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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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17/10/2013 11:23
 
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3^ DEI MEZZI ATTI AD OTTENERE QUESTA CONOSCENZA.

460. Notiamo subito da principio che la perfetta conoscenza di noi
stessi e` cosa difficile. a) Attratti come siamo dalle cose esteriori,
ci e` duro rientrar nel nostro interno per esaminare questo piccolo
mondo invisibile; e ancor piu` duro e` per noi, superbi, il rilevare i
nostri difetti.

b) Questi alti interni sono molto complessi: vi sono in noi, come dice
S. Paolo, due uomini, che spesso tumultuosamente contrastano tra loro.
Per sceverare cio` che viene dalla natura e cio` che viene dalla grazia,
cio` che e` volontario e cio` che non e`, si richiede molta attenzione,
perspicacia, lealta`, coraggio e perseveranza. Soltanto a poco a poco
si fa la luce; una cognizione ne trae un'altra e quest'altra prepara
la via a una cognizione ancor piu` profonda.

461. Essendo gli esami di coscienza la via per cui si giunge alla
conoscenza di se` stessi, a facilitarne la pratica daremo qui alcune
regole generali, proporremo un metodo, e indicheremo i sentimenti che
li devono accompagnare.

462. A) Regole generali. a) Per esaminarci bene bisogna innanzitutto
invocare i lumi dello Spirito Santo, che scruta le reni e i cuori, e
pregarlo di svelarci tutte le piu` intime pieghe dell'anima,
comunicandoci il dono della scienza che ha per uno dei suoi uffici
quello di aiutarci a ben conoscere noi stessi per condurci a Dio.

b) Bisogna poi metterci davanti a Gesu`, che e` il perfetto modello a
cui dobbiamo ogni giorno piu` accostarci; adorarne e ammirarne non solo
gli atti esterni, ma anche e principalmente le disposizioni interiori.
Allora i nostri difetti e le nostre imperfezioni appariranno molto piu`
chiaramente per il contrasto che noteremo tra noi e questo divino
modello. Ma non ci lasceremo prendere dallo scoraggiamento, perche`
Gesu` e` pure il medico delle anime, bramoso di curar le nostre piaghe e
di guarirle. Ottima pratica e` fare a lui, a cosi` dire, la nostra
confessione, chiedendogli umilmente perdono.

463. c) Entreremo quindi nel piu` intimo dell'anima nostra: dagli
atti esterni risaliremo alle disposizioni interiori che li ispirano,
alla profonda loro causa. Cosi`, avendo mancato alla carita`,
indagheremo se fu per leggerezza, per invidia, per gelosia, per
spiritosita` o per loquacita`.

Per rilevarne il carattere morale e la responsabilita`, bisognera`
esaminare se l'atto e` stato volontario in se` o nella sua causa, se
fatto con piena coscienza della sua malizia o solo con una mezza
avvertenza, se con pieno o solo con semipieno consenso. Da principio
tutto cio` riesce oscuro ma a poco a poco si viene poi rischiarando.

Per essere piu` imparziali nei nostri giudizi, e` bene metterci davanti
al Giudice Supremo e figurarci che ci dica con bonta` si` ma anche con
autorita`: redde rationem villicationis tuae. E ci studieremo allora di
rispondere con tanta sincerita` quanta ne vorremmo avere usata nel
giorno del giudizio.

464. d) E` utile talora, specie per gl'incipienti, far quest'esame
per iscritto, a fine di fissar meglio l'attenzione e poter meglio
confrontare i risultati d'ogni giorno e di ogni settimana. Facendolo,
si badi di evitare ogni amor proprio, ogni pretesa letteraria, e si
prendano le precauzioni necessarie perche` tali note non cadano sotto
gli occhi dei profani. Se si usa uno specchietto con segni
convenzionali, bisogna badare di non farlo per abitudine o con
superficialita`. Ma ordinariamente si viene poi a far senza di questo
mezzo, abituandosi ad esaminarsi con tutta semplicita`, alla presenza
di Dio, dopo le principali azioni, per ricapitolar poi tutto al
termine della giornata.

465. In cio`, come in tutto il resto, si seguira` il consiglio d'un
savio direttore, pregandolo di aiutarci a conoscere meglio noi stessi:
osservatore disinteressato ed esperto, egli generalmente vede meglio
di noi il fondo della nostra coscienza, e giudica piu` imparzialmente
il vero valore dei nostri atti.

466. B) Metodi per esaminar la coscienza. Tutti riconoscono che
S. Ignazio li ha molto perfezionati. Nei suoi Esercizi spirituali,
distingue attentamente l'esame generale dal particolare; il primo
riguarda tutte le azioni della giornata, il secondo un punto speciale,
un difetto da correggere, una virtu` da coltivare. Ma si puo` fare l'uno
e l'altro nello stesso tempo: in tal caso, basta, per l'esame
generale, dare un rapido sguardo complessivo alle azioni della
giornata a fine di scoprire le mancanze principali; e poi si passa
subito all'esame particolare che e` molto piu` importante del primo.

467. a) L'esame generale, che ogni buon cristiano deve fare per
conoscersi e correggersi, contiene cinque punti secondo S. Ignazio:
467-1

1) "Il primo punto e` di ringraziar Dio, Signor nostro, dei benefici
ricevuti". Ottima pratica, consolante insieme e santificante, perche`
prepara la contrizione, facendo risaltare la nostra ingratitudine, e
alimenta la nostra fiducia in Dio 467-2.

2) "Il secondo e` di chiedere la grazia di conoscere i nostri peccati e
di bandirli dal cuore". Di fatti, chi vuole conoscere se` stesso lo fa
per correggersi, due cose che non si possono fare che coll'aiuto della
grazia di Dio.

3) "Il terzo e` di domandarci conto esatto della nostra condotta dalla
levata del mattino fino al momento dell'esame, percorrendo una dopo
l'altra le ore del giorno, o certi spazi di tempo determinati
dall'ordine delle nostre azioni. Si fara` prima l'esame sui pensieri,
poi sulle parole, poi sulle opere, secondo l'ordine indicato
nell'esame particolare".

4) "Il quarto e` di chiedere perdono delle colpe a Dio, nostro
Signore". Non si deve infatti dimenticare che la contrizione e`
l'elemento principale dell'esame, e che questa contrizione e` opera
specialmente della grazia.

5) "Il quinto e` di formar la risoluzione di correggerci col soccorso
della grazia. Terminare col Pater noster". Questa risoluzione, per
essere pratica, dovra` fissare i mezzi di correzione; perche` chi vuole
il fine vuole anche i mezzi. La recita del Pater, ponendoci davanti
agli occhi la gloria di Dio che dobbiamo procurare e unendoci a Gesu`
Cristo per chiedere il perdono delle nostre colpe e la grazia di
schivarle per l'avvenire, e` ottima conclusione di quest'esame.

468. b) L'esame particolare, a giudizio di S. Ignazio, e` ancora piu`
importante dell'esame generale e persino della meditazione, perche` ci
da` modo di affrontare corpo a corpo i nostri difetti, gli uni dopo gli
altri, facendoceli cosi` vincere piu` facilmente. D'altra parte,
esaminandoci a fondo sopra una virtu` importante, non acquistiamo
questa soltanto ma anche tutte le altre che le si connettono: cosi` chi
progredisce nell'ubbidienza fa nello stesso tempo atto d'umilta`, di
mortificazione e di spirito di fede; parimenti, acquistando l'umilta`,
uno si perfeziona nello stesso tempo nell'ubbidienza, nell'amor di Dio
e nella carita`, essendo la superbia l'ostacolo principale alla pratica
di queste virtu`. Bisogna pero` seguire certe regole cosi` per la scelta
del soggetto come pel modo di farlo.

469. Scelta del soggetto. 1) Conviene d'ordinario mirare al difetto
dominante sforzandosi di praticare la virtu` contraria; perche` questo
difetto e` il grande ostacolo, il generale in capo dell'esercito
nemico: vinto lui, tutto l'esercito e` sbaragliato.

2) Scelto il soggetto, si mira dapprima alle manifestazioni esterne di
questo difetto, a fine di sopprimere cio` che da` ombra o scandalo al
prossimo; cosi`, per la carita`, si comincera` a diminuire e a sopprimere
le parole o gli atti contrarii a questa virtu`.

3) Ma di qui bisogna risalire, senza tardare troppo, alla interna
causa delle colpe, per esempio, ai sentimenti d'invidia, al desiderio
di far bella figura nelle conversazioni, ecc., che ne possono essere
la sorgente.

4) Ne` convien fermarsi solo alla parte negativa delle virtu`, ossia
alla lotta contro i difetti, ma coltivar pure diligentemente la
opposta virtu`; perche` non si riesce a sopprimere bene se non cio` che
viene sostituito.

5) Finalmente, per far piu` sicuro progresso, si divida attentamente la
materia dell'esame secondo i gradi delle virtu`, per modo che non si
abbracci subito tutta l'ampiezza d'una virtu` ma solo alcuni atti che
meglio corrispondono ai bisogni particolari. Cosi`, per l'umilta`, si
pratichera` prima quello che si potrebbe chiamare il nascondimento o
l'oblio di se`, parlando poco, dando agli altri, con prudenti
interrogazioni, occasione di parlare, amando l'oscurita`, la vita
nascosta, ecc. 469-1

470. Modo di farlo. Abbraccia, secondo S. Ignazio, tre tempi e due
esami di coscienza ogni giorno.

1) "Il primo tempo e` il mattino. Appena uno si alza, deve proporre di
attentamente guardarsi dal peccato o difetto particolare di cui si
vuol correggere". E` cosa breve: bastano due o tre minuti nel vestirsi.

2) "Il secondo tempo e` il dopo pranzo; il terzo dopo la cena. S cuorei
comincera` col domandare a Dio cio` che si desidera, cioe` la grazia di
ricordarsi quante volte si e` caduti in quel peccato o difetto
particolare, e quella di correggersene per l'avvenire; poi si fara` il
primo esame, chiedendo a se` stesso conto esatto di quel punto speciale
su cui si era presa la risoluzione di correggersi e di migliorarsi. Si
fara` quindi passare ogni ora della mattinata che si potra` pure
dividere in certi spazii di tempo secondo l'ordine delle azioni,
cominciando dal momento della levata fino a quello dell'esame
presente; poi si segneranno sulla prima linea della lettera J (dello
specchietto dove si notano le colpe) tanti punti quante furono le
cadute in quel peccato o difetto particolare. Infine si prendera` di
nuovo la risoluzione di emendarsi dal primo al secondo esame". Il
tempo ordinariamente dedicato dalle anime fervorose a questo esame e`
d'un quarto d'ora.

471. L'esame si fa nel modo gia` spiegato per l'esame generale, con
questo di piu` che si scrivono le mancanze per ricordarsene piu`
facilmente e fare poi i confronti di cui parla S. Ignazio nelle note
seguenti: "Indicando la prima linea della lettera J il primo esame e
la seconda il secondo, si osservera` alla sera, confrontando la prima
con la seconda linea, se vi e` stata emenda dal primo al secondo esame.
-- Confrontare poi il secondo giorno col primo, cioe` i due esami del
giorno presente coi due esami del giorno precedente, e vedere se da un
giorno all'altro vi e` stato miglioramento. Confrontare pure una
settimana con l'altra e vedere se, nella settimana teste` trascorsa, il
progresso fu piu` notevole che nella settimana precedente". Il
vantaggio di questi confronti sta nello stimolare il nostro ardore:
confrontando le perdite e i guadagni, si e` eccitati a raddoppiare gli
sforzi per aumentar questi e diminuir quelle.

A conseguire il medesimo effetto, S. Ignazio consiglia, ogni volta che
si cade in colpa che riguarda l'esame particolare, di portar la mano
al petto eccitandosi internamente a contrizione. E` chiaro infatti che
questa vigilanza in riparare immediatamente le minime colpe non puo`
che accelerare la riforma della vita.

472. Se questo metodo pare a prima vista alquanto complesso, in
pratica lo e` poi meno; e chi non vi potesse dedicare tempo cosi`
notevole, puo` condensare l'essenziale di questi atti in minor tempo,
per esempio in dieci minuti la sera. Se poi si prevedesse che la sera
non si potra` fare, vi si impieghi una parte della visita al
SS. Sacramento.

473. C) Disposizioni che devono accompagnare quest'esame. Perche`
l'esame di coscienza, generale o particolare, possa unirci piu`
strettamente a Dio, dev'essere accompagnato da sentimenti o
disposizioni che ne sono, a cosi` dire, l'anima. Eccone le principali:
riconoscenza, contrizione, proponimento, preghiera.

a) Prima di tutto un sentimento di viva riconoscenza verso Dio, che
nel corso dell'intiera giornata ci avvolse nella paterna sua
provvidenza, ci protesse contro le tentazioni e preservo` da molti
peccati; perche`, senza l'aiuto della sua grazia, saremmo caduti in
numerose colpe. Non potremmo quindi ringraziarlo mai troppo; ma lo
faremo in modo pratico usando meglio dei divini suoi doni.

474. b) Questo sentimento produrra` in noi una sincera contrizione,
tanto piu` profonda in quanto che, avendo ricevuto tanti benefici, ne
abbiamo abusato per offendere Padre cosi` buono e cosi` misericordioso.
Ne nascera` una schietta umilta`, che ci persuadera`, per propria
esperienza, della nostra indegnita`; onde accetteremo volentieri la
confusione che proviamo alla vista delle nostre mancanze ripetute
continuamente, lieti di potere con cio` proclamare l'infinita`
misericordiosa d'un Padre sempre inchinevole al perdono, e godendo che
la nostra miseria faccia risaltare l'infinita perfezione di Dio.
Queste disposizioni non saranno passeggiere ma durevoli, alimentate
dallo spirito di penitenza che spesso ci mettera` le nostre colpe
dinanzi agli occhi: "Peccatum meum contra me est semper!"

475. c) Di qui` sorgera` la ferma volonta` d'espiare e di emendarci: di
espiare con opere di penitenza, badando ad imporcene qualcuna per le
nostre mancanze, a fine di attutire l'amore al piacere, fonte dei
nostri peccati; di emendarci, specificando i mezzi da usare per
diminuire il numero delle colpe. Questa volonta` rimuovera`
sollecitamente la presunzione, che, inducendoci a far troppo
assegnamento sulla nostra buona volonta` e sulla nostra energia, ci
priverebbe di molte grazie e ci esporrebbe a nuove imprudenze e a
nuove cadute. Ma si appoggera` invece fiduciosamente sull'onnipotente e
infinita bonta` di Dio, sempre pronto a venirci in aiuto, quando
abbiamo coscienza della nostra incapacita`.

476. d) Ad implorare questo divino aiuto, termineremo con una
preghiera tanto piu` umile e premurosa quanto piu` diffidenti di noi ci
rese la vista dei nostri peccati. Persuasi di essere incapaci di
schivare il peccato e tanto piu` di inalzarci a Dio con la pratica
delle virtu`, supplicheremo Dio dal fondo della nostra miseria,
appoggiandoci sui meriti infiniti di Gesu`, di venire a noi, di trarci
dal pantano in cui affondiamo, di staccarci dal peccato e dalle sue
cause, e di inalzarci a lui.

Per queste disposizioni, meglio ancora che per la minuziosa ricerca
delle colpe, si viene l'anima, sotto l'azione della grazia, a poco a
poco trasformando.
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