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MEDITIAMO LE SCRITTURE (anno A)

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2014 07:14
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26/06/2014 07:38
 
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Movimento Apostolico - rito romano
Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità

Gesù è dal cuore ricolmo di Dio. Dal suo cuore pieno di Dio attinge ogni parola di Dio e la dona all'uomo. I farisei del tempo di Gesù e gli scribi non avevano Dio nel cuore. Lo attesta la loro parola, che non è parola di Dio. È invece una parola d'uomo fatta passare per parola di Dio, per sua legge, sua verità, suo comandamento, suo statuto.
Le folle avvertono la differenza e la manifestano. Esse riconoscono in Gesù una persona che parla con autorità, parla cioè con coscienza, intelligenza, vera conoscenza, autentica sapienza, costante frequentazione di Dio. È come se Gesù e Dio vivessero insieme, dialogassero insieme e Gesù portasse agli uomini il frutto di un dialogo perenne con il Padre suo. È come se Gesù proferisse ogni sua parola attingendola dal cuore stesso di Dio. Questo nota la folla e lo dice, lo grida.
Oggi si ha paura della differenza di Parola. Si impone a tutti un unico modo di parlare, dialogare, spiegare, argomentare. Uno afferma una falsità e tutti la ripetono, senza neanche sapere il significato delle parole che vengono pronunciate. Un altro coniuga uno slogan ad effetto e tutti come scimmie dello zoo teologico universale devono farla risuonare, altrimenti si sentono menomati, minorati, privi di scienza e di intelligenza. È uno strano mondo quello della teologia. Quasi tutti sono obbligati a seguire lo stesso metodo, gli stessi argomenti, le stesse tracce, gli stessi autori. La verità non ha più valore. Non viene più accolta. È dichiarata falsità perché non si confà ai canoni di questa moderna scienza che fonda se stessa sul nulla di Dio e dell'uomo.
Oggi viviamo con una teologia malata, perché malato è il teologo che la pone in essere. Se non si risana il teologo, mai si potrà risanare la teologia. Questa teologia non genera salvezza. Non dona verità salvifica. Non smuove i cuori. Non turba le menti. È un puro esercizio vuoto. Urge reagire. La teologia deve ritornare ad essere sapienza, saggezza, retta e santa comprensione nello Spirito Santo della divina rivelazione. Di certo non è santa quella teologia che abolisce la verità di Dio per mettere sul candelabro dei tizzoni fumiganti di falsità e di umana stoltezza. Con questi tizzoni nessuna luce di verità sarà mai fatta e la casa della scienza di Dio rimarrà per sempre avvolta da un fumo puzzolente che è preludio del fumo eterno.
Le folle sono distaccate dal nostro vano insegnamento e lo dicono spesso anche con rabbia. Sentono la necessità di un sano nutrimento, ma sono perennemente condannate a sentire le dottrine sterili degli scribi e dei farisei del nostro tempo. Urge che tutti coloro che sono investiti di autorità per parlare di Dio si liberino dalle cordate, dalle metodologie, dalle strutture, prendano il mano il Vangelo e gli diano voce, lo intonino perché risuoni e riscaldi i cuori. Questo Gesù ha fatto. Ha preso in mano la Parola del Padre suo e le ha dato voce. L'ha intonata tra la gente e subito essa ha compreso che si trovava dinanzi ad un vero cantore. I loro scribi e farisei erano cantori falsi, stonati, senza alcuno spartito divino. Gesù era tutto diverso. Lui cantava bene.
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