È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 

COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
Autore
Stampa | Notifica email    
19/10/2013 18:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota



II. Necessita` della mortificazione per la perfezione.

758. Questa necessita` deriva da cio` che abbiamo detto sulla natura
della perfezione, la quale consiste nell'amor di Dio spinto fino al
sacrificio e all'immolazione di se`, n. 321-327, tanto che, secondo
l'Imitazione, la misura del progresso spirituale dipende dalla misura
della violenza che uno si fa: tantum proficies, quantum tibi ipsi vim
intuleris 758-1. Bastera` quindi richiamar brevemente alcuni motivi
che possano muovere la volonta` ed aiutarla a praticar questo dovere;
si desumono da parte di Dio, di Gesu` Cristo, della nostra
santificazione 758-2.

1^ DA PARTE DI DIO.

759. A) Il fine della mortificazione, come fu detto, e` di unirci a
Dio; cosa che non possiamo fare senza distaccarci dall'amore
disordinato delle creature.

Come giustamente dice S. Giovanni della Croce 759-1, "l'anima
attaccata alla creatura le diviene simile, quanto piu` cresce l'affetto
tanto piu` l'identita` si manifesta, perche` l'amore rende pari l'amante
e l'amato. Chi dunque ama una creatura, s'abbassa al suo livello, anzi
di sotto, perche` l'amore non si contenta della parita` ma rende anche
schiavi. E` questa la ragione per cui un'anima, schiava d'un oggetto
fuori di Dio, diviene incapace di unione pura e di trasformazione in
Dio, perche` la bassezza della creatura e` piu` distante dalla grandezza
del Creatore che non le tenebre dalla luce". Ora l'anima che non si
mortifica, s'attacca presto in modo disordinato alle creature, perche`,
dopo il peccato originale, si sente attirata verso di loro, cattivata
dal loro fascino, e, in cambio di servirsene come di scalini per
salire al Creatore, vi si diletta e le considera come fine. A rompere
quest'incanto, a schivar questa stretta, e` assolutamente necessario
distaccarsi da tutto cio` che non e` Dio, o almeno da tutto cio` che non
e` considerato come mezzo per andare a Lui. Ecco perche`
l'Olier 759-2, paragonando la condizione dei cristiani a quella di
Adamo innocente, dice che vi e` grande differenza tra le due: Adamo
cercava Dio, lo serviva e l'adorava nelle creature; i cristiani invece
sono obbligati a cercar Dio con la fede, a servirlo e adorarlo
ritirato in se` stesso e nella sua santita`, separato da ogni creatura.
In questo consiste la grazia del battesimo.

760. B) Nel giorno del battesimo si stipulo` tra Dio e noi un vero
contratto. a) Dio, da parte sua, ci mondo` dalla macchia originale e ci
adotto per figli, ci comunico` una partecipazione della sua vita,
obbligandosi a darci tutte le grazie necessarie per conservarla e
accrescerla; sappiamo con quanta liberalita` mantenne le sue promesse.
b) Da parte nostra, ci obbligammo a vivere da veri figli di Dio, ad
avvicinarci alla perfezione del Padre celeste coltivando questa vita
soprannaturale. Ora questo non possiamo fare se non in quanto
pratichiamo la mortificazione. Perche`, da un lato lo Spirito Santo,
datoci nel Battesimo, "ci porta all'umilta`, alla poverta`, ai
patimenti; e dall'altro la carne brama gli onori, i piaceri, le
ricchezze" 760-1. Vi e` quindi in noi conflitto e lotta incessante;
e non possiamo esser fedeli a Dio che rinunziando all'amore
disordinato degli onori, dei piaceri e delle ricchezze. Ecco perche` il
sacerdote, battezzandoci, ci segna addosso due croci, una sul cuore,
per imprimerci l'amor della Croce, e l'altra sulle spalle, per darci
la forza di portarla. Mancheremmo quindi alle promesse del battesimo
se non portassimo la croce, combattendo il desiderio dell'onore con
l'umilta`, l'amor del piacere con la mortificazione, e la sete delle
ricchezze con la poverta`.

2^ DA PARTE DI GESU` CRISTO.

761. A) Col battesimo veniamo incorporati a Gesu`, onde dobbiamo da
lui ricevere il movimento e le ispirazioni e quindi conformarci a lui.
Ora l'intiera sua vita, come dice l'Imitazione, non fu che un lungo
martirio: "Tota vita Christi crux fuit et martyrium" 761-1. Non
puo` dunque la nostra essere vita di piaceri e d'onori, ma dev'essere
vita mortificata. Ce lo dice del resto chiaramente il divino nostro
Capo: "Si quis vult post me venire, abneget semetipsum et tollat
crucem suam quotidie et sequatur me" 761-2. Se vi e` chi debba
seguir Gesu` e` certo colui che tende alla perfezione. Ora come seguir
Gesu`, che fin dal suo ingresso nel mondo abbraccio` la croce, che tutta
la vita sospiro` patimenti e umiliazioni, che sposo` la poverta` nel
Presepio e l'ebbe compagna fin sul Calvario, se si amano i piaceri,
gli onori, le ricchezze, se non si porta quotidianamente la croce,
quella che Dio stesso ci scelse e c'invio`? E` una vergogna, dice
S. Bernardo, che sotto un capo coronato di spine siamo membri
delicati, atterriti ai piu` piccoli patimenti: "pudeat sub spinato
capite membrum fieri delicatum" 761-3. Per conformarci a Gesu`
Cristo e avvicinarne la perfezione, e` dunque necessario che portiamo
la croce come lui.

762. B) Se aspiriamo all'apostolato, troviamo in cio` un nuovo motivo
per crocifiggere la carne. Colla croce Gesu` salvo` il mondo; colla
croce quindi lavoreremo con lui alla salute dei fratelli, e il nostro
zelo sara` tanto piu` fecondo quanto piu` parteciperemo ai patimenti del
Salvatore. Ecco il motivo che animava S. Paolo, quando dava nella sua
carne compimento alla passione del Maestro, a fine di ottenere grazie
per la Chiesa 762-1; ecco cio` che resse nel passato e regge ancora
al presente tante anime che consentono ad essere vittime perche` Dio
sia glorificato e le anime salvate. Il patire e` duro, ma quando si
contempla Gesu` che ci va innanzi portando la croce per la salute
nostra e per quella dei nostri fratelli, quando se ne contempla
l'agonia, l'ingiusta condanna, la flagellazione, l'incoronazione di
spine, la crocifissione, quando s'odono gli scherni, gli insulti, le
calunnie che accetta tacendo, come osar lamentarsi? Non siamo ancor
giunti allo spargimento del sangue: "nondum usque ad sanguinem
restitistis". E se stimiamo secondo il giusto loro valore l'anima
nostra e quella dei nostri fratelli, non mette forse conto di tollerar
qualche passeggiero patimento per una gloria che non finira` mai e per
cooperare con Nostro Signore alla salute di quelle anime per cui verso`
il sangue fino all'ultima goccia?

Questi motivi, per alti che siano, sono ben compresi da certe anime
generose, anche fin dal principio della loro conversione; e il
proporli serve a farle progredire nell'opera di purificazione e di
santificazione.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 8 9 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:27. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com