Il caso della famiglia Masih è emblematico. L’Osservatorio sulla Cristianofobia ne ha già dato notizia. Adesso Open Doors, l’agenzia americana di aiuto ai cristiani perseguitati, ci offre più dettagli di questa vicenda, per illustrare quanto i cristiani siano vittime della persecuzione nel Pakistan.
La famiglia Masih non dimenticherà mai quel 30 agosto del 2017. E’ stato l’ultimo giorno in cui Ilyasab Masih e sua moglie hanno visto in vita il loro figlio di 17 anni, Sharon.
In quella giornata estiva, nel loro villaggio nel Pakistan orientale, la famiglia Masih venne a sapere che il loro figlio era stato picchiato a morte nella sua classe da un altro studente, perché Sharon, essendo cristiano, aveva bevuto dallo stesso bicchiere d'acqua dei suoi compagni di classe musulmani.
Quel giorno, Raza Ahmed, uno studente musulmano, impedì a Sharon di bere l’acqua dal bicchiere che lui ed i suoi compagni di classe musulmani stavano utilizzando.Per loro, Sharon era un infedele che non avrebbe mai dovuto toccare il bicchiere che i musulmani stavano usando, tanto meno bere da quel bicchiere.
Era in classe che seguiva la lezione di studi islamici (un corso che tutti gli studenti pakistani sono costretti a seguire a prescindere dalle loro convinzioni), quando Raza ha iniziato a picchiarlo ed ha continuato anche quando cadde a terra, scalciando Sharonfino a renderlo incosciente. Morì poco dopo.
La famiglia Masih è tra i 3,9 milioni di cristiani in Pakistan perseguitati per la loro fede. Sono spesso trattati con disprezzo, provengono da una “casta intoccabile”, questo spiega il perché molti musulmani si rifiutano di bere e mangiare con loro per paura di essere contaminati.
Due mesi prima della morte di Sharon, un operatore ecologico cristiano nella provincia di Sindh, sempre in Pakistan, morì dopo che tre medici si rifiutarono di toccarlo durante il Ramadan (il mese santo islamico), perché lo consideravano “impuro”.
Gran parte della persecuzione cristiana proviene da gruppi islamici radicali che prosperano sotto il favore dei partiti politici, dell'esercito e del governo.
Questi gruppi radicali islamici gestiscono migliaia di madrasa (centri di educazione islamica) dove giovani come Raza vengono istruiti e incoraggiati a perseguitare le minoranze religiose come i cristiani.
Il Pakistan ha anche le più famigerate leggi sulla cosiddetta blasfemia nel mondo, che sono usate apposta contro le minoranze religiose.
Asia Bibi è ancora in carcere, otto anni dopo essere stata arrestata rimane nel corridoio della morte condannata per il “crimine” di blasfemia.
L’Osservatorio sulla Cristianofobia è intervenuto sul caso di Asia Bibi. Sia nella sfera europea, con una petizione a Jan Figel, Rappresentante dell’UE per la promozione della libertà di religione al di fuori dell’Unione, sia in Italia, con una petizione al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
L’Osservatorio sulla Cristianofobia ha anche inviato la protesta dei suoi sostenitori all’Ambasciata del Pakistan a Roma, che non ha dato nessuna risposta.
Il fatto è che l'omicidio di Sharon ha intensificato la paura tra i cristiani pakistani, come riferisce World Watch Monitor. Ma la vicenda di Sharon è soltanto un esempio di una serie di incidenti che sono successi in Pakistan nel 2017, come ad esempio: