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PERSECUZIONI CONTRO I CREDENTI IN CRISTO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2023 12:13
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12/12/2010 23:14
 
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Persecuzioni moderne

In epoca moderna, i cristiani sono stati perseguitati in diverse nazioni. Spesso, soprattutto al di fuori dell'Europa, essi venivano repressi anche perché considerati portatori di un'"influenza straniera" che si vedeva come una minaccia al potere costituito o alla struttura tradizionale della società. Questo è il caso, ad esempio, del Giappone nel XVII secolo, dove si usava un singolare metodo per scoprire i cristiani: tutti venivano obbligati a calpestare delle immagini sacre, chi si rifiutava era subito arrestato.

Negli ultimi duecento anni circa si è poi affermato un nuovo tipo di persecuzione, nel quale i responsabili sono stati i propugnatori dell'ateismo, delle filosofie materialiste e della massoneria. Secondo questi gruppi, occorreva "liberare" (con la forza) il popolo dalla religione, che essi consideravano una superstizione che frenava il progresso della società.

Secondo alcune stime[senza fonte], il numero dei cristiani uccisi per la loro fede nel XX secolo supera di gran lunga il numero complessivo che si ha per tutti i secoli precedenti.

Rivoluzione francese

Il primo caso fu quello della Rivoluzione francese: qui la persecuzione del cristianesimo si inquadrò in un più generale tentativo di sradicare completamente tutte le tradizioni dell'Ancien regime, con aspetti singolari come il culto della "dea Ragione" o la sostituzione dei nomi dei mesi del calendario (vedi Calendario rivoluzionario francese).

La repressione del cristianesimo si attuò con la Costituzione civile del clero, una legge che imponeva ai sacerdoti di giurare fedeltà alla repubblica e rinnegare la Chiesa di Roma, per costituire una Chiesa nazionale alle dipendenze del potere politico. I "preti refrattari", cioè coloro che rifiutarono il giuramento (la grande maggioranza), vennero ghigliottinati. I conventi vennero chiusi e i religiosi dispersi.

La difesa del cristianesimo costituì una delle motivazioni dell'insurrezione armata della Vandea (1793), che dopo alcuni mesi di scontri fu repressa con estrema violenza dall'esercito rivoluzionario.

Il caso messicano

Per approfondire, vedi la voce: Cristeros.

In Messico a partire dalla metà del XIX secolo si affermò una classe politica anticlericale e massonica, che aveva tra i suoi obiettivi quello di distruggere la forte tradizione cattolica del paese. Dopo numerosi episodi di violenza e il varo di leggi che limitavano severamente la libertà religiosa, nel 1926 nella popolazione cattolica prese avvio una rivolta armata, la cosiddetta Cristiada: gli insorti riuscirono ad organizzare un vero e proprio esercito che giunse a contare anche 50000 uomini. La Cristiada durò fino al 1929; seguì un periodo di dura repressione, nel quale i sacerdoti fedeli a Roma venivano ricercati e fucilati.

Come conseguenza della sua politica anti-cattolica il numero di preti in Messico passò da circa 4.500 prima del 1926, a soli 334 nel 1934.

Il Nazismo

Il Nazismo ha perseguitato il Cristianesimo, anche se non così duramente come l'Ebraismo (per il quale la persecuzione era fondata su una base razziale più che religiosa). Lo scontro tra Chiesa e Nazismo, appena dissimulato dal concordato tra Santa Sede e Terzo Reich del 20 luglio 1933, diventò sempre più aperto e frontale. Pio XI nell'enciclica "Mit brennender Sorge" ("Con bruciante preoccupazione") del 1937 aveva dichiarato l'inconciliabilità della fede cristiana con la divinizzazione della razza germanica, del popolo tedesco e del Führer. E così, se la "soluzione finale" nei confronti degli Ebrei ebbe per i Nazisti una priorità rispetto al trattamento da riservare alla Chiesa, l'eliminazione di questa era "l'ultimo grande compito" che Hitler si riservava per il dopoguerra (come sappiamo dalle registrazioni di Bormann).

Già nel giugno 1934 in Germania era cominciata l'eliminazione fisica di membri della Chiesa distintisi per la loro opposizione al nazismo come Erich Klausener, Adalbert Probst, Fritz Beck e Fritz Gerlich. Le persecuzioni, gli arresti, le condanne a morte, le deportazioni in campo di concentramento dei cristiani continuarono con inusitata violenza distruttrice fino alla fine del regime nel maggio 1945. Giovanni Paolo II, citando Jakob Gapp, concordava con lui nel vedere in questa contrapposizione tra Cristianesimo e Nazismo un'espressione visibile della lotta apocalittica tra Dio e Satana. Padre Jakob Gapp, religioso austriaco, fu ghigliottinato dai nazisti il 13 Agosto 1943.

Col dilagare della II guerra mondiale e le occupazioni naziste morì per mano dei tedeschi anche un grande numero di preti, suore e religiosi. Diversi sacerdoti sono stati deportati e uccisi nei campi di concentramento: il più famoso di questi è san Massimiliano Kolbe.A Buchenwald il sacerdote austriaco Otto Neururer, per aver battezzato un prigioniero, venne sospeso a testa in giù a una trave finché, dopo due giorni di agonia, morì (30 maggio 1940). A Mauthausen padre Edmund Kalas, polacco, aveva allontanato una guardia tedesca da un prigioniero che stava uccidendo a calci; la reazione fu feroce: il sacerdote venne fatto lapidare dagli stessi prigionieri (7 giugno 1943). Durante l'occupazione nazista di Roma (1943-1944), lo stesso papa Pio XII fu a rischio di essere deportato: è stato reso noto in seguito che egli aveva firmato una lettera di dimissioni, da rendere operative qualora fosse stato arrestato.

I regimi comunisti

La persecuzione dei cristiani è stata una costante anche dei regimi comunisti, iniziando dalla Russia nel 1917 per proseguire, dopo la Seconda guerra mondiale, in tutti i paesi dietro la cortina di ferro. Ai cristiani di quei paesi, costretti alla clandestinità, si usava riferirsi con l'espressione Chiesa del silenzio.

Nikolaj Bucharin (1888 - 1938) nella sua opera "L'ABC del Comunismo" (1919) dichiarò che "la religione e il Comunismo sono incompatibili sia in teoria che in pratica". Pio XI nell'enciclica "Divini Redemptoris" del 1937 definì il Comunismo "flagello satanico" che "mira a capovolgere l'ordinamento sociale e a scalzare gli stessi fondamenti della civiltà cristiana" facendo precipitare le nazioni in una barbarie "peggiore di quella in cui ancora giaceva la maggior parte del mondo all'apparire del Redentore".

La persecuzione della Chiesa cattolica continua tuttora in Cina: il governo di quel paese ha istituito una "Chiesa patriottica nazionale", separata da Roma. I cattolici fedeli al papa sono considerati "agenti di una potenza straniera". Anche se in tempi recenti il governo cinese ha aperto una trattativa con il Vaticano, tuttora continuano le incarcerazioni di sacerdoti e vescovi. Anche altre religioni "non autorizzate" vengono duramente represse.

I paesi musulmani

Nei paesi musulmani, generalmente ai cristiani è riconosciuta la libertà di professare la loro religione, ma con limitazioni in alcuni paesi. In Arabia Saudita è formalmente vietata ogni religione che non sia quella musulmana; la presenza di stranieri cristiani è tacitamente tollerata, ma essi non possono in alcun modo manifestare la propria fede. Persino il possesso della Bibbia è considerato un crimine.

In generale nei paesi arabi i cristiani sono oggetto, da parte della popolazione musulmana, di forme di discriminazione più o meno gravi, che negli ultimi decenni hanno portato molti di loro a emigrare o a convertirsi all'Islam. La popolazione cristiana è in calo più o meno pronunciato in tutti i paesi del Medio Oriente. La conversione di musulmani al cristianesimo è poi vista come un crimine (apostasia) e, anche nei paesi in cui la legge la consente, i convertiti sono spesso oggetto di minacce e vendette da parte della popolazione.

[Modificato da Credente 12/12/2010 23:19]
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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