Commento di padre Scozzaro
Il Vangelo ci parla di talenti. Il talento è l'inclinazione naturale di una persona a far bene una certa attività. Ma il talento era una moneta romana, per questo Gesù parla di talenti, intesi come beni o ricchezze che il padrone aveva consegnato ai servi. Al ritorno del padrone i servi dovevano riconsegnare i talenti, ma qui si sarebbe manifestato il servo buono e quello infedele.
Gesù a noi ha consegnato doni, disposizioni interiori che dobbiamo praticare per accrescerli.
Il nucleo della Parola di oggi è rappresentato dai beni spirituali che ci dona Gesù, ognuno di noi decide se utilizzarli o meno, ma chi non li impiega, commette certamente un grave errore. Ogni talento è un dono, quindi, disposizioni spirituali per fare bene nella vita, ma se quel dono non viene utilizzato si mostra infedeltà a Dio. Però, bisogna conoscere questi doni.
Chi ha la capacità di ricevere i doni di Dio, non li spreca né li mette da parte senza praticarli. Gesù ci ha già donato e continua a donare a tutti, ma Lui chiede una risposta, la restituzione dei doni, vale a dire, l’utilizzo degli stessi doni. Chi li mette in pratica secondo la volontà di Gesù, contemporaneamente li restituisce a Lui, perché Gesù vuole che viviamo i suoi doni. Chi li trascura o li disprezza, è un cristiano infedele.
Un piccolo dono può fruttare molto se viene posto nelle mani giuste.
Ogni dono diventa una prova per noi: o aumenta la Fede o la distrugge.
Non è un buon esercizio indagare su quali e quanti doni riceviamo, conta mettere in pratica la Parola di Gesù, solo così scopriamo i suoi doni, gli aiuti che ci offre per praticare virtù impegnative, faticose. Ma tutto sarà ricompensato cento volte tanto in questa vita e poi la vita eterna. E non è un regalo piccolo.