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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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17/10/2013 11:30
 
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3^ DELLE AMICIZIE SOPRANNATURALI E NELLO STESSO TEMPO SENSIBILI.

605. Avviene talvolta che nelle nostre amicizie vi e` un misto di
naturale e di soprannaturale. Si vuole veramente il bene
soprannaturale dell'amico, ma si desidera nello stesso tempo di
goderne la presenza, la conversazione, e si soffre troppo della sua
assenza. Il che viene molto bene descritto da S. Francesco di
Sales 605-1: "Si comincia con l'amor virtuoso, ma, se non si e`
molto prudenti, vi si mescolera` presto l'amor frivolo, poi l'amor
sensuale, poi l'amor carnale; si`, vi e` pericolo anche nell'amor
spirituale se non si sta ben in guardia, benche` in questo sia piu`
difficile di prendere abbaglio, perche` la sua purezza e il suo candore
fanno rilevar meglio le sozzure che Satana ci vuol mescolare; onde,
quando vi si mette, lo fa con maggior astuzia, tentando di insinuarvi
le impurita` quasi insensibilmente".

606. Qui pure bisogna dunque vigilare sul proprio cuore e prendere
mezzi efficaci per non scivolare sul pericoloso pendi`o.

a) Se predomina l'elemento soprannaturale, l'amicizia si puo`
conservare e fomentare purificandola. Ma occorre prima di tutto
astenersi da cio` che fomenta l'elemento troppo sensibile,
conversazioni frequenti e affettuose, familiarita` ecc.; bisogna ogni
tanto sapersi privare di una visita, che sarebbe del resto legittima,
e troncare una conversazione che diventa ormai inutile. A questo modo
si acquista una certa padronanza sulla propria sensibilita` e se ne
schivano i pericolosi traviamenti.

b) Se predomina l'elemento sensibile, bisogna, per alquanto tempo,
rinunciare a ogni relazione particolare con quell'amico, fuori degli
incontri necessarii; e in tali incontri sopprimere ogni parola
affettuosa. Si lascia cosi` raffreddare la sensibilita`, aspettando che
regni la calma nell'anima per riprendere le relazioni. Le nuove
relazioni assumono allora un tutt'altro carattere; che se avvenisse
altrimenti, bisognerebbe sopprimerle per sempre.

c) In ogni caso, bisogna giovarsi di queste occasioni per rinvigorir
l'amore a Gesu`, protestando che non si vuole amare che in lui e per
lui, e rileggere spesso i due capitoli VII e VIII del secondo libro
dell'Imitazione di Cristo. Cosi` le tentazioni ci si convertono in
occasione di vittoria.

IV. Santificazione delle relazioni professionali 607-1.

607. Le relazioni professionali sono mezzo di santificazione od
ostacolo al progresso spirituale, secondo il modo con cui si
considerano e si compiono i doveri del proprio stato. I doveri
impostici dalla nostra professione sono in sostanza conformi in se`
alla volonta` di Dio; se noi li compiamo come tali, con l'intenzione di
obbedire a Dio e di regolarci secondo le leggi della prudenza, della
giustizia e della carita`, contribuiscono a santificarci 607-2. Se
nelle nostre relazioni professionali non abbiamo invece altro scopo
che di procurarci onori e ricchezze a dispetto delle leggi della
coscienza, queste relazioni diventano sorgente di scandalo e di
peccato.

A) Il primo dovere e` dunque quello d'accettare la professione in cui
la Provvidenza ci ha posti, come espressione della volonta` di Dio su
di noi, e di perseverarvi finche` non abbiamo giuste ragioni di
cambiarla. Dio infatti volle che vi fossero varie arti e mestieri e
varie professioni, e se per una serie di avvenimenti provvidenziali ci
troviamo in una di esse, si puo` ben credere che tale sia per noi la
volonta` di Dio. Eccettuiamo il caso in cui, per savie e legittime
ragioni, credessimo di dover cambiare di condizione; perche` tutto cio`
che e` conforme alla retta ragione, entra allora nei disegni della
provvidenza. Quindi, padroni od operai, industriali o commercianti,
agricoltori o finanzieri, il dovere e` di esercitare la propria
professione, per sottomettersi alla divina volonta`, regolandosi
secondo le leggi della giustizia, dell'equita` e della carita`. Allora
nulla vieta di santificare ognuna delle nostre azioni, riferendole
all'ultimo fine; il che non esclude punto lo scopo secondario di
guadagnare il denaro necessario alla sussistenza propria e della
famiglia. Ci furono infatti santi in tutte le condizioni.

608. B) Ma poiche` le molteplici occupazioni e relazioni sopraffanno
la mente e tendono quindi a sviarla da Dio, sono necessari sforzi
spesso rinnovati per offrire a Dio e rendere soprannaturali azioni che
sono di lor natura profane, come abbiamo indicato piu` sopra al
n. 248.

609. C) Inoltre, vivendo noi in un mondo poco onesto, ove gli uomini
si contendono rabbiosamente gli onori e le ricchezze senza darsi gran
pensiero delle leggi della giustizia e dell'equita`, occorre
rammentarsi che bisogna anzitutto cercare il regno di Dio e la sua
giustizia, non adoprando per arrivare ai propri scopi che mezzi
legittimi. Il miglior criterio per discernere cio` che e` e cio` che non
e` permesso, sta nell'osservare come si regolano gli uomini onesti e
cristiani della stessa professione: vi sono infatti usi ammessi che
non si possono cambiare e a cui uno non puo` sottrarsi senza incorrere
lui e gli altri in perdite considerevoli.

Quando tali usi sono comunemente seguiti dai buoni cristiani della
stessa professione, vi si puo` conformar la condotta fino a che si
possano di comune intesa riformare senza danneggiar i propri legittimi
interessi 609-1. Ma convien badar bene di non imitare le
abitudini e i consigli dei commercianti o degli industriali senza
coscienza che vogliono arricchire ad ogni costo anche a scapito della
giustizia; la loro disonesta` e la loro buona riuscita non giustificano
l'uso di mezzi illeciti: bisogna cercare anzitutto il regno di Dio e
la sua giustizia, il resto verra` di soprappiu`: "Quaerite ergo primum
regnum Dei et justitiam ejus: et haec omnia adjicientur
vobis" 609-2. Un cristiano che li imitasse darebbe scandalo.

610. D) I doveri professionali, cosi` intesi e praticati,
contribuiscono molto al nostro progresso spirituale. Sono essi infatti
che compongono la trama delle nostre giornate, e Nostro Signore ci
mostro` col suo esempio che le occupazioni piu` comuni, come il lavoro
manuale, possono contribuire nello stesso tempo alla santificazione
nostra e alla salute dei nostri fratelli. Se dunque un operaio o un
uomo d'affari osserva le regole della prudenza, della giustizia, della
fortezza, della temperanza, dell'equita` e della carita`, ha ogni giorno
molteplici occasioni di praticar tutte le virtu` cristiane, di
acquistarsi numerosi meriti, e, se vuole, di edificare il prossimo
aiutandolo cogli esempi e con i consigli a salvarsi. E` cio` che fecero
in passato e fanno al presente molti padri e molte madri di famiglia,
molti padroni e molti operai, molti giovani e molti uomini maturi, che
col loro modo di lavorare e di trattar gli affari, fanno stimar la
religione da essi praticata, e si valgono poi della loro influenza per
esercitare l'apostolato.
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