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19/10/2013 18:12 | |
PARTE SECONDA
Le Tre Vie
LIBRO I
La purificazione dell'anima
o la via purgativa
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CAPITOLO IV.
Lotta contro i peccati capitali 818-1.
818. Questa lotta e` in sostanza una specie di mortificazione.
Per dar compimento alla purificazione dell'anima e impedirle di
ricader nel peccato, bisogna prender di mira la fonte del male in noi,
cioe` la triplice concupiscenza. L'abbiamo gia` descritta nei suoi
caratteri generali, n. 193-209; ma, essendo ella radice dei sette
peccati capitali, conviene pur conoscere e combattere queste cattive
tendenze. Piu` che peccati sono infatti tendenze; si dicono pero`
peccati perche` sono fonte o capo d'una moltitudine di altri peccati.
Ecco come queste tendenze si connettono con la triplice concupiscenza:
dalla superbia nasce l'orgoglio, l'invidia, e la collera; la
concupiscenza della carne genera la gola, la lussuria e l'accidia; la
concupiscenza poi degli occhi s'identifica con l'avarizia o amore
disordinato delle ricchezze.
819. La lotta contro i sette peccati capitali tenne sempre gran
posto nella spiritualita` cristiana. Cassiano ne tratta a lungo nelle
Conferenze e nelle Istituzioni 819-1; ma ne enumera otto invece di
sette, separando l'orgoglio e la vanagloria. S. Gregorio
Magno 819-2 distingue nettamente i sette peccati capitali che fa
derivar tutti dall'orgoglio. Anche S. Tommaso li connette
all'orgoglio, e mostra come se ne puo` fare una classificazione
filosofica, tenendo conto dei fini speciali a cui l'uomo tende. La
volonta` puo` portarsi verso un oggetto per un doppio motivo che e` o la
ricerca di un bene apparente, o l'allontanamento da un male apparente.
Ora il bene apparente a cui tende la volonta` puo` essere: 1) la lode o
l'onore, beni spirituali perseguiti disordinatamente: e` questo il fine
speciale dei vanitosi; 2) i beni corporali, che hanno per fine la
conservazione dell'individuo o della specie, cercati in modo
eccessivo, sono il fine particolare dei golosi e dei lussuriosi; 3) i
beni esterni, amati in modo sregolato, sono il fine dell'avaro. -- Il
male apparente da cui uno rifugge puo` essere: 1) lo sforzo necessario
all'acquisto d'un bene, sforzo sfuggito dall'accidioso; 2) la
diminuzione della propria eccellenza che e` temuta e sfuggita, sebbene
in modo diverso, dal geloso e dal collerico. Cosi` la distinzione dei
sette peccati capitali si trae dai sette fini speciali a cui tende il
peccatore.
In pratica noi seguiremo la divisione che connette i vizi capitali con
la triplice concupiscenza, perche` e` la piu` semplice.
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