Preghiera e pensiero di oggi

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ulisseitaca
00giovedì 7 novembre 2013 11:45
Dio salva tutti i popoli della terra


7.11.2013
Ap 15,1-7; Sal 88; Gv 8,28-30



"Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perchè faccio sempre le cose che gli sono gradite". (Gv 8)



Anche Gesù nella sua vita terrena compie ciò che è gradito al Padre e per questo non è lasciato solo, ma ha la vicinanza del Padre che lo sostiene, che gli insegna le parole giuste. Questo porta alla gloria dei cieli. Nell'Apocalisse, coloro che cantano il cantico di Mosè e dell'Agnello sono i redenti, quelli che, liberati dalla schiavitù del Faraone e in virtù del sangue dell'Agnello, hanno compiuto l'esodo finale. Risuona così l'inno della vittoria pasquale di Cristo, Re delle genti e dei suoi fedeli.



Preghiamo col Salmo



Tuoi, o Dio, sono i cieli, tua è la terra,

tu hai fondato il mondo e quanto contiene.

Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,

amore e fedeltà precedono il tuo volto.
ulisseitaca
00venerdì 8 novembre 2013 12:42

Dio salva tutti i popoli della terra

8.11.2013

Ap 18, 9-20; Sal 98; Gv 14, 2-7



«Guai, guai, città immensa, / di cui si arricchirono / quanti avevano navi sul mare: / in un’ora sola fu ridotta a un deserto! / Esulta su di essa, o cielo, / e voi, santi, apostoli, profeti, / perché, condannandola, / Dio vi ha reso giustizia!». (Ap 18)



Basta un tempo brevissimo per cancellare le illusioni di potenza e di supremazia umana sul creato, basta un tempo brevissimo per cancellare le iniquità commesse per acquisire potere da parte degli uomini di ogni categoria. E in quel lampo di tempo Dio ristabilisce la giustizia, dà ragione ed onore ai santi e profeti dileggiati nel corso della storia umana. I questi brani dell'Apocalisse la grande lezione che ci giunge dalla Parola di Dio è quella di non temere che Dio mantiene la storia nelle sue mani e che viene sempre il momento della giustizia ristabilita.

E Gesù assicura i suoi che nessuno sarà dimenticato o perduto perchè è lui stesso ad aprire la via verso il Padre e non intende trascurare nessuno.



Preghiamo col Salmo



Il Signore regna: tremino i popoli.

Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra.

Grande è il Signore in Sion,

eccelso sopra tutti i popoli.
ulisseitaca
00sabato 9 novembre 2013 08:51

Dio salva tutti i popoli della terra

9.11.2013

Dedicazione della Basilica Lateranense



1Re 8,22-23.27-30; Sal 94; 1Pt 2.4-9; Gv 4,19-24





I cristiani formano un tempio vivo, di cui Cristo è come la pietra d'angolo.







Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312, donò al papa Milziade il palazzo del Laterano, che egli aveva fatto costruire sul Celio per sua moglie Fausta. Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente. Essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe. Consacrata dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata.

Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di San Giovanni in Laterano. Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726. Basilica e cattedrale di Roma, la prima di tutte le chiese del mondo, essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale.

Durante l’era delle persecuzioni, che si estende ai primi tre secoli della storia della Chiesa, ogni manifestazione di fede si rivelava pericolosa e perciò i cristiani non potevano celebrare il loro Dio apertamente. Per tutti i cristiani reduci dalle “catacombe”, la basilica del Laterano fu il luogo dove potevano finalmente adorare e celebrare pubblicamente Cristo Salvatore. Quell’edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria, fino ad allora nascosta, della testimonianza dei numerosi martiri. Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell’eternità.





Preghiamo col Salmo



Venite, prostrati adoriamo,

in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.

Egli è il nostro Dio,

e noi il popolo del suo pascolo.
ulisseitaca
00domenica 10 novembre 2013 11:40

Vieni Signore: ha sete di te l'anima mia

10.11.2013

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo - Solennità del Signore



Dn 7,9-10.13-14; Sal 109; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46



Alla salvezza non basta la sola conoscenza del Signore Gesù quando questa non si traduce in gesti di affetto e concreta solidarietà fraterna verso il prossimo, perchè "ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi fratelli più piccoli, l'avete fatta a me". (Mt 25)



Questa pagina del vangelo di Matteo è inscindibile dal resto del suo vangelo e del vangelo intero. In Matteo troviamo molti “discorsi” che si riferiscono al giudizio finale. Colui che non si limita a fare la volontà di Dio attraverso le parole non sarà condannato (Mt 7,21-27). Colui che non perdona non sarà perdonato (Mt 6,12-15; 1-35). Il Signore riconoscerà davanti a suo Padre nei cieli colui che si è dichiarato per lui davanti agli uomini (Mt 10,31-33). La via della salvezza è la porta stretta (Mt 7,13).

Per seguire Cristo bisogna portare la propria croce e rinnegare se stessi. Colui che vuole salvare la propria vita la perderà (Mt 16,24-26). San Marco ci dice anche: Colui che crederà e sarà battezzato, sarà salvato. Colui che non crederà sarà condannato (Mc 16,15-16). Queste parole ci avvertono di non escludere dal resoconto finale la nostra risposta ai doni soprannaturali e alla rivelazione.

Guarire le piaghe del mondo, eliminare le miserie e le ingiustizie, tutto questo fa parte integrante della nostra vita cristiana, ma noi non rendiamo un servizio all’umanità che nella misura in cui, seguendo il Cristo, liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitù del peccato. Allora solamente il suo regno comincerà a diventare realtà.



Preghiamo col Salmo



Il Signore ha giurato e non si pente:

"Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melkisedek".

Il Signore è alla tua destra!

Sarà giudice fra le genti.
ulisseitaca
00lunedì 11 novembre 2013 18:34

Vieni Signore: ha sete di te l'anima mia

11.11.2013

s. Martino di Tours



Sir 50,1a-b;44,16a-23c;45,3b.12a.7.15e-16c; Sal 83; 1Tm 3,16-4,8; Mt 25,31-40





Lo Spirito dice apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine diaboliche, a causa dell’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. L’importante è sapere che ogni creazione di Dio è buona e nulla va rifiutato, se lo si prende con animo grato, perché esso viene reso santo dalla parola di Dio e dalla preghiera. (1Tm 4)





La chiesa del Dio vivente è definita da Paolo la casa di Dio; essa conserva il vangelo ed è garanzia e sostegno alla nostra fede. Essa è strettamente legata alla gloria che circonderà il Cristo alla fine dei tempi. L’ultimo giudizio avverrà sull’amore per il prossimo. Saremo discriminati a seconda che avremo saputo riconoscere e servire Gesù in tutti coloro che abbiamo incontrato nella nostra vita e, se bisognosi, abbiamo accolto ed aiutati come fratelli.





Preghiamo col Salmo



Beato chi abita nella tua casa:

senza fine canta le tue lodi.

Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,

guarda il volto del tuo consacrato.
ulisseitaca
00martedì 12 novembre 2013 16:31

Vieni Signore: ha sete di te l'anima mia

12.11.2013

Ap 19,11-16; Sal 95; Mt 24,45-51





Arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta. (Mt 24)





Occorre essere vigilanti, aspettando il Signore, che può arrivare da un momento all'altro, senza preavviso. Si deve essere come servi fedeli e saggi che lavorano con coscienza e impegno, in attesa del ritorno del padrone lontano. Non si tratta di mera obbedienza, ma di libera responsabilità perchè il Signore conta sul nostro lavoro per il bene da distribuire agli altri. Agire senza impegno è molto imprudente e si corre il rischio di rendere vana la nostra vita e di venir meno all'appuntamento col Signore. La sua venuta non è una casualità e neppure una sorta di violenza nei nostri confronti, ma la ragione della nostra speranza perchè rende senso alla nostra fatica.





Preghiamo col Salmo



Grande è il Signore e degno di ogni lode,

terribile sopra gli dei.

Tutti gli dei dei popoli sono un nulla,

il Signore invece ha fatto i cieli.
ulisseitaca
00mercoledì 13 novembre 2013 08:26

Vieni Signore: ha sete di te l'anima mia

13.11.2013

Ap 20, 11-15; Sal 150; Mt 21,1-13



Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. (Mt 25)



Gesù continua il suo insegnamento sulla realtà del Regno e di come si possa pensare di meritarvi l'ingresso: l'avvento di questo regno e della venuta di Cristo richiedono un'attesa fiduciosa e vigile. Non bisogna scoraggiarsi, nè farsi sorprendere sprovveduti, impreparati, come le giovani che rimasero senza l'olio delle lampade, ma occorre mantenere accesa la propria consapevolezza che il tempo dell'oggi non è che l'anticipazione di quanto veramente sarà il tempo della pienezza di vita. Le giovani sprecone, gridano al Signore che apra loro la porta, ma il loro lamento non basta a compensare lo spreco di occasioni che hanno avuto in vita per essere pronte alla vita eterna.



Preghiamo col Salmo



Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza.
ulisseitaca
00giovedì 14 novembre 2013 09:00

Vieni Signore: ha sete di te l'anima mia

14.11.2013

Ap 21,1-8; Sal 47; Mt 25,14-30



Saremo giudicati in base allo sforzo con il quale avremo messo a frutto i doni di Dio. (Mt 25)



La parabola dei talenti ci insegna che ciascuno deve sentirsi impegnato a far 'fruttare' i doni e la grazia ricevuti da Dio per il bene del Regno, quindi per consolidare speranza, giustizia, solidarietà e carità verso tutti.

I doni di Dio sono diversamente distribuiti ma tutti sono indispensabili nel disegno della salvezza e della vita del mondo: tutti ugualmente sono investiti di responsabilità. Il fine è la nuova creazione di cui Giovanni disegna grandi visioni nell'Apocalisse. La realtà presente con i suoi dolori, sofferenze e dominata dalla morte, finirà e lascerà il posto a una nuova realtà dominata dall'amore di Dio, dove, nella sua luce non ci saranno più dolori e i doni divini sarà distribuiti a tutti senza distinzione nà limitazione.

Sapienza, verità e conoscenza saranno date a chi sarà rimasto fedele e perseverante al vangelo nel tempo della sua vita terrena.



Preghiamo col Salmo



O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio.

Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode

si estende sino all'estremità della terra.
ulisseitaca
00venerdì 15 novembre 2013 08:22

Vieni Signore: ha sete di te l'anima mia

15.11.2013

Ap 22,6-13; Sal 62; Mt 25,31-46



Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. (Ap 22)



Si avvia a conclusione la lettura del libro dell'Apocalisse con l'invito pressante che a tutti viene rivolto di non temere e di 'andare', andare verso la vita, verso la pienezza dell'incontro con Dio, quando tutto sarà donato. Cristo giudice, Principio e Fine di tutto, significato e sostanza dell'universo e della storia della salvezza, viene presto.

Nella brevità dei nostri giorni siamo già sotto il suo giudizio, nella speranza della piena libertà. L'evangelista Matteo pone a sua volta il tema del giudizio ultimo affidato a Gesù Cristo che avrà come criterio la carità operosamente esercitata verso il prossimo, verso chi soffre, il piccolo, il bisognoso. Ogni azione di generosità, di aiuto, di accoglienza fatta nei confronti di un fratello o sorella sulla terra, sarà come averla fatta a Gesù stesso.



Preghiamo col Salmo



Quando nel mio letto di te mi ricordo, o Dio,

e penso a te nelle veglie notturne,

a te che sei stato il mio aiuto,

esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

ulisseitaca
00martedì 19 novembre 2013 08:50

Dì a noi quando accadranno queste cose

18.11.2013

Ez 1,1-12; Sal 10 (11); Gl 1,1.13-15; Mt 4,18-25



«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uom-ni. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono».
(Mt 4,19-20)



Gesù chiama, ha chiamato ieri, chiama oggi.
“Venite dietro a me …” dietro, non davanti, perché possiamo anche sbagliare strada. È lui il Pastore buono.
Lui ci porta verso i fratelli che aspettano di essere guariti, curati, amati, ascoltati , liberati. E noi, se rispondiamo al suo invito, riceveremo già su questa terra il centuplo, e avremo in noi quella gioia che nessuno ci potrà togliere. Il Signore ce l’ha promesso!
La strada che ci fa percorrere non è sempre facile, è anche faticosa e talvolta pericolosa … conduce alla croce! Ma Lui è con noi, ci precede. Perché avere paura? “Non abbia-te paura, aprite le porte a Cristo…” ha detto il beato Giovanni Paolo II. Usciamo dalle nostre fortezze che ci siamo costruite, dalle nostre strettoie mentali. Siamo di Cristo!
Con gioia testimoniamo davanti ai fratelli la nostra fede in Lui, che ci ama immensamente e ci vuole felici e fratelli, fratelli universali, figli dello stesso Padre.





Preghiamo


Convertimi, Signore, Dio della Vita. Trasforma il mio cuore di pietra in cuore di carne. Spogliami della durezza che impedisce l’amore, della chiusura che mi allontana da te e dai fratelli. Donami un cuore nuovo e uno spirito vigile, aperto alla tua gelosia divina.
(A. M. Vissani, Pregare è pace)

ulisseitaca
00martedì 19 novembre 2013 08:51

Dì a noi quando accadranno queste cose

19.11.2013

Ez 1,13-28b; Sal 96 (97); Gl 2,1-2; Mt 7,21-29





«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». (Mt 7,21)


L’obbedienza non è oggi all’ordine del giorno nella cultura dominante. Obbedire, per i nostri contemporanei, ha una connotazione spesso negativa. Significa: sottomissione, schiavitù, dipendenza e anche immaturità. E così è lecito fare e provare tutto senza costrizioni. I giovani, essendo anche i più vulnerabili, si lasciano facilmente coinvolgere e trascinare in questa strada che per certi di loro diventa pe-ricolosa. Per Cristo, che fa sempre la volontà del Padre, l’obbedienza è: libertà, scelta matura, responsabilità condivisa e gioia. Anche se questa obbedienza l’ha portato fino ad accettare liberamente il supplizio e la morte di croce. Obbedienza per amore! Amore per il Padre, amore per noi.
Adoriamo e meditiamo, pensando al Figlio di Dio fatto uomo, che nel vangelo di Giovanni dice: “Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 5,30).
Per fare la volontà del Padre abbiamo bisogno di sintonizzarci con Lui mediante l’ascolto e la preghiera, chiedendo l’aiuto allo Spirito Santo.





Preghiamo


Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo, sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel tuo nome; vieni a noi, assistici, vieni nei nostri cuori; insegnaci tu ciò che dobbiamo fare, mostraci tu il cammino da seguire, compi tu stesso quanto da noi richiesto. Amen.
(S. Isidoro di Siviglia)
ulisseitaca
00mercoledì 20 novembre 2013 08:55

Dì a noi quando accadranno queste cose

20.11.2013

Ez 2,1-10; Sal 13 (14); Gl 2,10-17; Mt 9,9-13





«Andate e imparate che cosa vuol dire: misericordia io voglio e non sacrifici». (Mt 9,13a)




Ogni tanto si sente dire: “Se fossi il Padre Eterno! Eliminerei tutti i malvagi!” Anche in certi salmi, il salmista chiede a Dio l’eliminazione di chi fa il male: c’è l’idea di un Dio micidiale, che elimina! Al tempo di Gesù gli scribi e i farisei non accettavano il suo atteggiamento nei confronti dei peccatori: Gesù, secondo loro, non era un vero osservante della legge di Mosè. Gesù mette la legge al servizio dell’uomo. Gesù non minaccia i peccatori, non li elimina, ma fa festa con loro (cf. Zaccheo). E quando li invita a seguirlo (cf. Matteo) manifesta loro l’amore che Dio ha per ognuno. L’amore di Dio non va meritato, ma va accolto. Gesù ci mostra un Padre che, se accolto, cambia in bene la nostra esistenza.





Preghiamo


Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il vostro cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri;
mi misero alla prova,
pur avendo visto le mie opere.
Per quarant’anni mi disgustò quella generazione
e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie”».
(dal Sal 94)
ulisseitaca
00giovedì 21 novembre 2013 11:00

Dì a noi quando accadranno queste cose

21.11.2013

Ez 3,1-15; Sal 75 (76); Gl 2,21-27; Mt 9,16-17





«Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti». (Mt 9,17a)




Gesù è colui che offre il vino della salvezza; è il dono di Dio per gli uomini.
Per ricevere Gesù bisogna nascere di nuovo, dall’acqua e dallo Spirito. La legge di Mosè non basta, bisogna ricevere le beatitudini. Ciò che è vecchio è passato, è cominciata la nuova creazione.
E Gesù ci dice in Mt 5,17: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.”




Preghiamo


O Maestro dammi tu un cuore grande
che sia goccia di rugiada per il mondo,
che sia voce di speranza,
che sia un buon mattino per il giorno di ogni uomo.
E con gli ultimi del mondo
sia il mio passo lieto nella povertà, nella povertà.


(P. Spaladore, S. Francesco)

ulisseitaca
00venerdì 22 novembre 2013 08:16

Dì a noi quando accadranno queste cose

22.11.2013

Ez 3,16-21; Sal 50 (51); Gl 3,1-4; Mt 9,35-38





«Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”». (Mt 9,37-38)



Gli alberi senza terra, muoiono! L’uomo senza la preghiera inaridisce. L’invito del Signore a pregare, vale anche per noi oggi. Che non manchino mai alla Chiesa operai, (sacerdoti, religiosi, laici) impegnati per l’annuncio del Regno di Dio.
Amministratori dei doni di Dio, per i fratelli di tutto il mondo. Cosa chiede la Chiesa a quei ministri e collaboratori? Vita interiore e profonda, testimonianza di vita concreta nella gratuità. Gli inviati di Dio non devono lavorare per il proprio onore e la propria gloria. Gesù in San Luca al cap. 17,10 ci dice: “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.



Preghiamo


O intensa luce del mio Spirito, vieni in mio aiuto.
Insegnami a parlare, aiutami a tacere,
dirigimi nel camminare,
arrestami per sostare presso di te,
affinché ogni parola detta o taciuta ,
ogni passo fatto o respinto,
tutto sia nella perfetta volontà di Dio.
Tutti i tuoi caldi raggi, o Luce divina,
mi diano l’equilibrio dei Santi.


(Movimento Carismatico di Assisi)
ulisseitaca
00sabato 23 novembre 2013 10:52

Dì a noi quando accadranno queste cose

23.11.2013

Ez 3,22-4,3; Sal 129 (130); Eb 5,1-10; Mt 10,1-6





«Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele». (Mt 10,5-6)




Dopo la chiamata, Gesù invia in missione i 12 apostoli.
Per Gesù non è una discriminazione nei confronti dei pagani e dei samaritani, ma è doveroso cominciare dal popolo eletto che è in un stato di abbandono spirituale, perché i pastori inviati da Yahweh hanno trascurato il loro compito. Gesù “vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore” (Mt 9,36).
Per gli inviati, l’annuncio è fatto con le parole, le opere di bene e la testimonianza della vita. I discepoli faranno come il Maestro, mettendosi al servizio dei loro fratelli, senza altre pretese. E cosi, oggi lo sia anche per noi!



Preghiamo


Sangue prezioso di Cristo,
scorri ancora lungo i solchi di questa umanità malata,
lava le colpe,
rivesti la nostra nudità,
lenisci il dolore di ogni ferita che sanguina.
Lega, sangue divino,
i nostri cuori in una rinnovata amicizia con il Dio della Vita, in perenne alleanza d’amore.


(A. M. Vissani, Pregare è pace)
ulisseitaca
00domenica 24 novembre 2013 08:29

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

24.11.2013

Bar 4,36-5,9; Sal 99 (100); Rm 15,1-13; Lc 3,1-18



«Le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio». (Lc 3,5b-6)





Se siamo testimoni, dobbiamo essere testimoni credibili. L’uomo di oggi ha bisogno di vedere, uomini e donne coe-renti con la loro vita e il loro credo. Per questo la preghiera e la contemplazione sono indispensabili.
Dobbiamo diventare fratelli prendendoci cura gli uni degli altri. E agire, secondo il volere di Dio.
Queste sono le strade buone per il nostro mondo.



Preghiamo


Tu ci sei necessario
o fratello primogenito del genere umano,
per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia,
i tesori della carità,
il bene sommo della pace.
(Paolo VI)



Impegno Settimanale


Con gli occhi del cuore mi impegno a scoprire i bisogni di chi mi sta accanto.
ulisseitaca
00lunedì 25 novembre 2013 08:32

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

25.11.2013

Ez 4,4-17; Sal 76 (77); Gl 3,5-4,2; Mt 11,16-24





«Vi abbiamo suonate il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto». (Mt 11,17)



I canti di gioia che invitano alla danza simboleggiano l’opera di Gesù, la sua comunione conviviale con i peccatori. Le lamentazioni indicano il Battista e la sua vita ascetica. Entrambi, Gesù e il Battista, incontrano il rifiuto di “questa generazione”. La generazione del rifiuto ha preso la scusa della vita austera del Battista, lo accusano di “essere un ossesso”. Contro Gesù, l’accusa è la comunione conviviale con i pubblicani e i peccatori (Mt 9,11) che manifesta la sua offerta di grazia per tutti e la sua misericordia. “È un mangione e un beone”, giudizio offensivo, umiliante.
Io, da che parte mi metto? Interroghiamoci!




Preghiamo


Gesù, quando hai voluto condividere la nostra avventura u-mana, per indicarci la strada della vera vita, ti sei rivestito della nostra umanità, hai offerto la tua persona al Padre perché in te trovasse compimento la speranza di tutta l’umanità.


(Mons. Antonio Riboldi)
ulisseitaca
00martedì 26 novembre 2013 10:00

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

26.11.2013

Ez 5,1-9; Sal 76 (77); Gl 4,15-21; Mt 12,14-21





«Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunce-rà alle nazioni la giustizia». (Mt 12, 18)



Il profeta annuncia le caratteristiche del Servo di Dio, i verbi descrivono l’identità dell’inviato: Non contesterà, non griderà, non spezzerà, non spegnerà …
Il Messia che aspettano i giudei è un Messia guerriero, battagliero, che travolge tutto, avendo tutti i poteri.
No! Gesù è il Messia umile, che ama ogni creatura, pieno di misericordia, che rialza il povero e chi è caduto, speranza dei deboli.
Gesù è l’immagine perfetta del Padre, il modello da seguire, che è sempre con noi: lo Spirito ci mostra la strada giu-sta, anche se non facile, per essere oggi “alter Christus”.



Preghiamo


L’anima mia magnifica il Signore...
Di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono…
Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
(Lc 1,46,50,51b-53)
ulisseitaca
00mercoledì 27 novembre 2013 08:59

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

27.11.2013

Ez 6,1-10; Sal 31 (32); Abd 1,19-21; Mt 12,22-32



«Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi». (Mt 12,25b)



I farisei odiano il Signore Gesù perché sono gelosi della sua potenza e della sua autorità sulla gente. Ma l’opera del Signore è la prova del suo amore: sa compiere opere grandi nei confronti degli uomini per renderli capaci a loro volta di essere a servizio dell’uomo. Non possiamo cedere alla tentazione di chi crea soltanto confusione e dispersione ma, con la stessa forza di Cristo, dobbiamo impegnarci a co-struire strade di riconciliazione e di pace per rendere il nostro mondo un solo regno, una sola città, una sola famiglia.



Preghiamo


Dio dei padri e Signore di misericordia,
che tutto hai creato con la tua Parola,
dammi la Sapienza,
che siede in trono accanto a te
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,
uomo debole e di vita breve.
(Sap 9,1.6-7)
ulisseitaca
00giovedì 28 novembre 2013 12:04

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

28.11.2013

Ez 6,1.11-14; Sal 26 (27); Ag 2,1-9; Mt 12,33-37




«Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda». (Mt 12,34)



Le nostre parole rivelano ciò che abbiamo nel cuore. Oggi la parola di Dio è forte e esigente.
Come sono le nostre parole? Parole che rialzano, che inco-aggiano, ma anche correggono il fratello per il suo bene? Oppure parole che uccidono, che distruggono, che impediscono all’altro di essere quell’essere che Dio ha creato e che ama come ama me?
Che “alberi” siamo? Il nostro operare è in vista di una più grande armonia tra le persone, un aiutarci per fare diventare accogliente la nostra terra, il nostro mondo? O abbiamo la pretesa di fare solo il nostro tornaconto: avere senza mai dare, speculare e sfruttare gli altri senza vergogna?



Preghiamo


O Dio onnipotente tu che conosci il nostro cuore, fa che me-diante Gesù, tuo Figlio e nostro fratello, che ha dato la sua vita per noi, insegnandoci ad amarci e a prenderci cura gli uni degli altri come fratelli, siamo capaci di accogliere anche noi, con l’aiuto dello Spirito Santo, ogni fratello che ci poni accanto. Amen.
ulisseitaca
00venerdì 29 novembre 2013 14:41

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

29.11.2013

Ez 7,1-14; Sal 105 (106); Ml 2,4-9; Mt 12,38-42



«Allora alcuni scribi e i farisei gli dissero: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”». (Mt 12,38)



Gesù a questa generazione non darà altro segno che quello di Giona, cioè la risurrezione di Cristo. In questo brano ascoltiamo Gesù che si esprime con parole molto dure verso gli scribi e i farisei, giudicandoli una generazione malvagia e adultera.
Gli occhi degli scribi e dei farisei sono accecati, i loro cuo-ri sono chiusi alla buona novella che Gesù stesso porta. Gesù compie dei segni, ma loro non sanno leggerli perché la superbia, l’invidia, la gelosia impediscono di riconoscere in Gesù il Figlio mandato dal Padre, il Messia atteso.
Il Padre in Gesù ama ogni uomo, lo salva, lo guarisce, gli ridona speranza e vita.
Lasciamoci trasformare, nel più profondo del nostro essere, dalla Parola di Dio; saremo capaci di amare noi stessi, di amare Dio e i fratelli in verità e giustizia.




Preghiamo


Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti,
e non verso il guadagno.
Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
(dal Sal 119)
ulisseitaca
00venerdì 29 novembre 2013 14:42

Preparate le vie al Signore, raddrizzate i suoi sentieri

30.11.2013

1Re 19,19-21; Sal 18 (19); Gal 1,8-12; Mt 4,18-22



«Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli … E disse loro: Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». (Mt 4,18a.19)





Gesù vide! Lo sguardo di Gesù chiama, coinvolge, perché è uno sguardo che penetra nel profondo del cuore. Gesù prima guarda, è uno sguardo d’amore, che fa emergere quello che noi non siamo ancora capaci di vedere e di capire di noi stessi.
Poi c’è la parola di Gesù: venite dietro a me. Quello che stupisce e che ci racconta il vangelo è che quello che è chiamato è capace di lasciare tutto: sicurezza del lavoro, famiglia, amici, per seguire uno che non conoscono ancora. Sono disponibili a lasciare tutto!
Noi sappiamo che, grazie alla disponibilità, Andrea, suo fratello e gli altri dieci, saranno apostoli di Gesù e inviati a portare l’annuncio di Cristo, ad essere suoi testimoni nel mondo fino al martirio. Disponibili a lasciare tutto, anche la propria vita.
E io come contemplo questo sguardo di Gesù su di me quando leggo la Sacra Scrittura? E come rispondo alla sua chiamata, che mi chiede anche certi cambiamenti? Lasciare tutto fa paura, ma con Gesù è un guadagno ben superiore a quello che si lascia.



Preghiamo


Ti seguirò, ti seguirò, o Signore,
e nella tua strada camminerò.
Ti seguirò nella via dell’amore
e donerò al mondo la vita.
(Mons. Marco Frisina)

ulisseitaca
00domenica 1 dicembre 2013 08:52
Domenica III d'Avvento

Sant'Eligio, vescovo

1.12.2013



Eligio, di modesta famiglia gallo-romana, fu avviato all’apprendimento del mestiere di orefice nella bottega di Abbone, un grande esperto nell’arte dell’orificeria, e di questa arte divenne a sua volta un grande maestro. La leggenda ne testimonia l’onestà oltre che la bravura raccontando che il re Clotario II gli commissionò un trono d’oro, dandogli il metallo occorrente, ed Eligio ne ricavò due troni. Sotto il re Clotario sarà poi chiamato a dirigere la zecca di Marsiglia e dal nuovo re Dagoberto riceverà altre missioni di fiducia. Eligio compirà in questo tempo altre missioni di sua iniziativa, come riscattare a sue spese i prigionieri di guerra e fondare monasteri, tra i quali quello di Solignac nel 632, e ospizi.

Alla morte del re, nel 639, sceglie la vita religiosa e nel 641 viene consacrato vescovo di Noyon-Tournai. Inizia così una esistenza nuova, tutta dedicata all’opera di rievangelizzazione nel Nord della Gallia, nelle regioni della Mosa e nelle isole della Frisia. Nello svolgimento di questa missione morirà, in terra olandese. Di qui i suoi resti saranno riportati a Noyon solo nel 1952, ma il suo culto si diffonderà subito in Francia, in Germania e anche in Italia. E sarà scelto come patrono non solo dagli orafi, ma da tutti gli artigiani dei metalli, dai mercanti dei cavalli, dai maniscalchi e, ai nostri tempi, anche dai garagisti.

Una vetrata del Duomo di Milano, dono degli orefici milanesi e opera di Niccolò da Varallo, riproduce sant’Eligio che agguanta per il naso con una tenaglia un diavolo vestito da donna.



Oggi si ricorda anche la morte del beato Charles de Foucauld, ucciso a Tamanrasset, nel deserto dove si era ritirato per vivere in mezzo ai Tuareg la sua presenza silenziosa di amore universale. Parabola del chicco di grano che deve cadere a terra per portare frutto, solo dopo la morte fratel Charles troverà numerosi discepoli. La prima fraternità ispirata alla sua figura spirituale, quella dei Piccoli Fratelli di Gesù, nacque nel 1933; ne seguirono poi altre, in forma di Congregazioni, Associazioni, Pie unioni, espressioni diverse della stessa spiritualità di Nazaret, silenziosa presenza dell’amore di Cristo nei contesti più poveri e marginali della storia umana.

chiesadimilano
ulisseitaca
00lunedì 2 dicembre 2013 08:43

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici

2.12.2013

Ez 9,1-11; Sal 85 (86); Ml 3,13-18; Mt 13,53-58



«Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?». (Mt 13,54)



Matteo ci dipinge un quadro che potrebbe essere dei giorni nostri ossia lo stupore, ma anche la difficoltà a riconoscere i segni di bene già presenti e operanti nell’oggi. A volte sembriamo essere più preoccupati di far rientrare quanto accade in uno schema già predefinito a scapito del riconoscere quel nuovo ed inaspettato che potrebbe sì sconvolgere la nostra esistenza ma, al contempo, infonderle nuova linfa e coraggio. La logica di Dio sembra infatti seguire altre strade facendo proclamare il suo vangelo a chi allora non deteneva il potere, come il figlio di un falegname prima o le donne sotto la croce o al Sepolcro poi. Le domande che vengono poste dalla gente esemplificano il frequente tentativo di normalizzazione: un’azione che mette a tacere la novità del vangelo invece che farle spazio e darle concretezza. Anche oggi forse ci scandalizziamo di chi, uscendo dagli schemi, annuncia la buona notizia percorrendo strade a noi impensate, che però mostrano tutta la loro bontà e capacità di essere e fare del bene per l’uomo.





Preghiamo



Grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio.

Mostrami, Signore, la tua via,

perché nella tua verità io cammini;

tieni unito il mio cuore, perché tema il tuo nome.

(dal Sal 86)
ulisseitaca
00martedì 3 dicembre 2013 10:44

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici

3.12.2013

Ez 10,1-10.12-14.18-19.21-22a; Sal 88 (89): Ml 3,19-24; Mt 15,1-9



«E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?». (Mt 15,3)



Questa parola di Matteo è molto forte: Gesù rimprovera chi segue la tradizione cogliendo l’occasione per annullare la Parola di Dio. Oggi Gesù potrebbe chiederci analogamente come giustifichiamo il nostro sottrarci alle domande di aiuto dei fratelli in nome dei nostri impegni, anche quelli ecclesiali. Non c’è tempo per fermarsi ad ascoltare chi si rivolge a noi al di fuori degli schemi prestabiliti perché siamo pieni di impegni, in nome di Dio. Èforse la stessa fretta o lo stesso atteggiamento che ritroviamo nella parabola del buon samaritano. Dovremo imparare a lasciare qualche spazio libero nella nostra agenda per le sorprese che Dio ci vuole riservare, aprirci alla sua creatività che desidera operare attraverso le nostre mani, i nostri cuori. Se l’ultimo criterio è quello della carità, è alla luce di esso che saremo giudicati anche nelle azioni di bene che abbiamo fatto come gesti di semplice umanità.



Preghiamo



Canterò in eterno l'amore del Signore,

di generazione in generazione

farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,

perché ho detto:

«È un amore edificato per sempre;

nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

(dal Sal 89)
ulisseitaca
00mercoledì 4 dicembre 2013 08:08

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici

4.12.2013

Ez 12,1-7; Sal 102 (103); Sof 1,1.14-18; Mt 15,10-20



«Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono». (Sal 102)



In questi versetti il salmo 102 narra la misericordia di Dio, la sua pazienza verso noi peccatori. Il saper riconoscere la bontà di Dio, la sua grandezza nell’amore sfocia in un “dire bene” di Dio che sgorga dal cuore come segno di riconoscenza per i benefici ricevuti. La capacità di guardare la propria vita e storia personale, famigliare, di comunità cristiana e civile e di saperci scorgere i tanti segni di bene disseminati qua e là, è il punto da cui poter ripartire per chiedersi come ricambiare a tale amore. La consapevolezza di essere già da oggi perdonati e salvati è come una brocca che trabocca: l’acqua esce, non si può restare fermi, lo stupore ci mette in moto per comunicare con le parole e con la vita il dono ricevuto e per condividere con altri questo bene. Proprio perché qualcuno si è preso cura di me con pazienza e compassione, a mia volta mi prenderò cura dell’altro con lo stesso stile paziente e misericordioso.



Preghiamo

Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile.

(Dt 6, 10-13)
ulisseitaca
00giovedì 5 dicembre 2013 11:29

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici

5.12.2013

Ez 12,8-16; Sal 88 (89); Sof 2,1-3; Mt 16,1-12



«Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». (Mt 16,6)



Matteo ci riporta un dialogo fra Gesù e i suoi discepoli che potremmo considerare assai attuale. Proprio perché ciò che fa del male non è quello che mangiamo, ma quello che nasce dal nostro cuore, è importante chiederci quali insegnamenti seguiamo, chi sono i nostri maestri. Cresciamo e viviamo immersi in una cultura, all’interno di un clima famigliare, a contatto con alcune persone. E troppo poco tempo forse dedichiamo a confrontarci con la Parola di Dio, leggendola direttamente senza limitarsi alle tante interpretazioni che a volte rischiamo di travisare lo spirito originario. Ci diciamo cristiani, a parole, per riscoprire poi che i nostri atteggiamenti e comportamenti non parlano la stessa lingua. L’invito di oggi è di rimettersi ad ascoltare il vero e unico Maestro perché possa la nostra vita essere segno del suo insegnamento.



Preghiamo



Beato il popolo che ti sa acclamare:

camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;

esulta tutto il giorno nel tuo nome,

si esalta nella tua giustizia.

Perché tu sei lo splendore della sua forza

e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.

(dal Sal 89)
ulisseitaca
00venerdì 6 dicembre 2013 08:22

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici

6.12.2013

Ez 13,1-10; Sal 5; Sof 3,9-13; Mt 17,10-13



«Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera». (Sal 5)



Leggendo il salmo 5 potremmo chiederci: e se queste parole fossero rivolte a me oggi da una persona in difficoltà che confida nella mia capacità di ascolto e di aiuto, che cosa potrei rispondere e fare? Non possiamo restare a guardare. Il timore di non saper rispondere, di essere espugnati nelle nostre certezze o indifferenze, rischia di farci stare un passo indietro rispetto a chi chiede aiuto. E così dimentichiamo che un saluto, uno sguardo può restituire dignità all’altro, farlo sentire persona. Rischiamo di sottrarre all’altro anche il minimo riconoscimento umano nel timore che ci possa chiedere di più, troppo. Mettersi nei panni dell’altro potrebbe essere un esercizio utile per capire quanto è grande la misericordia di Dio verso ciascuno di noi, quanto sia di vitale importanza un gesto di carità nel momento del bisogno o dello sconforto. La luce di un faro che illumina il nostro percorso e le nostre relazioni.



Preghiamo



Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole:

intendi il mio lamento.

Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio,

perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Al mattino ascolta la mia voce;

al mattino ti espongo la mia richiesta

e resto in attesa.

(dal Sal 5)


ulisseitaca
00domenica 8 dicembre 2013 08:15

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici

7.12.2013

Sir 50,1a-b; 44,16a-23c;45,3b.12a.7.15e-16c, Sal 88 (89); Ef 3,2-11; Gv 10,11-16



«E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore». (Gv 10,16)



Giovanni tinteggia un quadro a diverse tonalità per descrivere la differenza fra l’amore di Dio per noi e quello che farebbe colui che non ha alcun interesse verso la nostra vita, il mercenario. La cura del Padre si allarga anche a pecore che non sono di questo recinto, alle quali si rivolge con la stessa cura e attenzione. Potremmo dire che il bene disseminato ovunque chiede di allargare i confini del nostro sguardo, di affinare la vista per scorgerlo là dove non ce lo saremmo aspettato. Èil bene che è presente nel mondo dove gesti d’amore e di accoglienza non hanno la nostra “etichetta”, ma restano di accoglienza e di amore, comunque. E diventeremo un solo gregge con un solo pastore: è l’invito a dialogare con tutti, ad aprirsi al di là di quei confini immaginari ristretti che ci poniamo per riconoscere e alimentare tutte le azioni di bene ovunque vengano fatte.



Preghiamo



Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l'anima mia,

mi guida per il giusto cammino

a motivo del suo nome.

(dal Sal 23)


ulisseitaca
00domenica 8 dicembre 2013 08:15

Ecco a te viene il tuo re

8.12.2013

Is 40,1-11; Sal 71 (72); Eb 10,5-9a; Mt 21,1-9



«Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme». (Is 40,1-2a)



Isaia, incaricato ad annunciare liete notizie che recano speranza, oggi, con voce molto alta, annuncia la consolazione che viene da Dio. Si tratta di consolazione che incoraggia a porre fiducia in colui che viene, perché sicuramente Dio salverà l’uomo solo se è ben disposto a rimuovere gli ostacoli che impediscono ad accogliere la promessa.

Anche per noi, viandanti sulle strade del mondo, oggi questa parola è di consolazione e di aiuto, ci assicura che Dio viene e camminerà con noi rivelando la sua gloria. Con la sua nascita Gesù diventa il nostro compagno di viaggio: prende la nostra stessa carne e condivide fino in fondo la nostra condizione umana. La sua nascita è annuncio consolante per tutta l’umanità: si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno. Sulle strade del mondo che percorriamo ogni giorno sia data la possibilità a ciascuno di noi di vivere il conforto annunciato da Isaia: porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri.



Preghiera



O Dio, affida al re il tuo diritto,

al figlio di re la tua giustizia;

egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia

e i tuoi poveri secondo il diritto.

(dal Sal 71)



Impegno settimanale

In questa settimana mi lascerò “rassicurare” da Dio che libera dagli affanni, che rischiara i dubbi e che scioglie le nostre resistenze al suo amore.
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