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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 5) Anno C

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 08:20
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30/08/2013 07:15
 
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San Paolo augurava ai Tessalomcesi il dono divino del progresso nell'amore e nella santità: "Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore". Questo dono divino va accolto attivamente e perciò è la lettura di oggi l'Apostolo invita i suoi cristiani a vivere in conformità con la grazia che ricevono continuamente.
Possiamo notare che la sua esortazione è permeata di meravigliosa delicatezza, una delicatezza che purtroppo la traduzione del lezionario non consente di apprezzare adeguatamente. Infatti il lezionario dice:
"Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù", il che suggerisce da parte dell'Apostolo una viva preoccupazione di fronte a una situazione di grave necessità: non si supplica se non c'è un bisogno urgente. Invece Paolo non ha scritto "vi supplichiamo", ma semplicemente: "vi chiediamo e preghiamo", parole che lasciano intravedere un animo tranquillo. il seguito della lettera conferma pienamente la tranquillità dell'apostolo, perché dice: "Avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate" (la parola usata da Paolo letteralmente è"camminare", una parola dinamica): "Avete appreso da noi come camminare in modo da piacere a Dio e così già camminate": siete in cammino, andate avanti. Quindi san Paolo riconosce che i Tessalonicesi sono sulla buona via e che progrediscono.
Il comportamento cristiano non è regolato da leggi astratte, ma viene dettato dal desiderio di piacere a una persona, cioè a Dio stesso. Questo dà un orientamento molto diverso: non conformarsi a una legge, ma cercare di piacere a una persona. È molto diverso.
Che cosa chiede allora Paolo? "Vi chiediamo e preghiamo dice letteralmente di "abbondare" di più". Già in precedenza aveva scritto: "Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore": è una grazia desiderata. A questa grazia bisogna corrispondere con un comportamento adeguato; si tratta allora di "abbondare di più". Questi termini sono molto caratteristici della mente e dell'animo di Paolo, che ha un temperamento dinamico e vuole quindi comunicare questo dinamismo ai suoi cristiani.
Effettivamente l'ideale cristiano non è evitare il peccato per sfuggire al castigo; è invece quello di progredire continuamente in una vita di fede e di amore. Chi cerca soltanto di evitare il peccato, si trova in un'atmosfera piuttosto deprimente, negativa e rischia molto di cadere, perché fissare l'attenzione soltanto sui peccati da evitare aumenta piuttosto la tentazione. Chi invece si preoccupa di andare avanti, di progredire, in modo positivo, evita senza pensarci il peccato, ne è preservato grazie al dinamismo della sua vita spirituale.
San Paolo poi insiste sulla santificazione. Abbiamo già visto che non separa mai carità e santità: l'amore cristiano è un amore santo, la santità cristiana è santità di amore. E in questo passo mette l'accento su un aspetto importante della santificazione cristiana, cioè la castità: "Questa è la volontà di Dio scrive la vostra santificazione: che vi asteniate dall'immoralità sessuale, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto".
San Paolo è realista nel suo apostolato; sa che l'immoralità sessuale è una tentazione forte, perché l'istinto sessuale ha una potenza tremenda. Per chi vive nella ricerca della propria felicità, la tentazione è quasi insuperabile; invece chi cerca di progredire nell'amore generoso normalmente supera questo genere di tentazione, che in fondo è una tentazione di egoismo particolare. E san Paolo insiste che l'immoralità sessuale non è compatibile con la relazione autentica con il Signore:
"La volontà di Dio è la vostra santificazione: che vi asteniate dall'immoralità sessuale". I cristiani non possono vivere da pagani, che non conoscono Dio; debbono avere rispetto per il proprio corpo e mantenerlo nella santità. E un atteggiamento molto positivo: non si tratta di una paura del sesso, ma di un rispetto del corpo e quindi di un uso del sesso che sia compatibile con la vocazione cristiana, con l'amore generoso, e non con la ricerca sfrenata del piacere.
"Dio dice Paolo non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione". Se Dio ci ha chiamati, ci dà la grazia, quindi possiamo vincere, dobbiamo vincere le tentazioni, possiamo avere la mentalità dei vincitori, una mentalità allegra, gioiosa, per niente triste o preoccupata.
Dio ci ha chiamati alla santificazione, perché abbiamo una relazione personale con lui: Dio è santo e ci vuole santi per la pienezza della nostra gioia. il messaggio di Paolo è esigente, però è un messaggio che ci guida alla pienezza della gioia.
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