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06/08/2020 06:31 | |
«Questi è il Figlio mio, l’amato»
+ Rev. D. Joan SERRA i Fontanet
(Barcelona, Spagna)
Oggi, il Vangelo ci parla della Trasfigurazione di Gesù Cristo sul monte Tabor. Gesù, dopo la confessione di Pietro, cominciò a mostrare come la necessità che il Figlio dell’uomo fosse condannato a morte, ed annunciò anche la Sua risurrezione al terzo giorno. In questo contesto dobbiamo situare l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. Atanasio il Sinaita scrive che «Lui si era rivestito con la nostra miserabile tunica di pelle, oggi si è messo il vestito divino e la luce lo ha avvolto come un mantello». Il messaggio che Gesù trasfigurato ci porta con le parole del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo» (Mc 9,7). Ascoltare vuol dire compiere la Sua volontà, contemplare la Sua persona, imitarLo, mettere in pratica i Suoi consigli, prendere la nostra croce e seguirLo.
Con la finalità di evitare equivoci ed erronee interpretazioni, Gesù «ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti» (Mc 9,9). I tre apostoli contemplano Gesù trasfigurato, segno della Sua divinità, ma il Salvatore non vuole che questo evento sia diffuso se non dopo la Sua risurrezione, si capirà allora l’importanza di questo episodio. Cristo ci parla nel Vangelo e nella nostra preghiera; possiamo ripetere allora le parole di Pietro: «Rabbì, è bello per noi essere qui» (Mc 9,5), specialmente dopo la comunione.
Il prefazio della messa di oggi ci offre una bella sintesi della Trasfigurazione di Gesù. Dice così: «Perché Cristo, Signore, all’annunziare la Sua morte ai discepoli, svelò la Sua gloria sul monte santo, ed, avendo pure la Legge ed i profeti quali testimoni, fece loro capire che la passione è necessaria per arrivare alla gloria della risurrezione». Una lezione che i cristiani non dobbiamo dimenticare mai |