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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.1)

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2010 09:53
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18/06/2010 08:04
 
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È naturale, istintivo per ogni uomo cercare di accumulare beni materiali, per vedere quantificare i risultati dei suoi sforzi, anche per la strana preoccupazione del domani.

Accumulare con ansia evidenzia paura e la ricerca della sicurezza.

È chiaro che la persona prudente cerca di mettere da parte quel denaro per gli imprevisti che non si conoscono ancora ma che pressappoco si prevedono. Poi, ci sono legittimi desideri da soddisfare per chi vuole comprare una casa, una macchina, prevedere il matrimonio dei figli, rimodernare la casa e tante altre necessità che prima o poi si devono soddisfare.

C’è da distinguere l’atteggiamento di chi accumula per avidità e amore del denaro, mentre c’è chi si sforza di accumulare per risolvere i bisogni della famiglia o altre spese necessarie.

 Perché l’uomo si innamora di tutto ciò che lo delizia, lo fa sentire bene, lo appaga se lo possiede e lo fa godere quando lo pensa. Ma è tutta illusione.

L’uomo che insegue sempre nuovi beni da accumulare è un idolatra, la sua felicità la ripone esclusivamente nei beni della terra, non ha la capacità di pensare ai beni del Cielo. E la differenza è infinita. I beni materiali diventano il suo tesoro, li adora più di ogni cosa, ed è alle volte disponibile a perdere gli affetti familiari ma non i beni materiali.

I beni della terra ricercati con ansia, schiavizzano.

I beni diventano l’idolo, che si annida nel cuore e diventa l’unico oggetto da adorare. Ecco perché moltissimi cristiani non riescono ad adorare concretamente Gesù! Il loro cuore è pienamente impegnato ad adorare i beni materiali o qualche altro idolo e non c’è più spazio per lo Spirito di Dio.

Quanti cristiani vogliono comprendere il motivo della loro freddezza verso la preghiera e le devozioni, e non trovano mai una risposta!

I beni materiali se sono posseduti come un idolo, causano delusioni e abbattimenti, perché questi beni non solo non trasmettono alcunché di spirituale, ma distruggono anche quel minimo di cristianesimo che era presente.

Oggi l’uomo è proteso verso il possedimento dei beni della terra, non ha più la forza per cercare i beni del Cielo, e nel tempo svanirà anche la più debole traccia di vita spirituale.

Vediamo adesso, come mai Gesù nel Vangelo di oggi prima parla dell’accumulo dei beni e poi dell’occhio. Nel mezzo ha pure inserito il povero cuore che adora il tesoro che possiede.

«Non accumulate per voi tesori sulla terra.

Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

La lampada del corpo è l’occhio».

L’occhio puro non guarda con bramosia i beni della terra, invece l’occhio impuro li cerca. Questo occhio non fa altro che fissare i desideri immorali e disonesti, rivelando così che tutta la persona è immorale e disonesta. Ecco perché l’occhio è la lampada del corpo. Ne è lo specchio, l’occhio manifesta ciò che è l’uomo interiormente.

Gesù non parla dei ciechi, ma ha già detto che se l’occhio è puro lo è anche il corpo. Quindi, è una buona parola per i non vedenti. Tutti dobbiamo diventare non vedenti verso quelle cose che ci fanno peccare.

L’occhio dell’anima, quello interiore è ciò che conta, perché se desidera o brama i beni della terra, tutta la persona soffre, si abbatte, è frustrata o inappagata o demoralizzata. Desiderare beni con ansia e avidità non fa bene alla vita psico-fisica della persona. È legittimo desiderare tutto ciò che è necessario per vivere dignitosamente, ma il di più è sempre un male.

È onesto pensare ad un miglioramento sociale ed economico, per sé e la famiglia, ma và compiuto con purità e onestà. È sempre un male ottenere qualcosa non onestamente.

Se possiedi una casa che soddisfa le esigenze, perché ammalarti nel desiderio di avere una casa due volte più grande? Chiedi a Gesù di fartela avere in qualche modo lecito se è sua volontà, altrimenti diventa una malattia, prima psichica e poi fisica.

E se pensiamo a chi vive nelle capanne o nelle favelas, ci accontentiamo del nostro.

Non dobbiamo spaventarci quando vengono pensieri che bramano beni della terra, è normale questo perché l’uomo è tratto dal fango, quindi è un impasto di terra, come diceva pure Giobbe: “Anch'io sono stato tratto dal fango” (33,6).

Il problema è la mancanza di serenità ed equilibrio quando si pensa sempre ai beni materiali, mentre essere appagati dall’Amore di Dio, rende l’uomo forte nelle scelte e nei desideri.

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