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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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19/10/2013 16:43
 
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3^ UN DOVERE DI CARITA`.

La penitenza e` un dovere di carita` verso di noi e verso il prossimo.

739. A) Verso di noi: il peccato infatti lascia nell'anima funeste
conseguenze, contro cui e` necessario reagire. a) Anche quando la colpa
o il fallo e` perdonato, ci resta generalmente da subire una pena piu` o
meno lunga secondo la gravita` e il numero dei peccati e secondo il
fervore della contrizione nel momento del nostro ritorno a Dio. Questa
pena dev'essere subi`ta in questo mondo o nell'altro. Ora e` assai piu`
utile espiarla in questa vita, perche`, quanto piu` prontamente e
perfettamente paghiamo questo debito, tanto piu` l'anima diviene atta
all'unione divina; d'altra parte piu` facile e` questa espiazione sulla
terra, perche` la vita presente e` tempo di misericordia; e` anche piu`
feconda, perche` gli atti sodisfattorii sono nello stesso tempo
meritorii (n. 209). Ama quindi l'anima propria chi fa pronta e
generosa penitenza.

b) Ma il peccato lascia pure in noi una deplorevole facilita` a
commettere nuove colpe, appunto perche` accresce in noi l'amore
disordinato del piacere. Ora nulla corregge meglio questo disordine
quanto la virtu` della penitenza; facendoci valorosamente tollerare le
pene che la Provvidenza ci manda, stimolando il nostro ardore per le
privazioni e le austerita` compatibili con la salute, essa smorza
gradatamente l'amor del piacere e ci fa paventare il peccato che esige
tali riparazioni; facendoci praticar atti di virtu` contrari alle
cattive nostre abitudini, ci aiuta a correggercene e ci da` maggior
sicurezza per l'avvernire 739-1. E` dunque atto di carita` verso se`
stesso il far penitenza.

740. B) E` pure atto di carita` verso il prossimo. a) In virtu` della
nostra incorporazione a Cristo, siamo tutti fratelli, tutti solidari
gli uni degli altri (n. 148). Potendo dunque le nostre opere
sodisfattorie essere utili agli altri, perche` la carita` non ci indurra`
a far penitenza non solo per noi ma anche per i fratelli? Non e` questo
il mezzo migliore d'ottenerne la conversione, o, se sono gia`
convertiti, la perseveranza? Non e` questo il miglior servizio che
possiamo loro prestare, servizio mille volte piu` utile di tutti i beni
temporali che potremmo lor dare? Non e` un corrispondere alla divina
volonta` che, avendoci adottati tutti per figli, ci chiede di amare il
prossimo come noi stessi e di espiarne le colpe come espiamo le
nostre?

741. b) Questo dovere di riparazione spetta piu` specialmente ai
sacerdoti: e` dovere del loro stato l'offrir vittime non solo per se
stessi ma anche per le anime di cui sono incaricati: "prius pro suis
delictis, deinde pro popoli" 741-1. Ma ci sono, fuori del
sacerdozio, anime generose che, cosi` nel chiostro come nel mondo, si
sentono attirate a offrirsi vittime per espiare i peccati altrui.
Vocazione nobilissima che le associa all'opera redentrice di Cristo, e
a cui e` bene animosamente corrispondere procurando di consultare un
savio direttore per fissar con lui le opere di riparazione a cui
dedicarsi 741-2.

742. Diremo terminando che lo spirito di penitenza non e` dovere
imposto soltanto agl'incipienti e per brevissimo tempo. Quando si e`
ben capito che cos'e` il peccato e quale offesa infinita infligge alla
maesta` divina, uno si crede obbligato a far penitenza per tutta la
vita, perche` la vita stessa e` troppo breve per riparare un'offesa
infinita. Non bisogna quindi stancarsi mai di far penitenza.

Questo punto e` cosi` importante che il P. Faber, dopo aver lungamente
riflettuto sulla causa per cui tante anime fanno cosi` poco progresso,
venne alla conclusione che questa causa sta "nella mancanza di
costante dolore eccitato dal ricordo del peccato" 742-1. Se ne ha
del resto la conferma negli esempi dei Santi, che non cessarono mai di
espiar le colpe, talora assai leggiere, commesse in passato. Anche la
condotta di Dio verso le anime che vuole innalzare alla contemplazione
lo dimostra assai bene. Faticato che hanno per lungo tempo a
purificarsi con gli esercizi attivi della penitenza, Dio, a dar
l'ultima mano alla loro purificazione, invia quelle prove passive che
descriviamo nella via unitiva. Infatti solo i cuori intieramente puri
o purificati possono giungere alle dolcezze dell'unione divina: "Beati
mundo corde quoniam ipsi Deum videbunt"!
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