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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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19/10/2013 16:37
 
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sez. II. Vantaggi e necessita` dell'orazione.

I. Vantaggi.

669. La meditazione, quale fu da noi descritta, e` utilissima
all'eterna salute e alla perfezione.

1^ Ci distacca dal peccato e dalle sue cause. Se pecchiamo, avviene
infatti per irriflessione e fiacchezza di volonta`. Ora la meditazione
corregge questo doppio difetto.

a) Ci illumina sulla malizia del peccato e sui terribili suoi effetti,
mostrandoceli alla luce di Dio, della eternita` e di cio` che fece Gesu`
per espiare il peccato. "E` lei, dice il P. Crasset 669-1, che ci
conduce (col pensiero) in quei sacri deserti ove si trova Dio solo
nella pace, nella quiete, nel silenzio e nel raccoglimento; lei che ci
conduce spiritualmente nell'inferno a vedervi il nostro posto; al
cimitero a vedervi la nostra dimora; in cielo a vedervi il nostro
trono; nella valle di Giosafat a vedervi il nostro giudice; a Betlemme
a vedervi il nostro Salvatore; sul Tabor a vedervi il nostro amore;
sul Calvario a vedervi il nostro esempio". -- Ci distacca pure dal
mondo e dai falsi suoi diletti; ci ricorda la fragilita` dei beni
temporali, gli affanni che ci procurano, il vuoto e il disgusto che
lasciano nell'anima; ci rinfranca contro la perfidia e la corruzione
del mondo e ci fa comprendere che Dio solo puo` formar la nostra
felicita`. -- Ci distacca specialmente da noi stessi, dalla nostra
superbia, dalla nostra sensualita`, mettendoci in faccia a Dio che e` la
pienezza dell'essere, e in faccia al nostro nulla, e mostrandoci che i
sensuali diletti ci abbassano al di sotto dei bruti, mentre le gioie
divine ci nobilitano e ci inalzano a Dio.

b) Ci invigorisce la volonta` non solo dandoci convinzioni, come fu
detto, ma guarendo a poco a poco la nostra inerzia, la nostra codardia
e la nostra incostanza; infatti solo la grazia di Dio, aiutata dalla
cooperazione nostra, puo` guarire queste debolezze. Ora la meditazione
ci fa sollecitare questa grazia con tanto maggior ardore, quanto piu`
abbiamo con la riflessione sentito la nostra impotenza; e gli atti di
dolore, di contrizione e di fermo proponimento che facciamo durante la
meditazione, con le risoluzioni che vi prendiamo, sono gia` una attiva
cooperazione alla grazia.

670. 2^ Ci fa pure praticar tutte le grandi virtu` cristiane:
1) illumina la nostra fede, mettendoci sotto gli occhi le verita`
eterne; regge la nostra speranza, aprendoci l'adito a Dio per
ottenerne l'aiuto; stimola la nostra carita`, manifestandoci la
bellezza e la bonta` di Dio: 2) ci rende prudenti con le considerazioni
che ci suggerisce prima di operare; giusti, conformandoci la volonta` a
quella di Dio; forti, facendoci partecipare alla divina potenza;
temperanti calmandoci l'ardore dei desideri e delle passioni. Non vi
sono dunque virtu` cristiane che con la meditazione non si possano da
noi acquistare: aderiamo per mezzo di lei alla verita` e la verita`,
liberandoci dai vizi, ci fa praticar la virtu`: "cognoscetis veritatem,
et veritas liberabit vos" 670-1.

671. 3^ Prepara cosi` la nostra unione e anche la nostra
trasformazione in Dio. E` infatti una conversazione con Dio, che
diventa ogni giorno piu` intima, piu` affettuosa e piu` lunga, perche`
continua poi nel corso delle giornate anche in mezzi al lavoro,
n. 522. Ora, a forza di frequentare l'autore di ogni perfezione,
l'anima se ne imbeve, se ne compenetra, come la spugna che si riempie
del liquido in cui viene immersa, come il ferro che, posto nella
fornace, s'arroventa, si ammolisce e prende le qualita` del fuoco.

II. Della necessita` della meditazione.

672. 1^ Per i semplici cristiani. A) La meditazione metodica e`
efficacissimo mezzo di santificazione, ma non e` peraltro necessaria
all'eterna salute pei cristiani in generale. Necessario e` il pregare
per porgere a Dio i nostri doveri e riceverne grazie: il che, com'e`
chiaro, non puo` farsi senza una certa attenzione della mente e un
qualche desiderio del cuore. Alla preghiera bisogna pure aggiungere
riflessioni sulle grandi verita` e sui principali doveri cristiani con
applicazione a se` stessi; ma tutto questo puo` farsi senza meditazione
metodica, ascoltando le istruzioni parrocchiali, facendo buone
letture, esaminando la propria coscienza.

673. B) E` pero` molto utile e salutare a tutti coloro che vogliono
progredire e salvarsi l'anima, tanto agl'incipienti come alle anime
piu` avanzate; si puo` anzi dire che e` il mezzo piu` efficace per
assicurarsi l'eterna salute, n. 669. Tal e` l'insegnamento di
S. Alfonso che ne da` questa ragione: con gli altri esercizi di pieta`,
come il Rosario, l'ufficiolo della Madonna, il digiuno, si puo`
purtroppo continuare a vivere in peccato mortale; ma con la
meditazione non si puo` rimanere a lungo nel peccato grave: o si
lasciera` la meditazione o si rinunziera` al peccato 673-1; come puo`
infatti uno presentarsi ogni giorni davanti a Dio, autore d'ogni
santita`, con la chiara coscienza di essere in istato di peccato
mortale, senza prendere, con l'aiuto della grazia, la ferma
risoluzione di detestare il peccato e andare a gettarsi ai piedi d'un
confessore per ottenere il perdono di cui vede l'assoluta necessita`?
Se invece non si ha un momento fisso e un sicuro metodo per riflettere
sulle grandi verita`, uno si lascia trascinar dalla disperazione e
dagli esempi del mondo e sdrucciola insensibilmente nel peccato.

674. 2^ Morale necessita` della meditazione per i sacerdoti addetti
al ministero. Non parliamo qui di quei sacerdoti che, essendo
religiosi e recitando il divino ufficio lentamente e piamente, possono
trovare in questa recita e nelle letture e preghiere che fanno, un
equivalente della meditazione. Si noti pero` che, anche negli Ordini in
cui si recita l'ufficio in coro, la regola prescrive almeno mezz'ora
di meditazione, appunto perche` si e` persuasi che la preghiera mentale
e` l'anima delle preghiere vocali e ne assicura la fervorosa
recitazione. E aggiungiamo che le Congregazioni fondate dopo il secolo
XVI, insistono anche di piu` sulla meditazione, e che il Codice di
Diritto Canonico prescrive ai Superiori di vigilare perche` tutti i
religiosi, non legittimamente impediti, consacrino ogni giorno un
certo tempo all'orazione mentale 674-1.

Ma parliamo qui dei sacerdoti di ministero, immersi nelle fatiche
apostoliche, e diciamo che la pratica abituale della meditazione, ad
ora determinata, e` moralmente necessaria alla loro perseveranza e alla
loro santificazione. Hanno infatti numerosi e importanti doveri da
adempiere sotto pena di colpa grave, e d'altra parte sono talvolta
soggetti a insistenti tentazioni nell'esercizio stesso del loro
ministero.

675. A) Ora, per resistere a queste tentazioni e adempiere
fedelmente e soprannaturalmente tutti i loro doveri, e` necessario che
abbiano profonde convinzioni e grazie particolari che ne reggano la
vacillante volonta`; e nella meditazione quotidiana soltanto, come
tutti convengono, le une e le altre si acquistano.

Ne` si dica che possono anch'essi trovar nella santa messa e nel divino
ufficio equivalenti alla meditazione. La messa e il breviario, detti
con attenzione e devozione, sono certamente mezzi efficaci di
perseveranza e di progresso; ma l'esperienza insegna che un sacerdote,
tutto occupato nelle fatiche del ministero, non compie bene questi due
cosi` importanti doveri se non attinga nell'abituale meditazione lo
spirito di raccoglimento e di preghiera. Se trascura questo santo
esercizio, come trovera`, fra le occupazioni e l'affari`o onde e`
assediato, il tempo di seriamente raccogliersi e ritemprarsi nello
spirito soprannaturale? E se questo non fa, viene presto assalito da
numerose distrazioni anche in mezzo alle occupazioni piu` sante, le
convinzioni gli si affievoliscono, scema l'energia, le negligenze e le
debolezze aumentano, sopravviene la tiepidezza; e quando sorga
tentazione grave, persistente, rabbiosa, non avendo piu` presenti alla
mente le forti convinzioni necessarie a respingere il nemico, e`
esposto a soccombere 675-1. "Se fo meditazione, dice Don
Chautard 675-2, sono come rivestito d'un'armatura d'accaio e
invulnerabile ai dardi del nemico. Ma senza la meditazione essi mi
coglieranno certamente... O meditazione o grandissimo rischio di
dannazione pel sacerdote che e` a contatto col mondo, dichiarava senza
esitare il pio, dotto e prudente P. Desurmont, uno dei piu`
esperimentati predicatori di esercizi spirituali agli ecclesiastici.
Per l'apostolo, non c'e` via di mezza tra la santita`, se non acquistata
almeno desiderata e cercata (sopratutto con la meditazione
quotidiana), e la progressiva perversione, diceva a sua volta il Card.
Lavigerie".

676. B) Ma poi non gli basta schivare il peccato: per compiere bene
i suoi doveri di religioso di Dio e di salvatore di anime, e`
necessario che sia abitualmente unito a Gesu`, Sommo Sacerdote, che
solo glorifica Dio e salva le anime. Ora come potra` stare abitualmente
unito a lui fra le occupazioni e i pensieri del ministero se non ha un
tempo fisso e abbastanza lungo per ritemprarsi in quest'unione, per
lungamente e affettuosamente pensare a questo divino Modello e con la
preghiera attirarsene lo spirito, le disposizioni, la grazia? Con
quest'unione le sue energie sono centuplicate, la sua fiducia e`
considerevolmente accresciuta, e assicurata la fecondita` del suo
ministero: non e` lui che parla ma Gesu` che parla per sua bocca,
tamquam Deo exhortante per nos; non e` lui che opera, ei non e` che
strumento nelle mani di Dio; e perche` si studia d'imitar le virtu` di
Nostro Signore, muove le anime ancor piu` con l'esempio che con le
parole. Ma se cessa di far la meditazione, perdera` l'abitudine del
raccoglimento e della preghiera e non sara` piu` che un bronzo sonoro e
un cembalo squillante.

677. Quindi il Papa Pio X, di santa memoria, proclamo` nettamente la
necessita` della meditazione pel sacerdote 677-1; e il Codice di
Diritto Canonico prescrive ai Vescovi di vigilare affinche` i sacerdoti
consacrino ogni giorno un po' di tempo all'orazione mentale "ut idem
quotidie orationi mentali per aliquod tempus incumbant (can. 125, 2^);
e che lo stesso facciano gli alunni del Seminario: "ut alumni
Seminarii singulis diebus... per aliquod tempus mentali orationi
vacent" (can. 1367, 1^). Non e` questo un dichiarare in termini
equivalenti la necessita` morale della meditazione per gli
ecclesiastici?

E` dunque un non intendersi di psicologia il consigliare agli
ecclesiastici, occupati nella vita parrocchiale, di metter da parte la
meditazione per dire piu` devotamente la messa e il brevario.
L'esperienza dimostra che, quando non si fa piu` meditazione, la recita
devota dell'ufficio riesce quasi impossibile: si dice quando si puo`,
con molte interruzioni, con la mente piena di cio` che si e` sentito e
di cio` che si dovra` sentire. In verita` e` la meditazione del mattino
quella che assicura la devota celebrazione della messa e fa che uno si
raccolga un tantino prima di cominciare il breviario.

678. Cio` che diciamo dei sacerdoti, non si puo` forse dire, fino a un
certo punto, anche di quei generosi laici che consacrano parte del
loro tempo all'apostolato? Se vogliono che quest'apostolato riesca
fecondo, e` necessario che sia avvivato dallo spirito interiore e dalla
meditazione. Ne` si dica che il tempo dato a questo esercizio e` rubato
alle opere di zelo. Sarebbe rasentar l'errore pelagiano il pensare che
l'azione sia piu` necessaria della grazia e della preghiera, mentre poi
l'apostolato e` tanto piu` fecondo quanto piu` e` animato da profonda vita
interiore, alimentata a sua volta dalla meditazione.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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