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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 5) Anno C

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 08:20
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19/10/2013 07:22
 
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san Paolo insiste sul giusto ordine delle cose: non le nostre opere vengono prima, ma l'azione di Dio, la generosità di Dio. Tutto incomincia da una promessa di Dio. Nella storia di Abramo all'inizio c'è una promessa divina, prima che Abramo abbia fatto qualcosa. "Non in virtù della legge fu data ad Abramo la promessa", perché la legge non esisteva ancora, e san Paolo lo scrive chiaramente nella lettera ai Galati: la legge fu data più di quattrocento anni dopo. La prima cosa non è dunque l'osservanza della legge, ma accogliere la promessa con piena fede: così lasciamo libertà a Dio e mettiamo la nostra vita a sua disposizione nel modo migliore. E una condizione facile aprirsi a Dio, aver fede in lui e non in noi stessi, ed è indispensabile.
Gesù lo dice nel Vangelo: bisogna confessare la fede, anche davanti agli uomini, per essere ricevuti da Dio in cielo: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio". Tutta la nostra vita deve essere non uno sforzo per farsi dei meriti, ma una testimonianza di fede in Gesù e in Dio per Gesù Cristo.
Però il Vangelo ci avverte di non giudicare troppo in fretta quelli che non mostrano la loro fede, quando ci dice: "Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato". Sono i due aspetti della fede. C'è una manifestazione esteriore, ma la fede è fondata su una manifestazione interna dello Spirito Santo. Qualche volta può succedere che una persona trovi delle difficoltà a professare la fede, ad accettare le manifestazioni esteriori della fede nel Figlio dell'uomo, vale a dire la fede cristiana. Ebbene, non si può dire che è imperdonabile; imperdonabile è resistere allo Spirito Santo, cioè non accettare dentro di noi la testimonianza di Dio, che ci spinge verso il suo Figlio. La docilità a Dio prepara e sviluppa in noi la fede: quando c e questo intimo rapporto con lo Spirito Santo si viene alla fede ("Chi è docile a Dio viene alla Luce" dice il Vangelo giovanneo> e allora nella vita, ormai fondata sulla fede, si sviluppa pienamente il frutto dello Spirito, e la fede può giungere alla eroica testimonianza che ammiriamo nei martiri, testimonianza che non è opera umana, ma proprio frutto dello Spirito, dono di Dio in chi si apre docilmente a lui.
Domandiamo al Signore una stima sempre più profonda della fede e una crescente docilità al suo Spirito, che sviluppa in noi lo spirito di fede.
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