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Serbava queste cose, meditandole... (Lc.2,19)

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2024 09:38
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23/09/2018 07:08
 
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«Il Figlio dell’uomo viene consegnato (...) e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà»

Rev. D. Pedro-José YNARAJA i Díaz
(El Montanyà, Barcelona, Spagna)


Oggi, i l Vangelo ci racconta che Gesù camminava con i Suoi discepoli, attraversando dei villaggi in una grande pianura. Per conoscersi, non c’è niente di meglio che camminare e viaggiare in compagnia. Sorge allora facilmente la confidenza; e la confidenza è fiducia; e la fiducia è trasmettere amore. L’amore abbaglia e stupisce scoprendo il mistero che si alloggia nella parte più intima del cuore umano. Con emozione, il Maestro parla ai Suoi discepoli del mistero che logora il Suo animo. Alcune volte è illusione; altre volte, al pensarlo, vien preso dalla paura; il più delle volte sa che non Lo capiranno. Essi, però, sono i Suoi amici; tutto quello che ha avuto dal Padre, deve comunicarlo a loro, e, fino ad ora, così è venuto facendolo. Non Lo capiscono, è vero, ma sintonizzano con l’emozione con cui parla a loro, che è stima, prova di ciò è che essi sanno di poter contare su di Lui, sebbene sappiano di essere ben poca cosa, per riuscire a trasformare i Suoi progetti con successo. Sarà consegnato, l’uccideranno, ma risusciterà dopo tre giorni (cf. Mc 9,31).

Morte e resurrezione. Per alcuni saranno concetti enigmatici, per altri assiomi inaccettabili. Egli è venuto a rivelarlo, proclamando ad alta voce che è venuta la fortuna gioiosa al genere umano, anche se perché sia così spetterà a Lui, l'amico, il fratello maggiore, il Figlio del Padre, sopportare sofferenze crudeli. Ma, oh triste paradosso: mentre vive questa tragedia interiore, loro discutono su chi salirà sul podio più alto dei campioni, alla fine della corsa verso il suo Regno. Operiamo noi in modo diverso? Chi è privo di ambizione, scagli la prima pietra.

Gesù proclama nuovi valori. L’importante non è trionfare, ma servire; lo dimostrerà il giorno culminante del Suo lavoro Evangelizzatore, lavando loro i piedi. La grandezza non non è nell’erudizione del savio, ma nella ingenuità del bambino. «Anche se sapessi a memoria tutta la Bibbia e le massime di tutti i filosofi, a che ti servirà tutto questo senza carità e grazia di Dio?» (Tommaso Kempis). Salutando il savio, soddisfiamo la nostra vanità, abbracciando invece al piccolino stringiamo Dio e da Lui verremo contagiati divinizzandoci.
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