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TESTIMONIANZE DI PERSONE SPECIALI

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2023 19:58
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15/12/2014 21:08
 
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Grandi campioni, in campo e nella fede




Molti giovani sono “dipendenti” da questi campioni, li guardano, ne parlano e li imitano in continuazione, spesso emulando comportamenti sciocchi e sbagliati. E’ bello se questi sportivi, con la loro testimonianza, diventassero anche occasione per riflettere su cose più importanti.


Proprio un attaccante del Real, Javier “Chicharito” Hernandez, non ha mai nascosto la sua fede cattolica, è sorprendente notare quante volte citi Dio nelle sue interviste e apparizioni in pubblico, ringraziandoLo per la possibilità che ha avuto di diventare un campione dello sport. «Prego sempre prima di una partita»ha spiegato«È una routine importante per me, ma non è superstizione. Mi piace pregare, parlo con Dio e chiedo di prendersi cura della salute delle due squadre».


Anche in Italia abbiamo una giovane speranza del calcio, si chiamaFederico Bernardeschi, classe 1994, attaccante della Fiorentina e della nazionale Under 21. Un ragazzo come tanti, con le domeniche divise tra calcio e messa, e guai saltare la seconda. La fede l’ha ereditata dai genitori, tanto da tatuarsi sul corpo anche il Padre Nostro (in latino) e un’immagine di Gesù.


Cambiando sport, Santiago Giraldo è un tennista colombiano, tra i migliori al mondo. Indossa sempre una sciarpa con l’immagine della Madonna di Guadalupe: «La prego ogni giorno e porto una sciarpa con la sua bella immagine in tutti i miei viaggi in giro per il mondo»ha spiegatoin un’intervista. Con essa si reca a messa laddove si trova a giocare: «Ci sono magnifiche chiese in tutto il mondo, quelle che preferisco sono la Cattedrale di Colonia e di Notre Dame a Parigi. A volte le contemplo sopraffatto. Sono impressionanti e ti fanno sentire più vicino a Dio». Rispetto a Papa Francesco ha detto: «Sono molto entusiasta che ci sia un papa sudamericano. La Chiesa non è solo per l’Europa, ma è universale, per ogni paese. Papa Francesco rappresenta tutta la Chiesa con tanta carisma e l’umiltà. Juan Martin Del Potro, che ha vinto gli US Open nel 2009, ha potuto incontrarlo l’anno scorso. E’ stato facile per Del Potro perché è argentino, ma anch’io spero di poterlo incontrare un giorno. Sarebbe più bello che vincere gli US Open».


Passando al nuoto, bella l’intervista all’ex campione di nuoto Massimiliano Rosolino su Rai1, dal 1995 al 2008 è stato 14 volte campione europeo e “medagliato” in altro 60 occasioni. «Ho sempre creduto a qualcuno di superiore che ci osserva e che ci guida in tutte le nostre azioni. Altrimenti sarebbe il vuoto più totale», ha confessato di avere con il Signore «da sempre un cordone ombelicale, sia nei momenti felici che in quelli maggiormente difficili. Quando sono diventato padre ho alzato gli occhi al cielo e l’ho ringraziato con intensità. Mi piace pregare molto di più per gli altri che per me stesso. In particolare per amici e parenti che stanno male o hanno qualche problema». Rosolino collabora con l’associazione no profit “Mille culture” che cerca di avvicinare i ragazzi in difficoltà allo sport togliendoli dalle strade.


Restiamo in Italia e torniamo al calcio. Andiamo dal c.t. della Nazionale,Antonio Conte che si è raccontato al settimanale Credere«Ringrazio sempre il Signore per tutta la fortuna che ho e mi auguro di fare qualcosa che possa giustificare tutto il bene che ho ricevuto. Prima delle partite mi isolo e dedico alcuni minuti alla preghiera e questo mi permette di capire chi cede allo stress: un allenatore sente tutta la pressione addosso, deve gestire calciatori, staff tecnico, tifosi. A volte viene da chiedersi perché si accettino responsabilità simili, poi però quando vedi che la squadra ti segue, il campo ripaga di tutte le notti insonni», ha spiegato. Tra i momenti più emozionanti della sua vita c’è stata sicuramente l’udienza dal Papa: «Ci sono andato prima del matrimonio, con la mia famiglia: la mia futura moglie e anche Vittoria, mia figlia. Ero andato da ‘peccatore’, con una figlia fuori dal matrimonio, ma il Papa ci ha accolto in maniera semplice. Addirittura mancavano delle sedie e si è alzato lui per prenderle». Ha ricevuto un’educazione cattolica, «sono cresciuto a Lecce, l’oratorio Sant’Antonio a Fulgenzio è stato un punto di riferimento, un rifugio dalle tentazioni della strada. Quando servivamo Messa e il parroco doveva decidere chi avrebbe portato la candela grossa, ricordo che volevo essere scelto. Quando accadeva ero felice, mi cambiava la giornata. Mi piaceva fare il saluto al prete e orchestrare i movimenti degli altri chierichetti».



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