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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 5) Anno C

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 08:20
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26/04/2013 07:57
 
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Movimento Apostolico - rito romano
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me

Quanto Gesù oggi chiede ai suoi discepoli, è legge universale della fede. Sempre la fede deve essere duplice, mai unica, sempre in due persone, mai in una sola. Deve essere fede nell'inviato e nell'Inviante. Non due fedi separate e distinte: una nell'inviato e nell'altra nell'Inviante, ma una sola fede, la stessa che è nell'Inviante deve essere nell'inviato. Se questa unita è assente, non vi è vera missione di salvezza.

Questa verità viene manifestata a noi già dalla prima missione della storia. Il primo missionario è stato Mosè. In lui si è compiuta questa unità di fede. Quella dei figli di Israele era fede in Dio e fede in Mosè, una sola fede, non due. Questa unità deve essere tanto alta, da considerarsi un'unica fonte di fede, non due. I soggetti sono due, la fede è però una sola. È quanto ci rivela il Libro dell'Esodo.

Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull'asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare. Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!». Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l'Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo (Es 14,21-31).

Gesù chiede ai suoi Apostoli che abbiano una doppia fede: in Lui e nel Padre suo, in Lui e in Dio. Un'unica fede, non due. Cristo Gesù è vera Parola del Padre. Il Padre parla per mezzo di Lui. Alla sua Parola si deve accordare la stessa fede che si accorda alla Parola di Dio. Avere fede in Gesù vuol dire anche che Lui è oggi la vera Parola del Padre. Tutte le altre vanno interpretate, aggiornate, lette, comprese, a partire da questa sua Parola. È questa la sola regola ermeneutica secondo la quale leggere quanto Gesù sta dicendo ai suoi Apostoli. Dio sta parlando loro per mezzo di Lui.

Questo stesso principio della duplice fonte di fede vale per Gesù e i suoi discepoli. Ogni discepolo di Gesù deve poter sempre dire: Abbiate fede in Gesù e abbiate fede in me. La sua parola deve essere Parola di Gesù allo stesso modo che la Parola di Gesù è Parola di Dio, del Padre suo. Quando questa unità si costruisce, allora la parola del discepolo sarà ricca di opere di salvezza e di conversione.

Come la Parola di Gesù è Parola del Padre nello Spirito Santo di verità e Gesù dimorava nello Spirito Santo, così deve essere per ogni suo discepolo. Questi deve dimorare nello Spirito della verità perché la sua parola sia verità e quindi degna sempre di fede vera. Se il discepolo vive fuori dello Spirito di verità, allora nessuna sua parola potrà dirsi verità e a nessuna potrà accordarsi la fede. Senza fede è il fallimento, perché solo la parola degna di fede è credibile e solo su di essa si può costruire la vita.
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