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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.1)

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2010 09:53
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16/06/2010 18:57
 
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la nostra Fede non si può misurare con le opere ed atteggiamenti esteriori, neanche con il giudizio della gente. La Fede si vive quando si incontra Gesù e convertiamo il nostro cuore a Lui.  

In questi giorni ho scritto che Gesù non è venuto ad abolire la Legge antica, ma a darle compimento, completamento. Noi osserviamo la nuova Legge del Vangelo solo quando scopriamo il senso profondo dell'elemosina, della preghiera, del digiuno.

Con le parole si costruiscono universi, ciò che rimane sono le opere compiute con atteggiamento di obbedienza a Gesù, che significa spogliarci delle nostre sicurezze.

Ci sono opere che si compiono per irrobustire la propria superbia e sicurezza, altre opere compiute nel nascondimento fortificano la vita spirituale. Noi dobbiamo puntare a queste opere e vediamo in che modo.

Fare l’elemosina può essere un gesto di vera carità o un gesto ipocrita per cercare ammirazione e dare agli altri l’impressione di essere una brava persona. Lo stesso gesto ha due dinamiche diverse: può essere opera virtuosa o un miserabile peccato.

Gesù ci avvisa di non cadere nella trappola dell’esibizionismo, che deturpa ogni buona opera e trasforma un gesto di carità in qualcos’altro. Comportamenti che risultano esteriormente irreprensibili si trasformano in esibizionismo. E l’uomo è incline per natura a compiacersi quando è ammirato.

Se sono gli altri a conoscere le nostre buone opere, non commettiamo alcuna colpa, è importante non cercare la compiacenza degli altri.

Gesù ci insegna che fare l’elemosina è qualcosa di molto personale, di vera intimità con Dio, non può essere sbandierato agli altri per riceverne complimenti. La tua sinistra non sappia cosa fa la destra. Questo silenzio deve diventare virtù, saper donare senza proclamarlo, lasciando solo a Dio questa conoscenza.

È un comportamento che fa crescere nel cammino spirituale, perché abbassa l’orgoglio e potenzia l’umiltà. Al contrario, chi pavoneggia le sue opere di carità, fa crescere l’orgoglio ed annienta quel pizzico di umiltà che aveva.

Questo comportamento riservato purifica l’anima, la persona si sente più raccolta, come se raccogliesse le proprie potenzialità con una buona capacità di dominarle. Si diventa forti nel controllo della propria persona, c’è una maggiore lucidità.

Ne consegue che il digiuno a pane ed acqua come chiede la Madonna il mercoledì e il venerdì, o digiuni dalla televisione o da altre dipendenze, diventano facilmente praticabili. Tutto è più facile.

Qualsiasi forma di digiuno diventa facile se l’anima è più forte e più pura.

Si arriverà al digiuno del cuore, quando l’amore sarà riversato solo su Dio.

La capacità di digiunare, ci porterà a gustare il cibo con gratitudine verso Dio, sul serio si avrà maggior gratitudine verso la Provvidenza di Dio. Molti considerano il cibo solo per trangugiare tutto ciò che è saporito, rimanendo indifferenti sul male che può arrecare al corpo e alla morale. Il digiuno da tutto ciò che è dipendenza, è molto importante.

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