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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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19/10/2013 18:07
 
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sez. I. Della mortificazione del corpo e dei sensi esterni.

771. 1^ La sua ragione. a) Nostro Signore aveva raccomandato ai
discepoli la pratica moderata del digiuno e dell'astinenza, la
mortificazione della vista e del tatto. S. Paolo era tanto convinto
della necessita` di domare il corpo, che severamente lo castigava per
schivare il peccato e la dannazione: "Castigo corpus meum et in
servitutem redigo, ne forte cum aliis praedicaverim, ipse reprobus
efficiar". La Chiesa penso` anch'essa a prescrivere ai fedeli alcuni
giorni di digiuno e d'astinenza.

b) Qual ne e` la ragione? Certo il corpo, ben disciplinato, e` servo
utile e anche necessario, alle cui forze bisogna aver riguardo per
poterle mettere a servizio dell'anima. Ma, nello stato di natura
decaduta, il corpo cerca i sensuali diletti senza darsi pensiero del
lecito o dell'illecito; ha anzi un'inclinazione speciale per i piaceri
illeciti e si rivolta talora contro le superiori facolta` che glie li
vogliono interdire. E` nemico tanto piu` pericoloso in quanto che ci
accompagna dovunque, a tavola, a letto, a passeggio, e incontra spesso
complici pronti ad aizzarne la sensualita` e la volutta`. I sensi,
infatti, sono come tante porte aperte per cui furtivamente s'insinua
il sottile veleno dei proibiti diletti. E` dunque assolutamente
necessario vigilarlo, padroneggiarlo, ridurlo in schiavitu`: altrimenti
ci tradira`.

772. 2^ Modestia del corpo. A domare il corpo, cominciamo con
l'osservar bene le regole della modestia e della buona creanza, ove
trovasi largo campo di mortificazione. Il principio che ci deve servir
di regola e` quello di S. Paolo: "Non sapete che i vostri corpi sono
membra di Cristo? Non sapete che il vostro corpo e` tempio dello
Spirito Santo che e` in voi? Nescitis quoniam corpora vestra membra
sunt Christi?... Membra vestra templum sunt Spiritus
Sancti" 772-1.

A) Bisogna dunque rispettare il proprio corpo come un tempio santo,
come un membro di Gesu` Cristo; via dunque quelle mode piu` o meno
invereconde, buone solo a provocar la curiosita` e la volutta`. Porti
ognuno le vesti richieste dalla propria condizione, semplici e
modeste, ma sempre pulite e decenti.

Nulla di piu` saggio dell'avvertimento di S. Francesco di Sales su
questo punto 772-2: "Siate pulita, o Filotea, e nulla si vegga in
voi di sciatto e di male aggiustato... ma guardatevi bene dalla
vanita`, dalle affettazioni, dalle curiosita` e dalle stranezze.
Attenetevi, per quanto sara` possibile, alla semplicita` e alla
modestia, che sono il piu` grande ornamento della bellezza e il miglior
palliativo della bruttezza... le donne vanitose fanno dubitare della
loro castita`: o almeno, se sono tali, la loro castita` non e` visibile,
sotto tutto quell'ingombro e quelle frascherie". S. Luigi dice in
poche parole: "che uno deve vestirsi secondo il proprio stato, in modo
che le persone savie e la gente per bene non possano dire: vi
acconciate troppo; ne` i giovani: vi acconciate troppo poco".

Quanto ai religiosi e alle religiose, come pure gli ecclesiastici,
hanno sulla forma e sulla materia dei vestiti regole a cui devono
conformarsi; e` inutile dire che la mondanita` e la civetteria sarebbero
in loro totalmente fuor di posto e non potrebbero che scandalizzar gli
stessi mondani.

773. B) La buona creanza e` anch'essa ottima mortificazione alla
portata di tutti: schivar diligentemente un contegno molle ed
effeminato, tenere il corpo dritto senza sforzo e senza affettazione,
non curvo ne` pencolante da un lato o dall'altro; non cangiar posizione
troppo di frequente; non incrocicchiare ne` i piede ne` le gambe; non
abbandonarsi mollemente sulla sedia o sull'inginocchiatoio: evitare i
movimenti bruschi e i gesti disordinati: ecco, fra cento altri, i
mezzi di mortificarsi senza pericolo per la salute, senza attirar
l'attenzione, e che ci danno intanto grande padronanza sul corpo.

774. C) Vi sono altre mortificazioni positive che i penitenti
generosi s'impongono volentieri per domare il corpo, calmarne gli
ardori intempestivi, e stimolare il desiderio della pieta`: i piu`
comuni sono quei braccialetti di ferro che si infilano alle braccia,
quelle catanelle che si cingono alle reni, cinture o scapolari di
crine, o alcuni buoni colpi di disciplina quando uno se li puo` dare
senza attirar l'attenzione 774-1. Ma bisogna in tutto questo
consultare premurosamente il direttore, schivar tutto cio` che sapesse
di singolarita` o lusingasse la vanita`, senza parlare poi di cio` che
fosse contrario all'igiene o alla pulizia; il direttore non permettera`
queste cose che con discrezione, a modo di prova solo per un poco di
tempo, e, se vi notasse inconvenienti di qualsiasi genere, le
sopprimera`.

775. 3^ Modestia degli occhi. A) Vi sono sguardi gravemente
colpevoli, che offendono non solo il pudore ma la stessa
castita` 775-1 e da cui bisogna assolutamente astenersi. Ve ne sono
altri pericolosi, quando uno fissa, senza ragione, persone o cose
capaci di suscitar tentazioni: quindi la S. Scrittura ci avverte di
non fissar lo sguardo sopra una giovane, perche` la sua bellezza non
diventi per noi occasione di scandalo: "Virginem ne conspicias, ne
forte scandalizeris in decore illius" 775-2. Oggi poi che la
licenza degli abbigliamenti e l'immodestia delle mode o i perniciosi
ritrovi dei teatri e di certi salotti offrono tanti pericoli, di
quanto riserbo non e` necessario armarsi per non esporsi al peccato!

776. B) Quindi il sincero cristiano che vuole ad ogni costo salvarsi
l'anima, va anche piu` oltre, e per essere sicuro di non cedere alla
sensualita`, mortifica la curiosita` degli occhi, schivando, per
esempio, di guardar dalla finestra per vedere chi passa, tenendo gli
occhi modestamente bassi, senza affettazione, nelle gite di affari o
nel passeggio. Li posa volentieri piuttosto su qualche pia immagine,
campanile, croce, statua, per eccitarsi all'amor di Dio e dei Santi.

777. 4^ Mortificazione dell'udito e della lingua. A) Richiede che
non si dica ne` che si ascolti cosa alcuna che sia contraria alla
carita`, alla purita`, all'umilta` e alle altre virtu` cristiane; perche`,
come dice S. Paolo, le conversazioni cattive corrompono i buoni
costumi "corrumpunt mores bonos colloquia prava" 777-1. Quante
anime infatti si pervertirono per aver ascoltato conversazioni
disoneste o contrarie alla carita`! Le parole lubriche eccitano una
morbosa curiosita`, destano le passioni, accendono desideri e provocano
al peccato. Le parole poco caritatevoli causano divisioni perfino
nelle famiglie, diffidenze, inimicizie, rancori. Bisogna quindi
vigilare anche sulle minime parole per evitar tali scandali, e saper
chiudere l'orecchio a tutto cio` che puo` turbare la purita`, la carita` e
la pace.

778. B) A meglio riuscirvi, si mortifichera` qualche volta la
curiosita` col non interrogare su cio` che puo` stuzzicarla, o col
reprimere quella smania di discorrere che va poi a finire in
chiacchiere non solo inutili ma anche peccaminose: "in multiloquio non
deerit peccatum".

C) E poiche` i mezzi negativi non bastano, si badera` a condurre la
conversazione sopra argomenti non solo innocui, ma buoni, onesti,
edificanti, senza pero` rendersi gravosi con osservazioni troppo serie
che non vengano spontanee.

779. 5^ Mortificazioni degli altri sensi. Quanto abbiamo detto della
vista, dell'udito e della lingua, s'applica pure agli altri sensi;
ritorneremo sul gusto parlando della golosita` e sul tatto a proposito
della castita`. Quanto all'odorato, basti dire che l'uso immoderato dei
profumi e` spesso pretesto per appagar la sensualita` ed eccitar talora
la volutta`; e che un cristiano serio non ne usa se non con moderazione
e per ragione di grande utilita`; e che i religiosi e gli ecclesiastici
hanno per norma di non usarne mai.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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