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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2024 09:38
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28/07/2020 07:10
 
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«Spiegaci la parabola della zizzania nel campo»

Rev. D. Iñaki BALLBÉ i Turu
(Terrassa, Barcelona, Spagna)

Oggi, per mezzo della parabola della zizzania e del grano, la Chiesa ci invita a meditare sulla convivenza del bene e del male. Il bene e il male nel nostro cuore; il bene e il male che vediamo negli altri e quello che vediamo nel mondo.

«Spiegaci la parabola» (Mt 13,36), chiedono a Gesù i suoi discepoli. E noi, oggi, possiamo fare il proposito di prestare più attenzione alla preghiera personale, al rapporto quotidiano con Dio. —Signore, possiamo dirGli, spiegami perché non progredisco sufficientemente nella mia vita interiore. Spiegami come posso esserti più fedele, come posso cercarti nel mio lavoro, o attraverso questa circostanza che non capisco, o non voglio. Come posso essere un valido apostolo. La preghiera è questo, chiedere “spiegazioni” a Dio. Com’è la mia preghiera? E`sincera? E`costante? E`fiduciosa?

Gesù Cristo ci invita ad avere gli occhi fissi nel cielo, la nostra dimora eterna. Spesso viviamo come impazziti per la fretta e non ci fermiamo quasi mai a pensare che un giorno —lontano o no, non lo sappiamo— dovremo render conto a Dio della nostra vita, di come abbiamo fatto fruttare le qualità che ci ha dato. E il Signore ci dice che alla fine dei tempi ci sarà una scelta. Il Cielo ce lo dobbiamo guadagnare sulla terra, nel tran tran quotidiano, senza aspettare situazioni che forse non arriveranno mai. Dobbiamo vivere eroicamente la consuetudine, ciò che apparentemente non ha nessuna trascendenza. Vivere pensando all’ eternità e aiutare gli altri a pensarci: paradossalmente, «si sforza per non morire l’uomo che deve morire; e non si sforza per non peccare l’uomo che deve vivere eternamente» (San Giuliano di Toledo).

Raccoglieremo ciò che abbiamo seminato. Bisogna lottare per dare il 100%. E che quando Dio ci chiami al Suo cospetto possiamo presentarGli le mani piene: di atti di fede, di speranza, di amore. Che si concretizzano in cose molto piccole e in piccole vittorie, che vissute quotidianamente, ci fanno più cristiani, più santi, più umani
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