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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2024 09:38
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30/09/2018 08:36
 
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Non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me»

Rev. D. Valentí ALONSO i Roig
(Barcelona, Spagna)


Oggi, secondo il modello del produttore televisivo più attuale, contempliamo Gesù mettendo vermi e fuoco lì dove dobbiamo evitare di andare: l'inferno, «dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Marco 9:48). È una descrizione dello stato in cui una persona può rimanere quando la sua vita non la ha portato lì dove voleva andare. Potremmo paragonarlo al momento in cui, guidando la nostra macchina, prendiamo una strada sbagliata, pensando che siamo su quella giusta e finiamo in un luogo sconosciuto senza sapere dove siamo e dove non volevamo andare. Dobbiamo evitare di andare in entrambi i casi, anche se dobbiamo lasciar andare le cose apparentemente indispensabili: senza mani (cfr Mc 9,43) senza piedi (cfr Mc 9,45), senza occhi (cfr Mc 9,47). È necessario voler entrare nella vita o nel Regno di Dio, anche senza qualcosa di noi stessi.

Possibilmente, questo Vangelo ci conduce a riflettere per scoprire quello che abbiamo, anche se di nostra assoluta propietà, che non ci permette di andare verso Dio, e di più ancora, che ci allontana di Lui.

Gesù stesso ci indica quale è il peccato nel quale ci fanno cadere le nostre cose (mani, piedi e gli occhi). Gesù parla di coloro che scandalizzano i piccoli che credono in Lui (cfr Mc 9:42). "Scandalizzare" è allontanare qualcuno dal Signore. Pertanto, valutiamo in ogni persona la sua prossimità a Gesù, la fede che ha.

Gesù ci insegna che non c'è bisogno di far parte dei Dodici, o dei discepoli più intimi per stare con Lui: «Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,40). Possiamo capire che Gesù salva tutto. E' una lezione del Vangelo di oggi: ci sono molti che sono più vicini al Regno di Dio di quanto si pensi, perché fanno miracoli nel nome di Gesù. Come confessò S. Teresa di Gesù Bambino: "Il Signore mi ricompenserà non con le opere mie (...). Ebbene, mi ricompenserà secondo le opere sue!”.
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