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19/10/2013 18:13 | |
III. La malizia dell'orgoglio.
A ben giudicare questa malizia, si puo` considerar l'orgoglio in se`
o negli effetti.
832. 1^ In se`: A) l'orgoglio propriamente detto, quello che
coscientemente e volontariamente usurpa, anche solo implicitamente, i
diritti di Dio, e` peccato grave, anzi il piu` grave dei peccati, dice
S. Tommaso, perche` non vuol sottomettersi al sovrano dominio di Dio.
a) Voler quindi essere indipendente e rifiutar d'obbedire a Dio o ai
suoi legittimi rappresentanti in materia grave, e` peccato mortale,
perche` in tal modo uno si rivolta contro Dio, legittimo nostro
sovrano.
b) E` pur peccato grave l'attribuire a se` cio` che viene chiaramente da
Dio, massime i doni della grazia; perche` e` implicitamente negare che
Dio e` il primo principio di tutto il bene che e` in noi. Eppure molti
lo fanno, dicendo, per esempio: io mi sono fatto da me.
c) Si pecca anche gravemente quando si vuole operare per se`,
escludendo Dio; e` infatti negargli il diritto d'essere l'ultimo nostro
fine.
833. B) L'orgoglio attenuato, che, pur riconoscendo Dio come primo
principio e come ultimo fine, non gli rende tutto cio` che gli e` dovuto
e implicitamente gli toglie parte della sua gloria, e` peccato veniale
qualificato. Tal e` il caso di quelli che si gloriano delle loro buone
qualita` e delle loro virtu`, quasi che tutto cio` fosse cosa di loro
esclusiva proprieta`; oppure di quelli che sono presuntuosi, vanitosi,
ambiziosi, senza pero` far nulla che sia contrario a una legge divina
od umana in materia grave. Questi peccati possono anche farsi mortali,
se spingono ad atti gravemente riprensibili. Cosi` la vanita`, che in se`
e` solo peccato veniale, diventa peccato grave quando fa contrar debiti
che non si potranno poi pagare, o quando si cerca di eccitare in altri
amore disordinato. Bisogna quindi esaminar l'orgoglio anche negli
effetti.
834. 2^ Negli effetti: A) l'orgoglio, non represso, riesce talora a
perniciosissimi effetti. Quante guerre non furono suscitate
dall'orgoglio dei governanti e qualche volta degli stessi
popoli! 834-1 E senza andar tanto lontano, quante divisioni nelle
famiglie, quanti odii tra gli individui devono attribuirsi a questo
vizio! I Padri giustamente insegnano che e` radice di tutti gli altri
vizi, e che corrompe pure molti atti virtuosi, facendoli fare con
egoistica intenzione 834-2.
835. B) Se guardiamo la cosa sotto il rispetto della perfezione, che
e` quello di cui stiamo trattando, si puo` dire che l'orgoglio e` il gran
nemico della perfezione perche` produce nell'anima una desolante
sterilita` ed e` fonte di numerosi peccati.
a) Ci priva infatti di molte grazie e di molti meriti:
1) Di molte grazie, perche` Dio, il quale da` liberalmente la grazia
agli umili, la nega ai superbi: Deus superbis resistit, humilibus
autem dat gratiam 835-1. Pesiamo bene queste parole: Dio resiste
ai superbi, "perche`, dice l'Olier 835-2, il superbo assale
direttamente Dio e se la prende con la stessa sua persona, onde Dio
resiste alle insolenti e orribili sue pretese; e poiche` vuol
conservarsi in cio` che e`, abbatte e distrugge quanto si leva contro di
lui".
2) Di molti meriti: una delle condizioni essenziali del merito e` la
purita` d'intenzione; ora l'orgoglioso opera per se`, o per piacere agli
uomini, invece di operare per Dio, e merita quindi il rimprovero
rivolto ai Farisei che facevano le opere buone con ostentazione, per
essere visti dagli uomini, onde non potevano aspettarsi di essere
ricompensati da Dio: "alioquin mercedem non habebitis apud Patrem
vestrum qui in caelis est.... amen, amen dico vobis, receperunt
mercedem suam" 835-3.
836. b) E` pure fonte di numerose colpe; 1) colpe personali: per
presunzione uno si espone al pericolo e vi soccombe; per orgoglio non
si chiedono istantemente le grazie di cui si ha bisogno e si cade;
viene poi lo scoraggiamento e si corre pericolo di dissimulare i
peccati in confessione; 2) colpe contro il prossimo: per orgoglio non
si vuol cedere anche quando si ha torto; si e` mordaci nelle
conversazioni, si intavolano discussioni aspre e violenti che generano
dissensioni e discordie; quindi parole amare e anche ingiuste contro i
rivali per umiliarli, critiche acerbe contro i Superiori e rifiuti
d'obbedienza ai loro ordini.
837. c) Finalmente e` causa di disgrazie per chi si abbandona
abitualmente all'orgoglio: l'orgoglioso, volendo grandeggiare in tutto
e dominare il prossimo, non trova piu` ne` pace ne` riposo. Non e` infatti
tranquillo finche` non abbia potuto trionfar degli emuli; or cio` non
riuscendogli mai intieramente, ne resta turbato, agitato, infelice.
Convien dunque cercar rimedio a vizio cosi` pericoloso.
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