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RISPOSTE ALLE OBIEZIONI DEI TDG O ALTRI

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2024 21:51
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04/01/2020 23:09
 
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Nella concezione ebraica della sopravvivenza dopo la morte vi sono alcuni accenni a partire dal Vecchio Testamento:
"la pena del kareth (esclusione) minacciata per le offese alla religione implica un concetto di "esclusione" dalla presenza di Dio nell'aldilà (cfr. Levitico, 20, 2-3): e il concetto implica l'idea di una ricompensa all'obbedienza.
La Scrittura, nondimeno, ritiene necessario gettare un velo su tutto il problema della sopravvivenza nell'oltretomba, per distogliere il popolo dal culto idolatra dei morti con il quale a quei tempi tale credenza si associava.
Il giudaismo insegna comunque che esistono una gehenna, l'abisso di fuoco menzionato nella Bibbia (Isaia,30,33), e una dimora di beatitudine, il Gan Eden (il giardino di delizia), e non va oltre. I malvagi trascorreranno nella gehenna, salvo casi eccezionali, dodici mesi: dopo entreranno nel Gan Eden per godere in compagnia del giusto, secondo l'espressione rabbinica, "lo splendore della Shekinà" (Presenza divina) e la vita eterna. Il Gan Eden, d'altro canto, non è riservato esclusivamente a Israele. L'insegnamento giudaico fa dipendere la salvezza dalla retta condotta, di conseguenza tutte le nazioni sono ammesse alla beatitudine della vita futura. ------------------------------

Come si buon vedere, vi sono dei punti dell'antico testamento che cominciano a togliere il velo sull'aldila, e sulla sopravvivenza di una parte spirituale che anche se rimane in penombra, non è del tutto oscurato.
Il caso di Samuele che si manifesta dopo la sua morte, per profetare correttamente la fine di Saul, che si aspettava appunto la sua manifestazione, è una conferma diretta e indiretta a questi accenni che si trovano già nel VT.--- Per questo Gesù, che era solito annunciare in parabole di cose comunemente accettate e comprese, potè enunciare la parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro, senza suscitare particolare scalpore. Il "seno di Abramo" era un modo di dire corrente al tempo di Gesù proprio per indicare una condizione ultraterrena dei giusti morti. ----
Concludendo non si può dire che l'ebraismo veterotestamentario non concepisse per nulla una sopravvivenza. Possiamo dire che non fosse definita come invece avverrà nei vari testi del NT.
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