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PERSECUZIONI CONTRO I CREDENTI IN CRISTO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2023 12:13
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08/07/2011 17:34
 
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Digiuno di massa
a difesa dei diritti dei dalit in India

New Delhi, 8.

I cristiani in India hanno annunciato dal 25 al 27 luglio un digiuno nazionale di massa per riportare all’attenzione del Governo l’annosa questione della dignità e dei diritti umani. L’iniziativa tende anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione sociale ed economica dei dalit, i «fuori casta», gli oltre 250 milioni di persone che si trovano all’ultimo grado della scala sociale nel Paese, in una società che — pur avendo formalmente abolito il sistema castale — ancora lo vive e lo rispetta nella prassi sociale e anche istituzionale.

La manifestazione — riferisce l’agenzia Fides — è organizzata dalla Commissione nazionale per i dalit cristiani (National Coordination Committee for Dalit Christians) e dal Consiglio nazionale dei dalit cristiani (National Council of Dalit Christians) organismi che hanno coinvolto un’ampia rete di associazioni e comunità cristiane in tutto il territorio federale. Per due giorni i cristiani di tutte le denominazioni saranno in strada a New Delhi digiunando pubblicamente, mentre il 28 luglio, a conclusione dell’evento, si terrà una marcia simbolica verso il palazzo del Parlamento federale indiano. Scopo dell’iniziativa è chiedere, in particolare, il rispetto dei diritti costituzionali, specialmente in nome dei principi di laicità dello Stato e di libertà religiosa, per i dalit di fede cristiana, che subiscono ulteriori discriminazioni e restano esclusi dal sistema educativo e dall’accesso a molti servizi pubblici. Ai dalit cristiani, già di per sé segnati dallo stigma dell’intoccabilità e del pregiudizio, molti diritti e opportunità sono negati proprio a causa della loro fede. Per questo le associazioni cristiane chiedono la revisione del paragrafo 3 della Costituzione (sul cosiddetto «Scheduled Castes Order»), in modo da concedere pari opportunità di sviluppo, diritti e tutele ai dalit cristiani e musulmani, rispetto a quelli di religione indù, ai quali sono accordate garanzie e benefit per la loro promozione sociale, non riconosciuti ai dalit di religioni diverse. I cristiani invitano il governo del Partito del Congresso ad «adempiere ai suoi obblighi costituzionali» in quanto «si tratta di una fondamentale questione di giustizia e di uguaglianza».

La richiesta giungerà al Parlamento impegnato nella sessione estiva dei lavori, nella quale la United Progressive Alliance, formata dal Partito del Congresso e da altri partner minori, ha già intenzione di approvare alcuni provvedimenti molto importanti per la società indiana: una legge sulla sicurezza alimentare; una sull’esproprio delle terre; la legge contro la corruzione e la legge sulla violenza intercomunitaria, che dà poteri di intervento al governo centrale negli stati nazionali.

Secondo dati ufficiali del ministero dell’Interno, nel periodo 2004-2008 vi sono stati in India almeno tremilaottocento episodi di violenza intercomunitaria, contro minoranze etniche, religiose o culturali. Fra gli episodi più gravi, la violenza di massa scoppiata in Orissa nel 2008, ma vanno segnalati anche 131 casi in Madhya Pradesh, 114 in Maharashtra e 109 in Karnataka: circa la metà dei casi registrati toccano i cristiani, l’altra metà le comunità musulmane. Per tutti questi episodi — ha dichiarato John Dayal, attivista per i diritti umani e presidente della United Christian Action (organizzazione che accoglie laici cristiani impegnati nella battaglia per la tutela dei diritti, per la difesa dei dalit e per la promozione delle minoranze cristiane) — il Governo centrale è stato criticato per il mancato intervento. Occorreva dunque affrontare la questione dell’impunità, cercando un sistema per rendere i politici, la polizia e gli ufficiali pubblici responsabili e perseguibili per le loro azioni. Per questo la legge prevede la costituzione di un’Autorità nazionale per l’armonia interreligiosa che dovrà monitorare le situazioni locali, e dà ampi poteri di intervento allo Stato centrale per i casi di violenza che avvengono nei diversi Stati della federazione. Importante — ha aggiunto Dayal — è la decisione di stabilire adeguati risarcimenti e compensazioni per le vittime, nonché prevedere pene certe per i responsabili delle violenze, per i funzionari pubblici che le incoraggiano o evitano di fermarle.

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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