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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 5) Anno C

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 08:20
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18/09/2013 07:40
 
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Nel Vangelo di oggi, Gesù fa una descrizione molto vivace e pungente di un atteggiamento bambinesco frequente, quello dei bambini incontentabili che si rivolgono a vicenda dei rimproveri. Non vanno mai d'accordo, rifiutano ogni proposta di gioco. Non vogliono giocare al corteo di nozze; non se la sentono di manifestare grande allegria. Allora si potrebbe giocare a fare un funerale? No, nemmeno questo conviene loro.
Di questa scena ritratta al vivo Gesù si serve per smascherare l'atteggiamento spirituale di molti adulti del suo tempo, specialmente di molta gente perbene, "i farisei e i dottori della legge", nominati poco prima nel Vangelo (Lc 7,30). Gesù osserva che anche loro si mostrano incontentabili. Trovano sempre da ridire, in particolare quando si presenta un messaggero di Dio con un invito alla conversione. Invece di prendere sul serio il messaggio divino, esaminano il messaggero e cercano qualche motivo di criticarlo e quindi di squalificarlo in modo da potersi dispensare, con buona coscienza, dall'accogliere il suo messaggio. Giovanni Battista è venuto, vivendo nel deserto in un modo quanto mai austero, non mangiava pane e non beveva vino, ma si accontentava di ciò che trovava nel deserto. Tale austerità doveva, di per sé, aumentare l'autorevolezza delle sue esortazioni profetiche. I farisei, però, e i dottori della legge hanno manifestato il loro senso critico molto acuto, come si addice a specialisti in materia di religione, e hanno decretato che il modo di vivere adottato da Giovanni non era ragionevole e non poteva essere ispirato da Dio; certamente quindi veniva dal demonio. Non era il caso di prestare attenzione a quel profeta bizzarro.
Dopo Giovanni Battista, si è presentato Gesù e si è comportato in modo molto diverso. Invece di vivere nel deserto, "Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il Vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità" (Mt 9,35). Gesù viveva in mezzo alla gente, mangiava e beveva, accettava di essere invitato a pranzo tanto da qualche fariseo (Lc 7, 30; 14, 1) qi~to da qualche pubblicano (Lc 19,110>. Non cercava di apparire diverso dagli altri. Sapeva di "doversi rendere in tutto simile ai fratelli", come dice la lettera agli Ebrei (Eb 2, 17). Per chi non apprezzava l'austerità di Giovanni Battista, questo modo di vivere, così semplice e pieno di affabilità, doveva essere accolto in modo molto positivo. Però non era tale il parere dei nostri esperti, cioè dei farisei e dottori della legge. Il loro acuto senso critico si esercitava di nuovo e decretava che Gesù era un uomo troppo ordinario e accessibile per poter essere un Inviato di Dio. "Ecco un beone e un mangione, amico dei pubblicani e dei peccatori" (Lc 7,34).
Meditando questo Vangelo, non dobbiamo dimenticare di applicarlo a noi stessi. Non siamo forse anche noi bambini incontentabili? E, al contempo, grandi esperti nel criticare ogni proposta di cambiamento per la nostra vita, come erano i dottori della legge che criticavano Gesù?
Nella traduzione italiana di questo Vangelo una parola significativa non è stata tradotta con esattezza. Parlando dei bambini mal contenti Gesù precisa che sono "seduti". Possiamo intuire che questi bambini rifiutavano ogni proposta, perché non volevano alzarsi e muoversi. Similmente le critiche espresse dai dottori della legge erano in realtà una tattica adoperata per proteggere il loro "immobilismo" spirituale. Non volevano muoversi, rinunciare alla loro posizione stabile e intraprendere un nuovo cammino nella docilità all0 Spirito Santo. Capita spesso che la critica mossa contro i messaggeri di Dio sia una tattica dello stesso genere. Critichiamo per dispensarci dall'agire, dall'obbedire, dall'essere veramente docili al Signore.
Mi ricordo invece di una religiosa che, dopo aver ricevuto un incarico molto scomodo, al quale avrebbe potuto opporre un atteggiamento critico, faceva unicamente questo commento: "Sono contenta di quanto mi dà il Signore". Parola semplice, quanto mai coerente dal punto di vista della fede viva e dell'amore effettivo, ma non facile a dirsi in certe circostanze! A poco a poco, con la grazia di Dio, dobbiamo imparare a essere dei figli di Dio sempre contenti di quanto egli ci dà.
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