signore. Ma è ribadito l'invito a non sottovalutare il nostro comportamento, ad essere vigili e pronti all'incontro: non lasciamoci sorprendere sprovvisti di speranza e di carità, distratti da faccende di minor conto e preoccupati del solo nostro destino.



Preghiamo col Salmo



Il tuo trono, o Dio,

dura per sempre,

scettro di rettitudine

è il tuo scettro regale.
ulisseitaca
00giovedì 9 gennaio 2014 13:00
l Signore regna: esulti la terra

9.01.2014



Ct 1,2-3b.4b.15;2,2-3b.16a;8,6a-c; Sal 44; Gv 3,28-29



"Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa, ma l'amico dello sposo esulta di gioia all'udire la sua voce". (Gv 3,29)



Si approfondisce in questi giorni dopo l'epifania la riflessione sul dono di amore del Dio nato nella storia umana, e il termine di paragone è l'amore nuziale come sentimento di donazione reciproca e di totale appartenenza l'uno all'altra. Un amore che non è esclusivo nè limitato alla coppia di sposi, ma coinvolge famigliari, amici e testimoni, si dilata a quanti si avvicinano al grande evento e ne sono contagiati. Un amore che genera nuova vita e trasforma coloro che ne sono toccati.

Giovanni, il Battista, si dichiara amico dello sposo e come tale è 'presente e ascolta' quanto dice lo sposo ed esulta di gioia, e la sua vita è piena di tale gioia. Questa è la testimonianza che giunge a noi per renderci partecipi di tanta gioia e testimoni di come sia salvata l'intera storia umana dalla venuta del Cristo Salvatore. Il Salmo ci dice che il Re si è invaghito della bellezza dell'umanità!



Preghiamo col Salmo



Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
ulisseitaca
00venerdì 10 gennaio 2014 09:35

Il Signore regna: esulti la terra

10.01.2014

Ct 2,1; 4,1a.3b.4a;7,6; 8,11a.12a.7a-b; Sal 79; Mt 22,1-14



"La mia vigna, proprio la mia, mi sta davanti. Le grandi acque non possono spegnere l'amore nè i fiumi travolgerlo". (Ct 8,7)



La parabola pronunciata da Gesù per spiegare come possa essere il regno dei cieli, riprendere ancora il tema di fondo di queste giornate: l'amore travolgente di Dio che ha a cuore la sua vigna, che non trascura nessuno e che vuole che tutti siano gioiosi e partecipi del suo banchetto nuziale.

L'invito al banchetto nuziale del re per le nozze del figlio è immagine dell'invito alla salvezza, alla mensa della grazia che dio offre a tutti, di ogni tempo, nel suo figlio, Gesù Cristo. L'invito non è un obbligo, tanto che c'è chi rifiuta o solo si dimentica di tale sollecitazione, e il re non si limita a chiamare al banchetto i più vicini, ma fa chiamare tutti quelli che si trovano per strada, al di fuori dunque del palazzo reale. Chi è chiamato deve però impegnare il meglio di sè, non può sottovalutare la grandiosita di quanto gli viene offerto o, peggio, tradire la fiducia e non condividere la gioia della salvezza.



Preghiamo col Salmo



Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
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