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13/08/2010 14:46 | |
Monaci Benedettini Silvestrini Fedeltà creativa
| Mt 19,3-12 Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. |
| | Se il discorso sul perdono spinge ad irrobustire la nostra fede e a viverla coerentemente, non meno esigente si mostra la richiesta di fedeltà di cui è portatore il vangelo. I farisei da rigidi custodi della legge sanno che c'è una norma, fatta risalire a Mosé (Dt 24, 1), per cui è lecito ripudiare la propria moglie, ma Gesù PRECISA, richiamandosi all'originale progetto di Dio sull'unità della coppia, che forma UNA SOLA CARNE, facendo così prevalere i diritti-doveri della persona sulla legge stessa. È la legge a servizio della persona e non questa sottomessa a quella. Nel libro di Giosuè troviamo una grande liturgia commemorativa, probabilmente una celebrazione di rinnovamento dell'Alleanza, in cui Israele fa memoria, attraverso l'ascolto, delle grandi gesta compiute da Dio in favore del suo popolo. Ascolto e Parola sono due dimensioni che troviamo in entrambe le letture. Se l'ascolto avviene come memoriale allora la Parola si attualizza: ciò che viene letto non è la storia di altre persone, ma è la mia storia, ne sono coinvolto personalmente. Così il vangelo ci indica che verso la Parola occorre una "fedeltà creativa": sappiamo quanto siano deleteri i fondamentalismi di ogni genere, specialmente dove hanno a che fare con il letteralismo. Preservare la lettera è certamente cosa buona, ma esserne ostinatamente vittime è distruttivo per sé e per gli altri. Non c'è bisogno di scandalizzarci per la rigidità dei farisei, pensiamo invece ai vari fondamentalismi, in campo religioso e non, che scorgiamo oggi in questo nostro mondo ed anche, perché no, dentro di noi! |