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24/10/2013 13:15 | |
I. I frutti dello Spirito Santo.
1359. Quando un'anima corrisponde fedelmente alle grazie attuali che
mettono in moto le virtu` e i doni, produce atti di virtu`, imperfetti e
penosi, a principio, poi migliori e piu` saporiti, che riempiono il
cuore di gaudio santo. Sono questi i frutti dello Spirito Santo, che
si possono definire: atti virtuosi che sono giunti a una certa
perfezione e che riempiono l'anima di santo gaudio.
S. Paolo ne enumera nove: la carita`, il gaudio, la pace, la pazienza,
la mansuetudine, la bonta`, la fedelta`, la dolcezza e la
temperanza 1359-1. Ma non e` a credere che ne abbia voluto dare una
lista completa; onde S. Tommaso fa giustamente osservare che e` un
numero simbolico, il quale indica veramente tutti gli atti di virtu` in
cui l'anima trova consolazione spirituale: "Sunt fructus quaecumque
virtuosa opera in quibus homo delectatur".
1360. I frutti si distinguono dalle virtu` e dai doni come l'atto si
distingue dalla potenza. Non tutti pero` gli atti di virtu` meritano il
nome di frutti, ma quelli soltanto che sono accompagnati da una certa
spirituale soavita`. A principio gli atti di virtu` esigono spesso molti
sforzi e hanno talora un certa asprezza come il frutto non ancor
maturo. Ma quando uno si e` lungamente esercitato nella pratica delle
virtu`, acquista la facilita` di produrne gli atti, li fa senza penosi
sforzi, anzi con diletto come gli atti degli abiti acquisiti; prendono
allora il nome di frutti.
I frutti quindi si ottengono col coltivare le virtu` e i doni, e coi
frutti vengono le beatitudini, preludio della beatitudine eterna.
II. Le beatitudini.
1361. Le beatitudini sono l'ultima corona dell'opera divina in noi.
Come i frutti, sono anch'esse atti, ma di tal perfezione che paiono
procedere dai doni anziche` dalle virtu` 1361-1; sono frutti, ma di
maturita` cosi` perfetta, che ci danno gia` una pregustazione della
celeste beatitudine; onde il nome di beatitudini.
Nostro Signore, nel discorso del Monte, le riduce a otto; la poverta`
di spirito, la dolcezza, le lagrime, la fame e la sete della
giustizia, la misericordia, la purita` di cuore, la pazienza in mezzo
alle persecuzioni. Ma anche qui si puo` dire che e` numero simbolico e
che non ha nulla di esclusivo.
Queste beatitudini non indicano la assoluta e perfetta felicita`; sono
piuttosto mezzi per giungere alla beatitudine eterna e mezzi
efficacissimi; perche` quando lietamente si abbraccia la poverta`, la
dolcezza, la purita`, l'umiliazione, quando uno sa dominare se stesso
fino al punto di pregare per i nemici e di amare la Croce, si imita
allora perfettamente Nostro Signore, e si fanno rapidi passi nelle vie
della perfezione.
1362. Conclusione. I doni dello Spirito Santo, sapendoli coltivare,
c'introducono nella via unitiva. 1) Ci fanno infatto praticar tutte le
virtu`, morali e teologali, nel piu` alto grado, onde ci uniscono a Dio
trasformandoci a poco a poco in Lui e facendocene imitare le divine
perfezioni. 2) Pongono nell'anima quell'arrendevolezza e quella
docilita` per cui lo Spirito Santo s'impossessa di lei e vi opera
liberamente. Sotto l'influsso latente di questi doni e talora pure con
la palese loro cooperazione si fa l'orazione di semplicita` di cui ora
tratteremo. |