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MEDITIAMO LE SCRITTURE (anno A)

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2014 07:14
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04/08/2014 07:33
 
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Movimento Apostolico - rito romano
Coraggio, sono io, non abbiate paura!

Ogni attimo della vita che Gesù ha vissuto sulla nostra terra è un grande insegnamento per noi. Dopo aver vissuto una giornata di lavoro intenso e faticoso, perché tutto intento nella realizzazione della volontà del Padre suo e solo di quella, il Signore lascia i suoi discepoli e si ritira tutto solo sulla montagna a pregare.
Perché Gesù prega? Prega perché sa quanto è facile cadere nella tentazione di compiere la propria volontà e non più quella di Dio. Il bene che Lui fa', anche il più piccolo, non può essere dettato da un suo sentimento, pensiero, desiderio e neanche dalla storia di sofferenza che con prepotenza bussa al suo cuore. Il bene che Lui deve fare è uno solo: realizzare sempre, in ogni momento, la volontà del Padre, i suoi desideri, il suo comando, la sua Parola.
È questa la differenza che vi è tra Gesù ed ogni altro uomo. Noi tutti facciamo il bene che il nostro cuore ci suggerisce. È un bene viziato dal nostro cuore. Manca ad esso la certezza dell'obbedienza. Per Gesù invece il bene era sempre obbedienza perfetta alla volontà del Padre. Ma Lui vive per fare la volontà del Padre. Vive in totale e perenne sottomissione a Lui. Questa gloria sempre ha reso al Padre suo. Lui lo afferma con estrema franchezza e limpida testimonianza ai Giudei: "Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite»" (Gv 8,25-29). Questa è la vita di Gesù: perenne sottomissione, costante obbedienza.
Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennésaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Pietro invece non vive di obbedienza, non la conosce. Ancora si lascia muovere dai suoi pensieri, che sovente sono una vera tentazione per Gesù. Ora, come segno che è proprio Cristo Gesù, Colui che gli sta di fronte, chiede di poter camminare sulle acque come Gesù sta camminando. Pietro però non ha la fede di Gesù e neanche la sua preghiera. Lascia la barca, prova a camminare, si impaurisce e sta per affondare. Grida a Gesù che lo salvi. Sempre Gesù ha salvato Pietro, perché Lui sempre vive la sua missione come vera opera di salvezza. Gesù è sempre il Salvatore, sempre.
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