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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 4) Anno B

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2012 08:06
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26/04/2012 06:42
 
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Movimento Apostolico - rito romano
Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo

La conversione a Cristo Gesù è purissima grazia di Dio. È un dono del Padre al Figlio suo Gesù Cristo. Questa verità è così manifestata nel Vangelo secondo Giovanni: "Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo" (Gv 17,6-14). Nella nostra santa fede tutto è di Dio. Noi tutti siamo un dono che il Padre ha fatto al suo Figlio Unigenito.

Tutta la salvezza è opera del Signore, una stupenda meraviglia del suo amore. Così Isaia: "Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata; anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo d'Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Come una donna abbandonata e con l'animo afflitto, ti ha richiamata il Signore. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? - dice il tuo Dio. Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore. Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non più minacciarti. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia. Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata, ecco io pongo sullo stibio le tue pietre e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta. Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di berilli, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose. Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli; sarai fondata sulla giustizia" (Is 54,3-13). Il dono da solo però non basta. Esso va accolto, vissuto. Con esso urge diventare una cosa sola, una sola vita per la fede.

Oggi il Padre ci dona Cristo Gesù come dono. Ce lo offre in una maniera particolare, unica, mai data prima. Ce lo offre come pane vivo da mangiare. Non però spiritualmente, bensì fisicamente, realmente, corporalmente. Ce lo offre sotto carne da consumare, sotto sangue da bere. Vera carne, vero corpo, vero sangue. Non si tratta di simbolismo, immagine, figura. La carne è data nella sua più pura verità. È questo il grande mistero che Gesù annunzia oggi ai Giudei. Da questa fede è la loro salvezza.
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