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02/07/2014 07:21 | |
Il Vangelo ci presenta oggi, in modo molto simbolico, l’azione liberatrice di Gesù e la sua capacità di vittoria sul male.
Il paese dei Gadareni si trova oltre le frontiere di Israele, in territorio pagano. I posseduti sono doppiamente infelici perché sono sottomessi alle forze del male e resi inumani. Vivono tra le tombe, cosa che sottolinea il loro isolamento e la loro esclusione dalla comunità dei vivi, così come la loro impurità. Alcune affermazioni così risolute come: “Nessuno poteva più passare per quella strada” indicano quale fosse il potere delle forze malefiche e come fosse difficile penetrare in quel campo.
Cristo dimostra in questo episodio che non esiste circostanza, per quanto disumana possa essere, che il Vangelo non possa raggiungere, nessuna situazione d’isolamento che non possa essere distrutta, né di sfida che non possa diventare, attraverso il potere di Dio, un dialogo salvatore. Il contrasto tra le lamentele dei demoni e il loro sproloquio, e la sola, semplice e autoritaria parola di Gesù mette in evidenza la sovranità di Dio, e l’universalità della salvezza che egli ci offre. Tutti sono raggiunti dalla gratuità del suo amore, anche coloro che sono esclusi ed emarginati. Tutte le barriere dell’incomunicabilità e le catene della schiavitù sono sormontate grazie alla bontà e alla vicinanza del nostro Dio. Il male è quindi nuovamente definito, confinato e restituito al suo luogo di origine biblico: gli abissi. E le creature, libere, sono restituite al dialogo innocente, riconoscente e vicino al loro Signore. Lo stupore impaurito dei Gadareni si oppone all’amore ricettivo dei posseduti-salvati, testimoniando quindi che l’iniziativa salvatrice di Dio ha sempre bisogno della libera risposta dell’uomo. Gesù è ancora una volta oggetto di scandalo e segno di contraddizione. |