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26/08/2014 08:36 | |
Movimento Apostolico - rito romano
Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi pulito!
La cosa più triste per un popolo, per una nazione, per il mondo intero, è la trasformazione della religione da culto per la vita in servizio di morte sia spirituale che fisica. La responsabilità di questa aberrazione non è solo dei "Gestori", di quanti cioè sono i responsabili della Parola, della verità, della fede, del culto e di ogni manifestazione che la religione comporta, ma anche di colui che è "Fruitore" di essa.
Tutti, indistintamente, sia il "Gestore" che il "Fruitore" sono chiamati ad una fedeltà assoluta, estrema a conservarsi nella verità della Parola. Quando vi è discrepanza tra la verità della Parola che è poi anche verità storica e l'insegnamento, allora l'obbedienza non deve essere donata. Questa verità così ce la insegna San Pietro, dinanzi ai "Gestori" della religione ebraica del suo tempo: "Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto. L'uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni" (At 4,13-22).
Gesù non vuole che i "Gestori" della sua Parola, del suo Mistero, della sua Vita e della sua Morte, della sua Redenzione e Salvezza, si comportino in modo ipocrita e falso. Perché questo non avvenga, dona la sua regola infallibile: la santità del cuore, la sua purezza, la sua perenne limpidezza. Un cuore puro custodirà sempre pura la fede e la verità. Un cuore impuro trasformerà fede e ferità in una falsità di morte.
Altra verità che Gesù insegna è questa: chi vuole conservare pura la fede e la verità della religione, deve osservare con scrupolosa cura e infinito zelo tutta la Legge del Signore. Se un solo precetto viene trasgredito, a poco a poco, tutta la legge verrà trasgredita e l'insegnamento che si farà di essa non sgorgherà più dalla santità di Dio che è nel nostro cuore, ma dal diavolo che abita in noi e ci suggerisce la parole di inganno e di falsità. Dio è nel nostro cuore, se la sua legge è nel nostro corpo. Se il nostro corpo è senza la legge di Dio, nel nostro cuore regna il diavolo con la sua menzogna, falsità, inganno. Quando la legge di Dio è nel cuore il "Fruitore" della religione immediatamente sa e percepisce quando il "Gestore" è falso o vero.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, fateci "Gestori e Fruitori" veri.
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