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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.1)

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2010 09:53
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19/09/2010 09:11
 
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Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La parabola dell'amministratore disonesto, presenta diversi ammonimenti, che vogliono spiegare l’argomento principale della stessa parabola: l’uso del denaro.

È una parabola da decifrare bene, complicata da comprendere se si legge una sola volta e non si studia. I fedeli a Messa la domenica se non vengono guidati, non riescono a capire nulla. Perché ci sono diversi passaggi con un significato diverso da come appare. Per esempio, Gesù dice che il padrone loda l’amministratore malvagio, anche se gli aveva fatto una grande truffa.

L’amministratore disonesto è usato da Gesù nella parabola per mostrare la sua capacità di organizzarsi il futuro, la chiarezza nel programmare cosa fare quando il padrone gli toglierà l’amministrazione. Cerchiamo di commentare questa Parola.

L’amministratore era stato accusato dal padrone di essere disonesto, sperperava i beni affidatigli, quindi doveva rendere conto della sua amministrazione. A questo punto l’amministratore pensò di superare la difficoltà escogitando un piano malvagio, ma di sicuro conveniente per lui. Non era in grado di fare altri lavori, doveva prepararsi il futuro cercando alleanze.

Chiamò i debitori del padrone e fece un accordo che favoriva loro, praticamente se un debitore doveva dare 100 al padrone faceva scrivere 80 oppure la metà. In questo modo i debitori rimanevano obbligati con lui per avere fatto risparmiare molto denaro e nel futuro avrebbe trovato da loro aiuti e forse denaro. È un amministratore disonesto, ma scaltro, perspicace.  Gesù non loda l’amministratore per la truffa che compie nel poco tempo che gli rimane prima dell’intervento del padrone, mostra come è astuto. Addirittura si fa gli amici tra i debitori.

Gesù non loda la sua truffa, ma la sua astuzia, la capacità di non abbattersi nel momento difficile. Precisa il comportamento astuto dei malvagi: “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”. E questo è proprio vero, i cattivi o quelli che non seguono Gesù hanno una capacità impressionante di organizzare truffe. Invece, i seguaci di Gesù sonnecchiano nel fare il bene, mancano di accortezza e non riescono ad organizzare il futuro, quasi non ci pensano e poi si ritrovano in difficoltà.

Gesù ci presenta questo amministratore capace di trovare la soluzione in poco tempo, ci mette impegno, non si lascia vincere dallo sconforto, è capace di prendere subito una decisione.

Questo figlio delle tenebre è riuscito a superare il fallimento prossimo della sua vita e come lui, oggi moltissimi si adoperano con la stessa astuzia, tenacia e decisione per truffare e sistemare serenamente il loro futuro. Ma è un inganno, perché il modo utilizzato è gravissimo, non potranno godere in futuro quel denaro derubato perché forse non ne avranno tempo e senza Confessione, quale perdono potranno ottenere da Gesù?

Quante persone si affannano e compiono sacrifici incredibili per raggiungere la ricchezza o trovare spazi negli ambienti mondani, o per acquistarsi credito presso le persone che contano. Quanto sciupio di energie e di tempo che sarà implacabile quando segnerà la fine. Dopo non ci sarà più tempo per tornare indietro e cercare il vero senso della vita.

Questo è il momento per deciderci seriamente per Gesù.

Chi cerca affannosamente gli idoli umani, perderà il tesoro divino.

In questa parabola Gesù ci dice di guardare la tenacia di questo amministratore, per combattere con tutte le nostre forze e così guadagnare la salvezza eterna. Come l’amministratore anche noi dobbiamo pensare al futuro, ma in senso opposto, spirituale, eterno.

Non dobbiamo affannarci per le cose del mondo, dei beni o del denaro come se fossero una divinità, il corretto affanno lo dobbiamo avere per pensare alla vitalità della nostra anima, della Grazia che ci deve sempre avvolgere.

Gesù ci chiama ad occuparci delle sue cose, con lo stesso impegno che gli altri hanno per le loro cose terrene. Dobbiamo essere più disponibili con Gesù, altrimenti Egli non potrà contare sulle nostre capacità, non ci inviterà a fare apostolato, vedendo la nostra indolenza, indifferenza, incoerenza. Tutti siamo chiamati a servire Gesù, aiutandolo nell’apostolato.

Sappiamo bene che i cristiani non sono coerenti, mentre i figli delle tenebre sono infallibilmente coerenti con la loro perversa mentalità. Questi ultimi non credono alla vita eterna, sono convinti che esiste solo questo mondo e nient’altro.

Se anche i cristiani agiscono come gli altri, non sono più cristiani, perché il vero seguace di Gesù si riconosce dalle opere. E non c’è nient’altro paragonabile all’apostolato, perché portiamo gli altri verso la salvezza eterna e diventiamo più grandi davanti Gesù, perché ogni nostra opera di evangelizzazione è ricompensata con Grazie continue.

Non possiamo servire Gesù e al tempo stesso l’opposto di Gesù.

Chi si lascia prendere dalla preoccupazione del denaro, lentamente ne diventa schiavo, si lascia guidare nelle scelte dal nuovo padrone, appunto il denaro. Invece il denaro è solamente un mezzo per vivere dignitosamente, non fatevi illudere da satana che presenta il denaro come l’essenza della felicità. Satana vi ispira sempre nuovi bisogni, vi spinge a comprare sempre nuove cose, non vi lascia in pace, vi martella fino a quando vince.

Ci sono cose necessarie che si devono comprare, tante altre non sono necessarie né convenienti per le tasche. Eppure, spinge così tanto fino a indurre all’acquisto. E i soldi non bastano mai, ci sono sempre cose da comprare, così satana ispira qualcos’altro, cioè, come fare per avere altri soldi. Spesso in modo disonesto.

Chiaramente le persone oneste non cadranno in questa trappola, altre però sì…

La fiducia in Gesù è la vera felicità.

Gesù non ci fa mancare nulla.

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