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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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17/10/2013 11:20
 
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III. Qualita` che deve avere il desiderio della perfezione.

Per produrre questi lieti effetti, il desiderio della perfezione
dev'essere soprannaturale, predominante, progressivo e pratico.

421. 1^ Dev'essere soprannaturale tanto nel suo motivo quanto nel
suo principio:

a) Nel suo motivo, vale a dire che deve fondarsi sulle ragioni
forniteci dalla fede da noi gia` sopra esposte: la natura e
l'eccellenza della vita cristiana e della perfezione, la gloria di
Dio, l'edificazione del prossimo, il bene dell'anima ecc.

b) Nel suo principio, nel senso che deve compirsi sotto l'azione della
grazia, la quale sola puo` darci la luce a intendere e gustare questi
motivi, e la forza necessaria per operare secondo le nostre
convinzioni. E poiche` la grazia s'ottiene con la preghiera, e`
necessario chiedere con insistenza a Dio che accresca in noi questo
desiderio di perfezione.

422. 2^ Dev'essere predominante, o, in altri termini, piu` intenso di
ogni altro desiderio. Essendo infatti la perfezione cristiana il
tesoro nascosto e la perla preziosa che bisogna comperare ad ogni
costo, e a ogni grado di perfezione cristiana corrispondendo un grado
di gloria, di visione beatifica e d'amore, bisogna desiderarla e
ricercarla piu` d'ogni altra cosa: "Quaerite ergo primum regnum Dei et
justitiam ejus" 422-1.

423. 3^ Costante e progressivo: essendo la perfesione lavoro di
lunga lena che richiede perseveranza e progresso, bisogna
costantemente rinnovare il desiderio di far meglio. E` questa la
ragione per cui Nostro Signore ci dice di non guardare indietro a
vedere il cammino gia` fatto e fermarci con compiacenza sugli sforzi
gia` compiuti: "Nemo mittens manum suam ad aratrum et respiciens retro,
aptus est regno Dei" 423-1. Bisogna invece, come dise S. Paolo,
guardare innanzi per vedere il cammino che ci resta da percorrere e
tendere le forze come il corridore che tende le braccia in avanti per
meglio toccar le meta: "quae quidem retro sunt obliviscens, ad ea quae
sunt priora extendens meipsum, ad destinatum prosequor bravium supernae
vocationis" 423-2. Piu` tardi S. Agostino insistera` molto su questa
stessa verita`: perche`, dice, l'arrestarsi e` un indietreggiare;
l'indugiarsi a contemplare il cammino persorso e` un perdere l'ardore.
Morar sempre a far meglio, andar sempre avanti, tal e` il motto della
perfezione: "Noli in via remanere, noli deviare... Semper adde, semper
ambula, semper profice" 423-3.

E` dunque necessario contemplare non il bene che si e` fatto ma quello
che resta da fare; considerare non quelli che fanno meno bene di noi
ma quelli che fanno meglio, i fervorosi, i santi, e sopratutto il
Santo per eccellenza, Gesu` stesso, che e` il vero nostro modello.
Allora quanto piu` uno va innanzi, tanto piu` si sente lontano dalla
meta, appunto perche` vede meglio quanto alta sia cotesta
meta 423-4.

Non ci dev'essere pero` nulla nei nostri desideri di troppo affacendato
e di febbrile e sopratutto nulla di presuntuoso; gli sforzi violenti
non durano, e i presuntuosi presto s'avviliscono alle rime disfatte.
Cio` che ci fa progredire e` un desiderio calmo, riflessivo, fondato su
forti convinzioni, appoggiato sull'onnipotenza della grazia e
rinnovato di frequente.

424. 4^ Allora riesce pratico ed efficace, perche` non prende di mira
un ideale imposibile ad attuarsi ma i mezzi che sono a nostra portata.
Vi sono anime che hanno un ideale magnifico ma puramente speculativo,
che aspirano ad alta santita` ma che trascurano i mezzi per arrivarvi.
Vi e` in cio` un doppio pericolo: uno si puo` credere gia` perfetto perche`
va sognando di perfezione e cosi` inorgoglire; oppure puo` arrestarsi e
cedere. Bisogna invece ricordare l'adago: "chi vuole il fine vuole
anche i mezzi" e pensare che la fedelta` nelle piccole cose assicura la
fedelta` nelle grandi; onde si deve immediatamente applicare il
desiderio della perfezione all'azione presente per minima che sia,
perche` "Qui fidelis est in minimo et in majori fidelis est" 424-1.
Desiderare la perfezione e rimetterne lo sforzo al domani, volersi
santificare nelle grandi occasioni e trascurare le piccole, e` una
doppia illusione che indica mancanza di sincerita` o almeno ignoranza
della psicologia. L'alto ideale e` certamente necessario ma e` pur
necessaria l'attuazione immediata e progressiva.

IV. Mezzi per eccitare questo desiderio della perfezione.

425. 1^ Essendo il desiderio della perfezione fondato sopra
convinzioni soprannaturali, si puo` ascquistare ed accrescere
specialmente con la meditazione e la preghiera. Bisogna quindi innanzi
tutto riflettere sulle grandi verita` che abbiamo esposto nei capitoli
precedenti, sulla natura e sull'eccellenza di questa vita comunicataci
da Dio stesso, sulla bellezza e sule ricchezze di un'anima che coltiva
questa vita, sulle delizie che Dio le riserva in cielo; meditare le
vite dei santi che tanto piu` progredirono quanto piu` ardente e
costante ebbero il desiderio d'avvicinarsi ogni giorno alla
perfezione. E per rendere piu` proficua questa meditazione, bisogna
aggiungervi la preghiera, che, attirando la grazia, fa penetrare
queste convinzioni nel piu` intimo dell'anima.

426. 2^ Vi sono pero` circostanze piu` favorevoli, in cui l'azione
della grazia si fa piu` vivamente sentire. Un accorto diretore
spirituale sapra` approfittarne per eccitare nei penitenti desideri di
perfezione..

a) Cosi` fin dal primo destarsi della ragione, Dio sollecita il
fanciullo a darsi a lui; quanto e` importante che genitori e confessori
se ne giovino per stimolare e dirigere lo slancio di questi giovani
cuori! Lo stesso e` a dirsi del momento della prima comunione privata o
solenne; del momento in cui si inizia la vocazione o si fa la scelta
dello stato di vita; quando si entra in collegio o in Seminario o nel
noviziati; oppure quando si riceve il sacramento del matrimonio. In
tutte queste circostanze Dio concede grazie speciali e molto importa
il corrispondervi generosamente.

427. b) Vi e` pure il tempo degli Esercizi spirituali. Il
raccoglimento prolungato che li accompagna, le istruzioni che vi si
ascoltano, le letture che vi si fanno accompagnate da esami di
coscienza e da preghiere, e principalmente le grazie piu` abbondanti
che vi si ricevono, contribuiscono a rinsaldare le nostre convinzioni,
ci fanno conoscere meglio lo stato della nostra coscienza e piu`
cordialmente detestare i nostri peccati e le loro cause, suggeriscono
piu` pratiche e piu` generose risoluzioni, e ci danno nuovo slancio
verso la perfezione. A questo modo, l'uso, da alcuni anni, degli
esercizi spirituali chiuse 427-1 e` riuscito a formare, cosi` nel
clero come fra i secolari, una schiera di uomini scelti, che altra
ambizione non hanno se non quella di progredire nella vita spirituale.
Anche i direttori dei Seminarii sanno quali mirabili effetti producono
nei giovani chierici i ritiri spirituali che si fanno al principio di
ogni anno e al tempo delle sacre ordinazioni; e` quello il momento in
cui si formano o si rinnovano o s'intensificano i generosi desideri di
vita migliore. E` quindi cosa importante l'approfittare di queste
occasioni per rispondere alla chiamata di Dio e cominciare o
perfezionare la riforma di se stesso.

428. c) Le prove provvidenziali, fisiche o morali, come le malattie,
i lutti di famiglia, le angustie dell'animo, i rovesci di fortuna,
sono spesso accompagnate da grazie interne che ci stimolano a vita piu`
perfetta. Ci distaccano da tutto cio` che non e` Dio, purificano l'anima
col dolore, ci fanno desiderare il cielo e la perfezione che ne e` la
via, a patto pero` che l'anima si giovi di queste prove per volgersi a
Dio.

429. d) Vi sono poi dei momenti in cui lo Spirito Santo produce
nelle anime movimenti interiori che le inclinano verso una vita piu`
perfetta: le illumina sulla vanita` delle cose umane, sulla felicita` di
darsi piu` intieramente a Dio e le stimola a fare sforzi piu` energici.
E` chiaro che si deve approfittare di queste grazie interiori per
accelerare il passo nella via della perfezione.

430. 3^ Vi sono finalmente delle Pratiche di pieta` che tendono di
lor natura a stimolare il nostro desiderio di erfezione; e sono:

a) L'esame particolare, che ci obbliga ogni giorno a interiormente
concentrarci su un punto speciale, non solo per rilevare le nostre
mancanze o i nostri progressi ma anche e principalmente per rinnovare
la voonta` di progredire nella pratica di questa o di quella virtu`
(n. 468).

b) La confessione ben fatta, con lo scopo di corregerci di questo o
quel difetto (n. 262).

c) Il ritiro mensile o i ritiri annuali, che vangono periodicamente a
ritemprarci nel desiderio di far meglio.
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