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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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19/10/2013 18:13
 
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II. I difetti che nascono dall'orgoglio.

I principali sono la presunzione, l'ambizione e la
vanagloria.

827. 1^ La presunzione e` il desiderio e la speranza disordinata di
voler fare cose superiori alle proprie forze. Nasce dal fatto che uno
ha troppo buona opinione di se`, delle proprie facolta` naturali, della
propria scienza, delle proprie forze, delle proprie virtu`.

a) Sotto l'aspetto intellettuale, uno si crede capace d'affrontare e
di risolvere i problemi piu` difficili e le piu` ardue questioni, o
almeno di imprendere studi sproporzionati al proprio ingegno.

Un altro si persuade facilmente di aver molto giudizio e molto senno,
e, in cambio di saper dubitare, risolve con gran disinvoltura le piu`
controverse questioni. b) Sotto l'aspetto morale, uno crede di aver
lumi sufficienti per regolarsi da se` e che non sia poi gran che utile
consultare un direttore. Altri crede che, nonostante i peccati
passati, non vi sia da temer ricadute, e imprudentemente si getta in
occasioni di peccato in cui soccombe; onde poi scoraggiamenti e
dispetti che diventano spesso causa di nuove ricadute.

c) Sotto l'aspetto spirituale, si ha poco gusto per le virtu` nascoste
e penose, preferendo le virtu` appariscenti; e invece di costruire sul
fondamento sodo dell'umilta`, si va fantasticando di grandezza d'animo,
di forza di carattere, di magnanimita`, di zelo apostolico, di trionfi
immaginari che si assaporano gia` nell'avvenire. Ma alle prime gravi
tentazioni uno s'accorge subito quanto ancor debole e vacillante e` la
volonta`. Qualche volta pure si disprezzano le preghiere comuni e
quelle che si chiamano le piccole pratiche di pieta`; e si aspira a
grazie straordinarie quando invece si e` appena ai principi della vita
spirituale.

828. 2^ Questa presunzione, congiunta all'orgoglio, genera
l'ambizione, vale a dire l'amor disordinato degli onori, delle
dignita`, dell'autorita` sugli altri. Presumendo troppo delle proprie
forze e stimandosi superiore agli altri, uno vuol dominarli,
governarli, impor loro le proprie idee.

Il disordine dell'ambizione, dice S. Tommaso, puo` manifestarsi in tre
modi 828-1: 1) cercando onori che non si meritano e che sono
superiori alle nostre facolta`; 2) cercandoli per se`, per la propria
gloria, e non per la gloria di Dio; 3) compiacendosi degli onori in se
stessi, senza farli servire al bene altrui, contrariamente all'ordine
stabilito da Dio, il quale vuole che i superiori lavorino pel bene
degli inferiori.

Quest'ambizione invade tutti i campo: 1) il campo politico, dove si
aspira a governar gli altri, a costo qualche volta di molte bassezze,
di molti compromessi, di mille vilta` che si commettono per avere i
voti degli elettori; 2) il campo intellettuale, ostinatamente cercando
d'imporre agli altri le proprie idee, anche in questioni liberamente
discusse; 3) la vita civile, ove avidamente si cercano i primi
posti, 828-2 gli uffici piu` pomposi, gli ossequi della folla; 4) e
anche la vita ecclesiastica; perche`, come dice Bossuet, 828-3
"quante precauzioni non si dovettero prendere per impedire nelle
elezioni, anche ecclesiastiche e religiose, l'ambizione, gli intrighi,
le brighe, le segrete sollecitazioni, le promesse e le pratiche piu`
criminali, i patti simoniaci e gli altri disordini troppo comuni in
questa materia; eppure non si e` riusciti a intieramente estirpare
questi vizi, ma forse solo a coprirli o a palliarli". Anche nel clero,
osserva S. Gregorio Magno 828-4, vi sono di quelli che vogliono
essere chiamati dottori, e cercano avidamente i primi posti e i
complimenti.

E` dunque difetto piu` comune di quello che a prima vista si crederebbe
e che si connette con la vanita`.

829. 3^ La vanita` e` l'amore disordinato della stima altrui; si
distingue dall'orgoglio che si compiace nella propria eccellenza, ma
ne e` ordinariamente una derivazione, perche`, quando uno si stima in
modo eccessivo, e` naturale che desideri d'essere stimato anche dagli
altri.

830. A) Malizia della vanita`. Vi e` un desiderio d'essere stimato che
non e` disordine: chi desidera che le sue doti, naturali o
soprannaturali, siano riconosciute perche` Dio ne sia glorificato e se
avvantaggi la sua influenza in fare il bene, per se` non fa peccato,
essendo conforme all'ordine che cio` che e` buono venga stimato, a patto
pero` che se ne riconosca Dio come autore e a lui solo se ne dia
lode 830-1. Tutto al piu` si potra` dire che e` pericoloso fissare il
pensiero sopra desideri di questo genere, correndo rischio di
desiderare la stima altrui per fini egoistici.

Il disordine quindi consiste nel voler essere stimati con la mira a
se`, senza riferir questo onore a Dio che pose in noi quanto c'e` di
buono; o nel voler essere stimati per cose vane che non meritano lode;
o infine nel cercar la stima di quelli il cui giudizio non ha valore,
dei mondani, per esempio, che pregiano solo le vanita`.

Nessuno descrisse questo difetto meglio di S. Francesco di
Sales 830-2: "Vana chiamasi la gloria che uno si da` o per cosa che
non sia in noi, o per cosa che sia in noi ma non nostra, o per cosa
che sia in noi e nostra ma non meritevole che uno se ne glorii. La
nobilta` della famiglia, il favore dei grandi, l'aura popolare sono
cose che non sono in noi ma o nei nostri antenati o nell'opinione
altrui. Vi sono di quelli che vanno superbi e pettoruti perche`
cavalcano un bel destriero; perche` hanno un bel pennacchio al
cappello; perche` sono riccamente vestiti; ma chi non vede che questo e`
follia? Poiche` se in cio` vi e` gloria, la gloria spetta al cavallo,
all'uccello, al sarto... Altri si stimano e si pavoneggiano per due
baffi ben rilevati, per la barba ben ravviata, per i cappelli crespi,
per le mani delicate, per saper danzare, sonare, cantar bene; ma non
sono vili costoro a volersi rialzare in valore e in riputazione per
ragioni cosi` frivole e cosi` goffe? Altri poi, per un poco di scienza,
vogliono essere da tutti onorati e rispettati, come se ognuno dovesse
andare a scuola da loro e tenerli per maestri; onde sono chiamati
pedanti. Altri si pavoneggiano pensando alla propria bellezza e
credono che tutti li vagheggino. Tutto cio` e` grandemente vano, goffo e
insulso, e la gloria che si trae da cose cosi` meschine si chiama vana,
goffa e frivola".

831. B) Difetti che derivano dalla vanita`. La vanita` produce
parecchi difetti, che ne sono come la manifestazione esteriore, in
particolare: la millanteria, l'ostentazione e l'ipocrisia.

1) La millanteria o iattanza e` l'abitudine di parlare di se` o di cio`
che puo` tornare a proprio vantaggio con la mira di farsi stimare. Ce
ne son di quelli che parlano di se`, della propria famiglia, dei propri
trionfi con un'ingenuita` che fa sorridere gli ascoltatori; altri fanno
destramente piegare la conversazione su un argomento in cui possono
brillare; altri poi parlano timidamente dei propri difetti con la
segreta speranza di trovare chi li scusa ponendone in rilievo le buone
qualita` 831-1.

2) L'ostentazione consiste nell'attirarsi l'attenzione con certi modi
di fare, col fasto di cui si fa pompa, con certe singolarita`.

3) L'ipocrisia prende la veste o le apparenze della virtu`, nascondendo
sotto veri vizi segreti.
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