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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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19/10/2013 16:31
 
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PARTE SECONDA
Le Tre Vie
______________

OSSERVAZIONI PRELIMINARI 618-1

618. I principii generali, esposti nella prima parte, s'applicano a
tutte le anime e formano gia` un complesso di motivi e di mezzi atti a
condurci alla piu` alta perfezione. Ma, come abbiamo detto piu` sopra
(n. 340-343), vi sono nella vita spirituale varii gradi e tappe
diverse da percorrere: e` quindi necessario specificarli e adattare i
principii generali ai bisogni particolari delle anime, tenendo conto
non solo del carattere, delle inclinazioni, della vocazione, ma anche
del grado di perfezione in cui si trovano, affinche` il direttore possa
guidare ogni anima secondo cio` che le conviene.

Lo scopo quindi di questa seconda parte e` di seguire l'anima nelle
progressive sue ascensioni, dal primo momento in cui concepisce il
sincero desiderio di avanzarsi nella pieta` fino alle piu` alte vette
della perfezione: lungo e spesso penoso cammino, ove pero` si gustano
pure le piu` dolci consolazioni.

Prima di cominciare la descrizione delle tre vie, esporremo:
* 1^ il fondamento di questa distinzione;
* 2^ il savio modo di applicar questa distinzione;
* 3^ la speciale utilita` di questa seconda parte.

I. FONDAMENTO DELLA DISTINZIONE DELLE TRE VIE.

619. Adoperiamo questa espressione delle "tre vie" per conformarci
al linguaggio tradizionale. E` pero` da notare che qui non si tratta di
tre vie parallele o divergenti, ma piuttosto di tre tappe diverse
lungo la stessa via, o, in altre parole, di tre principali gradi della
vita spirituale percorsi dalle anime che corrispondono generosamente
alla grazia di Dio. In ognuna poi di queste vie sono parecchie tappe,
di cui indicheremo le piu` importanti, dovendone i direttori tener
conto; vi sono pure forme e varieta` che dipendono dal carattere, dalla
vocazione, dalla provvidenziale missione di ogni anima 619-1. Ma,
come con S. Tommaso notammo, si possono ridurre a tre i gradi di
perfezione, secondo che si comincia, si progredisce o si arriva al
termine della vita spirituale sulla terra (n. 340-343). Intesa in
questo largo senso, la divisione delle tre vie e` fondata nello stesso
tempo sull'autorita` e sulla ragione.

620. 1^ Sull'autorita` della S. Scrittura e della Tradizione.

A) Si potrebbe certamente trovare nel Vecchio Testamento molti testi
riguardanti la distinzione delle tre vie.

Cosi` Alvarez de Paz l'appoggia su questo passo, che gli porge poi la
divisione del suo libro: Declina a malo, et fac bonum, inquire pacem
et persequere eam 620-1 : Declina a malo, schiva il peccato: ecco
la purificazione dell'anima o la via purgativa; fac bonum, fa il bene,
ossia pratica la virtu`: ecco la via illuminativa; inquire pacem, cerca
la pace, quella pace che non si puo` trovare se non nell'intima unione
con Dio: ecco la via unitiva. E` un'ingegnosa interpretazione del testo
ma non vi si puo` vedere un valido argomento.

621. B) Nel Nuovo Testamento: a) si possono citare, tra le altre,
quelle parole di Nostro Signore che compendiano la spiritualita`
descritta dai Sinottici: "Si quis vult post me venire, abneget
semetipsum et tollat crucem suam quotidie et sequatur me" 621-1.
L'abnegazione o la rinunzia, abneget semetipsum, ecco il primo grado;
il portar la croce suppone la pratica positiva delle virtu`, ossia il
secondo grado; il sequatur me e` in sostanza l'intima unione con Gesu`,
l'unione con Dio, e quindi la via unitiva. Vi e` qui certo il
fondamento d'una vera distinzione tra i vari mezzi di perfezione ma
non una prova perentoria.

622. b) Neppur S. Paolo insegna in modo esplicito la distinzione
delle tre vie; descrive pero` tre stati dell'anima onde sorse piu` tardi
questa distinzione.

1) Richiamando cio` che facevano gli atleti per conquistar una caduca
corona, Paolo si paragona a loro dicendo che egli pure si sforza di
correre e di lottare, ma, in cambio di batter l'aria, castiga il suo
corpo e lo tratta da schiavo per schivare il peccato e la riprovazione
che ne e` il castigo: "Ego igitur sic curro non quasi in incertum, sic
pugno non quasi aerem verberans, sed castigo corpus meum et in
servitutem redigo, ne forte, cum aliis praedicaverim, ipse reprobus
efficiar" 622-1. Or questi sono appunto gli esercizi della
penitenza e della mortificazione, fatti sotto l'influsso d'un salutare
timore, per domar la carne e purificar l'anima. E quante volte
rammenta ai cristiani che bisogna spogliarsi del uomo vecchio e
crocifiggere la carne con i suoi vizi e le sue cupidigie? Abbiamo qui
proprio cio` che chiamiamo via purgativa.

2) Scrivendo ai Filippesi, dichiara ch'ei non e` per anco giunto alla
perfezione ma che segue il Maestro e si sforza di raggiungerlo, non
guardando indietro ma alacremente spingendosi verso la me`ta: "Quae
quidem retro sunt obliviscens, ad ea quae sunt priora extendens meipsum
ad destinatum prosequor, ad bravium supernae vocationes Dei in Christo
Jesu" 622-2. E aggiunge che tutti coloro che tendono alla
perfezione devono far lo stesso: "Quicumque ergo perfecti sumus, hoc
sentiamus... imitatores mei estote, fratres" 622-3... E altrove:
"Imitatores mei estote sicut et ego Christi, siate miei imitatori come
io sono di Gesu` Christo" 622-4. Sono appunto le caratteristiche
della via illuminativa, in cui il principale dovere e` d'imitar Nostro
Signore.

3) Quanto alla via unitiva, la descrive sotto le due sue forme: la via
unitiva semplice, in cui uno si studia di far costantemente vivere in
se` Gesu`: "Vivo autem jam non ego, vivit vero in me
Christus" 622-5; e la via unitiva straordinaria, accompagnata da
estasi, da visioni e da rivelazioni: "Scio hominem in Christo ante
annos quatuordicem, sive in corpore nescio sive extra corpus nescio,
Deus scit, raptum hujusmodi usque ad tertium caelum" 622-6.

Vi e` dunque nell'Epistole di S. Paolo un sodo fondamento per la
distinzione delle tre vie che la Tradizione verra` meglio determinando.

623. La Tradizione fissa a poco a poco esattamente questa
distinzione, appoggiandola ora sulla differenza fra le virtu` teologali
e ora sui diversi gradi di carita`.

a) Clemente Alessandrino e` uno dei primi autori che espone il primo
metodo. Per diventar gnostico ossia uomo perfetto, bisogna percorrere
parecchie tappe: astenersi dal male per timore e mortificar le
passioni; poi fare il bene o praticar le virtu` sotto l'influsso della
speranza; e infine fare il bene per amor di Dio 623-1. Lo stesso
modo di vedere induce Cassiano a distinguere tre gradi nell'ascensione
dell'anima a Dio: il timore che e` proprio degli schiavi, la speranza
che e` propria dei mercenari che lavorano per essere ricompensati, la
carita` che e` propria dei figli di Dio 623-2.

b) S. Agostino parte da un altro concetto: consistendo la perfezione
nella carita`, appunto nella pratica di questa virtu` egli distingue
quattro gradi: la carita` che principia, la carita` che progredisce, la
carita` che e` gia` adulta, la carita dei perfetti 623-3; questi due
ultimi gradi si riferiscono alla via unitiva, onde la sua dottrina in
sostanza non differisce da quella dei suoi predecessori. Anche San
Bernardo distingue tre gradi nell'amor di Dio: dopo aver mostrato che
l'uomo comincia con l'amare se` stesso, aggiunge che, sentendo la
propria insufficienza, si fa a cercar Dio con la fede e ad amarlo per
ragione dei suoi benefici; poi, a forza di frequentarlo, viene ad
amarlo e per i suoi benefici e per se stesso: e finalmente finisce con
amarlo d'amore intieramente disinteressato 623-4. Da ultimo
S. Tommaso, perfezionando la dottrina di S. Agostino, chiaramente
dimostra che vi sono nella virtu` della carita` tre gradi corrispondenti
alle tre vie o tre tappe, n. 340-343.

624. 2^ La ragione fa veder la giustezza di questa distinzione.
Poiche` la perfezione consiste essenzialmente nell'amor di Dio, vi
saranno tanti gradi di perfezione quanti gradi d'amore. Ora:

A) Prima di giungere alla perfezione dell'amore, e` necessario
purificar l'anima dalle colpe passate e premunirla contro le future.

La purita` di cuore e` la prima condizione per veder Dio, vederlo
chiaramente nell'altra vita, intravvederlo e unirsi a lui in questa:
"Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt" 624-1. Or questa
purita` di cuore suppone l'espiazione delle colpe passate con una
sincera e austera penitenza, la lotta vigorosa e costante contro le
tendenze cattive che ci portano al peccato, la preghiera, la
meditazione e gli esercizi spirituali necessari per fortificar la
volonta` contro le tentazioni, insomma un complesso di mezzi che
tendono a purificar l'anima e rassodarla nella virtu`: questo complesso
di mezzi si chiama via purgativa.

625. B) Purificata e riformata che sia, l'anima deve ornarsi delle
virtu` cristiane positive, che la renderanno piu` simile a Gesu` Cristo;
s'applica quindi a seguirlo a passo a passo, a copiarne
progressivamente le disposizioni interiori, praticando insieme le
virtu` morali e le teologali: le prime la indociliscono e la
fortificano, le seconde principiano ad unirla positivamente a Dio; le
une e le altre vengono praticate parallelamente, secondo i bisogni del
momento e le ispirazioni della grazia. A meglio riuscirvi, l'anima
perfeziona la meditazione, che diviene sempre piu` affettiva, e si
sforza di amare e imitare Gesu`, avanzandosi cosi` nella via
illuminativa; perche` seguire Gesu` e` seguir la luce: qui sequitur me
non ambulat in tenebris.

626. C) Viene poi il momento in cui l'anima, purificata dalle colpe,
indocilita e fortificata, pronta alle ispirazioni dello Spirito Santo,
non aspira piu` che all'intima unione con Dio; lo cerca da per tutto,
anche in mezzo alle piu` gravi occupazioni; si attacca a lui e gode
della sua presenza. La meditazione si semplifica sempre piu` e diventa
affettuoso e prolungato sguardo su Dio e sulle cose divine, sotto
l'influsso ora latente e ora cosciente dei doni dello Spirito Santo;
e`, in altri termini, la via unitiva 626-1.

Vi sono certamente in queste tre grandi tappe gradazioni e varieta`
"multiformis gratia Dei" 626-2; ne descriveremo alcune, lasciando
che lo studio delle vite dei Santi faccia conoscere le altre.

II. SAVIO MODO DI APPLICARE QUESTA DISTINZIONE.

627. Per applicar questa distinzione, si richiede molta delicatezza
e molta accortezza; bisogna certo studiare i principii che verremo
esponendo, ma piu` ancora ogni singola anima con tutte le sue
particolarita`, tenendo conto dell'azione speciale dello Spirito Santo
sopra di lei. Per aiutare il direttore in tale studio, non saranno
inutili le seguenti osservazioni.

628. A) Nella distinzione delle tre vie non vi e` nulla di assoluto o
di matematico: a) si passa dall'una all'altra senz'accorgersene, senza
che sia possibile porre tra loro un palo di confine. In che modo
conoscere se un'anima e` ancora nella via purgativa o agli inizi della
via illuminativa? Vi e` tra le due un terreno comune di cui e`
impossibile fissare gli esatti confini. b) Del resto il progresso non
e` sempre costante: si tratta di movimento vitale, con varie
alternative, con flussi e riflussi; ora si progredisce e ora si
indietreggia; talora anche pare che si rimanga nello stesso posto
senza sensibile avanzamento.

629. B) Ci sono poi vari gradi in ognuna di queste vie. a) Tra le
anime incipienti ve ne sono di quelle che hanno serbata la battesimale
innocenza; e` chiaro che, a parita` di condizioni, le prime dovranno
esercitare piu` lungamente dalle seconde nella penitenza. b) Vi sono
pure varieta` di temperamento, di attivita`, di energia e di costanza:
altri praticano fervidamente gli esercizi della penitenza e altri solo
a malincuore; alcuni sono generosi e non vogliono rifiutare a Dio cosa
alcuna, altri non corrispondono ai suoi inviti che scarsamente. E`
quindi evidente che tra queste anima, le quali per altro sono tutte
nella via purgativa, vi saranno presto differenze molto grandi.
c) Cosi` pure, tra quelli che si esercitano nella purificazione
dell'anima solo da alcuni mesi e quelli che vi hanno gia` consacrato
parecchi anni e sono ormai prossimi alla via illuminativa, vi e`
notevole distanza. d) Bisogna anche e sopra tutto tener conto
dell'azione della grazia: alcune anime sembrano riceverla in tanta
copia da poterne prevedere un rapido progresso versi le cime della
perfezione; altre ne ricevono molto meno e fanno progressi piu` lenti:
si ricordi il direttore che la sua azione dev'essere subordinata a
quella dello Spirito Santo, n. 548.

Non bisogna quindi immaginarsi che vi siano quadri rigidi, ove si
possano far entrare tutte le anime; bisogna invece pensare che ogni
anima ha le sue particolarita`, di cui si deve tener conto, e che i
quadri tracciati dagli autori spirituali devono essere tanto cedevoli
da adattarsi a tutte le anime.

630. C) Nella direzione delle anime poi vi e` un doppio scoglio da
schivare: alcuni vorrebbero saltar delle tappe, ossia percorrere
rapidamente i gradi inferiori per giungere piu` presto all'amor di Dio;
altri invece sono sempre allo stesso punto e si fermano troppo, per
colpa loro, nei gradi inferiori, per difetto di generosita` o di
metodo. Ai primi il direttore ripetera` spesso che ottima cosa e` l'amar
Dio ma che all'amor puro ed effettivo non si giunge che con la
rinunzia e la penitenza, n. 321. Ai secondi porgera`
incoraggiamenti e consigli, sia per stimolarne l'ardore, sia per
aiutarli a perfezionare i metodi di meditazione o d'esame.

631. D) Quando gli autori spirituali insegnano che questa o quella
virtu` conviene a questa o a quella via devono intendersi con gran
riserbo. In sostanza tutte le virtu` fondamentali convengono a ognuna
delle tre vie, sebbene in grado diverso. Cosi` gl'incipienti devono
certamente esercitarsi in modo speciale nella virtu` della penitenza ma
non possono farlo se non praticando le virtu` teologali e le cardinali,
in modo pero` diverso dalle anime proficienti, servendosene
principalmente per purificar l'anima con la rinunzia e con le virtu`
mortificative. Nella via illuminativa si coltiveranno queste stesse
virtu` ma in diverso grado, in forma piu` positiva, e con la mira di
rassomigliar meglio al divino modello. Si fara` lo stesso nella via
unitiva ma in grado superiore, come manifestazione dell'amor verso Dio
e sotto l'influsso dei doni dello Spirito Santo.

Cosi` anche i perfetti, pur applicandosi principalmente all'amor di
Dio, non cessano di purificarsi l'anima con la penitenza e con la
mortificazione; pratiche di penitenza che sono pero` condite con amor
piu` puro e piu` inteso, [sic] onde riescono anche efficaci.

632. E) Pari osservazione convien pur fare per i vari generi
d'orazione: generalmente parlando, la meditazione discorsiva conviene
agl'incipienti, l'orazione di semplicita` e la contemplazione alla via
unitiva. Ma l'esperienza mostra che il grado d'orazione non sempre
corrisponde al grado di virtu`: che vi sono persone le quali, o per
educazione o per temperamento o per abitudine, restano a lungo nella
pratica della meditazione discorsiva o affettiva, pur essendo
intimamente e abitualmente unite a Dio; e che altre, di mente piu`
intuitiva e di piu` affettuoso cuore, fanno volontieri orazione di
semplicita`, senza per altro esser giunte al grado di virtu` richiesto
dalla via unitiva.

Importa assai fin da principio aver sott'occhio queste osservazioni,
per non mettere tra le virtu` separazioni assolute che non ci sono.
Quindi noi, esponendo le singole virtu`, procureremo d'indicare quali
gradi convengono agl'incipienti, quali ai proficienti e quali ai
perfetti.
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