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MEDITIAMO LE SCRITTURE (anno A)

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2014 07:14
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17/07/2014 07:33
 
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Movimento Apostolico - rito romano
Imparate da me, che sono mite e umile di cuore

Il mondo è stanco, si trascina di oppressione in oppressione. Stanchezza, affaticamento, oppressione sono il frutto del suo peccato, della sua trasgressione, della sua grande disobbedienza alla Parola, al Comandamento, alle Beatitudini, al Vangelo. La stanchezza dell'uomo è perché il suo spirito non è fortificato dal suo Dio che non è più in lui, con lui, per lui, ma fuori di lui. È Dio la vera forza. Dio dona ogni forza nel suo Santo Spirito che è anche Spirito di fortezza. Dove l'uomo potrà trovare ristoro, riposo, conforto, gioia, pace per il suo corpo, salute per la sua anima, nuovo slancio per il suo spirito, nuovo sviluppo per il suo cuore? Dove l'uomo potrà ritrovarsi e ritrovare tutte le forze che sono la ricchezza della sua umanità?
Gesù lo afferma senza alcuna ombra di dubbio, senza lasciare spazio ad alcuna incertezza. Chi vuole il ristoro deve recarsi da Lui, deve andare a Lui. La stanchezza dell'uomo non è solo del suo corpo, ma anche soprattutto del suo spirito e della sua anima. Andare a Cristo per trovare il vero ristoro, vuol dire anche in parole povere, che da Lui dobbiamo lasciarci lavare l'anima e purificare il cuore. Lui deve dare una spazzolata ai nostri sentimenti e una spuntatina ai nostri molti pensieri vani che affogano la nostra mente e il nostro cuore. Deve prendere la nostra anima e immergerla nella sua verità. Anche il nostro corpo deve lavare con la sua Parola.
Andare a Cristo non significa presentarsi a Lui, chiedere qualche grazia e poi ritirarsi in buon ordine, eclissarsi, sparire. Significa invece accostarsi come il bue si accosta al carro per lasciarsi aggiogare, divenire una cosa sola con il carro, in modo che tutta la sua forza motoria diventi forza del carro ed esso si metta in cammino. Gesù chiede a chi ricorre a Lui si lasciarsi aggiogare al suo Vangelo, in modo che il Vangelo ci trasmetta tutta la sua forza divina e noi cominciamo a muoverci dietro di esso, con esso, per esso. È questo il vero significato dell'invito a prendere il suo giogo.
Prendere il suo giogo vuol dire divenire una cosa sola con Lui. Lui ci chiede di imparare da Lui come si porta il giogo del Vangelo sulle proprie spalle. E Lui chi è? Il mite e l'umile di cuore. Lui è mite e umile perché interamente consegnato al Vangelo del Padre. Lui non si chiede dove è condotto dal giogo, cui è inscindibilmente legato. È questa la mitezza e l'umiltà del cuore. Lui sa che il Padre suo lo condurrà alla più alta gloria del cielo. Lui si consegna interamente a Lui, a Lui si affida, in Lui confida. È questo l'annullamento che il Signore chiede a tutti coloro che vogliono lasciarsi aggiogare al suo Vangelo, alla sua Parola, alla sua verità, alla sua grazia.
Quando l'uomo è aggiogato a Cristo Signore, subito trova pace per la sua vita. Questa entra nella sua verità. È la verità la pace della vita. Dove non vi è verità non vi è nemmeno pace, perché la vita è fuori di se stessa, trascorre i suoi giorni nella falsità, nell'errore, nella menzogna. La falsità trasforma la natura, la rende inquieta, sorda, stolta, insipiente ed essa soffre perché priva del suo ossigeno di vita. Gesù viene, dona alla vita il suo vero ossigeno che è Lui, nel quale vive tutto il Padre e lo Spirito Santo, e la vita risorge, rinasce, trova il suo riposo nella sua vera vita.
Gesù rassicura quanti si lasciano aggiogare a Lui. Il suo giogo non è pesante. È leggero. Neanche il peso che essi portano è gravoso. Esso è soave. Questa sua Parola è più che vera. Basta osservare il mondo. Il peccato, il vizio, la trasgressione impongono un giogo pesantissimo sulle spalle dell'uomo. Questo peso così gravoso spesso anche uccide, sovente compie vere stragi, impoverisce i popoli e le nazioni. Invece il giogo di Gesù arricchisce, dona vitalità sempre nuova, dona gioia e pace. Niente pesa più del peccato e niente è più gravoso del vizio. Essi distruggono.
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