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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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19/10/2013 16:41
 
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PARTE SECONDA
Le Tre Vie

LIBRO I
La purificazione dell'anima
o la via purgativa
_________________________________________________________________

CAPITOLO II.

Della penitenza 705-1.

Indicata brevemente la necessita` e la nozione della penitenza,
esporremo:
* 1^ i motivi che devono farci odiare e schivare il peccato;
* 2^ i motivi e i mezzi di ripararlo.

* Necessita` e nozione.
* Art. I. -- Odio del peccato
+ mortale.
+ veniale.
* Art. II. -- Riparazione del peccato
+ motivi.
+ mezzi.

NECESSITA` E NOZIONE DELLA PENITENZA.

705. Dopo la preghiera, la penitenza e` il mezzo piu` efficace per
purificar l'anima dalle colpe passate e anche per premunirla contro le
future.

1^ Quindi Nostro Signore, volendo dar principio al pubblico suo
ministero, fa predicare dal precursore la necessita` della penitenza:
"Fate penitenza perche` il regno dei cieli e` vicino: poenitentiam
agite, appropinquavit enim regnum caelorum 705-2. Dichiara di essere
egli pure venuto a chiamare i peccatori a penitenza: "Non veni vocare
justos, sed peccatores ad poenitentiam" 705-3. Tanto necessaria e`
questa virtu` che, se non facciamo penitenza, periremo: "si
poenitentiam non egeritis, omnes similiter peribitis" 705-4. Gli
Apostoli compresero cosi` bene questa dottrina che fin dalle prime
prediche insistono sulla necessita` della penitenza come condizione
preparatoria al battesimo: "Poenitentiam agite, et baptizetur
unusquisque vestrum" 705-5.

La penitenza e` infatti pel peccatore un atto di giustizia; avendo
offeso Dio e violatine i diritti, e` obbligato a riparare questo
oltraggio: il che fa con la penitenza.

706. 2^ La penitenza si definisce: una virtu` soprannaturale,
connessa con la giustizia, che inclina il peccatore a detestare il
peccato perche` offesa di Dio, e a prendere la ferma risoluzione di
schivarlo per l'avvenire e di ripararlo.

Comprende quindi quattro atti principali, di cui e` facile vedere la
genesi e la connessione. 1) Alla luce della ragione e della fede,
vediamo che il peccato e` un male, il piu` grande di tutti i mali, a dir
vero, l'unico vero male, perche` offende Dio e ci priva dei piu`
preziosi beni; questo male lo odiamo con tutta l'anima "iniquitatem
odio habui". 2) Considerando d'altra parte che questo male e` in noi,
perche` abbiamo peccato, e che, anche quando vien perdonato, ne resta
nell'anima qualche traccia, ne concepiamo un vivo dolore, dolore che
ci tortura e stritola l'anima, una sincera contrizione, una profonda
umiliazione. 3) Per evitare nell'avvenire questo odioso male,
prendiamo la ferma risoluzione o il saldo proponimento di schivarlo,
sollecitamente fuggendo le occasioni che vi ci potrebbero condurre e
rafforzando la volonta` contro le lusinghe dei pericolosi diletti.
4) Finalmente, persuasi che il peccato e` un'ingiustizia, risolviamo di
ripararlo e di espiarlo con sentimenti ed opere di penitenza.

ART. I. MOTIVI DI ODIARE E FUGGIRE IL PECCATO 707-1.

Prima d'esporre questi motivi 707-2, diciamo che cosa e` il peccato
mortale e il veniale.

707. Nozione e specie. Il peccato e` una trasgressione volontaria
della legge di Dio. E` dunque una disobbedienza a Dio e quindi
un'offesa di Dio, perche` preferiamo la volonta` nostra alla sua e
violiamo cosi` gl'imprescrittibili suoi diritti alla nostra
sottomissione.

708. a) Il peccato mortale. Quando con piena avvertenza e pieno
consenso trasgrediamo una legge importante, necessaria al
conseguimento del nostro fine, in materia grave, il peccato e` mortale,
perche` priva l'anima della grazia abituale che ne costituisce la vita
soprannaturale (n. 105). Ecco perche` questo peccato e` definito da
S. Tommaso: un atto con cui ci distacchiamo da Dio, ultimo nostro
fine, attaccandoci liberamente e disordinatamente a qualche bene
creato. Perdendo infatti la grazia abituale che ci univa a Dio, ci
distacchiamo da lui.

709. b) Il peccato veniale. Quando la legge da noi violata non e`
necessaria al conseguimento del nostro fine, o quando la violiamo in
materia leggiera, oppure, essendo la legge grave in se`, non la
trasgrediamo con piena avvertenza o pieno consenso, il peccato e`
soltanto veniale, e non ci priva dello stato di grazia. Rimaniamo
uniti a Dio nel fondo dell'anima, perche` vogliamo farne la volonta` in
tutto cio` che e` necessario a conservarne l'amicizia e conseguire il
nostro fine. E` pero` sempre una trasgressione della legge di Dio e una
offesa inflitta alla sua Maesta`, come proveremo piu` avanti.
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